Storia Della Fotografia - Barone Adolf DE Meyer PDF

Title Storia Della Fotografia - Barone Adolf DE Meyer
Author Giusy Andrea Caggia
Course Storia della fotografia
Institution Istituto Europeo di Design
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riassunto lezione per esame...


Description

STORIA DELLA FOTOGRAFIA – BASILIO – BARONE ADOLF DE MEYER Per convenzione il barone De Meyer viene identificato come il primo fotografo di moda. Siamo agli inizi del ‘900 in cui la moda era solo per gli aristocratici i cui abiti venivano realizzati dagli atelier francesi, pertanto i primi fotografi appartenevano ad una classe sociale elevata. Oltre ad essere nobile era estremamente raffinato ed elegante, soprattutto nei suoi look. Nato a Parigi nel 1868, da padre tedesco e madre scozzese, viene educato a Dresda in Sassonia. Vivrà in Inghilterra, a Londra, dove nel 1885 entra in contatto con l’ambiente del principe del Galles, Edoardo VII. Conosce Olga Alberta Caracciolo, probabilmente figlia illegittima di Edoardo, con la quale nel 1899 convolerà a nozze, malgrado lui fosse omosessuale e lei bisessuale. Olga gli procura contatti nel bel mondo e lo spinge a fare fotografia professionalmente. Ad affascinare maggiormente il barone è Whistler, un americano trasferitosi a Londra, vicino alla poetica dei preraffaelliti. Fa parte di un importante circolo culturale ebraico e diventa Barone grazie a Edoardo VII. Si lega nel 1898 al movimento dei “Linked Ring brotherhood” (a cui appartenevano altri fotografi come Alfred Stieglitz, Edward Steichen, Clarence White) che vuole affermare l’artisticità della fotografia in collegamento con la pittura impressionista. Danno vita alla “secessione fotografica” altrimenti detta pittorialismo, poiché voleva diffondere il messaggio che la foto fosse espressione. Le caratteristiche di De Meyer, come di tutti i pittorialisti sono il fuoco morbido e l’uso del “fluou”, grazie a garze di seta sull’obbiettivo che rendevano la luce più diffusa, oppure grazie agli sputi sulle lenti o al movimento del cavalletto. La fotografia dei Pittorialisti sembra quasi pittura. Inoltre, molte foto di De Meyer furono fatte con un poetico controluce per evidenziare i profili delle donne fotografate e gli abiti; le sue donne avevano un aspetto angelico e sognante. Lo scopo è quello di contrastare la concezione della fotografia come freddo specchio della realtà per sottolineare le possibilità dell'espressione come nell’arte. Il suo comportamento era fatto di eccessi e originalità. Le sue foto non sono più semplice documentazione di come è fatto un abito ma strumento capace di creare un’atmosfera. Viene invitato a New York da Alfred Stieglitz che aveva dato vita ad una secessione americana. Nella piccola galleria 291 in 5th avenue a NY espone i suoi lavori dal 1908 al 1912 poi pubblicati sulla rivista d'arte e fotografia “Camera Work”. Nel frattempo, lo stile del barone era andato personalizzandosi, l’effetto flou si era fatto meno vistoso e si era mescolato con affascinanti giochi di luce, ricavati da un “difetto” dell’obiettivo Pinketon Smith che finiva per rilanciare la luce incidente che lo colpiva. Anche gli spunti offerti dai vari soggetti affrontati venivano poi trasformati in efficaci elementi stilistici: ai ritratti femminili del bel mondo londinese si erano aggiunte nature morte con vasi in cristallo e fiori, e da tutti questi elementi il barone sapeva ricavare superfici riflettenti e suggestive. Nel 1910 muore Edoardo VII che sovvenzionava la famiglia. Ma lo stile di vita del barone non cambia. Viaggia incessantemente (infatti molti dei suoi scatti sono stati fatti in giro per il mondo) tra Parigi, Constantinopoli e Venezia, dove conosce Sergej Diaghilev, l’impresario teatrale che organizzava a Parigi i BalletsRusses, spettacoli di danza

moderni e sensuali. Diaghilev gli chiede di fotografare nel 1912 Vaslav Nijinski per lo spettacolo "L’apres midi d’un faune". Spettacolo molto erotico. In un clima di Prima guerra mondiale, date le sue origini tedesche e la Germania contro la Francia, viene espulso dalla Francia, si trasferisce a New York dove conosce il giovane Condè Nast, un imprenditore che aveva acquistato nel 1909 Vogue, una piccola rivista che allora tirava solo 14.000 copie. La casa editrice Condé Nast fondata nel 1907 da Condé Montrose Nast, nel 1936 è stata acquisita dalla famiglia Newhouse. Per Vogue si voleva creare una rivista che non solo mostrasse abiti ma che fosse un punto di riferimento dello snobismo americano. E i due europei con la loro mondanità erano perfetti allo scopo. Fu assunto con un contratto di 110 dollari alla settimana. I due aprirono anche un locale di gusto esotico il “Persian garden” dove impartivano lezioni di beauty. Il barone inoltre fu arredatore e decoratore e stilista. Inizialmente producevano solo foto in bianco e nero dato che non era possibile stampare a colori. In una prospettiva fotografica De Meyer dovrebbe essere considerato fuori tempo, perché è chiaro che a metà degli anni ’10 il Pittorialismo di marca impressionista, basato sullo sfumato, sul controluce, sulle trasparenze e sui riflessi, era ormai in rapido declino; se invece lo si considera all’interno della galassia moda, si può riconoscere in lui un esperto interprete delle ragioni dell’immaginario rispetto all’immagine poiché tutti gli effetti stilistici vanno considerati da un punto di vista concettuale. Lavora per Vogue fino al 1922 poi passa, attratto da un grande compenso economico, ad Harper’s Bazaar a Parigi, acquistato nel 1904 da William Randolph Hearst un altro imprenditore (che poi ispirò Orson Welles nel film Citizen Kane (Quarto potere). Nel 1927 comincia a lavorare per la pubblicità di Elizabeth Arden che usò le sue foto per molti anni. Ma nel 1934 il contratto con Hearst si chiude perchè le sue foto cominciavano ad invecchiare, prediligendo foto nitide e ben fatte. Forse a causa del parere di Carmel Snow, potente editor di Bazaar. Nel 1925 Paul Strand e Edward Weston lanciano un nuovo, più purista, approccio alla fotografia: foto a fuoco, non manipolate, luce netta (Modernismo). De Meyer riprova così a tornare in casa CondèNast ma non viene accettato e finisce a fare ritratti a milionari a Hollywood. Stieglitz, che ormai si era dedicato alle foto moderniste, lo rincuora dimostrandogli tutta la sua stima. Il barone oltre a documentare degli abiti li ha interpretati....


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