Storia lgbt+ - Riassunto del libro queer unito alle lezioni della docente PDF

Title Storia lgbt+ - Riassunto del libro queer unito alle lezioni della docente
Course Storia dell'Omosessualità
Institution Università degli Studi di Torino
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Summary

STORIA OMOSESSUALITÀP RIM A D EL 1 70 0Le classificazioni binarie che noi conosciamo in età contemporanea sono in realtà un prodotto culturale. Durante e dopo la Rivoluzione francese inizia infatti ad affermarsi la dicotomia uomo-donna. Nelle età precedenti il sistema di genere era ad un solo sesso ...


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STORIA OMOSESSUALITÀ PRIMA DEL 1700 Le classificazioni binarie che noi conosciamo in età contemporanea sono in realtà un prodotto culturale. Durante e dopo la Rivoluzione francese inizia infatti ad affermarsi la dicotomia uomo-donna. Nelle età precedenti il sistema di genere era ad un solo sesso (maschio-femmina come gradazioni di quantità e non di qualità). Al vertice si trova il maschio adulto seguito dal giovane, dall’intersex e infine dalla donna. Queste narrazioni sono presenti sin dal corpus di Galeno per arrivare alle soglie del diciottesimo secolo (es. Berengario figure che prendono il pene come modello di riferimento). Nel 1700 si riscrive la meccanica della riproduzione anche attraverso Linneo e il suo studio sulle piante. Anche a livello di relazioni sessuali le differenze tra antichità e soglie dell’età contemporanea si sentono, le relazioni omosessuali greche non erano vietate ma erano fortemente regolamentate (differenza anagrafica, di status e ruolo penetrativo erano le direttrici del giudizio). In età medievale e moderna si aggiunge il discrimine religioso, dall’ XI secolo si assiste a una condanna esplicita della sodomia. Le relazioni lesbiche non arrivano sino ai tribunali civili, l’idea di due donne insieme restava un enigma. Il lesbismo viene punito solo nel caso in cui venga usato uno strumento penetrativo come nel XIV secolo in Spagna. Si ha una grande quantità di materiali processuali, l’Italia è stato un contesto molto studiato (grandi informazioni dagli ufficiali della notte di Firenze ma anche le magistrature di Lucca, Genova e Venezia). Solitamente le pene erano molto lievi tranne in caso di recidive, nella maggior parte dei casi gli uomini coinvolti avevano anche una vita eterosessuale, si osserva molto anche il ruolo assunto durante l’atto e non si percepisce l’idea di orientamento sessuale. Molti storici notano anche come in questi contesti l’atto fosse un crimine ma ciò non facesse degli individui un gruppo sociale.

TRA 1700 E INIZIO 1800 Nel 1700 si assiste a un improvviso allarme sociale riguardante la diffusione della sodomia in numerosi centri cittadini. Nel 1729 un redattore di un verbale di polizia ci informa sulle abitudini dei sodomiti e sulle repressioni attuate dalla patrouille de pederastie, si ha una descrizione che va al di là della sfera immediatamente sessuale. L’ultima esecuzione per sodomia si ha nel 1750 e vede condannati due giovani, questa servirebbe come esempio contro “un crimine che si sta diffondendo oltre misura”. Si ha un network esteso che utilizza un proprio slang e un proprio codice di abbigliamento (es. l’ordine del polsino). Anche a Londra il network è ampio e ramificato, la più grande ondata di arresti si ha nel 1726, si vanno a colpire i luoghi di socializzazione dei sodomiti (le Molly hous e -dal latino mollis o dal nomignolo femminile Mary- alla Molly sono associati elementi di femminilità e incapacità nel difendere la nazione). Grandi esecuzioni pubbliche si hanno anche ad Amsterdam nel 1730, nei paesi bassi in soli due anni si registrano 350 arresti. L’allarme sociale è dato anche dalle associazioni di stampo evangelico (come quella per la riforma dei costumi, nella sola Londra nel 1700 se ne contano una ventina) ma anche dalla rouge literature (molte stampe come quella del 1707 “lamentazione degli odiatori delle donne” ma anche “The manners of the age: in thirteen moral Satirs”). Il sodomita ora fa parte di una razza particolare. I sodomiti non riescono ad entrare nel sistema dicotomico, ciò emerge nello scritto “le ragioni della crescita della sodomia in Inghilterra” del 1749, per l’autore la moda del momento “da damerini” in diretto riferimento a quella aristocratica renderebbe gli uomini meno virili. In Francia, la sodomia resta punita sino al 1804 (con il codice Napoleonico), si afferma ancora una volta l’equazione tra omosessuale e aristocratico. Esempi noti di ciò sono il pamphlet contro il marchese de Villette nel 1791 ma anche la pornografia dedicata alla Rivoluzione francese come i libelli satirici contro Maria Antonietta e la principessa Lamballe (accusate entrambe di tribadismo), la duchessa di Polignac viene invece vista come al centro di una setta di anandrine. Anche il tribadismo quindi da essere peccatum mutum inizia a prendere una certa visibilità sebbene fosse molto più difficile per le donne avere una propria vita sociale. Testimonianza importante sono i diari di Anne Lister (1806-1840), scritti in codice cifrato pubblicati solamente nel 1980. Anne Lister è una gentil donna inglese che a causa della dipartita di tutti i suoi fratelli si trova nella possibilità di coltivare relazioni con altre donne, veste abiti maschili ma nessuno associa ciò al lesbismo poiché si pensa sia una necessità pratica. Vari frammenti raccontano il pensiero dell’epoca come quello riguardante Anne Belcome oppure le Ladies of Langofen. Altra interessante storia è quella di Rosa Stantelli, livornese, accusata di cattivi portamenti su cui viene fatta nel 1777 una perizia medica sui genitali (l’idea era che senza

penetrazione non ci potesse essere sesso), in questo caso il tribadismo viene associato all’ermafroditismo. In questi anni è anche in corso un dibattito sulle persone intersex poiché nella nuova concezione dicotomica non è possibile trovare spazio per chi non entra in uno dei due poli, nella stessa Encyclopedie si relega l’intersessualità a una creazione fantastica. Nasce in questo ambito il termine passing women ovvero persone a cui è stato assegnato il genere femminile alla nascita ma che assumono un’identità maschile (non usando quindi il termine transgenderismo), libro in questo ambito interessante è “storia della vita di Caterina Vizzani” del 1744 scritto da Giovanni Bianchi anatomista che conosce nel 1741 Giovanni Bordoni che alla sua morte si scopre avere genitali femminili. Il racconto si concentra su aspetti psicologici, l’assunzione dell’identità maschile è associata all’omosessualità. Proprio per il fatto che l’omosessualità ora è riconosciuta come inclinazione interiore questo libro secondo Barbagli sancisce la nascita dell’omosessuale mod erno. Altro interessante racconto è quello di Herculine Barbin che a causa dell’innamoramento per una sua coetanea è spinta a recarsi presso specialisti che decidono che il suo sesso sia in realtà maschile successivamente si suicida, i suoi scritti “le mie strane memorie” sono pubblicat i postumi nel 1974.

LA SCIENZA SESSUALE:LA MEDICINA OTTOCENTESCA E L’INVERSIONE L’idea che l’attrazione per una persona dello stesso sesso porti con sé caratteristiche del sesso opposto è una concezione della sessualità tipicamente ottocentesca, la medicina identifica questo come “inversione sessuale”. Mel 1830 su un manuale dedicato alla medicina femminile si legge che le donne non sono solo differenti per ragioni organiche ma che l’intera vita di una persona assume un carattere femminile o maschile a seconda del loro sesso, il maschile esprime una forza positiva di indipendenza e intelligenza mentre il femminile una ristretta cerchia di azione riguardante il domestico e la maternità. Su questa specifica questione libri di particolare interesse sono “The making of the modern body” e “skeleton in the closet” dedicato alla ricostruzione dei primi scheletri nell’anatomia settecentesca. La sessualità ora viene ricondotta all’ambito della medicina. In contemporanea a ciò gli stati prevedono una riorganizzazione delle istituzioni totali come carceri caserme scuole e ospedali. Si attuano profondi programmi per la fertilità e la crescita demografica, al centro si trova la coppia coniugale eterosessuale, alcuni storici proprio per questo parlano dell’“invenzione dell’eterosessualità”. Una pratica come il cross dressing viene a essere identificata e appiattita sotto una comune cornice patologizzante che investe anche il transgenderismo e l’omosessualità. Anche la masturbazione viene indagata, ora si guarda non solo alla salute fisica ma anche a quella mentale grazie alla nascente psichiatria. I medici legali presenziano ai processi indagando la biografia e le abitudini non solo sessuali dell’imputato. Due sono le figure importanti di questo periodo Tardieu per Parigi e Casper per Berlino. In Francia l’omosessualità era stata depenalizzata nel 1791 ma vi erano ancora molti procedimenti per attentato al pudore, il medico studiando un campione di duecento soggetti alla ricerca di comuni comportamenti e caratteristiche fisiche crede che in particolare l’ano tradisca le loro abitudini ma anche altri segni che tradirebbero la loro femminilità, a ciò si aggiungono caratteristiche di tipo psicologico-comportamentale. Casper è di tutt’altra scuola e ritiene che non sia necessario indagare il fisico ma bensì la personalità e la psicologia del soggetto. La psicologia mostra così la disposizione esclusiva, innata e non modificabile dell’omosessuale. Whestphal (anch’egli berlinese) conia il termine “sensibilità sessuale contraria” nel 1869 analizzando il caso due pazienti psichiatrici che narrano la manifestazione della loro sensibilità a otto anni non immediatamente sessuale ma come un avvicinamento ad abiti tradizionalmente femminili. Questa sensibilità è rintracciabile in entrambi i generi, lo psichiatra auspica l’abolizione delle leggi anti -sodomia per incoraggiare la richiesta di un aiuto medico. L’omosessualità non viene interrogata come malattia ma come uno stato patologico (a questo proposito proprio in questi anni viene individuata l’isteria maschile). In questo periodo si ha un boom di pubblicazioni sul tema come “psycopatia sessualis” di Krafft-Ebing che descrive questa sensibilità come un’attrazione per lo stesso sesso. L’omosessualità ora diviene una androginia interiore, un ermafroditismo dell’anima, si definisce non un singolo individuo ma un intero gruppo sociale. Le considerazioni di tipo morale e religioso non scompaiono ma vengono assorbite e rielaborate dalla medicina. Altri importanti scritti sono quelli di Urlichs che 1864 dà alle stampe un libro per richiedere la decriminalizzazione della sodomia. Nei libri descrive l’omosessuale come uranista (in riferimento alla venere urania nel simposio) ovvero un uomo attratto da altri uomini, questa è una condizione innata (l’urlingo è un semi-uomo con una natura femminile) quindi solo la scienza può consentire l'abolizione delle leggi anti-sodomia. La parola omosessuale viene coniato nel 1869 da Kertbeny, un giornalista e pubblicista austroungarico che conia la parola usandola in un pamphlet che proponeva una revisione del Codice penale (paragrafo 175, che puniva la sodomia). Nel 1897 a Haverloc Ellis scrive sexual inversion con il contributo

anonimo di Symonds (rifiuta l'idea dell'anima femminile intrappolata nel corpo maschile l'omosessualità invece è la massima espressione della virilità con il recupero del Eros pedagogico greco). In questo testo si raccolgono una serie di casi clinici, l'omosessualità è di nuovo vista come un'attrazione innata ed esclusiva , non c'è spazio per la bisessualità i soggetti maschi infatti sono caratterizzati da un orrore per la donna. Altro contributo interessante e quello di George Sant-Paul che scrive sugli archivi di antropologia criminale un romanzo a puntate intitolato romanzo d'un di invertito nato. Anche la trattazione dell’intersessualità risulta interessante in molti manuali di ostetricia si legge infatti che nella quasi totalità dei casi vi sia un presunto ermafroditismo e che quindi questa condizione sia apparente e non reale, solitamente si cerca di individuare casi di pseudo ermafroditismo in donne attratte dal loro stesso sesso come nel caso di Herculine ma anche nel caso di Joseph-Marie x. La sessualità tra le donne è studiata in maniera differente come testimoniano le ricerche di Lombroso riguardanti l’atavismo (presente in “degenerazioni psico sessuali “di Venturi) ma anche di altri psicologi e medici. Le sessualità eccentriche femminili sarebbero quindi caratterizzate sia da un certo tipo di atavismo ma anche dalla modernità (collegi femminili, urbanizzazione, rivendicazioni femministe). L’invisibilità del lesbismo aveva protetto fino ad allora molte donne, ora però si cerca anche nelle donne questa sensibilità. Molti studiosi identificano nei collegi femminili ma anche nei luoghi di prostituzione o nelle carceri posti ove il lesbismo causato dal contatto tra donne si diffonde. Di ciò si preoccupano medici come Lombroso o Sighele (autore de “la coppia criminale”). A differenza degli studi sugli uomini il lesbismo viene però trattato con tono aneddotico, si osservano prevalentemente i corpi e i loro tratti più o meno maschili (escludendo però dal conto le dimensioni della clitoride). Ci sono inoltre riferimenti razziali poiché l’apice del progresso secondo Eliss, Lombroso e Ferrero vede la donna come bianca borghese ed eterosessuale (riferimento all’ottentotta). In riferimento a ciò è interessante l’articolo “l’evoluzione sta tentando di far scomparire la clitoride?” di Robert Morris, identificando la clitoride come un pene ancestrale di cui il grado più alto di civilizzazione saprà fare a meno. La coppia lesbica viene fortemente indagata dalla letteratura dell’epoca con un forte dualismo tra la donna-mascolina e quella femminile che di solito arriva a perire per questo amore velenoso. Esempi di questo tipo di letteratura sono presenti nel conte di Montecristo (amore tra Luisa ed Eugenia) ma anche in “Mademoiselle Giraud” con la prefazione di Zola e gli scritti di Alfredo Oriani “Al di là” e “matrimonio”. La coppia lesbica è immaginata come composta da un soggetto attivo e uno passivo a perfetta copia della coppia eterosessuale in cui una delle due agisce in maniera vampirizzante sull’altra.

SOTTOCULTURE LGBT+ TRA XIX E XX SECOLO Il giornalista Charles Virmaitre nel 1897 pubblica un’inchiesta dedicata agli spazi urbani parigini lgbt intitolata “marciapiedi e lupanari”. Molti locali di Montmartre sono presenti come quelli ove si esibisce la performer May Milton raffigurata nello stesso anno da Toulouse-Lautrec per pubblicizzare una canzone che mira all’emergere sulla scena parigina il lesbismo. In tutte le grandi città la socialità queer emerge , esse garantiscono anonimato (fuori reti sociali controllo famiglia) e offrono un tessuto di relazioni legato alla vita notturna. Queste reti sociali che si creano nel tessuto urbano con il termine sottocultura LGBT+ per indicare la cultura espressa da una minoranza. È una popolazione non integrata, anche chiamata bar culture (bar punto di riferimento per la comunità lgbt fino al 1970). Nel 1907 al Moulin rouge sul palco si esibiscono Colette e la sua amante Missy impegnate in una recita ovvero Reve d’Egypte in cui le due si scambiano un bacio e lo spettacolo viene interrotto, Missy interpreta un archeologo e indossa abiti maschili. Anche Natalie Barney e il gruppo delle amazzoni organizzano ritrovi neoclassici per lesbiche. Molti locali organizzano spettacoli in drag con female e male impersonator. Con l’avvento della Prima guerra mondiale anche la socialità e la possibilità di emancipazione della donna cambia potendo indossare abiti maschili e avere più autonomia grazie a un proprio lavoro. Situazione analoga si ha negli Stati Uniti che in tutta Europa, a Berlino si tengono balli settimanali, famosi sono i bar come lo Skorpion e il Violetta. Contestualmente a ciò si ha la crescita dell’ostilità testimoniato anche dalla revisione del Codice penale a Berlino che voleva condannare anche il lesbismo. Si ha anche un emergere della socialità femminista che continua a suscitare ansietà. Anche a Londra si hanno tracce di questa sottocultura (anche se minore dato che l’omosessualità resta un crimine sino al 1967), la comunità ha un proprio linguaggio ovvero il Polari, la comunità del paese resta comunque minacciata a causa del fragore provocato dal processo di Wilde e dalle ansietà promosse dalla Prima guerra mondiale. A New York i balli in drag nello specifico ad Harlem divengono veri e propri strumenti di diffusione della cultura queer (l’Hamilton Lodge ospita annualmente un grande e fastoso ballo), all’interno di questi contesti si nota un intersecarsi della cultura afroamericana, bohemien e lgbt+. In questo contesto fa la sua prima apparizione l’espressione “coming out” che non è tradizionalmente associata

a quella oggi in uso ma all’espressione “coming out into society” ovvero la società lgbt+. Altri balli famosi in questo contesto sono quelli di Baltimora, Chicago e New Orleans. Altro importante luogo è il Mona’s ovvero il posto dove le donne possono diventare uomini. Ora gli omosessuali vogliono uscire dalla loro cornice patologizzante e rivendicare con fierezza di appartenere alla comunità queer. A Londra sempre in riferimento ai balli si ha il circolo di “Lady Austin” che organizza i suoi balli in drag all’interno del circolo dei camp boys (da campeggiare che nel gergo teatrale significa risaltare sullo sfondo). Anche Berlino risalta nello scenario queer oltre che grazie ai locali anche grazie al lavoro svolto dal medico Magnus Hirschfeld che nel 1987 fonda il “comitato scientifico umanitario” e nel 1919 fonda “l’istituto per la ricerca sessuale” in cui si richiede non solo l’abolizione del paragrafo 175 ma si offre anche aiuto e sostegno alla comunità queer. Il transgenderismo viene finalmente distinto dall’omosessualità ed entrambi vengono evidenziati come caratteristiche naturali e innate. Hirschfeld nel 1904 scrive una guida per i locali queer della città, numerosi e frequentati, “il terzo sesso di Berlino”. Nel 1919 esce anche un film “diverso dagli altri” in cui il medico interpreta sé stesso e rassicura un omosessuale della naturalità del suo comportamento, in contemporanea a ciò escono numerosi giornali dedicati all’argomento. Anche a Parigi e in Italia l’associazionismo si fa più spiccato (Firenze caffè delle Giubbe Rosse) anche se nella penisola non si ha ancora una differenziazione tra transgenderismo e omosessualità (come testimonia la vicenda del napoletano quindicenne Mario). Tra le grandi novità di Hirschfeld c’è l’immaginazione di un sistema non più a due sessi ma almeno a tre anche se manca ancora la differenziazione tra cross-dressing e transgenderismo. Questo immaginario è rafforzato dagli esprimenti di Steinach, un endocrinologo viennese, sui topi (femminizza i maschi e virilizza le femmine) anche se con volontà diverse ovvero attraverso l’assunzione di ormoni riallineare al “vero” sesso biologico i pazienti. Su questa falsa riga lo stesso Freud sostiene un “ermafroditismo anatomico”. Nel 1923 esce un documentario che mostra gli esperimenti dell’endocrinologo non solo sui topi ma anche sugli esseri umani. Questi studi per quanto orientati alla normalizzazione offrono i mezzi alle persone transgender come avviene per il primo intervento di vaginoplastica nel 1922-1931 su Dora Richter. Il transgenderismo viene però riconosciuto solo per normalizzare ed andare quindi ad avere una donna eterosessuale, anche il modello di intersessualità viene rimaneggiato come testimonia Bell ginecologo inglese che raccomanda ai medici di scegliere un genere e plasmare il corpo di conseguenza. Sono comunque molti che fanno la fila all’istituto per ottenere un pass e poter accedere a cure ormonali o poter anche solo vestirsi con gli abiti voluti.

RAZZA CLASSE E RIPSETTABILITÀ NELLE NARRAZIONI LGBT+ (1900 -1933) Bisogna ora però chiedersi quale sia il legame tra le costruzioni razziste e l’omosessualità. Le radici sono molto lontane e risalgono al 1775 quando Pedro Font un francescano scrive a proposito delle popolazioni native californiane la loro naturale tendenza alla depravazione. Con l’inizio della colonizzazione, infatti, si esporta il sistema di genere Europeo. Lo stesso Ellis in Sexual Invertion identifica razze e classi inferiori a cui manca una ripugnanza per l’omosessualità che infatti viene razzializzata. Nel 1893 sull’arte di amare alle colonie, si tratta di un membro della società etnografica e del criminologo Tardieu, si mischia lingua ggio scientifico e voyeurismo e l’esotismo che sessualizzare i territori colonizzati. I territori coloniali si configurano come perfette cornici per le esperienze omosessuali degli europei. Sir Richard Francis Burton nella sua traduzione in inglese di mille e una notte sistematizza in appendice una vera e propria geogr...


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