Tesi Triennale PDF

Title Tesi Triennale
Author VL LK
Course Matematica Finanziaria
Institution Università Ca' Foscari Venezia
Pages 38
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Summary

Lo scopo di questo elaborato è di comprendere la natura degli SRI (Socially Responsible Investiments) ed i fattori che influenzano e quelli che dissuadono le scelte degli individui.
Per arrivare a tale risultato verrà svolta una duplice analisi. La prima parte sarà dedicata all’analisi di alcu...


Description

Corso di Laurea in Economia e Commercio Ordinamento ex D.M. 270/2004

Tesi di Laurea

Gli Investimenti Socialmente Responsabili e le determinanti del comportamento degli investitori

Relatore Ch. Prof. Antonella Basso Laureando Vladislav Lakhov Matricola 852539 Anno Accademico 2016 / 2017

INDICE Introduzione Capitolo I

Gli Investimenti Socialmente Responsabili

1.1 Cosa significa investire in maniera Socialmente Responsabile

Pag. 5

1.2 L’evoluzione storica degli Investimenti Socialmente Responsabili

Pag. 6

1.3 Classificazione degli Investimenti Socialmente Responsabili

Pag. 7

1.3.1. Classificazione in base alla strategia d’investimento

Pag. 7

1.3.2. Classificazione secondo EUROSIF

Pag. 10

1.3.3. Classificazione secondo EFAMA

Pag. 11

1.3.4. Classificazione secondo PRI Association

Pag. 12

1.4 Il mercato europeo e italiano degli Investimenti Socialmente Responsabili

Pag. 14

1.4.1. Il mercato europeo

Pag. 14

1.4.2 Il mercato italiano

Pag. 16

Capitolo II Le determinanti psicologiche del comportamento degli Investitori Socialmente Responsabili 2.1 Considerazioni introduttive

Pag. 17

2.2 I valori di base

Pag. 17

2.2.1 Cosa rappresentano i valori

Pag. 17

2.2.2 Il modello di Schwartz e le implicazioni negli SRI

Pag. 18

2.3 Gli atteggiamenti

Pag. 20

2.4 Le norme

Pag. 21

Capitolo III Le caratteristiche socio-demografiche degli Investitori Socialmente Responsabili 3.1 Considerazioni introduttive

Pag. 24

3.2 Livello di istruzione

Pag. 24

3.3 Età

Pag. 26

3.4 Genere

Pag. 27

3.5 Livello di benessere

Pag. 29

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3.6 Area geografica

Pag. 31

Conclusioni Bibliografia Sitografia

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INTRODUZIONE

Gli Investimenti Socialmente Responsabili possono essere associati ad una vasta gamma di concetti come gli investimenti etici, gli investimenti ambientali, gli investimenti responsabili e sostenibili e ogni altra tipologia di investimento che combini le motivazioni finanziarie dell’investitore a quelle di tipo ambientale, sociale e di governance. Lo scopo di questo elaborato è di comprendere la natura degli SRI (Socially Responsible Investiments) ed i fattori che influenzano e quelli che dissuadono le scelte degli individui. Per arrivare a tale risultato verrà svolta una duplice analisi. La prima parte sarà dedicata all’analisi di alcune determinanti psicologiche: valori di base, atteggiamenti e norme. Si cercherà di valutare il loro impatto nel processo decisionale di investimento in base all’intensità psicologica percepita. Nella seconda parte ci si concentrerà, invece, su alcuni fattori socio-demografici: livello d’istruzione, età, genere, livello di benessere e area geografica. Verranno discussi alcuni studi sull’eventuale propensione a comportarsi in maniera socialmente responsabile, con lo scopo di evidenziare un’eventuale correlazione con l’effettiva decisione di investire in SRI.

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Capitolo I Gli Investimenti Socialmente Responsabili

1.1. Cosa significa investire in maniera Socialmente Responsabile Quando si parla di Investimenti Socialmente Responsabili nella letteratura scientifica si incontrano varie definizioni, tuttavia la più comune descrive gli Socially Responsible Investments (SRI) come “un processo di investimento in cui i criteri in materia di comportamento sociale e ambientale di una società svolgono un ruolo decisivo nell’ammettere nel portafoglio d’investimento azioni di tale società” (Kent, Nofsingher, 2012). Il fine è far sì che nasca un senso maggiore di responsabilità nelle imprese oggetto di investimento verso gli attori economici, sociali e politici. In questo senso l’investitore socialmente responsabile è visto come un individuo o un’istituzione che nel processo di selezione dei titoli prende in considerazione criteri etici, sociali, ambientali e di governance (Environmental, Social and Governance o ESG), oltre a quelli finanziari. Nella Tabella 1.1 vediamo ognuno di questi criteri in base a specifiche tematiche che rappresentano. Tali tematiche permettono agli investitori di delineare un modello ideale di riferimento per le imprese candidate ad essere inserite nel portafoglio degli SRI.

Tabella 1.1. Dimensioni e tematiche ESG Ambientale Cambiamenti climatici Acqua Suolo Biodiversità Risorse naturali Energia Rifiuti

Sociale Diritti umani Sviluppo del capitale umano Attrazione dei talenti Pari opportunità e diversità Salute e sicurezza Relazioni con la comunità Sviluppo socioeconomico Filantropia

Governance Indipendenza Remunerazione Compliance Corruzione Diritti degli azionisti Gestione del rischio

Fonte: ANSAF, (2010)

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Etica Produzione e commercio di alcolici Produzione di tabacco Produzione di armi Sperimentazione sugli animali Produzione e commercio di pellicce Gioco d’azzardo Pornografia

1.2. L’evoluzione storica degli Investimenti Socialmente e Responsabili Le fondamenta degli Investimenti Socialmente Responsabili derivano dal desiderio degli investitori di far coincidere le loro credenze con le politiche di investimento. Le prime forme di questi investimenti risalgono al XVII secolo, quando i Quaccheri, una rigorosa corrente del protestantesimo, si rifiutarono di trarre profitto con i loro risparmi dalla guerra e dalla vendita di schiavi in quanto pratiche incompatibili con la dottrina cristiana. Cominciarono così a considerare non solo il ritorno economico, ma anche obiettivi che esulavano dalla finanza classica (Regalli, Soana, Tavaglini, 2005). Nel corso dell’Ottocento altri movimenti religiosi anglosassoni, ispirati dai Quaccheri, adottarono atteggiamenti analoghi attraverso politiche di investimento che andavano ad escludere le imprese produttrici di armi, tabacco e alcool. Questa tendenza si consolidò maggiormente all’inizio del XIX secolo negli Stati Uniti d’America, dove si aprì un primo dibattito sul tema del rapporto tra etica e finanza (Signori, Rusconi, Dorigatti, 2005). Diverse istituzioni religiose ritenevano immorale depositare e investire i loro risparmi in banche e società che investissero e svolgessero attività in contrasto con i principi cristiani. Conseguenza del dibattito fu la creazione nel 1928 del primo fondo d’investimento orientato in senso etico, Il Pioneer Found, il cui scopo era di escludere dal suo portafoglio i cosiddetti “titoli del peccato” ossia partecipazioni in società dei settori del tabacco, del gioco d’azzardo e dell’alcol (Dal Maso, Bartolomeo, 2001). Decisivi per l’evoluzione dell’approccio all’eticità degli investimenti furono gli anni della contestazione. La fine degli anni ’60 segna profondamente le democrazie occidentali. Le battaglie per i diritti dell’uomo, i boicottaggi ad alcune multinazionali, la maggiore presa di coscienza sul divario tra Paesi sviluppati e Paesi del Terzo Mondo e altre questioni socio-ambientali definirono il sistema politico-economico del tempo. Queste tematiche rappresentarono un trampolino di lancio per l’investimento sostenibile. Per la prima volta anche il mondo laico si mostrò sensibile riguardo alla destinazione del proprio denaro. Nel 1971 due ministri metodisti, consapevoli dell’inesistenza negli Stati Uniti di almeno un fondo che non traesse beneficio dalla guerra, crearono il primo fondo comune d’investimento socialmente responsabile moderno, il Pax World Fund. Il suo portafoglio includeva soltanto società che non fossero coinvolte nel commercio di armi, del tabacco, dell’alcol e, inoltre, tali società dovevano dimostrare di avere rispetto per i 6

propri dipendenti e per l’ambiente. Obiettivo del fondo era “contribuire alla pace nel mondo attraverso l’investimento in compagnie che producessero beni e servizi a sostegno della vita” (Regalli, Soana, Tavaglini, 2005). Negli anni ’80 il fenomeno degli investimenti socialmente responsabili inizia a diffondersi anche in Europa, dapprima con la Nascita dell’EIRIS (Experts in Responsible Investments Solutions) una società di servizi fondata con l’obiettivo di dare supporto a tutti gli investitori che avessero voluto investire seguendo principi e linee etiche (www.eiris.org). Nel 1984 venne creato il primo fondo socialmente responsabile europeo, il Friends Provident’s Stewaship, fondo finalizzato ad investire in compagnie che contribuiscono al benessere collettivo e di evitare di investire in compagnie che non lo fanno. Negli anni ’90 la crescente espansione e popolarità dei fondi SRI come approccio di investimento hanno portato alla creazione del Domini Social Index 400. Il primo indice della categoria degli indici di borsa etico-sociale, il DSI segue le performances di 400 aziende statunitensi che rispettano determinati criteri sociali ed ambientali. Al giorno d’oggi, problemi come la disparità sociale, il cambiamento climatico sono peggiorati rispetto agli anni ’70 e questo ci porta a dire che le tendenze nella crescita degli SRI continuino e si rafforzino andando avanti, soprattutto perché le strategie di sostenibilità continuano ad aggiungere valore finanziario per le società e i loro azionisti.

1.3. Classificazione degli Investimenti Socialmente Responsabili 1.3.1. Classificazione in base alla strategia d’investimento Come abbiamo visto, l’elemento caratterizzante degli investimenti socialmente responsabili è il processo di selezione dei titoli da inserire nel portafoglio. Tuttavia, non esiste un criterio univoco di selezione, ogni ente o istituzione utilizza un processo di classificazione differente, ma riscontrabile in una delle quattro macro-categorie di classificazione: (Signori, Rusconi, Dorigatti, 2005). I.

Lo screening negativo: La strategia più utilizzata, implica l’esclusione dal portafoglio di società o di settori che non rispettano determinati standard 7

ambientali, sociali e di governance (ESG). La restrizione più comune impone di evitare l’investimento in società coinvolte nella commercializzazione o fabbricazione di armi, alcol, tabacco, pornografia, gioco d’azzardo ed energia nucleare. Per quanto riguarda le politiche ambientali, si escludono società in base al consumo di energia, all’inquinamento, alla produzione di rifiuti e alla conservazione di risorse naturali. Se si guarda alle politiche sociali invece, vengono escluse società che non rispettano i diritti umani, gli standard lavorativi e i rapporti con la comunità civile. Riguardo alle politiche di governance, infine, si evitano le società poco trasparenti sulle le modalità contabili, società in conflitto d’interessi e società che sfruttano la politica per gli affari. Nella Tabella 1.2 vengono riportati tutti i criteri di esclusione e le relative definizione.

Tabella 1.2. Criteri SRI dello screening negativo Criteri

Definizione

Alcol

Imprese coinvolte nella produzione, distribuzione o promozione di bevande alcoliche

Gioco d’azzardo

Casinò e fornitori d’attrezzature di gioco d’azzardo

Tabacco

Produttori di sigarette

Armi militari

Produttori di armi militari

Energia nucleare

Produttori di reattori nucleari o gestori di centrali nucleari

Armi da fuoco

Produttori di armi

Pornografia

Editori di riviste e film pornografici

OGM

Imprese produttrici di OGM

Fonte: Kent, Nofsingher (2012)

II.

Lo screening positivo: Mira a promuovere gli investimenti in società che contribuiscono in maniera significativa alla sostenibilità nello svolgimento degli affari. Gli elementi da considerare in questa strategia di inclusione comprendono: la trasparenza della gestione, la valorizzazione delle risorse

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umane, la partecipazione dei lavoratori alla gestione aziendale, la qualità dei prodotti, la salvaguardia della salute e l’adesione a convenzioni socialmente rilevanti. Tuttavia, questi elementi si differenziano in base al conteso societario e presentano un grado di complessità differenza a seconda dei singoli casi. Nella Tabella 1.3 vengono riportati i criteri positivi di inclusione e le relative definizioni.

Tabella 1.3. Criteri SRI dello screening positivo Criteri

Definizione

Comunità

Attività destinate alla comunità

Diversità

Politica attiva verso l’occupazione delle minoranze

Rapporti di lavoro

Ricerca delle potenzialità dei dipendenti; partecipazione agli utili dei dipendenti, evitare lo sfruttamento del lavoro

Ambiente

Evitare la produzione di prodotti tossici; favorire attività di riciclo; riduzione di gas serra

Prodotto

Ricercare l’alta qualità nei prodotti

Fonte: Kent, Nofsingher (2012)

III.

La community investing/cause-based investing: Strategia che riguarda la possibilità di concedere prestiti considerati non “bancabili” dalle istituzioni finanziarie tradizionali. “Community investing” comprende al suo interno il microcredito, ma dipende principalmente dal fatto che i fondi etici, spesso, investono il denaro raccolto a favore delle comunità locali, aiutando così soggetti in difficoltà come i senzatetto e i disoccupati.

IV.

Azionariato attivo: Quest’ultima strategia implica un incoraggiamento degli azionisti stessi alle imprese presenti in portafoglio ad intraprendere iniziative meritevoli di dal lato della responsabilità sociale attraverso il dialogo con il management, l’esercizio del diritto di voto e infine la partecipazione alle

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assemblee annuali con eventuale boicottaggio e successiva dismissione delle partecipazioni in assenza di collaborazione da parte della società.

Come abbiamo detto, ogni ente o istituzione utilizza un processo di classificazione diverso. Analizziamo nello specifico tre tra i più importanti enti del mondo SRI.

1.3.2. Classificazione secondo EUROSIF EUROSIF (The European Social Investment Forum) è un gruppo paneuropeo no-profit la cui missione è di stimolare e sviluppare pratiche di investimento socialmente responsabile e migliori modelli di finanza aziendale. I membri attuali di Eurosif includono fondi pensione, istituzioni finanziarie, istituzioni accademiche, associazione di ricerca e ONG. I principali benefici che i membri ricevono dall’appartenenza dell’Eurosif sono: attività di lobbying, informazioni sull’investimento socialmente responsabile e iniziative di respiro europeo che promuovono lo sviluppo dei settori legati agli SRI e alla Corporate Governance. EUROSIF classifica gli investimenti socialmente responsabili in sette categorie (www.eurosif.org): 1. Sustainability themed Invesment: Investimenti o attività legate allo sviluppo della

sostenibilità su un tema specifico o su una pluralità di temi rientranti nelle dimensioni ESG. Questi investimenti contribuiscono attivamente ad affrontare sfide sociali ed ambientali come il cambiamento climatico. 2. Best-in-Class investment selection: Implica la scelta di investire nelle società

leader all’interno di un settore basandosi sulle loro dimensioni ESG. 3. Norms-based screening: Gli investimenti vengono selezionati in conformità a

norme internazionali in tema ambientale e sociale. Queste norme sono definite dagli organismi sovranazionali come L’Unione Europea e le Nazioni Unite. 4. Exclusion of holding from investment universe: Vengono escluse società, settori

o addirittura paesi in contrasto con la dimensione etica degli SRI. I principali criteri di esclusione comprendono: armi, pornografia, tabacco, gioco d’azzardo e

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la sperimentazione animale. Generalmente questi criteri vengono scelti dai gestori dei fondi. 5. Integration of ESG factors in financial analysis: Si prendono in considerazione i

fattori ESG oltre agli indicatori finanziari tradizionali dell’analisi degli investimenti. Questa combinazione permette di selezionare soltanto le società più sostenibili. 6. Engagement and voting on sustainability matters: Gli azionisti cercano di far

aumentare l’impegno e la consapevolezza delle società sulla sostenibilità attraverso il dialogo con il management. 7. Impact investment: Investimenti effettuati con l’intenzione di generare un

impatto sociale e ambientali positivo. Tra gli impact investments vanno, generalmente, compresi il microcredito e i fondi d’imprenditoria sociali.

1.3.3. Classificazione secondo EFAMA EFAMA (European Fund and Asset Management Association) è un’associazione rappresentativa della gestione degli investimenti per l’Europa. L’organizzazione viene fondata nel 1974 da alcuni paesi europei: Belgio, Francia, Paesi Bassi, Gran Bretagna, Germania, Irlanda e Italia. Con i suoi 90 membri, suddivisi tra associazioni e società, EFAMA rappresenta 58500 fondi d’investimento. L’EFAMA riconosce cinque categorie di investimenti socialmente responsabili (www.efama.org): 1. Best in Class: Consiste nel selezionare le migliori società di ogni settore in base

ad una serie di requisiti ambientali e sociali. 2. Thematic approach: Le società da includere nel portafoglio vengono selezionate

sulla base di specifiche tematiche ambientali o sociali come il cambiamento climatico, le energie rinnovabile, la deforestazione.

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3. Norms-based approach: Le società in cui investire vengono scelte seguendo

norme internazionali e/o definite specificatamente dai gestori dei fondi in conformità ad alcuni fattori ESG. 4. Exclusion approach: Vengono escluse tutte le società che svolgono attività

inadatte al mondo SRI come la commercializzazione di armi, lo sfruttamento dei lavoratori, i test su essere viventi. 5. Engagement (voting): Gli investitori si impegnano a far conseguire dei

miglioramenti nel comportamento dell’organo amministrativo riguardo alle questioni ambientali e sociali. Questo processo avviene attraverso il dialogo con il management e l’esercizio del voto nelle assemblee.

1.3.4. Classificazione secondo PRI Association PRI Association (Principles for Responsible Investment) è una rete internazionale di investitori che collaborano allo scopo di mettere in pratica i sei Principi di Investimento Responsabile promossi dalle Nazioni Unite. L’obiettivo dell’associazione è quello di creare una maggiore consapevolezza negli investitori in materia di sostenibilità e supportare i firmatari dei principi a incorporare tali criteri nelle loro decisioni di investimento. La PRI Association identifica sei categorie di investimenti socialmente responsabili (www.unipr.org): 1. ESG integration: Al fine di influenzare i risultati finanziari, nella fase di

investimento si considerano anche i fattori ESG. Per esempio, si valuta l’impatto ambientale oltre al rischio finanziario di un investimento. 2. ESG exclusions: Comporta l’esclusione di alcuni titoli in base ai fattori ESG. Si

escludono alcuni settori in base all’incompatibilità etica (armamenti), o società che non rispettano determinati requisiti per considerarsi socialmente responsabili. 3. ESG themed investments: Ci si focalizza su determinati temi sociali o ambientali

che le società possono portare a termine nel migliore dei modi. Questa strategia

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comporta l’investimento in compagnie che dimostrano di soddisfare l’impegno in queste tematiche. 4. ESG positive screening and Best-in-Class: Si tende a preferire società che

rispettano particol...


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