Storia Della Filosofia Morale-Mormino PDF

Title Storia Della Filosofia Morale-Mormino
Course Storia della filosofia morale
Institution Università degli Studi di Milano
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STORIA DELLA FILOSOFIA MORALE - GIANFRANCO MORMINO 2017/2018 I SEMESTRE La politica e gli animali: Gli animali non umani sono da sempre oggetto del discorso politico in molteplici modi; il corso tratterà inizialmente una storia del tema, dall’antichità ad oggi, per affrontare successivamente le prospettive tecniche apertesi negli ultimi decenni.

PROGRAMMA D’ESAME 1)Animali politici- dispensa 2)Gli animali e le istituzioni: religione diritto e scienza “Dalla predazione al dominio: la guerra contro gli animali” 3)Prospettive di liberazione “Questioni di specie”

Programma uguale per frequentanti e non frequentanti – registrazioni su www.armida.unimi.it Esame in aula 101 o 102 Santa Sofia -19 Gennaio -5 Febbraio

Lezioni: LUNEDì 14.30-16.30 GIOVEDì 14.30-16.30 VENERDì 16.30-18.30

21/09/2017 LEZIONE 1 Cosa centrano gli animali con la politica? Il primo testo preso in esame è la POLITICA di Aristotele: la formazione del discorso è didattica, quindi perfetta per imparare, nasce come una raccolta di lezioni, come tutte le sue opere che erano il contenuto delle lezioni tenute al Liceo aristotelico. (→fornisce una preparazione quasi completa in ogni ambito..biologia,filosofia.. discorso aristotelico) La Politica di Aristotele: Gli argomenti e le tesi sostenute sono certe poiché sostenute in altre opere e scritti, testimoniate come suoi argomenti reali. Ha avuto un’influenza immensa sulla storia della nostra cultura, pur essendo nata in una scuola, perché la sua posizione viene inglobata nella cultura ellenica degli ultimi secoli prima di Cristo, nella quale i filosofi erano appunto rappresentati dalla scuola aristotelica. Nel mondo bizantino e poi medievale questi testi venivano ancora considerati validi, pur essendo di una cultura pagana, per chi volesse studiarne le discipline contenute. Aristotele nell’opera fonda il suo discorso sul concetto di natura, ovvero il fatto che le istituzioni politiche siano naturali e non il frutto di un arbitrio umano. La condizione in cui vive la polis greca riflette lo stato di natura. (es: la superiorità dell’uomo sulla donna, non ha senso interrogarsi sulla giustizia di queste istituzioni, poiché sono dettate dalla natura.) La natura per Aristotele è innata. Ogni critica secondo il discorso aristotelico si va ad infrangere nella realtà della natura, ovvero tutto ciò che è è così per natura, è naturale. Esistono correnti di pensiero diverse che vedono la polis come un centro di cooperazione dove il forte non prevale, ma bensì aiuta e sostiene il debole (come nel rapporto madre figlio), mentre invece Aristotele formula una tesi, discutibile per queste diverse correnti, nella quale la forza autorizza il comando. Veramente la natura ha per legge che il più forte prevalga sul più debole? Bisognerebbe domandarci se ciò che Aristotele attribuisce alla natura sia in realtà frutto di una tradizione, un uso dettatoda interessi legati alla civiltà misogina e schiavista greca. Animali→se si parla della polis e del discorso aristotelico la presenza animale è molto alta. Tutte le relazioni di dominio sono effettivamente naturali, Aristotele usa come esempio il dominio sugli animali, un’evidenza indiscussa che utilizza come sfocio per altre tesi. E’ sufficiente mettere tutte le categorie che intendiamo abbassare più vicine al mondo animale. Ad esempio i barbari vestono male, non si comprende il loro linguaggio e quindi il greco ne ha la supremazia. Il bambino è una fase temporanea di categoria sottomessa all’uomo perché ha la possibilità di crescita. La donna è più simile dell’uomo all’animale poiché in essa prevale la passione ed il sentimento sulla ragione, si occupa dei bisogni primari della famiglia, come gli animali.

Secondo la concezione aristotelica un altro esempio sulla supremazia del genere maschile su quello femminile è quello per il quale è la madre a dare il corpo al bambino ed il padre a dargli l’anima, perciò la peculiarità della femmina è legata al mondo materiale. Lo schiavo è inferiore, già dalla nascita non è atto a comandare. Questo perché ci sono viventi che nascono animali e non possono fare politica ed altri adibiti a questa funzione, lo schiavo nascendo tale deve essere tenuto sotto dominio. Lo schiavo ha una corporatura più robusta, come i buoi, perciò è adibito a lavorare a differenza dell’uomo di politica che non ne ha la fisionomia adatta. Partendo dalla premessa che per noi è lecito fare ciò che vogliamo agli esseri viventi inferiori, si può costruire un castello di teorie politiche. Basta animalizzare, rendere simili certi soggetti. Si crea l’idea di una serie di soggetti posti su uno scalino posto a metà tra uomo e animale. Alla scoperta dell’America i professori universitari spagnoli, su base aristotelica cercano negli indigeni segni di umanità o meno. Il re spagnolo sapeva che se si fosse optato per la dominanza sugli indigeni questo avrebbe significato la loro aggressione e sottomissione. LA NATURA GIUSTIFICA IL DOMINIO -

Poiché tutte le comunitàtendono a cercare di ottenere qualcosa di buono, la più elevata tra le forme di associazione è la polis -La riproduzione è il primo inpulso di ricongiunzione tra esseri umani, per lasciare dietro di se un proprio simile. (per Lucrezio è per l’atto in sé)

24/09/2017 LEZIONE 2

25/09/2017 LEZIONE 3 NESSO TRA ANIMA E CORPO NELLA VITA SECONDO IL PENSIERO ARISTOTELICO L’anima ha funzione di comando e controllo. E’ una struttura di comando-obbedienza incita nell’essere umano. Se il corpo comandasse sull’anima sarebbe una condizione abietta e contro natura, come una moglie che non obbedisce, uno schiavo che si ribella. Le relazioni che uniscono gli esseri umani vengono rese intoccabili dalla natura, quindi, a seconda delle culture, ciò che non rispetta la natura è contro natura. Questo perché la natura è determinata dagli usi e dalle convenzioni dell’uomo. La filosofia si scaglia contro il pensiero sofistico perché esso mostrava il carattere arbitrario di una serie di concetti che la filosofia (platonica, storica..) vuole rendere inattaccabile, ovvero rendere inattaccabile istituzioni come la famiglia o la politica considerate verità eterne. Queste istituzioni sono un’opera di potente sostegno ideologico per quanto riguarda un certo modo di vivere, ovvero esse vanno in soccorso ad un’idea a sostegno di un mondo determinato dal dominio maschile, lo schiavismo.. Un’altra corrente di pensiero alternativa a quella aristotelica, invece divide la natura dai processi culturali che, a seconda delle culture, portano ad altro. La natura non è la garante dello stile di vita ateniese, ci sono dei concetti che possono cessare di esistere. Es. ideologia aristotelica: - l’anima per natura comanda sul corpo - il comando è autorizzato da ciò che facciamo sugli animali, è cioè legittimizzato per estensione Gli uomini hanno la ragione, lo schiavo potrebbe apprenderne l’utilizzo per imitazione. E’ posto appena prima degli animali. Gli animali ad esempio, sono soggetti alle impressioni, a percepire e comportarsi di conseguenza in modo empirico (se avvicinandosi al fuoco un animale si ustiona, prova dolore, la volta successiva già alla vista saprà di doverci stare lontano per non ripetere l’esperienza). Gli schiavi e gli animali hanno la stessa utilità: prestano aiuto con la forza fisica. Il corpo degli schiavi, a differenza dell’uomo libero, è robusto e adibito ad un determinato tipo di compiti. Possono esserci casi nei quali uno schiavo abbia una corporatura più minuta, da uomo libero, ma rimane schiavo poiché viene giustificato dal fatto che la sua anima sia un’anima da schiavo. Questo accade anche nel caso un uomo libero avesse corporatura massiccia, la sua anima rimane pura, da uomo libero. L’anima non la si può vedere con la stessa facilità con cui si vede il corpo. La schiavitù viene considerata legittima nel caso in cui un uomo libero in guerra venga fatto schiavo, ciò significa che la sua anima era destinata a tale scopo; viene considerata illegittima nel caso in cui un libero venisse posto in schiavitù tramite la violenza, avrebbe il diritto di ribellione. Nella società ateniese, la pratica di acquistare schiavi veniva considerata un’arte, come l’arte di guerra, di caccia..

NESSO TRA ALIMENTAZIONE E VITA SECONDO IL PENSIERO ARISTOTELICO La natura differenzia diversi modi di vivere a seconda delle virtù possedute dagli individui. Fornisce secondo il carattere un metodo di vita: -

La pigrizia contraddistingue i nomadi Il lavoro contraddistingue gli stanziari Il predare contraddistingue il vivere usufruendo in modo illecito di ciò che viene prodotto da altri

La virtù secondo una visione etica aristotelica, è un concetto ancora attuale ed utile per promuovere azioni che dipendono dalla natura stessa. Secondo questa ideologia per ogni individuo esiste una propria virtù. L’uomo della polis ha la virtù della ragione, per Platone anche gli schiavi in parte minima, utilizzavano la ragione per l’esercizio, quindi era necessario utilizzare con essi non solo l’ordine, ma anche l’ammonizione e l’esortazione. Le figlie e le mogli invece avevano la virtù di organizzazione della famiglia, ovviamente a discrezione della polis, in alcune polis esse avevano lo stesso ruolo degli uomini.

LUCREZIO Tito Lucrezio Caro (Cicerone ebbe modo di leggere il suo testo e consigliarlo. Secondo i cristiani, seguendo ciò che disse San Gerolamo, Lucrezio impazzì bevendo un filtro d’amore e si suicidò) E’ un epicureo, la sua opera De Rerum Natura contiene un’esaltazione di Epicuro. Fu uno dei più grandi poeti latini ma con l’avvento del cristianesimo la sua opera sparì. Ne venne ritrovata una copia nel 1418 in Germania. Epicuro ed il suo movimento in seguito non era in buoni rapporti con la religione ne pagana ne cristiana poiché negava la provvidenza divina e quindi l’esistenza degli dei o di un unico dio. DE RERUM NATURA I l Der e r u mn a t u r a( " Su l l an a t u r ad e l l ec o s e "oa n c h es e mp l i c e me n t e" Su l l an a t u r a " )èu np o e mad i d a s c a l i c ol a t i n od i g e n e r ee p i c o fi l o s o fi c o , s c r i t t od aT i t oL u c r e z i oCa r on e l I s e c o l oa . C. ; èc o mp o s t od i s e i l i b r i r a g g r u p p a t i i nt r ed i a d i . I nq u e s t op o e mai l fi l o s o f oep o e t al a t i n os i f ap o r t a v o c ed e l l et e o r i ee p i c u r e er i g u a r d oa l l ar e a l t àd e l l an a t u r aea l r u o l o d e l l ' u o moi nu nu n i v e r s oa t o mi s t i c o , ma t e r i a l i s t i c oeme c c a n i c i s t i c o : s i t r a t t ad i u nr i c h i a moa l l ar e s p o n s a b i l i t àp e r s o n a l e , e d i u ni n c i t a me n t oa l g e n e r eu ma n oa ffin c h ép r e n d ac o s c i e n z ad e l l ar e a l t à , n e l l aq u a l eg l i u o mi n i s i nd a l l an a s c i t as o n o v i t t i med i p a s s i o n i c h en o nr i e s c o n oac o mp r e n d e r e .

E’ un’opera universale in versi. La natura di cui parla non è misura della giustizia, non è morale, non stabilisce regole. Non fa differenze la natura, può produrre un bambino sano come uno malato; produce qualsiasi cosa, sia positiva che negativa. E’ una natura priva di provvidenza, senza fini e distinzioni morali. Non ci si deve chiedere il perché di certi avvenimenti, non ha senso ne sperare ne temere, le cose non capitano per un motivo come nel pensiero aristotelico.

Esiste una potenza generatrice: la terra, esistono bene e male ma siamo noi uomini che facendo azioni buone, cattive, utili o distruttive lo determiniamo. Questa natura è amorale, non esistono sanzioni inviate dall’alto per delle azioni illecite compiute dall’umanità poiché non sono nemmeno ammesse divinità regolatrici per la vita sulla terra. La sua scarsa diffusione nei secoli di espansione cristiana e la leggenda diffusa da San Gerolamo sono dettate quindi dal fatto che non sia ammessa l’esistenza di una provvidenza regolatrice della vita terrena.

29/09/2017 LEZIONE 4 LUCREZIO, autore latino Ha una concezione della natura diversa da quella di Aristotele, la sua natura è di tipo atomistico. Prende il suo pensiero dai pensatori epicurei tra cui Democrito, il quale è stato egli stesso probabilmente allievo di Leucippo. 

Aristotele – filosofia che spiega i fenomeni naturali partendo dall’idea che esistano una forma ed una materia (forma= proprietà in aggiunta alla materia per spiegare com’è fatta, per gli umani è l’anima)

Scuola atomista – contrapposta al pensiero più comune e diffuso aristotelico – sono gli unici pensatori che ammettono l’esistenza del vuoto in quel periodo – dei primi atomisti si sa ben poco, i più noti sono Leucippo e Democrito. Premessa atomista:

Conseguenze:

- in natura esistono solamente corpi, ciò che non è corpo è considerato vuoto.

- non esiste nessuna forma di immortalità

- ammettono la materialità dell’anima, ovvero il fatto che sia formata da piccole parti di materia, di conseguenza annullano la metafisica.

- se le anime sono una fantasia umana, una finzione, la differenza tra uomo e animale è puramente corporea data dal fatto che i loro corpi siano diversi ma composti in modo uguale.

- non accettano in politica il fatto che l’anima sia la guida del corpo.

Nulla si crea e nulla si distrugge, semplicemente gli atomi assumono combinazioni differenti tra loro nei mutamenti. La totalità dell’universo è l’unica che non si crea e non si distrugge. E’ considerata come filosofia dell’immanenza, non esiste un dualismo tra un piano metafisico ed uno corporeo. Non esiste un altro mondo nell’aldilà. Considera un solo piano di realtà, è una filosofia monista, o meglio, dell’immanenza. Non c’è un fine all’esistenza, ma una combinazione di atomi.

“Questo mondo quando nasce approda alle spiagge della luce”- Leucippo = significa aprire gli ochi e trovarsi nel mondo, ma il nostro mondo, quello reale, non come intenderebbe aristotele il mondo dell’aldilà. La giustizia proviene dal basso, da dove provengono tutti gli esseri umani. Poiché essi hanno a disposizione solo il tempo della loro vita trascorso nel mondo reale si sono semplicemente adattati a trovare soluzioni per soddisfare i loro bisogni in modo meno sgradevole ed hanno scoperto la giustizia come metodo per far funzionare i loro rapporti quotidiani. Tutte le forme di oppressione e sottomissione prodotte dall’uomo sono dovute dal fatto che gli vuomini vogliano asservirsi ad altri uomini più potenti per ricavarne beneficio (vedi vasssallo con sovrano). Se non volessimo, non cercassimo nulla dalla società sarebbe difficile sottomettere, se non avessimo dei bisogni sarebbe difficile porre delle regole. – (“Discorso sulla servitù volontaria” – Étienne de La Boétie: qualunque tiranno detiene il potere fintanto che i suoi sudditi glielo concedono. La libertà originaria concessa all'uomo per natura sarebbe stata abbandonata dalla società, che una volta corrotta dall'abitudine, avrebbe poi preferito la servitù del cortigiano alla condizione dell'uomo libero, che rifiuta di essere sottomesso e di obbedire. Questa è una relazione tra dominio ed obbedienza) Lucrezio suggerisce una riduzione dei bisogni, eliminando ad esempio l’ambizione di comandare si è più felici, poiché è la causa maggiore dei malesseri l’essere guardato con timore. Chi incute timore è in continua ricerca di rispetto, dipende totalmente dagli altri, come schiavi. Il disinteresse sarebbe l’arma migliore per vivere più serenamente. L’obiettivo dell’epicureismo è indicare la via migliore per stare meglio e vivere serenamente, ciò significa che però questo movimento non può poggiare fondamenta per un qualcosa a livello politico. In questo movimento è prevista una parità uomo-donna, diversamente dalla civiltà misogina greca, è un anticonformismo pericoloso ma allo stesso tempo innocuo poiché non prova a sminuire le abitudini già presenti ne ad indurre al cambiamento di queste stesse abitudini.

2/10/2017 LEZIONE 5 “I MOSTRI”: individui anormali Per Aristotele in natura esistono finalità e controfinalità, essa opera secondo un piano provvidenziale che premia o punisce gli umani per le loro azioni. Lucrezio abolisce il concetto di finalità e le spiegazioni aristoteliche in relazione, ne ribalta il concetto attraverso un altro che comprende l’ovvia risultante della natura secondo combinazioni casuali. La sua risposta al pensiero aristotelico è che noi siamo il risultato di un setacciamento delle qualità necessarie per sopravvivere nel nostro ambiente.

Lucrezio fa infatti derivare gli individui “ben costruiti” dalla natura, dal caso stesso, come la natura crea anche esseri “mostri” che non hanno le possibilità di crescere e lasciare dipendenza. I primi sono dotati delle qualità necessarie per una sopravvivenza sia nell’ambiente circostante che nel tempo, i secondi spesso non riescono a raggiungere neanche la maturità e quindi la possibilità di riprodursi. Invece di vedere in noi i prescelti di una provvidenza divina vede in noi i superstiti di un’evoluzione, come se appartenessimo a diverse specie dello stesso genere e fossimo l’unica con le qualità possibili. “molte specie dovettero invece perire”. L’ordine è dato dal caso, è una progressiva eliminazione delle combinazioni peggiori. (Per Aristotele esiste perché era già presente, impresso da chi già lo possedeva). L’istinto materno non è una virtù concessaci ma una forma di sopravvivenza. Inizialmente esistevano madri che curavano e madri che non curavano la propria prole, coloro le quali hanno avuto l’intelletto di proteggerla non hanno messo a rischio la loro discendenza. Questa protezione è una potente forma di sopravvivenza, una qualità potentemente adattiva. Esistono anche specie con tale prossimità che si sono coevolute, ad esempio il cane con l’uomo, è difficile trovare un cane che non abbia mai avuto contatti con l’essere umano. Si sono evoluti tenendo conto di essere affiancati all’uomo e di conseguenza molte razze (soprattutto quelle di moda al giorno d’oggi) hanno cambiato la loro fisiologia per adattarsi ai bisogni ed alle richieste dell’uomo. Natura che agisce casualmente – casualmente significa che non ci sia un disegno, un progetto prestabilito da una forza superiore, ma è comunque soggetta a leggi. Leggi di natura = foedera naturae (la scienza epicurea) = patto, accordo per cui più cose stanno insieme, ciò in cui tutte le cose convengono. Immutabili leggi di natura. foedŭs sostantivo neutro III declinazione 1 patto, trattato, convenzione, alleanza fra i popoli 2 legame, vincolo, associazione, accordo tra privati 3 (poetico) legge, norma stabilita dalla natura o dal destino

Esistevano quindi due modi differenti per intendere l’UMANITA’ -

Uomini nati ad immagine e somiglianza di un dio, dopo aver commesso il peccato originale inizia l’età del ferro Uomini imperfetti, razza rozza che subisce un’evoluzione

La seconda è la visione di Lucrezio, nella quale si ha una visione dell’umanità in evoluzione. Gli uomini, inizialmente privi di tecniche e di conoscenze attraverso l’esperienza hanno imparato le arti. Il maestro di ogni cosa fu l’uso.

5/10/2017 LEZIONE 6

(Date appelli: 19/1; 5/2)

Secondo Lucrezio, il tempo non produce momenti progressivi in una direzione, in quanto l’uomo è soggetto alle leggi della natura… il cosmo ha una stabilità complessiva. Gli uomini uscendo dal loro stato primitivo, hanno guadagnato maggiori responsabilità, ma hanno perso la loro libertà originaria. Il primo patto sociale nasce con la casa, quando ci si stabilisce in un posto quando si stabilisce un posto dove stare, quel contatto che c’è tra maschio e femmina diventa convivenza e i figli sono dotati poi di madre e padre, così la mitezza degli infanti, produce nei genitori un sentimento di tenerezza.. in questo legame con la famiglia, un legame artificiale, perché prodotta da l’invenzione della casa. In queste condizioni gli uomini, hanno imparato a vivere tra di loro, la prova è il fatto che le città si sono ampliate così che l’uomo è riuscito a combattere tutti i mali che questo tipo di società poteva avere, ma nonostante tutto questa forma ha portato degli svantaggi, ha portato ...


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