TESI Autismo E Integrazione 1 PDF

Title TESI Autismo E Integrazione 1
Author Sabrina Rossi
Course Organizzazione del servizio sociale
Institution Università di Pisa
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Facoltà di Scienze Politiche Corso di Laurea Scienze del Servizio Sociale

AUTISMO E PROCESSO DI INEGRAZIONE SCOLASTICA

Relatore: Prof. Giuseppe Cecchi

Laureanda: Sabrina Rossi

Anno accademico 2015/2016

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1. IL DISTURBO DELL0 SPETTRO AUTISTICO 1.2

CRITERI DIAGNOSTICI

1.3

TRIADE SINTOMATOLOGICA

1.4

EPIDEMIOLOGIA

1.5

FATTORI CAUSALI

1.6

TRATTAMENTI

2. EVOLUZIONE STORICA DELL’ ASSISTENZA EDUCATIVA A PERSONE CON DISABILITA’

2.1

EVOLUZIONE DELLA RISPOSTA EDUCATIVA

2.2

PRINCIPI BASE DI ASSISTENZA ALLA DIVERSITA’ DELL’ AMBITO SCOLASTICO

2.3

NECESSITA’ EDUCATIVE SPECIALI E NECESSITA SPECIFICHE DI APPOGGIO EDUCATIVO

3. INTERVENTI SOCIO-EDUCATIVI INCLUSIVI : ATTIVITA’ E PROGRAMMI NELL’ AMBITO SCOLASTICO 3.1 METODOLOGIE AVANZATE PER L'INTEGRAZIONE DEL BAMBINO AUTISTICO

4. INTEGRAZIONE SCOLASTICA NEL TERRITORIO DI MASSA CARRARA 4.1

DESCRIZIONE DELL’ ATTIVITA PER L ‘ ALUNNO DISABILE

4.2

IL CASO DI A.

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INTRODUZIONE

“ Un bambino autistico è bello… proprio com’era tuo figlio da piccolo, però… Un bambino autistico vede, ma è come se non vedesse… Un bambino autistico sente, ma è come se non sentisse… Un bambino autistico capisce, ma è come avvolto in una corteccia che blocca ogni relazione con gli altri… Un bambino autistico non si gode un gelato, né un sorriso e neanche un abbraccio della sua mamma… Un bambino autistico è bello come tuo figlio, ma è tanto lontano, tanto solo…. Un bambino autistico rischia di diventare un adulto autistico, e poi un anziano autistico e non ci saranno più i suoi genitori a prendersi cura di lui, e poi…” Antonio M. Persico La scelta di questo argomento è nata sia durante l ‘attività di tirocinio presso L’ASL e sia dall'attività professionale da me svolta presso un centro didattico pedagogico. In entrambi i casi mi sono trovata ad affrontare la tematica dell’ autismo , notando significative differenze di interazione tra caso e caso o tra momenti ed attività diverse nell’ arco della stessa giornata , da qui è nato il desiderio di approfondire . Il Disturbo Dello Spettro Autistico è un disturbo pervasivo dello sviluppo che si caratterizza dalla presenza contemporanea di quella che viene definita come la triade sintomatologica autistica , la quale comprende la compromissione totale o in parte dell’ interazione sociale ,della comunicazione verbale e non verbale e del repertorio di attività ed interessi , tali manifestazioni variano

ampiamente da soggetto a soggetto. Di norma la diagnosi avviene intorno al terzo anno di vita , la difficolta dell’ individuazione del disturbo , sta nel fatto che non esista un gene autismo, ma una serie di componenti genetiche “ fattori di rischio “ che possono scatenarlo ; come non esiste un “gene autistico” non esiste neppure 4

una “cura” che renda il bimbo autistico non più autistico , ma esistono una serie di trattamenti (TEACCH,ABA…) interventi terapeutici mirati sul soggetto e su tutta la sua rete sociale , che sono in grado di diminuire notevolmente l ‘ intensità dei sintomi. Fondamentale , per ampliare le capacità sociali bambino autistico è offrirgli la possibilità di integrarsi in ambiente scolastico ed extra scolastico. Negli ultimi 60 anni si è assistito a l’ evoluzione storica dell’ assistenza educativa per le persone disabili : che è quel processo che ha portato dall’ iniziale dall’eliminazione sistematica dall’ ambiente scolastico , fino all’emarginazione, l’internamento in istituzioni repressive ( non solo a livello scolastico , ma anche sociale ) fino ad arrivare all’ attuale approccio educativo di integrazione dei bambini autistici nella “scuola di tutti “.

1. IL DISTURBO DELLO SPETTRO AUTISTICO

La parola "autismo" deriva dal greco "autús" che significa "se stesso” , tale nome prende spunto dal modello particolare di struttura psichica caratterizzata da isolamento, anestesia affettiva, mancanza di iniziativa, difficoltà psico-motorie ed un atipico o mancato sviluppo del linguaggio. Tali condizioni non sono caratteristiche assolute delle persone con autismo. E’ infatti possibile che ci si trovi davanti a persone con autismo e con la capacità di relazionarsi con l’altro e di dimostrare di gradire sia il dare che ricevere questo tipo di attenzione … seppur non sempre pienamente come può riscontrarsi in persone con sviluppo tipico. Il termine autismo viene utilizzato per la prima volta 5

nel 1908 da Eugen Bleuer , psichiatra svizzero tra i primi sostenitori dalla teoria psicoanalitica, viene introdotto per far riferimento ad una particolare forma di ritiro in se stesso , causata dalla schizofrenia. In tal modo modificò il concetto di schizofrenia individuandone un importante sintomo nel ritiro dalla vita sociale strutturata nel sé, come egli osservava negli adulti schizofrenici. Secondo Bleuer, l'autismo era caratterizzato da un restringimento delle relazioni interpersonali e con il mondo esterno, così estremo da escludere qualsiasi cosa eccetto il sé. Successivamente Kanner (1943) tratteggiò bambini caratterizzati da intensa chiusura relazionale che manifestavano apparente disinteresse o mancanza di consapevolezza della esistenza delle altre persone, incapacità di gioco immaginativo o simbolico(il far finta che), grave perturbazione della comunicazione verbale con ecolalia differita ed inversione pronominale, ansiosa necessità di mantenere del tutto inalterate le caratteristiche dell’ambiente, e comportamenti ripetitivi. Kanner e suoi collaboratori, tramite l ‘ analisi delle famiglie con figli autistici , fecero la deduzione avventata, e successivamente rivelatasi infondata, che gli stessi genitori (in particolar modo la mamma) troppo "freddi, distaccati e perfezionisti, privi di senso dell'umorismo e che trattavano le persone sulla base di una meccanizzazione dei rapporti umani", fossero, con il loro comportamento, la causa dell'autismo dei figli. Successivamente Kanner ritrattò tale affermazione ma perché la stessa perdesse valore passarono diversi anni. Bettelheim (1967) fu uno dei primi autori a trattare questo argomento sviluppando il concetto di “madre frigorifero” utilizzato allo scopo di descrivere un tipo di rapporto caratterizzato da carenza di contatto fisico, pratiche alimentari anomale, difficoltà nel linguaggio e/o nel contatto oculare con il figlio. Nell’ottica dell’autore il bambino, percependo nella madre un desiderio (reale o immaginario) di annullarlo, verrebbe colto dalla paura di annientamento da parte del mondo, dal momento che questo é rappresentato proprio dalla madre, dalla quale si difenderebbe proprio con l'autismo. L'autismo sarebbe perciò, in quest'ottica, un meccanismo di difesa e per anni la psicanalisi ha indirizzato in quest’ottica il proprio intervento. In quegli stessi anni Asperger descriveva bambini che avevano caratteristiche simili a quelle di Kanner, con deficit della relazione interpersonale , nel esprimere emozioni e nello sviluppo motorio, pur mantenendo le abilità cognitive e linguistiche sostanzialmente intatte. In quell’epoca e nel corso degli anni successivi si creò una certa confusione tra i due quadri descritti ed altre gravi perturbazioni dello sviluppo che rientravano nell’ambito della psicosi o della schizofrenia.

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Appariva difficile collocare questi precoci e generalizzati disturbi dello sviluppo in rapporto al ritardo mentale che spesso si associava alle sindromi suddette. Asperger individuò però tre importanti aree nelle quali i suoi soggetti differivano da quelli di Kanner: 1. linguaggio: i bambini osservati da Asperger presentavano un eloquio scorrevole. Mentre i soggetti di Kanner, non era presente il linguaggio o non veniva usato in maniera "comunicativa"; 2. motricità: per Kanner, i bambini risultavano "impacciati" solo rispetto a compiti di motricità complessa; mentre dalle osservazioni di

Asperger presentavano difficoltà nella

motricità

complessa e fine 3. capacità di apprendere: Kanner pensava che i bambini mostrassero prestazioni più elevate quando apprendevano in maniera meccanica, quasi automatica; Asperger li descriveva invece come "pensatori astratti". Le critiche al modello psicodinamico iniziarono intorno agli anni ’60, l’ accusa principale fu l’ ingiusta colpevolizzazione dei genitori. Di fatti i genitori dei bambini che presentavano autismo infatti non mostravano tratti patologici o di personalità significativamente diversi dai genitori di bambini non affetti. Il primo autore affermare in modo sistematico che la causa della sindrome autistica non fossero i genitori, ma che il disturbo avesse una base organica fu Rimland , il quale sosteneva che l’autismo era causato da alterazioni morfologiche e funzionali su base organica. Nonostante a sostegno di tale tesi siano stati raccolti innumerevoli elementi ,non é stato ancora possibile isolare un particolare che possa essere considerato come caratteristico di tutte le forme di autismo, tanto che attualmente si é portati a credere che non esista un ''unico autismo'', ma che in questa categoria siano invece comprese diverse patologie e manifestazioni sintomatiche provocate da diverse cause organiche. Verso la fine degli anni80 prese piede il modello cognitivo basato sulla teoria della mente, proposta da Uta Frith ; la quale ipotizza che nell'autismo la disfunzione cognitiva dalla quale deriverebbero gli altri sintomi consiste nell’ incapacità di concepire il pensiero altrui, in questi ragazzi quindi risulterebbe carente o assente . Nel 1979 Wing e Gould distinsero tre diverse tipologie di bambini affette da autismo: gli isolati, abbastanza simili ai pazienti descritti da Kanner; i passivi, soprattutto nei confronti dell'ambiente circostante; e i bizzarri, socialmente attivi, ma con comportamenti incongruenti e innumerevoli inconsueti. Il concetto di autismo nel corso di mezzo secolo ha subito innumerevoli modifiche,come il passaggio da un'unica sindrome , ad uno spettro di disturbi rappresentante manifestazioni di sintomi molto diversi. 7

L’attuale definizione di autismo come disturbo generalizzato dello sviluppo, permette di focalizzare l’attenzione sulla compromissione del processo di crescita del bambino, senza sviluppare vissuti di cronicità, impotenza e immodificabili, che derivano da una diagnosi come quella di schizofrenia.

1.2 CRITERI DIAGNOSTICI A partire dal DSM III-R (1987) vengono distinte tre principali aree di alterazione comportamentale : interazione sociale, comunicazione e repertorio di interessi. rimando tutt'oggi sconosciuta l'eziologia dell'autismo i due manuali diagnostici più utilizzati basano i criteri di riconoscimento su indicatori comportamentali . Il Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali, IV edizione, meglio conosciuto come DSM-IV-TR, redatto da una commissione di esperti nominata dalla A.P.A. (Associazione Americana degli Psichiatri), colloca il Disturbo Autistico nel gruppo dei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo. Descrive

una

grave compromissione

delle capacità di interazione sociale reciproca; una

compromissione nelle capacità di comunicazione e interesse e attività ripetitive e stereotipate. Con un esordio precoce entro i primi tre anni di vita . La Classificazione internazionale ICD10 (International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems 10° Revision, Version for 2007) dell’Organizzazione mondiale della sanità, pubblicata sul sito Internet registra le varie forme di autismo e di disturbi pervasivi dello sviluppo nell’asse F84 •F84 “Disordini pervasivi dello sviluppo •F84.0 “autismo infantile” •F84.1 “autismo atipico” •F84.2 “Sindrome di Rett” •F84.3 “Altri disordini disintegrativi della fanciullezza” •F84.4 “Disordini iperattivi associati a ritardo mentale e movimenti stereotipati” •F84.5 “Sindrome di Asperger” •F84.8 “Altri disordini pervasivi dello sviluppo” •F84.9 “Disordini pervasivi dello sviluppo non meglio specificati”. Importante per una Diagnosi differenziale è specificare i vari quadri :

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Il Disturbo di Asperger Un'altra condizione autistica, descritta nel 1944 dall'austriaco Hans Asperger, con il nome di psicopatia autistica, viene classificata dal DSM IV con il nome di Disturbo di Asperger: l ‘insorgere di tale patologia è osservabile verso i 3-4 anni, dopo un periodo in cui lo sviluppo psicomotorio , del linguaggio e il livello intellettivo risultano sostanzialmente adeguati. La funzione che risulta più compromessa è la capacità di relazionale e la varietà degli interessi sociali. I bambini con Disturbo di Asperger risultano in genere di intelligenza normale . evoluzione del Disturbo di Asperger è compatibile con la possibilità di un soddisfacente adattamento sociale . Il Disturbo disintegrativo della fanciullezza é una categoria diagnostica che all'interno di altre classificazioni prende il nome Sindrome di Heller o psicosi disintegrativa. Riguardo l’ incidenza non ci sono dati epidemiologici chiari, anche se si ritiene che questo disturbo sia molto raro e più frequente nei maschi. A differenza del Disturbo autistico, questo disturbo esordisce dopo un periodo di sviluppo apparentemente normale durante i primi due anni a cui segue: A. Perdita clinicamente significativa di capacità di prestazione già acquisite in precedenza (prima dei 10 anni) in almeno due delle seguenti aree: 1) espressione o comprensione del linguaggio 2) capacità sociali o comportamento adattivo 3) controllo della defecazione e della minzione 4) gioco abilità motorie B. Anomalie del funzionamento in almeno due delle seguenti aree: 1) compromissione qualitativa dell'interazione sociale (per es., compromissione dei comportamenti non verbali, incapacità di sviluppare relazioni con i coetanei) 2) compromissioni qualitative della comunicazione (per es., ritardo o mancanza del linguaggio, incapacità di sostenere una conversazione, uso stereotipato e ripetitivo del linguaggio, mancanza di giochi di imitazione) 3) modalità di comportamento, interessi ed attività ristretti, ripetitivi e stereotipati, incluse stereotipie motorie e manierismi.

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Il Disturbo di Rett : é una malattia neurologica che colpisce soltanto le bambine di norma si ha l’ esordio verso la fine del primo anno, dopo un periodo in cui lo sviluppo è apparentemente normale. Il disturbo di Rett è descritto per la prima volta dall'austriaco Andreas Rett nel 1966, comporta un ritardo dello sviluppo e assume, nelle prime fasi della malattia, le caratteristiche tipiche del comportamento autistico; gli aspetti autistici di solito scompaiono con la crescita. La caratteristica fondamentale di questo disturbo é l'aprassia, particolarmente accentuata nelle mani, che la bambina muove continuamente in modo stereotipato, come se le stesse lavando; Tale comportamento é permanente durante la veglia e scompare durante il sonno. Di solito il linguaggio é assente e la deambulazione difficoltosa, spesso è presente l'epilessia. Non esistono dati sulla prevalenza, anche se si evidenzia una frequenza molto più bassa rispetto al Disturbo autistico. La presenza del disturbo nelle sole bambine, insieme al tipo di esordio ed evoluzione e ai tipici movimenti stereotipati consentono la diagnosi differenziale nei confronti di altri Disturbi generalizzati dello sviluppo.

Il Disturbo Generalizzato dello Sviluppo Non Altrimenti Specificato Questa

categoria risulta residua ed utilizzabile per diagnosticare tutti quei bambini che pur

presentando una grave e generalizzata compromissione dello sviluppo sociale e relazionale, comportamenti stereotipati e compromissione della comunicazione verbale e non verbale, non rientrano in nessuna delle categorie specifiche descritte sopra. In questa categoria viene compreso anche l’Autismo Atipico dell'ICD 10. La schizofrenia ha un esordio nella fanciullezza e si sviluppa dopo anni di sviluppo normale, di fatti solo occasionalmente ha la propria strutturazione nella prima infanzia. Di solito vi è una storia di sviluppo precedente relativamente normale con la successiva strutturazione delle allucinazioni caratteristiche e delle trasformazioni della realtà tipiche della schizofrenia. Una mancanza di sviluppo sociale tipico é, comunque, spesso parte della storia precedente la malattia. La diagnosi di schizofrenia può essere aggiuntiva a quella di disturbo autistico se un soggetto autistico presenta le caratteristiche di quest’ultima con sintomi della fase attiva caratterizzati da deliri o allucinazioni.

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Il Mutismo selettivo non vi troviamo la grave compromissione dell’interazione sociale e le modalità ristrette di comportamento tipiche dell’ autismo e le capacità comunicative risultano adeguate almeno in determinate situazioni. La storia e la presentazione del mutismo selettivo sono piuttosto differenti da quelle dell'autismo. Sebbene i bambini con autismo siano spesso muti, il loro mutismo non é mai di natura strettamente 'selettiva'. Il Disturbo stereotipato del movimento é caratterizzato da manierismi motori stereotipie e ritardo mentale. Se il bambino risponde ai criteri per uno dei disturbi pervasivi dello sviluppo, una diagnosi di questo tipo viene immediatamente scartata. La Demenza ha occasionalmente la propria strutturazione nell'infanzia. Nel caso in cui il bambino soddisfi i criteri completi per disturbo disintegrativo della fanciullezza, può essere fatta, oltre a questa diagnosi, anche quella medica, specifica sulle cause della demenza. Il modello tipico di demenza con strutturazione nell'infanzia É il progressivo deterioramento delle funzioni mentali e motorie. Il Disturbo ossessivo compulsivo (OCD) é presente in alcuni bambini con interessi e comportamenti non usuali. Le abilità sociali ,linguistiche e comunicative risultano inalterate . Quando nel disturbo ossessivo compulsivo si presentano deficit nell’ area delle abilità sociali o della comunicazione, essi appaiono qualitativamente diversi da quelli dell'autismo. Il Disturbo di personalità schizoide É caratterizzato da un isolamento relativo, con abilità a relazionali normali in determinati contesti. I disturbi della personalità non vengono diagnosticati prima dei 18 anni di età dal corrente standard del DSM-IV. Il Disturbo di evitamento di personalità é caratterizzato da ansietà nel contatto con le diverse situazioni sociali. Il Disturbo reattivo dell'attaccamento di solito segue una storia di violenza o abuso molto gravi; i deficit sociali del disturbo reattivo dell'attaccamento tendono a scomparire notevolmente in risposta ad un ambiente più appropriato.

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La definizione generale dell’asse F84 riporta le seguenti indicazioni: “un gruppo di disordini caratterizzati da anomalie qualitative nelle interazioni sociali e nei modi della comunicazione, nonché da repertori di interessi ed attività ristretti, stereotipati e ripetitivi. Tali anomalie qualitative sono un tratto pervasivo della funzionalità della persona in ogni situazione”.

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TRIADE SINTOMATOLOGICA

Il disturbo dello spettro autistico è un disturbo generalizzato dello sviluppo , sul piano comportamentale i disturbi che identificano il quadro clinico sono riconducibili alla compromissione di tre aree principali: a) L’ interazione sociale b) La comunicazione verbale e non verbale c) Il repertorio di attività ed interessi

A tale triade sintomatologica , si associano spesso altri due sintomi: d) il ritardo mentale e) l’ epilessia.

Triade Sintomatologica

a) Compromissione dell’ interazione sociale e comportamenti ad essa correlati I disturbi rientranti in tale area sano quelli che maggiormente caratterizzano il quadro clinico . variano in rapporto all’ età e al livello di sviluppo. Nel corso del primo anno di vita la compromissione di tale area è tipicamente espressa dal deficit del canale di scambio tipicamente privilegiata in tale periodo : il conta...


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