Queer Riassunto libro PDF

Title Queer Riassunto libro
Course Storia delle donne e dell'identità di genere
Institution Università di Bologna
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QUEERStoria culturale della comunità LGBT+I. ARCHEOLOGIA DELLA COMUNITA’ LGBT+1. Generi e sessualità queer alle soglie dell’età contemporanea1. Città “sodomiti” e sottoculture urbane nel XVIII secolo Nella Francia di età moderna erano vigenti severe disposizioni antisodomia. Coloro che venivano etic...


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QUEER Storia culturale della comunità LGBT+ I. ARCHEOLOGIA DELLA COMUNITA’ LGBT+ 1. Generi e sessualità queer alle soglie dell’età contemporanea !

!

1. Città “sodomiti” e sottoculture urbane nel XVIII secolo Nella Francia di età moderna erano vigenti severe disposizioni antisodomia. Coloro che venivano etichettati come “sodomiti” frequentavano specifiche aree urbane e luoghi di incontro dove intrecciano relazioni amicali e sessuali, sfoggiano un abbigliamento particolare e comunicano attraverso slang specifici. I modi, i nomi, i capi d’abbigliamento e alcune abitudini erano mutuate dal mondo aristocratico. Anche la scena londinese presenta gli stessi caratteri della scena parigina. I “sodomiti” suscitano un allarme sociale, le pene che gli venivano imposte consistevano in multe, punizioni corporali, carcere o addirittura la pena di morte. Alcuni di loro avevano anche una vita eterosessuale e le pene dipendevano dal ruolo sessuale scelto: se l’uomo assumeva un ruolo ricettivo le pene erano più severe. Quello che veniva letto come femminile era il ruolo sessuale ricettivo, determinato anche dall’età. La sodomia era integrata nella cultura maschile dominante ed era in linea con il corredo valoriate della virilità. A Londra la sottocultura dei “sodomiti” si trova al centro di varie produzioni culturali. La rogue literature, la letteratura di consumo che aveva per oggetto la criminalità, comincia a interessarsi dei “sodomiti”, considerati anche coloro criminali ricondotti alla figura della molly. Le associazioni per la riforma morale auspicavano a una lotta alla corruzione dei costumi e alla distruzione di un’intera comunità. ! 2. Corpi, sessi, generi: la fortuna del dimorfismo sessuale Le satire di costume, ma soprattutto i libri di fisiologia e medicina si concentrano ora sul tema della procreazione, lasciando centralità al sesso riproduttivo eterosessuale. La saldatura tra genere femminile e maternità viene ribadita anche nel dibattito pubblico francese, la quale circoscrive il raggio d’azione della donna alla domesticità e ne controlla la condotta sessuale. Il rigido binarismo che si afferma è frutto di un’esigenza sociale di ordine. Secondo una concezione predominante fin dall’età classica, le categorie di maschio e femmina sarebbero gradazioni diverse di un unico sesso definite dalla quantità di calore vitale necessaria a produrre il seme. Il sesso unico è quindi quello maschile e le sue gradazioni meno perfette sarebbero rappresentate da adolescenti, donne e persone intersex. Questa concezione consente ai maschi adulti di avere relazioni sia con donne che con ragazzi. Su base anatomica, esistono differenze di qualità tra gli apparati riproduttivi. Il compito generativo delle donne è investito di implicazioni politiche. Di conseguenza, la mascolinità perde il primato nella riproduzione e quindi deve provare la virilità. ! 3. Politica: sodomia, aristocrazia, guerra La diffusione della sodomia sarebbe influenzata dai costumi dell’aristocrazia. La saldatura tra aristocrazia, effeminatezza e sodomia, che vanno a disegnare il profilo della molly, viene presentata al pubblico dalla letteratura popolare e dalle

commedie teatrali. A partire dal tardo Settecento, l’abbigliamento maschile si fa più sobrio. Le donne vengono accusate di “femminilizzare” i frequentatori dei salotti, i costumi sessuali sono eccessivamente disinvolti e responsabili di influenzare negativamente la morale pubblica, l’aristocrazia ha alterato i naturali equilibri sociale e la sicurezza delle nazioni è stata messa in pericolo. Adesso, il “sodomita effeminato” diventa una minaccia politica. ! 4. “Tribadismo” ed “ermafroditismo” tra pornografia, politica e medicina Le nobildonne aristocratiche erano sessualmente libere, corrotte e protagoniste della vita politica pre-rivoluzionaria. Ma il “tribadismo” veniva considerata una pratica sessuale sfuggente in cui non vi era dispersione del seme e quindi non esisteva una legislazione specifica per punirla. Ma anche in questo caso le condanne dipendevano dai ruoli. Alla fine del XVIII secolo, il corpo femminile viene percepito come appartenente a un genere altro rispetto a quello maschile. La “tribade” (come la molly) acquisisce caratteristiche del sesso opposto. In questi anni è in corso un acceso dibattito animato da medici e fisiologi sull’” ermafroditismo” secondo cui non sono previsti corpi non riconducibili a uno dei due poli, quindi le persone intersex vengono rimosse dal quadro. Occorre una nuova lente di osservazione sensibile a riconoscere inclinazioni e desideri, quindi incentrata sulla biografia. !

2. Scientia sexualis: la medicina ottocentesca e l’”inversione! Le sessualità non eterosessuali vengono inscritte entro un’unica cornice patologizzante e si avvia un processo di medicalizzazione delle sessualità non riproduttive. Ai medici legali è richiesto di rendere intellegibili i motivi alla base di tali comportamenti. ! 1. Corpi, segni, storie Intorno alla metà del XIX secolo, due medici legali (Tardieu e Casper) tentano una sistematizzazione della “pederastia”. Tardieu Tratteggia alcune delle caratteristiche fisiche comuni dei “pederasti” e anche caratteristiche psicologiche e comportamentali. Secondo Westphal, la “sensibilità sessuale contraria” (attrazione per lo stesso sesso) può essere ravvisata in entrambi i generi e auspica l’abolizione delle leggi antisodomia, al fine di incoraggiare la richiesta di aiuto medico. La “sensibilità sessuale contraria” è riconducibile a malesseri nervosi di vario tipo che coincidono con l’isteria. Nasce una nuova concezione di omosessualità vista come natura particolare che determina i comportamenti sessuali e plasma la personalità. Le considerazioni di tipo religioso e morale sulla questione sono rielaborate nei termini di salute e malattie, enfatizzando la tutela del corpo sociale. Viene coniato il termine “omosessualità” la cui stessa etimologia ne rivela la connessione col sistema del dimorfismo sessuale e dell’alterità tra i due generi. Gli unici racconti al riguardo sono offerti da testi e riviste di medicina. Si inaugura quindi un nuovo genere letterario, a metà tra il racconto autobiografico e la novella clinica, con venature pornografiche. Questo tipo di letteratura cristallizza in una serie di luoghi comuni la storia personale e l’immagine dell’”invertito che smentisce però la predisposizione per le condotte criminali. L’”inversione” è immaginata come il

rovesciamento dell’eterosessualità, implicando l’adesione ai profili di genere eteronormati ed è descritta come esclusiva. ! 2. Intersessualità: la sfida al binarismo Alla fine del XIX secolo, l’intersessualità viene ricondotta alla categoria di “pseudoermafroditismo”, un’intersessualità solo apparente che non impedirebbe agli individui intersex di essere riconosciuti come maschi o femmine. Non c’è un accordo unanime su quali siano le caratteristiche determinanti per l’attribuzione del “vero” sesso. I medici propendono più spesso per il genere femminile per la maggiore facilità di realizzazione. Lo studioso Lombroso ricorre alla teoria dell’” avatismo” per cui caratteristiche delle culture antiche riemergendo interromperebbero lo svolgersi progressivo e teleologico della storia. ! 3. L’”amore lesbico” fra “atavismo” e modernità nella traiettoria medica di fine secolo Il lesbismo sembrerebbe dovuto alle tendenze atavistiche che richiamerebbero le donne a un passato di promiscuità sessuale e ad alcuni fenomeni della modernità che minerebbero il dimorfismo sessuale. La nuova visibilità del lesbismo ha prodotto un allarme sociale che investe soprattutto i luoghi separati in cui le relazioni tra donne restano sottratte alla supervisione maschile, come le prigioni e le scuole femminili, in cui le donne sono viste come agenti di caos in grado di corrompere altre donne. La trattatistica medica sul lesbismo privilegia l’indagine sui corpi vista la centralità delle capacità riproduttive. Le analisi si concentrano sul clitoride che costituirebbe un residuo di “pene ancestrale”, traccia di un passato sessualmente indifferenziato. Si consigliava, quindi, la clitoridectomia come soluzione alla masturbazione femminile. In questo quadro, il clitoride si trova associato alle sessualità devianti. I riferimenti biografici utilizzati per tracciare un profilo psicologico del lesbismo sono tratti dalle vicende romanzate di personaggi storici e da romanzi. ! 4. La “coppia lesbica” tra voyeurismo e distopia: la letteratura La coppia lesbica è immaginata come formata da un soggetto attivo e uno passivo. La sessualità lesbica nello spazio pubblico viene percepita come una minaccia nei confronti dell’istituzione matrimoniale e della salute fisica femminile sottratta all’autorità maschile. Il romanzo in cui la lesbica fa il suo debutto sulla scena letteraria è Mademoiselle Giraud, ma femme. !

3. Culture LGBT+ e sottoculture urbane tra XIX e XX secolo! A Parigi alcuni locali diventano punti di ritrovo di un network lesbico, in particolare a Montmatre, Pigalle e Montparnasse dove si esibiscono le performer. Centri della scena omosessuale maschile sono invece i cafè e le brasserie. Questi luoghi di ritrovo sono fondamentali per la costruzione di un senso di comunità e identità. ! 1. Maschilità femminili e modernità Le serate in drag e gli spettacoli di female e male impersonator diventano un elemento centrale nella costrizione della comunità LGBT+. Il drag, strumento di

sfida alle norme di genere del tempo, attraversa le classi sociali. La maschilità perforata rimanda a un ruolo più attivo nel corteggiamento e nel perseguimento del piacere. Le preoccupazioni di ordine sociale associano le sessualità e le identità queer alla mobilitazione femminista e suffragista. Il suffragismo viene associato alla “mascolinizzazione” e alla sterilità delle donne, mentre nel movimento femminista si vede la causa della diffusione del lesbismo. Anche se sono molte le femministe che prendono le distanze dal lesbismo. Allo stesso modo, molte intellettuali del network lesbico e queer sono apertamente antifemministe. ! 2. “The place where girls will be boys”: la sottocultura lesbica e “queer” Dopo la guerra emerge una donna nuova, emancipata e sessualmente disinibita. Anche il codice estetico rimanda alla modernità, di cui fanno parte l’abbigliamento e pratiche come il fumo e l’alcol. Aumentano anche i divorzi. I modelli di maschilità che ispirano questi luoghi di socializzazione vengono scelti secondo precise direttrici di classe. A New York sono importanti tre quartieri queer: Greenwich Village, Harlem e Times Square. I locali privilegiati sono quelli degli speakeasy, dove si ascoltano il blues e il jazz. Tali spazi restano confinati all’ambito dell’intrattenimento. ! 3. “Coming out into the gay world”: ballo, “drag” e “camp” a Londra e New York Intorno alla fine dell’Ottocento, cresce l’interesse della stampa, a Londra e New York, nei confronti dei balli e soprattutto nei confronti dell’abbigliamento. A New York, i balli in drag diventano eventi sociali in grado di attirare turisti. Costituiscono un momento significativo nel processo di coesione della comunità LGBT+. In questo contesto fa la sua comparsa per la prima volta l’espressione “coming out”, ovvero essere introdotti alla più grande manifestazione collettiva della scena queer, cioè i balli in drag sul modello dei balli delle debuttanti. Quindi fare il proprio ingresso all’interno del mondo gay, una comunità numerosa. Il senso di appartenenza a questa comunità consente di elaborare strategie di resistenza nei confronti della criminalizzazione e patologizzazione. Si costituisce un network di camp boys che rappresenterebbe una teatralizzazione per rendersi visibili ad altri membri della comunità.! 4. Geografie “queer” e sguardi “straight”: Berlino, Parigi, Firenze A Berlino la presenza omosessuale si fa politicamente attiva. La scena sociale e culturale queer esprime ora anche un associazionismo attivo. Grazie al medico Hirschfeld, viene rivendicato il carattere naturale e innato dell’omosessualità e del transgenderismo, elemento chiave per la sua decriminalizzazione e destigmatizzazione. Mira a presentare in una luce positiva la popolazione LGBT+. Le sessualità e le identità queer diventano sinonimo di rifiuto delle convenzioni e dell’assetto valoriate borghese. Al di fuori dei luoghi di socialità, lo spazio pubblico rimane rigidamente disciplinato. ! 5. Ormoni: da minaccia a strumento per il dimorfismo Il medico Hirschfeld immagina un sistema tripartito in cui individua un “terzo sesso” che raccoglie la popolazione queer, all’interno della quale distingue tra soggetti omosessuali e “travestiti”, sovrapponendo transgenderismo e crossdressing. Guarda favorevolmente agli studi che riconducono la sessualità

all’ambito della biologia che riprende suggestioni dalla filosofia e dalla psicoanalisi. Il filosofo Weininger concepisce le differenze di genere come combinazioni diverse di elementi maschili e femminili, presenti in ogni individuo. Questa visione inscrive la sessualità nelle fibre dell’individuo e descrive l’avvicinamento dei generi come un processo organico e degenerativo. Nuove terapie ormonali vengono concepite come strumento per potenziare le caratteristiche associate a ciascun genere. Gli studi sugli ormoni offrono un apparato teorico-pratico agli interventi di conferma del genere per le persone transgender. Hirschfeld conia il termine “transessualismo”. Tende ad enfatizzare l’eterosessualità delle persone transgender. Tuttavia, chirurgia ed endocrinologia restano riservato ai casi di intersessualità, che mira a confermare il binarismo di genere. ! II. NASCITA E TRAMONTO DEL “CLOSET”!

4. “Razza”, classe e rispettabilità nelle narrazioni LGBT+ (1900-1933)! Nel corso del XIX secolo, le leggi antisodomia vengono introdotte e applicate a livello globale e il sistema di genere dell’Europa contemporanea diviene la norma standard dei comportamenti in materia di sessualità. La patologizzazione delle sessualità e delle identità queer viene inserita in un discorso razzista. I contesti coloniali si configurano come cornici ideali per le esperienze omosessuali di molti Europei, visti come luoghi meno controllati e impuniti. ! 1. La “Zona Sotadica”: geografie dell’alterità L’omosessualità diviene un’”istituzione razziale” che caratterizza le popolazioni situate nelle latitudini più centrali, si associa alle popolazioni arabe e orientali. Molti dei comportamenti sessuali delle popolazioni extraeuropee sfuggono alle codificazioni occidentali. Viene messa a punto la distinzione tra il “vizio” della sodomia presente in alcune popolazioni e l’”identità” omosessuale diffusa in altre. Si individuano tra le caratteristiche dei “veri omosessuali” anche precise discriminanti “razziali” e di classe. ! 2. L’anima antica degli Elleni: l’Italia vista da nord L’Italia e la Grecia conservano le tracce delle civiltà classiche, associate alla libertà sessuale e alla celebrazione dell’omosessualità. La sessualità maschile degli italiani sfugge alle categorizzazioni binarie. La letteratura omosessuale settecentesca già insisteva sul “primato” omosessuale italiano. Una sorta di giustificazione “climatica” affiora quando i turisti raccontano le relazioni omosessuali con giovani dei territori “sotadici”, questa è l’omosessualità delle influenze “arabe”, dei “giovani schiavi” in opposizione alla “vera” omosessualità, associata alla bianchezza. Questi network forniscono strumenti di elaborazione culturale. Fuori dall’Italia le possibilità per la popolazione LGBT+ di produrre autorappresentazioni sono impossibili. ! 3. “Queer Harlem”: intersezioni americane Il diverso sistema di genere delle popolazioni native viene associato alle manifestazioni di una sessualità “primitiva” e incontrollata. Questa associazione è parte dell’aura di trasgressione al cuore del successo delle vita notturna che anima

i quartieri afro-americani come Harlem. Questo quartieri assolve la stessa funzione dei territori coloniali. Il controllo della polizia è piuttosto blando. I balli in drag vengono letti dalla stampa afro-americana come un’importazione bianca. La borghesia afro-americana cerca di fare pressione sulle autorità affinché siano intensificate le operazioni di polizia. Una nuova visibilità al tema dell’”inversione” viene data da un romanzo scritto da una prospettiva bianca e upper-class: The Well of Loneliness di Radclyffe Hall.! 4. Confini di classe come muri: “The Well of Loneliness” (1928) e “The Stone Wall” (1930) The Well of Loneliness si propone come un punto di vista “dall’interno” su una comunità. La dimensione militante del romanzo è esplicita. Tutto il romanzo è volto a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione dell’”inversione”. Il romanzo è caratterizzato da una strategia elitista. Altro romanzo sull’”inversione” è The Stone Wall. ! 5. Transiti: il dimorfismo minacciato e restaurato Nel 1931 viene pubblicato un libro in Danimarca dedicato a Lili Elbe, donna transgender che si è sottoposta agli interventi di conferma del genere. Il medico Haire individua nell’intersessualità di Lili la causa del suo transgenderismo. Tuttavia, si dice contrario agli interventi di conferma di genere che non consentono di raggiungere la “femminilità” che solo una gravidanza può provare. Lili prova una repulsione particolare per le altre persone che frequentano l’Istituto per la ricerca sessuale e questo garantisce al pubblico che non oltrepasserà i confini della rispettabilità. La vicenda di Lili si può inserire all’interno delle categorie binarie del genere. Nel 1928 Virginia Woolf pubblica il suo nuovo romanzo Orlando. Il protagonista si muove attraverso i generi. La scrittrice si sottrae alla censura poiché colloca la vicenda in una dimensione fantastica. Anche tra i surrealisti emerge un pregiudizio nei confronti dell’omosessualità. !

5. Invisibilizzazione, persecuzione, guerra (1933-1945)! Nei regimi nazista e fascista, si esprime ancora di più la presunta pericolosità sociale della popolazione LGBT+. Queste soggettività vengono associate ai processi ingovernabili della nuova economia, con i suoi “eccessi” che mettono in pericolo l’ordine “naturale delle cose”. Nella prima metà degli anni Trenta, si chiude la stagione della visibilità sociale, culturale e politica LGBT+. ! 1. Gli Stati Uniti: Hays e Hoover, l’invisibilità e la pericolosità sociale Vari stati introducono leggi che proibiscono esplicitamente gli spettacoli in drag. Alla cancellazione dello spazio mediatico si aggiunge quella che coinvolge gli spazi urbani e agisce al livello più concreto delle vite quotidiane. La visibilità della socialità queer viene risospinta nelle zone più periferiche. Vengono istituite legislazioni specifiche riguardanti gli “psicopatici sessuali”, a cui seguono arresti e detenzioni in strutture manicomiali. Il nazismo viene letto come “circolo di pederasti”.!

2. Addio a Berlino: la comunità LGBT+ all’accento del nazismo Il nazismo viene associato alla perversione, intesa come “inversione sessuale”. Il nazismo sfrutta politicamente l’inquietudine nei confronti della comunità LGBT+ portando avanti censura e persecuzione. Vengono chiusi i locali frequentati dalla comunità e i luoghi dell’attivismo e della cultura queer, nemmeno la vita privata è più libera. Vengono puniti tutti i comportamenti che possono suggerire omosessualità, anche desideri e fantasie. Questi comportamenti possono portare alla deportazione. Il disciplinamento della sessualità femminile passa dalle misure pronatalistiche. Il nazismo individua nell’omosessualità una minaccia alla crescita demografica del Reich. Di conseguenza, viene criminalizzato l’aborto e la contraccezione. L’ossessione demografica si intreccia alla costruzione del corpo femminile “arianizzato”. Nelle deportazioni gli omosessuali vengono contrassegnati dal triangolo rosa, fronteggiano l’ostilità degli altri prigionieri e subiscono trattamenti sperimentali di tipo medico. Le proposte di criminalizzazione del lesbismo non vengono accolte e la sua persecuzione non è sistematica. Le donne vengono definite dal genere: essendo escluse in quanto donne, non vengono ritenute un pericolo per il regime. In Austria, invece, viene criminalizzato anche il lesbismo e vengono praticate sterilizzazioni coatte contro la “predisposizione al lesbismo” e alla “sessuomania”. ! 3. Nel resto d’Europa: meno spazi, ...


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