Riassunto libro PDF

Title Riassunto libro
Course Storia Economica
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Riassunto del libro sopra citato...


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1.1 La scarsità, conseguenza dell’incremento della popolazione e della bassa produttività. Tutte le economie agrarie hanno 3 caratteristiche in comune. Sono dominate dalla scarsità, sono eterogenee ed allo stesso tempo sono capaci di generare crescita. La scarsità è il risultato della crescita della popolazione. La crescita demografica costringe l’uomo a trasformarsi in produttore, sforzandosi di migliorare la riproduzione di determinati alimenti. Questa sequenza aumento della densità della popolazione – intensificazione del lavoro fu teorizzata da Boserup (1967). L’agricoltura è stata l’attività economica fondamentale in tutti i paesi come minimo fino alla metà del 19esimo secolo.

1.2 La disuguaglianza e il predominio di alcuni uomini sugli altri La scarsità non era dovuta soltanto alla incapacità di produrre di più; seppur l’uomo lo tentava. Le società richiedono la sedentarizzazione, che ha una serie di effetti economici e culturali: il miglioramento dell’attrezzatura, degli strumenti e dei sistemi di magazzinaggio , la divisione del lavoro ecc. Tutti questi vantaggi portarono però a una formazione di società tributarie, schiavistiche e feudali. Società tributarie: La maggior parte della popolazione è tenuta a pagare determinate quantità (in moneta o in beni) ai dirigenti ed ai templi. Società schiavistiche: Gli schiavi e il prodotto del loro lavoro appartengono ai loro proprietari, come qualsiasi animale da lavoro, gli schiavi sono anche definiti come animali con voce. Società feudali: I signori controllano gli uomini e le loro terre. La loro egemonia genera la rendita feudale. A differenza dello schiavismo, non condiziona gli uomini alla condizione di persona. 2.1 Il modello demografico antico Il modello demografico antico corrisponde all’insieme delle società preindustriali. Le sue caratteristiche sono tassi di natalità alti, tra il 40 e il 45 per mille così come tassi di mortalità del 30-35 per mille. Da un anno all’altro la mortalità poteva facilmente raddoppiare o triplicare. Nel lungo termine però la popolazione cresceva molto lentamente anche se a causa di diverse epidemie come la peste nera del 1348 provocò la morte di un terzo dell’Europa. 2.1.1 Il tetto malthusiano L’idea di Malthus è che la popolazione di una determinata area è limitata dalla quantità di alimenti di cui disporre: Il limite è il cosiddetto tetto malthusiano. Secondo lui la produzione di alimenti cresce in proporzione aritmetica, il numero delle bocche da sfamare cresceva in numero geometrico e l’impulso sessuale rimane comunque molto alto. Secondo molti però si arriva a questo limite a causa della disuguale ripartizione del reddito. Inoltre Malthus dice che quando una popolazione sia avvicina a questo tetto viene fermata da due fattori: ovvero dal freno compulsivo  alimentazione insufficiente aumenta mortalità e dai freni preventivi  la natalità si abbassa a causa del ritardo del matrimonio e la singletudine.

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3.1 Lavoro e produzione Il valore della terra cambia a seconda della qualità (terra buona o cattiva) e dell’ubicazione (vicino o lontano dalle zone abitate, dall’acqua e dalle vie di comunicazione.) Nell’economia tradizionale gli investimenti si riducono soltanto all’acquisto di attrezzi o animali da lavoro, alla riserva di alimenti ed ai soldi necessari per arrivare al prossimo raccolto. Il fattore capitale, poteva essere sostituito col lavoro e non aveva quindi una grande importanza come nell’epoca industrializzata. La caratteristica principale delle economie tradizionali è che si tratta di economie organiche , dove tutto procede dalla terra  L’alimentazione, l’energia, gli attrezzi e i beni di consumo. L’ampliamento della superficie coltivata, risposta normale all’aumento della popolazione significava diminuire i pascoli. 3.2 L’organizzazione della produzione Fra l’ottavo e il nono secolo l’agricoltura si concentrava intorno al mediterraneo, dove le terre sono facili da lavorare con un aratro semplice, ma sono poco produttive e spesso vengono colpite dalla siccità. Più a Nord dominava il bosco e l’allevamento. Qui però le terre venivano lavorate di meno, coltivate diversi anni e poi abbandonate. Per creare campi permanenti al di fuori del mondo mediterraneo la creazione di campi permanenti fu possibile solo con l’applicazione dell’aratro. Altre importanti innovazioni furono poi il collare per cavalli (unirli più efficientemente ai carri), la ferratura (evita scivolate) e il mulino idraulico. L’agricoltura mediterranea e quella del nord hanno alcune caratteristiche comuni. In comune avevano che la popolazione era scarsa e che viveva in piccoli insediamenti, molto dispersi nel territorio. Il più grande problema era la concorrenza per la terra e per l’agricoltura, ossia il problema di alimentare allo stesso tempo gli uomini e il bestiame. Inoltre al Sud il contadino era autonomo e i campi venivano usati solo a diversi intervalli, al Nord invece ci si organizzava meglio i campi. I campi di solito erano 2 per ogni paese. Nel primo caso la rotazione utilizzata era biennale: un anno si coltivavano cereali (frumento, orzo, segale) quello successivo si lasciava a risposo. Se i campi invece erano 3, la rotazione era triennale. Un anno si seminava il cereale d’inverno, l’anno successivo un cereale di primavera e il terzo anno il campo si lasciava riposare. 3.3.1 Le società feudali Dopo la caduta dell’impero romano si forma una nuova società, quella del feudalesimo. Caratteristiche sono l’appropriazione e privatizzazione del potere pubblico, gli schiavi avevano doveri, i ricchi avevano diritti e dal punto di vista economico, i signori mantengono diritti sulla terra. I signori feudali, oltre ai loro diritti sulla terra, imponevano ai contadini una serie di prestazioni di lavoro e di pagamenti in denaro o in natura che costituiva così la rendita feudale. Un’imposizione feudale era per esempio la decima, una imposta per mantenere la chiesa, fissato in decimi di raccolti, che spesso si intascavano i signori. Col passare del tempo il sistema feudale cambia in due suoi aspetti fondamentali: La dipendenza personale e la proprietà della terra. In primis si sostituivano le prestazioni in lavoro con imposte fisse in monete, inoltre il contadino ricevette dal Signore il campo alla condizione di lavorarlo il meglio possibile (anche se doveva comunque pagargli le imposte). 2

3.4 Le forme di proprietà e di possesso della terra Con la conseguenza della differenziazione (grazie a concessioni, cominciò un processo di differenziazione che permise la salita o l’ascesa sociale di alcune famiglie) alcuni agricoltori si arricchirono possedendo diverse terre. Venne inventata inoltre la cessione della terra in via di affitto oppure in via di colonia. L’affitto a contratto breve è un contratto a breve termine con il quale l’affittuario riceve a fronte della quantità di denaro pagata, i diritti di uso della terra per il periodo pattuito La colonia è in teoria una società temporanea tra proprietario e coltivatore, con il quale il primo apporta la terra e parte del capitale, il colono apporta lavoro e l’altra parte del capitale ed entrambi prendono di comune accordo i patti per la distribuzione delle vendite.

4. La crescita agraria Le economie agrarie preindustriali erano incapaci di generare uno sviluppo autosostenuto. Anche se nel breve termine si riusciva ad incrementare la produttività e la crescita economica, questo non si poteva dire a lungo termine a causa di due problemi: a) L’utilizzo di terre di minore qualità determinava rendimenti più bassi b) L’aggiunta di lavoro sulla stessa terra, a partire da un certo livello, ha rendimenti marginali decrescenti La logica di fondo della crescita agraria preindustriale pertanto consiste nell’assicurare l’alimentazione della famiglia nel corso dell’anno e destinare la terra e il lavoro in eccesso, quando ci sono, all’ottenimento di uno o più prodotti commercializzabili. Nel medioevo si era interessati a piante che venivano dall’Oriente come aranci, peschi, meloni ecc.) poi nel corso dell’età moderna ci si concentra su piante originarie dell’America. La più importante fu il Mais seguito poi dalla patata. I nuovi prodotti creati richiedono condizioni favorevoli sia dal punto distributivo (facilità di accesso ai mercati) che dal punto economico (servono grossi investimenti), circostanze che spiegano come la loro diffusione fosse lenta e limitata.

4.1 La rivoluzione agraria La rivoluzione agraria si basa sui cambiamenti tecnici, ma anche sulle strutture della proprietà. Il processo cominciò nei Paesi Bassi sul finire del Medioevo e culminò in GB nel 18esimo secolo. La rivoluzione agraria poteva fare affido sull’utilizzo del concime.

4.1.1 Il precedente dei Paesi Bassi 3

L’inizio si manifesta nei Paesi Bassi con l’utilizzo di una parte del maggese (campo lasciato normalmente a riposo). Grazie a questo utilizzo profondo del terreno, le terre potevano essere sfruttate meglio. Le rese di grano seminato erano di 10 a 1, rispetto al 5 a 1 in Europa. 4.1.2 La rivoluzione in GB Le innovazioni olandesi vennero subito seguite anche dalla Gran Bretagna. All’incremento delle rese per superfice si aggiunse l’aumento della produttività per persona applicando il modello olandese in aziende molto più grandi con maggiore capitale. I cambiamenti più grandi in Inghilterra furono quindi: a) Nell’investimento di capitali nelle migliorie dei campi (recinzioni, drenaggio, correzione di suoli) b) Nella preoccupazione per il progresso agrario, manifestato con la pubblicazione di diversi libri Un’altra innovazione fu quella dell’agricoltura convertibile (convertible husbandry). A seconda dei prezzi dei relativi cereali e dei prodotti di allevamento, si assegnava più terra alle coltivazioni o ai pascoli. Questa novità però richiedeva un maggior investimento di capitale, per cui rimaneva in mano alle grandi aziende. L’ultima grande innovazione fu quella delle Enclosures, di chiusura delle terre, della distruzione dell’agricoltura tradizionale a favore dell’agricoltura capitalistica, di proprietà assoluta e senza costrizioni. Si passa quindi al sistema di Norfolk  Il sistema di Norfolk prevedeva una rotazione quadriennale e l'introduzione di legumi, trifoglio, rape, luppolo: tutte piante che alternandosi ai cereali ricostituivano la fertilità del suolo, da questi impoverito, e rendevano inutile la pratica del maggese che in passato lasciava improduttivo un terzo della superficie coltivabile. Per i contadini fu una grave perdita perché non potevano più coltivare e dovettero così trasferirsi in città.

L’economia urbana preindustriale Il Medioevo comincia senza l’esistenza di vere città e nella quasi assoluta mancanza di commercio. Verso l’anno 1000, attraverso le trasformazioni politiche si produsse in Europa la rinascita della vita urbana e si comincia a creare nuove città. La rinascita urbana però fu determinata dalla crescita della popolazione.

1. Citta e campagna La città vive della campagna come minimo sotto due aspetti, demografico ed economico. Dal punto di vista economico, la città si alimenta con le derrate che le fornisce la campagna, dal punto di vista demografico, l’aumento della popolazione proviene dalla campagna. Il punto di incontro tra la città e la campagna è il mercato, all’inizio settimanale, per poi passare a essere quotidiano nelle grandi città per poi arrivare a dividersi in mercati specializzati. Produzione artigianale e attività commerciale sono i due grandi aspetti dell’economia urbana.

2. Il commercio a lunga distanza 4

Fino al XI secolo l’attività a lunga distanza era un commercio scarso e di lusso. Di lusso perché non tutta la popolazione poteva usufruirne. Il commercio tradizionale era invece lento (per via delle strade e delle condizioni meteo), pericoloso (furti, danneggiamenti) e caro. Lo sviluppo fu possibile in parte per il miglioramento dei trasporti all’inizio del XII secolo, grazie alla costruzione di ponti, strade e moli, e grazie alla lotta contro gli ostacoli umani (pirateria e scippo).

2.1 Il dominio del commercio mediterraneo Con i diversi miglioramenti avvenuti nel 12esimo secolo L’Europa divenne leader economico nel mondo. Con l’esportazione dei panni delle fiandre nell’oriente da parte dei porti italiani, nasce un asse commerciale con il Medio Oriente. Nonostante questa salita dell’Italia e delle Fiandre, a causa della peste Nera, nuovi centri commerciali nacquero. I principali furono l’Inghilterra, Germania del Sud, e le zone nello stretto di Gibilterra. La Germania del Sud divenne importante grazie alla sua buona posizione a metà strada tra le Fiandre e Venezia, nonché alle buone comunicazioni con la Polonia e l’Ungheria e alla produzione di Argento. Lo stretto di Gibilterra era ovviamente importante perché garantiva il passaggio fra Mediterraneo e Atlantico. 2.2.1 Il secolo del predominio iberico La Castiglia e il Portogallo diventarono dei paesi centrali per l’economia dell’epoca (intorno al 1500). La Castiglia saccheggiò e occupò i tesori degli Aztechi e Inca per poi conquistare anche le miniere di argento. Il Portogallo invece, organizzò lo sfruttamento delle colonie come un’impresa commerciale. Si trattava di portare in Europa i prodotti dell’India come spezie e tessuti di cotone e seta. Grazie al saccheggio di oro e argento in America, l’Europa riesce a finanziare anche le trattative con l’Oriente che possedeva diversi prodotti per gli Europei interessanti. 2.2.2 Il passaggio della supremazia europea ai paesi del Nordovest Nel XVII secolo l’abbondanza di argento provoca una perdita di valore che si traduce in un aumento dei prezzi (Rivoluzione dei prezzi). Dopo la Peste Nera l’Olanda e l’Inghilterra si sviluppano e grazie a questo sviluppo i loro prodotti diventano competitivi. In questo contesto l’Olanda attacca le colonie portoghesi per protesta contro la rivolta politica fiscale di Filippo II e gli stati Sudeuropei perdono di importanza. Il principale sfruttamento coloniale fu l’organizzazione della produzione, basata sulle piantagioni e non più sull’estrazione. Questo sistema funzionava soprattutto grazie agli schiavi che ci lavoravano. Con l’organizzazione della produzione nelle colonie il commercio mondiale comincia a basarsi più sulla quantità venduta (=commercio di massa) L’Olanda insieme all’Inghilterra erano le forze più potenti, quando si parla di commercio nel 17esimo secolo. Verso il 1650 però, il prezzo dell’argento cala e così Inghilterra e Olanda devono rimediare al colpo, in parte diversificando i prodotti portati in Europa e dall’altro riducendo l’uscita di argento dall’Europa. Dal 1650 in poi l’Olanda non è più la forza principale mondiale, soprattutto a causa dei Navigation Acts del Regno Unito che permettevano soltanto l’import di prodotti da parte di navi inglesi. Grazie all’espansione oltremare dell’Inghilterra, gli inglesi riescono a piazzare diverse colonie in America del Nord, che poi diventeranno gli USA. La superiorità della Gran Bretagna fu dovuta in gran parte anche 5

all’uso della politica mercantilistica (favorire export, sfavorire import, così che si hanno meno debiti, tassando entrata e uscita di prodotti: Si ha quindi un Surplus di denaro). Lo scopo delle politiche mercantilistiche era di ottenere bilanci di pagamenti in surplus che permettessero di accumulare oro nel paese.

2.3 Istituzioni, strumenti e tecniche mercantili La crescita e l’espansione non sarebbero state possibili senza disporre di una serie di istituzioni, strumenti e tecniche destinate a migliorarne l’organizzazione. Era necessario quindi ridurre i rischi, facilitare il credito e agevolare il controllo degli affari. Questo fu possibile grazie a: a) La Moneta: All’inizio la moneta internazionale era quella bizantina. All’inizio del 1200 però le grandi città mercantili italiane coniarono monete d’oro, i cosiddetti fiorini, che divennero il “dollaro del Medioevo”. Dal XVII si comincia a usare la cartamoneta, certificata dalle banche. b) Mercati e fiere: I mercati hanno un ambito locale e di breve periodicità. Le fiere invece sono meno frequenti, ma hanno maggiore rilievo. Sono classificate come raduni regolati e privilegiati di commercianti che si svolgono in uno spazio e periodo determinato. c) Credito e banche: La classica modalità di prestito con restituzione insieme ad interessi cominciò a espandersi. La comparsa della banca consentì quindi che il credito acquistasse molta più importanza. Ben presto si aggiunse poi il deposito. I clienti potevano così dare in custodia i loro risparmi e i mercanti potevano così mandare i propri creditori a incassare quanto dovuto in banca. Inoltre i banchieri prestavano una parte dei fondi ricevuti, ricevendo così quando venivano restituiti, una contropartita  attività bancaria Con la fondazione della Banca d’Inghilterra nel 1694 le banche divennero banche centrali. Banche centrali gestiscono il debito pubblico ed emettono cartamoneta per andare incontro alle esigenze di finanziamento alla corona inglese. Inoltre si può dire che venne creata la Borsa nella quale vennero negoziati il debito pubblico e i titoli di diverse aziende. d) Assicurazioni e associazioni: L’attività commerciale portò a diverse forme di associazione. Anche se non venivano spesso utilizzate perché molto rischiose. Una forma di associazione famosa nel medioevo era quella della Società in accomandita, formata da un socio che porta denaro e merci e dall’altro che porta al punto di vendita i prodotti. L’assicurazione classica viene anche inventata insieme all’assicurazione marittima  Si prestano crediti per l’acquisto di merce e questi crediti vengono restituiti solo se la merce arrivava a destinazione.

3. Recupero e crescita della produzione artigianale 6

Le sinergie fra città e campagna fecero crescere l’attività manifatturiera che in gran parte era destinata al rifornimento della stessa città e della campagna circostante. Durante il periodo industriale i tessuti furono il principale prodotto di commercio di lunga distanza. Nel settore laniero invece, l’attività più interessante fu l’apparizione dei nuovi tessuti più variati, più leggeri e più a buon mercato (=New Draperies). L’ultima fibra importante in Europa fu il cotone.  la meccanizzazione del cotone viene vista come primo episodio della rivoluzione industriale. Domande: Quali sono le caratteristiche tecnologiche nella rivoluzione industriale Superamento dei colli/strozzatura nel settore cotoniero Effetti dell’innovazione nel settore cotoniero 3.2.1 L’estrazione e la trasformazione dei metalli La scoperta delle miniere d’argento nell’Europa centrale porta a diverse innovazioni che consentono di lavorare a maggiore profondità (macchine per estrazione acqua e sollevare minerale) e successivamente di processi che consentivano di abbattere il costo di trasformazione del minerale in metallo. L’innovazione basilare fu l’altoforno che permetteva di fondere il ferro e ottenere direttamente i pezzi versando la colata negli stampi. 3.3 Le migliorie nell’utilizzo dell’energia I mulini idraulici vennero perfezionati per meglio adattarli alla disponibilità di acqua di ciascun luogo così come i mulini a vento. Nell’energia eolica si fecero anche grandi progressi, progressi che vennero utilizzati soprattutto nelle flotte marine per sistemare la posizione delle vele, la forma ecc. L’estrazione del carbone minerale in Gran Bretagna rende questo stato molto più avanzato rispetto agli altri costretti ad usare ancora la legna e il carbone vegetale.

3.5 L’organizzazione della produzione La corporazione era l’associazione dei maestri di uno stesso mestiere, organizzata e riconosciuta dal comune. I suoi scopi erano il monopolio dell’attività, attraverso la vigilanza sulla qualità del prodotto. L’attività di produzione corporativa passerà poi a quella imprenditoriale attraverso il putting out system. La produzione passava quindi in mano dell’imprenditore che dirigeva, indicando le quantità e la qualità delle materie prime, spesso anticipandole. L’imprenditore affida il lavoro da fare a diversi maestri, indica le caratteristiche del prodotto e i termini di consegna, raggiungendo così la standardizzazione e il controllo della produzione. Quando si voleva introdurre un prodotto nuovo, per i qu...


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