Tancioni Massimiliano riassunti libro PDF

Title Tancioni Massimiliano riassunti libro
Course Politica economica
Institution Sapienza - Università di Roma
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RIssunti per politica economica...


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Traccia del corso di Politica economica Politica Economica Università degli Studi di Roma La Sapienza 63 pag.

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La Sapienza Universita di Roma, di partimento di Econo mia e Diri tto CORSO DI MANAGEM ENT E DIRITTO D’IMPRES A

Traccia del corso di Politica Economica

L’elaborato proposto descrive in maniera esaustiva gli argomenti trattati n el corso del prof.re Tancioni Massimiliano , oggetto d’esame; è assente la parte riguardante gli esercizi.

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PARTE PRIMA Premessa La politica economica è la disciplina che studia l’azione economica pubblica contestualmente allo schema di funzionamento del sistema economico, oggetto di studio specifico dell’economia politica Pertanto occorre fare riferimento, in prima approssimazione, alle due principali istituzioni economiche: il mercato (espressione di interessi privati) e lo stato (espressione di interessi collettivi). I risultati economici dell’azione di tali istituzioni vengono valutati rispetto alla soddisfazione di criteri di scelta sociale. Tali criteri sono criteri di efficienza e criteri di equità, dei quali esistono diverse concezioni.

Criteri di efficienza •Efficienza statica, o allocativa: l’efficienza statica è definita rispetto ad un determinato periodo ed in base al criterio di Pareto, secondo cui, nel passaggio da una situazione A ad una situazione B, un insieme di individui migliora la sua situazione economica se almeno uno di essi sta meglio e nessuno di loro sta peggio. Dal criterio paretiano deriva il concetto di ottimo paretiano: si ha una situazione di OP se non è possibile migliorare la situazione di nessuno senza peggiorare quella di altri. Il presupposto alla base del criterio paretiano è l’impossibilità da parte di un decisore esterno di entrare nel giudiz io delle preferenze individuali. Tale posizione si dice utilitaristica. Per esempio: si consideri un’economia caratterizzata da due sole classi sociali in cui esiste un’allocazione tale per cui, in un certa situazione A, la prima ha un’utilità pari a 40 e la seconda pari a 60; se si pass a ad un a situazione B in cui la prima classe ha un’utilità pari a 50 e la seconda pari a 55, si può vedere che mentre l’utilità aggregata è aumentata (da 100 a 105), l’utilità di una delle due classi sociali, la seconda, è diminuita (da 60 a 55). Una situazione di questo tipo, pertanto, non è Pareto-efficiente. •Efficienza dinamica : è definita rispetto ad un intervallo di tempo e si articola nei concetti di efficienza adattiva, ossia nella capacità di apprendimento graduale degli agenti economici, e di capacità innovativa, ossia nella considerazione che determinate situazioni di mercato, inefficienti in senso statico, possano risolversi nel tempo superiori se valutate rispetto alle loro potenzialità di generare innovazioni nel futuro. Il criterio di efficienza dinamica giustifica l’intervento dello Stato in alcuni settori. Si pensi al sett ore della tecnologia satellitare: pe r lo Stato la partecipazione alla quota di capitare di un’impresa operante in tale settore, gli garantisce un’autonomia tecnologica molto vantaggiosa in caso di crisi internazionali; lo Stato può anche promuovere un’industria nascente attraverso la concessione di sussidi o attraverso una tassazione sulle importazioni di beni concorrenti esteri in modo che, sebbene in un primo momento essa sia poco efficiente, successivamente diventi un competitor efficiente a livello internazionale rispetto ad altri players internazionali presenti sin dall’inizio sul mercato. Ragionando in questi termini è evidente che il criterio di efficienza dinamica non necessariamente lascia preferire il criterio di efficienza paretiana. Concetti di equità Per quanto riguarda il concetto di equità, esistono diverse accezioni: •Equità nelle opportunità economiche : tipica dell’approccio liberale delle economie anglosassoni; •Equità nei redditi: tipica dell’impostazione socialista o social democratica dei paesi nord europei; •Equità nelle capacità (capabilities di Sen): intese come potenza de ll’espressione umana, cioè nella possibilità di fatto di generare valori economici indipendentemente dalle risorse di partenza; •Equità nel godimento dei diritti e delle libertà fondamentali dell’individuo : che riguarda l’impostazione normativa e legislativa più che quella economica dell’intervento pubblico; Sotto CP una equa distribuzione iniziale garantisce una distribuzione finale.

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Le ipotesi per la concorrenza perfetta 1. Omogeneità nei beni: i beni sono sostituibili tra loro; nel consumo: i consumatori sono tutti uguali, hanno la stessa utilità e funzioni di utilità convesse con utilità marginali decrescenti; nella produzione: (per la legge dei rendimenti marginali decrescenti). 2. Elevata numerosità degli operatori si parla di atomismo delle imprese, cioè il numero delle imprese presenti sul mercato è definito per cui la dimensione di ogni singola impresa tende a zero. 3. Assenza di accordi espliciti e intese tacite 4. Libertà di entrata e di uscita nel/ dal mercato (assenza di costi): le imprese sono così piccole che il ciclo di produzione è così semplice che i costi di ingresso nel mercato sono assenti. 5. Perfetta informazione (simmetria delle informazioni nello scambio) 6. Assenza di esternalità positive e negative Ad esempio, l’inquinamento atmosferico, che è un esempio di esternalità negativa, è un prodotto della produzione non voluto, per il quale, infatti, non si sostengono dei costi specifici per cui esso ha un costo privato di produzione inferiore a quello sociale e ciò comporta che la quantità prodotta sia diversa da quella ottima. Viceversa, le aziende che fanno ricerca e sviluppo e producono dunque esternalità positive, se non riescono a tutelare i risultati ottenuti, sostengono un costo privato che è maggiore di quello sociale.

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Concetto di ottimalità paretiana e scelta individuale Sia data una dotazione iniziale X di due risorse (beni 1 e 2) per due individui (A e B) con struttura psicologica “self-interested”, ossia interessati alla massimizzazione della propria utilità U(A) e U(B) e p er la quale vale l’ipotesi di utilità marginale decrescente (convessità nelle preferenze).

La massimizzazione della propria utilità richiede che essi scelgano (autonomamente) di procedere a scambi fino a che almeno uno dei due individui aumenta la propria utilità. Si definisce situazione ottimale una situazione in cui nessun scambio ulteriore può aumentare l’utilità di un altro individuo (ottimalità paretiana).

in questo scambio sia l’individuo A che l’individuo B sono soddisfatti per cui il punto di tangenza tra le loro curve di indifferenza soddisfa l’ipotesi paretiana 3 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: opiefenfewfjef ([email protected])

• ESEMPIO 1: Dotazione iniziale X dei due beni b1 e b2 e rispettive funzioni di utilità individuo A= (2,15); U(A)=b1b2 individuo B= (8,5) ; U(B) =b1+0.5b2 Quindi: U(A)= 30; U(B)= 10.5 rapporto di scambio è 20/10 cioè 2:1 Si supponga uno scambio in cui l’individuo A cede due unità di b2 mentre l’individuo B cede una unità di b1. individuo A= (3,13) individuo B= (7,7) Dopo lo scambio si avrà: U(A)= 39; U(B)= 10.5 • ESEMPIO 2: Dotazione iniziale X dei due beni b1 e b2 e rispettive funzioni di utilità individuo A= (2,15); U(A)=b1b2 individuo B= (8,5) ; U(B) =b1+b2 Quindi: U(A)= 30; U(B)= 13 rapporto di scambio è 20/10 cioè 2:1 Si supponga uno scambio in cui l’indi viduo A cede due unità di b2 mentre l’individuo B cede una unità di b1. individuo A= (3,13) individuo B= (7,7) Dopo lo scambio si avrà: U(A)= 39; U(B)= 14 • ESEMPIO 3 Dotazione iniziale X dei due beni b1 e b2 e rispettive funzioni di utilità individuo A= (2,15); U(A)=b1b2 individuo B= (8,5) ; U(B) =b1+0.2b2 Quindi: U(A)= 30; U(B)= 9 rapporto di scambio è 20/10 cioè 2:1 Si supponga uno scambio in cui l’indi viduo A cede due unità di b2 mentre l’individuo B cede una unità di b1. individuo A= (3,13) individuo B= (7,7) Dopo lo scambio si avrà: U(A)= 39; U(B)= 8.4 Considerazioni: In tutti gli esempi è stato effettuato lo stesso scambio a partire da una stessa dotazione iniz iale “X” ma considerando, di volta in volta, una differente funzione di utilità per l’individuo B. Nel primo caso l’individuo A preferisce scambiare mentre l’individuo B è indifferente; nel secondo caso sia l’individuo A, sia l’individuo B, preferiscono scambiare; nel terzo caso, l’individuo A preferisce scambiare al contrario dell’individuo B. Segue che, lo scambio si avrà solo nel primo e nel secondo caso, con aumento del benessere totale, misurato dalla somma delle utilità di A e di B. L’esemplificazione mostra che, sotto condizioni di CP, lo scambio volontario effettuato sulla base di valutazioni esclusivamente soggettive porta a soluzioni sociali preferibili dal punto di vista del benessere.

NB: Il rapporto di scambio è definito dalla scarsità relativa dei beni cioè è uguale al rapporto tra il numero di beni presenti in economia 4 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: opiefenfewfjef ([email protected])

Il I Teorema dell’Economia del Benessere Dalle condizioni/conclusioni ora discusse viene derivato il I TEB il quale afferma che: “In corrispondenza di preferenze convesse, continue e monotòne, allora se Y è un equilibrio di CP con mercati completi, esso è anche un Ottimo Paretiano (OP)” In altri termini, le condizioni di CP stabiliscono anche quelle di ottimalità paretiana. Se il requisito dell’ottimalità paretiana stabilisce che non è possibile migliorare la situazione di nessuno senza peggiorare quella di altri, allora il benessere sociale dato dalla somma delle utilità di tutti gli individui, deve necessariamente aumentare attraverso lo scambio volontario e libero tra essi. Sono evidenti i legami con il concetto di “mano invisibile” di Adam Smith, del quale il I TE B ne fornisce una precisazione rispetto alle caratteristiche richieste nella forma di mercato, al criterio di valutazione (quello di Pareto) e alla connessione tra forme di mercato ed efficienza allocativa. La mano invisibile, dunque, secondo Pareto, funziona solamente in concorrenza perfetta. 1° limite: quando le funzioni di utilità degli individui non sono convesse Consideriamo le funzioni di utilità di due individui sempre con struttura psicologica “self-interested”, una delle quali, in alcuni tratti, non è convessa. Questa situazione si verifica, ad esempio, nel caso in cui i due prodotti sono in regime di semi complementarietà significa che i due beni non sono sostituti oppure i due individui non sono self-interested. Dunque è im possibile definire l’area di contratti e l’equilibrio può essere non determinato o multiplo cioè possono esserci diverse situazioni che soddisfano il criterio paretiano.

2° limite: l’insieme delle scelte possibili è limitato dalle dotazioni iniziali

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Il II Teorema dell’Economia del Benessere Il II TEB viene definito sulla base dell’esistenza di un sistema concorrenziale, per cui vale il I TEB. Inoltre le utilità finali degli individui dipendono dalle dotazioni iniziali poiché esse definiscono l’insieme d elle scelte (libere) possibili. Su queste basi, il II TEB stabilisce che ogni posizione di OP può essere realizzata come equilibro concorrenziale, attraverso un’appropriata distribuzione delle dotazioni iniziali degli individui. In altri termini, per ottenere la distribuzione finale di utilità che si desidera è necessario distribuire opportunamente le risorse iniziali e poi lasciar fare al sistema concorrenziale (che assicura l’efficienza). Implicazioni: Di conseguenza, lo Stato realizza l’equità attraverso la redistribuzione delle dotazioni iniziali mentre il mercato concorrenziale realizza l’efficienza. Da ciò deriva l’idea di divisione istituzionale tra compiti dello stato e del mercato. Alla base di tale divisione dei compiti istituzionali c’è una visione dell’efficienza di tipo paretiano: si tratta di un criterio non neutrale (al pari di altri criteri): esso viene giustificato dal concetto di insindacabilità delle utilità/preferenze individuali, che tuttavia ha natura etica e non tecnica. Si parla, pertanto, di individualismo etico e welfarismo. Lo Stato possiede davvero le informazioni e gli strumenti necessari per svolgere il ruolo fondamentale che gli assegna il II TEB? Poiché lo Stato deve tutelare la proprietà, per realizzare l’equità attraverso la redistribuzione delle dotazioni iniziali, si serve delle imposte. Ad esempio, nei paesi anglosassoni, sono molto diffuse le imposte sulle successioni; in Italia come nelle democrazie più socialdemocratiche come quelle nord europee, invece, si interviene sui redditi e poiché essi vengono generati all’interno di un cerco contesto sociale, ciò giustifica il fatto che una parte di essa venga prelevata per generare ulteriore reddito. Le cause del fallimento del mercato L’efficienza, per il I TEB è realizzata dalla CP. Essa è alla base delle valutazioni sulla preferibilità di date allocazioni rispetto ad altre. Ne segue che i casi di violazione delle condizioni di CP sono casi in cui è richiesto l’intervento pubblico in economia. Si parla in tal caso di fallimenti del microeconomici che si manifestano anche a livello macroeconomico. Essi sono dovuti principalmente a: 1) regimi non concorrenziali e violazione ipotesi di atomismo; 2) violazione ipotesi di contendibilità; 3) esternalità e incompletezza dei mercati; 4) beni pubblici e incompletezza dei mercati; 5) informazione asimmetrica e incompletezza dei mercati; 6) beni meritori e incompletezza dei mercati; 7) equità ed intervento pubblico.  Teorema del second best Ogni situazione reale che non soddisfi almeno uno dei requisiti che definiscono l’esistenza di un regime di mercato di concorrenza perfetta, comporta, allo stesso tempo, un allontanamento dall’ottimalità paretiana. Quest’ultimo è tanto più forte quanto maggiori sono gli scostamenti dalla concorrenza perfetta. Il teorema del second best, invece, stabilisce il contrario: infatti, una situazione nella quale un numero di condizioni di concorrenza perfetta, ma non tutte, siano soddisfatte, non necessariamente è superiore ad una situazione in cui ne siano soddisfatte un numero inferiore. Ne segue che, qualsiasi intervento deve essere finalizzato a ripristinare i risultati e non le condizioni violate di concorrenza perfetta. 1) Regimi non concorrenziali e violazione ipotesi di atomismo  Il monopolio naturale Si ha monopolio naturale quando le caratteristiche della tecnologia, in rapporto alle dimensioni del mercato, richiedono la presenza di un’unica impresa. La presenza di rilevanti economie di scala, infatti, rappresenta un’importante barriera all’ingresso di altre imprese nel mercato (barriera tecnologica). Si parla di economie di scala in presenza di costi decrescenti; questo comporta che all’inizio i costi per unità prodotta sono elevati ma a mano a mano che ci si avvicina alla dimensione ottima degli impianti impiegati i costi unitari diminuiscono. Le economie di scale sono legate alla dimensione produttiva ottima degli 6 Document shared on www.docsity.com Downloaded by: opiefenfewfjef ([email protected])

impianti anche chiamata scala minima efficiente, la quale è data dalle dimensioni dell’impianto in corrispondenza del quale il costo medio è minimo. Pertanto, la dimensione efficiente, vale a dire quella per cui RM = CM, si ha solo per q(m) < q(CP), per cui P(m) > P(CP) (con q(m) con q(m) che indica la quantità di monopolio e q(CP) che indica la quantità di concorrenza perfetta). In questi casi è impossibile avere simultaneamente il rispetto della condizione P=CM e profitti non negativi. Se il prezzo venisse fissato ai CM si avrebbe che CU > P: perdite assicurate. La presenza di un monopolio comporta un livello di produzione più basso e un prezzo più alto (sfruttamento della domanda). Tali valutazioni si riferiscono ad una valutazione in ottica di efficienza statica. In ottica dinamica, una situazione di monopolio potrebbe essere preferibile ad una forma concorrenziale nel caso ad essa si associ una maggiore capacità innovativa dovuta al reinvestimento degli extraprofitti in spese per R&S, alla loro appropriabilità, a fattori di diffusione di conoscenze specifiche connessi alla scala di produzione e alla concentrazione di lavoro specializzato. In questo caso le perdite di efficienza statica sono più che compensate dai benefici in efficienza dinamica.

2) Violazione ipotesi di contendibilità La violazione dell’ipotesi di contendibilità può essere dovuta alla presenza di costi in entrata e in uscita. Si tratta dei cosiddetti “sunk costs” o costi irrecuperabili, connessi alla specificità di una data iniziativa imprenditoriale (know-how, formazione…) o di costi creati dalle imprese già attive (incumbents), attraverso la pratica del prezzo di esclusione. Nell’esperienza reale l’ipotesi di contendibilità può non sussistere anche in assenza di barriere economiche all’entrata/uscita. 3) Esternalità e incompletezza dei mercati Esternalità positiva (negativa): si riscontra quando una attività economica produce un beneficio (danno) che viene parzialmente goduto da altri. Le esternalità positive/negative si presentano tanto nella sfera della produzione quanto in quella del consumo L’esternalità determina incompletezza del mercato poiché implica l’esistenza di un prodotto per il quale manca un prezzo. Ad esempio, l’inquinamento di una industria può essere visto come l’uso di una risorsa per il quale non viene pagato un costo (esternalità negativa). Oppure, gli effetti diffusi della ricerca e delle scoperte scientifiche come prodotti per i quali il settore scientifico non si riceve un beneficio (esternalità positiva). In presenza di esternalità positive si ha che Costo privato>Costo sociale: q < q*; in presenza di esternalità negative si ha che Costo privato q*

 Teorema di Coase Secondo Coase, il problema delle esternalità è in sostanza un problema di assegnazione di diritti di proprietà. Il teorema di Coase, infatti, afferma che in assenza di costi di transazione e, previa assegnazione di diritti di proprietà, gli individui raggiungono accordi mutuamente vantaggiosi senza intervento governativo, indipendentemente dal modo in cui i diritti sono stati assegnati. In presenza di costi di transazione, invece, diventa rilevante il modo in cui i diritti di proprietà vengono assegnati.

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4) Beni pubblici e incompletezza dei mercati La presenza di beni pubblici determina incompletezza del mercato poiché, data la non rivalità/escludibilità, il produttore non può chiedere un prezzo commisurato all’uso. Il costo privato è superiore al costo sociale. Sotto questo aspetto emerge una analogia con il caso di esternalità positiva. Un bene pubblico puro è definito dalle caratteristiche della non rivalità e della non escludibilità. Si ha non rivalità quando il consumo da parte di un individuo non riduce il consumo degli altri mentre si ha non escludibilità quando non è possibile, o è troppo costoso, discriminarne il consumo. In generale, in presenza di beni pubblici, lo stato deve decidere la quantità efficiente di beni da somministrare, le modalità del suo finanziamento, la produzione diretta o per committenza pubblica. Le quantità vengono decise simulando situazioni di non rivalità/escludibilità per lo stesso bene (bisogno), ovvero attraverso la stima delle disponibilità a pagare. Le modalità di finanziamento dipendono dal grado di universalità dell’usufrutto del bene pubblico. La scelta delle modalità di produzione dipende da considerazioni sulla struttura di mercato della produzione in oggetto, in ultima analisi, sulla sua struttura dei costi. Un’altra ...


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