Tesina Liceo Scientifico PDF

Title Tesina Liceo Scientifico
Author Teresa Faglia
Course Scienze dell'educazione
Institution Università degli Studi di Macerata
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Summary

Tesina liceo scientifico ...


Description

“Come il mare, anche quando è calmo non è mai immobile”

TERESA FAGLIA 5°D LICEO SCIENTIFICO opz. INFORMATICO ANNO SCOLASTICO 2017/2018

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INDICE

Introduzione...........................................................................................................3 FISICA: la struttura dell’onda..........................................................................................4 SCIENZE: tettonica delle placche e tsunami................................................................. 5-6-7 ITALIANO: visione del mare per Montale……..................................................................8 FILOSOFIA: il sublime di kant…...............................................................................................9-10 Bibliografia…............................................................................................................. 11

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INTRODUZIONE Il mare è tutto ciò che vediamo e viviamo. E’ la vita, e come tale può assumere sfaccettature a seconda dell’ambiente che lo circonda, proprio come l’uomo. Quando è a contatto con un ambiente familiare, calmo e pacifico, è tranquillo e pacato; mentre quando è in un ambiente che si rileva imcompatibile, diventa agitato, burrascoso e si scatena la tempesta. In quest’ultimo caso può provocare danni a causa delle sue onde anomale come per esempio lo tsunami e secondo il famoso filosofo Kant può provocare nell’uomo un senso di disagio, di senso di inferiorità rispetto alla natura, il sublime. Inoltre il mare viene visto come elemento di ispirazione e riflessione da parte di scrittori, pittori, filosofi o in generale dell’uomo stesso. Come Eugenio Montale che ha descritto con cura e minuziosità il suo amato e allo stesso tempo odiato paesaggio ligure dove il mare provoca disagio nell’anima del poeta, pur essendo calmo, piatto, tranquillo. L’immensità, il senso di infinito diviene un posto non solo per pensare ma anche come un vero e proprio rifugio in cui poter affogare i pensieri negativi, le preoccupazioni, le situazioni di disagio; allo stesso tempo è luogo di nutrimento, che dà forza ed energia. Per me il mare è la mia casa, è il luogo in cui sono nata e cresciuta. E’ come un diario dove poter scrivere le cose più oscure che ti passano per la mente, le gioie, le vittorie e le sconfitte. Lui non sarà mai lì pronto a giudicarti, a puntarti il dito contro ma accoglierà sempre ogni tua parola lasciando che venga trasportata tra un onda e l’altra, tra la salsedine e i sassi, tra il cielo e il mare. Ogni volta che lo guardo è come fosse la prima volta. Ho quel senso di commozione che rasenta l’incredulità e ogni volta mi chiedo come sia possibile questa immensità a portata di mano, dove finisce e se finisce davvero.

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FISICA : la struttura di un’onda In fisica con il termine onda si indica una perturbazione che nasce da una sorgente e si propaga nel tempo e nello spazio, trasportando energia o quantità di moto senza comportare un associato spostamento della materia. Le onde possono propagarsi sia attraverso un materiale, sia nel vuoto. Ad esempio la radiazione elettromagnetica, e la radiazione gravitazionale, possono esistere e propagarsi anche in assenza di materia, mentre altri fenomeni ondulatori esistono unicamente in un mezzo fisico, che deformandosi produce le forze elastiche di ritorno in grado di permettere all'onda di propagarsi. Un'onda può essere caratterizzata da una singola oscillazione oppure da una successione di onde aventi caratteristiche simili, come ad esempio la periodicità intrinseca. In generale le onde sono caratterizzate da una cresta (punto alto), da un ventre (punto più basso) e da fronti d'onda di propagazione nel caso di sequenze di onde e sono in prima istanza classificabili come longitudinali o trasversali. Nelle onde trasversali la vibrazione è perpendicolare alla direzione di propagazione. Le onde longitudinali sono invece caratterizzate da una vibrazione concorde con la direzione di propagazione dell'onda. Esistono onde che sono sia longitudinali che trasversali e sono dette onde miste, ad esempio le onde sulla superficie del mare.

SCIENZE: tettonica delle placche e tsunami 4

La tettonica delle placche è il modello sulla dinamica della Terra, dove le fasce sismiche corrispondono alle zone di contatto tra le placche, chiamate margini di placca. Quelle principali sono: placca antartica, sudamericana e nord americana, africana, indo-australiana, pacifica, euroasiatica. Le placche possono essere continentali o oceaniche e costituiscono il guscio esterno della Terra, noto come litosfera, che comprende la crosta e la parte più elevata del mantello. Il movimento di correnti nelle rocce fuse sottostanti trascina le placche, come un groviglio di nastri trasportatori difettosi. Quando le placche si incontrano o si dividono, il loro movimento crea tre tipi di margini tettonici: convergente, in cui le placche si sovrappongono; divergente, in cui si separano; e trasformi, in cui scorrono l’una di fianco all’altra.

Con i margini convergenti avvengono fenomeni diversi a seconda del tipo di zolle che entrano in collisione. 5

Se a convergere sono una placca continentale e una oceanica, la seconda sotto scorre alla prima attraverso il cosiddetto fenomeno di subduzione e la litosfera oceanica viene trascinata in profondità nel mantello. In queste aree troviamo le fosse abissali e spesso sono presenti fenomeni di vulcanismo. Si viene così a creare in superficie un arco vulcanico sul continente. Tale vulcanismo ha origine dalla presenza di magma causata soprattutto dalla fusione parziale del cuneo di mantello (fusione per idratazione) e solo in minima parte dalla fusione del materiale subdotto. Un esempio è la placca di Nazca che slitta sotto quello occidentale della zolla sudamericana, dando origine alla lunghissima catena montuosa e vulcanica delle Ande. Se a convergere sono due litosfere oceaniche una delle due sotto scorre all'altra generando questa volta un arco vulcanico insulare. Se a convergere sono due placche continentali la parte subdotta viene distrutta e l’altra “si increspa” a formale montagne. I margini trasformi o conservativi possono essere di due tipi ed entrambi possono essere caratterizzati da un movimento definito destro o sinistro. Al primo tipo appartengono le faglie trascorrenti, il movimento destro o sinistro di una placca contro un'altra causa effetti facilmente visibili in superficie. A causa dell'attrito e del comportamento rigido le placche possono non scivolare in modo continuo l'una sull'altra, accumulando energia elastica sui margini di zolla che, quando viene superata la soglia di rottura delle rocce interessate dal fenomeno, viene rilasciata istantaneamente provocando così un terremoto di magnitudo variabile. Questo fenomeno è inquadrato nella "teoria del rimbalzo elastico". L'esempio più famoso di questo tipo di faglia è rappresentato dal complesso della nota "faglia di Sant'Andrea", nella costa ovest del nord America, in California. In quest'area le placche del Pacifico e del nord America scorrono lateralmente fra di loro con un movimento transpressivo, in modo tale che la placca del Pacifico si sposti verso nord mentre l'altra verso sud. Al secondo tipo appartengono le faglie trasformi, che segmentano la dorsale oceanica principale e generalmente si dispongono perpendicolarmente ad essa. Si hanno margini divergenti o costruttivi quando le placche si muovono allontanandosi a vicenda e lo spazio che viene a crearsi fra loro viene riempito da nuovo materiale effusivo proveniente dal mantello. Il materiale appena uscito solidifica, "fondendo" tra loro le due zolle interessate. Dato che le zolle sono in continuo movimento, superato il limite di rottura, l'energia elastica accumulata si libera, generando un terremoto. Però, in questo caso, i terremoti sono prodotti anche dalla risalita di magma proveniente dal mantello. I margini divergenti sono caratterizzati, nella "litosfera oceanica", da lunghissime dorsali mentre, per quanto riguarda la "litosfera continentale", sono caratterizzati da grandi vallate a forma di spaccatura, come la "Rift-valley" in Africa orientale. 6

Poiché dalle dorsali fuoriesce nuovo materiale la crosta oceanica aumenta determinando il fenomeno dell'espansione dei fondali oceanici. Solo i casi in cui i terremoti si vanno a verificare al di sotto dell’oceano causano tsunami. L’enorme energia derivata dal maremoto è talmente potente da sollevare il fondale oceanico assieme a tutta la colonna d’acqua sovrastante, innalzando di conseguenza la superficie del mare al di sopra del suo livello naturale. Qui interviene la forza di gravità: la massa iniziale d’acqua che si sposta verso l’alto, viene attratta verso il basso e propagata in tutte le direzioni, come quando si lancia un sasso in un lago e vediamo formarsi sulla superficie dei cerchi concentrici, formando onde. Quando lo tsunami si avvicina verso la costa, essendo che la profondità del mare diminuisce ma l’energia dello tsunami si conserva, questa energia andrà a comprimersi in un volume d’acqua più piccolo. Quindi quando sta per avvicinarsi alla costa inizierà a trasformarsi, rallenta la sua corsa e la sua altezza aumenta. Tra i maremoti più potenti venne registrato venerdì 11 marzo del 2011, nella zona nord-orientale dell’isola di Honshu in Giappone, una violenta scossa di magnitudo 9 della Scala Richter. Provocò un enorme tsunami che si abbatte violentemente sulle coste giapponesi appena poche decine di minuti dopo si formarono onde alte fino a 10 metri, provocando enormi danni, il blocco di diverse centrali nucleari e più di 10000 morti.

ITALIANO: visione del mare per Montale 7

Nel corso degli anni Eugenio Montale ha realizzato varie raccolte di poesia, che rappresentano il suo stile e la sua poetica e nelle quali tornano tutte le tematiche principali delle sue idee. La prima raccolta si intitola “Ossi di Seppia” e comprende le liriche composte a partire dal 1916. Gli “Ossi di seppia” simboleggiano l’aridità dell’intero universo montaliano. Essi possono galleggiare felicemente nel mare, simbolo della felicità, oppure essere condotti sulla spiaggia come dei relitti. La prima possibilità risulta sempre più difficile da attuarsi; tende ad imporsi, invece la seconda situazione, come l'osso di seppia gettato sulla terra, il poeta è esiliato dal mare, escluso dalla natura e dalla felicità. I due simboli dominanti sono, dunque, il mare e la terra. Il primo, che attrae e respinge, è il luogo dell’indifferenziato, della beatitudine naturale e della libertà. La seconda è la sede della privazione, dell’esilio, del rapporto sociale e del sacrificio; quindi la terra è il luogo-emblema dei limiti della condizione umana, nel cosiddetto “male di vivere”. Nelle liriche vi è un ripensamento all’incanto dei paesaggi dell’infanzia e dell’adolescenza contrapposto al disincanto di quelli della maturità. E’ una contrapposizione tra la pienezza di un rapporto solido ed organico dell’uomo con il cosmo ed una condizione di spaesamento e di frammentazione che ora investe non solo la realtà oggettiva ma anche quella soggettiva. L’anima è, in tal modo, ritratta “divisa” ed “informe”. All’uomo non resta che accettare “senza viltà” la vita su una terra desolata e su un universo disgregato e franante. Le liriche di Eugenio Montale sono circoscritte nelle linee di paesaggi che appartengono per lo più alla Liguria. Descritta come terra nuda, arida, desertica, povera di colori, sempre bruciata da un sole implacabile che ne rende quasi allucinati e irreali i contorni, caricandoli di valenze metafisiche ed esistenziali. Il poeta ne spia le forme e si sofferma ad ascoltarne le voci con un atteggiamento attonito e meditativo. Ogni paesaggio è scrutato dall’autore nel suo aspetto fisico e metafisico, nel suo essere cosa materiale e al tempo stesso essere simbolo della condizione umana di dolore e di ansia.

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FILOSOFIA: il sublime di Kant Kant analizza il sentimento del sublime partendo da una riflessione della cultura europea, paradossale: il sentimento di piacere generato da ciò che inquieta, fa paura o in qualche modo fugge al controllo di un soggetto razionale. Partendo dal sentimento naturale della paura, Kant mostra che il piacere deriva dalla presa di coscienza della nostra forza spirituale, che ci mette in grado di resistere alla sfida di minacce mortali e di superare, se occorre, i timori per la fragilità dell’esistenza. Il valore estetico del sublime si carica quindi di un forte significato morale, permettendo di rintracciare la somiglianza tra esperienze simboliche, come quelle vissute nella contemplazione di uno spettacolo naturale, ed esperienze di vita estreme, come quelle della guerra. La potenza è un potere superiore; prende il nome di impero quando è anche superiore alla resistenza. La natura, considerata come una potenza che non esercita alcun impero su di noi, è dinamicamente sublime, quindi dobbiamo rappresentarcela come paurosa. D’altra parte si può considerare temibile un oggetto, senza peraltro provarne paura. Così l’uomo virtuoso teme Dio, senza averne paura: perché l’eventualità di volersi opporre a lui ed ai suoi comandi non gli sembra una possibilità della quale debba preoccuparsi. Invece chi è preda della paura non può giudicare del sublime della natura, che gli incute timore. Perciò, è un sentimento di gioia il sollievo che proviamo per il cessare di un pericolo; con il proposito di non esporvisi mai più. Nuvole temporalesche ammassantisi e avanzanti in cielo con lampi e tuoni, vulcani al colmo della loro furia distruttrice, uragani che lasciano la devastazione dietro di sé, l’immenso oceano infuriato, la cascata d’un grande fiume, e simili, riducono ad una piccolezza insignificante il nostro potere di resistenza, paragonato con la loro potenza. Ma questi spettacoli, quanto più sono spaventosi, tanto più ci attraggono, se ci troviamo al sicuro; e queste cose le chiamiamo volentieri sublimi, perché innalzano le forze dell’anima al di sopra della mediocrità ordinaria, e ci fanno scoprire in noi stessi un potere di resistenza di tutt’altro genere, che ci dà l’animo di misurarci con l’apparente onnipotenza della natura. In tal modo il nostro giudizio estetico non attribuisce il sublime alla natura in quanto questa è paurosa, ma perché desta quella forza che è in noi, a considerare come insignificanti le cose di cui ci preoccupiamo (i beni, la salute e la vita), e perciò a non vedere nella potenza della natura un impero cui doverci piegare, quando si ha in gioco l’affermare o il rinnegare i nostri più alti principi. Come nel caso del sublime matematico, scopriamo il limite della nostra piccolezza. Ci sentiamo deboli ma anche capaci di porci al di sopra del pericolo che ci minaccia. La sublimità non risiede dunque in nessuna cosa della natura, ma soltanto nel nostro animo, nella misura in cui possiamo giungere alla coscienza della nostra superiorità rispetto alla natura che è in noi, e quindi anche alla natura a noi esterna. 9

Il sublime qui nasce dalla reazione rispetto all'assolutamente grande, come è, ad esempio, l'oceano. La ragione rivendica la propria capacità di pensare l'assoluto, l'infinito, anche se non è in grado di conoscerlo. Mille sono gli spettacoli della natura capaci di suscitare questo timore, dall'uragano al maremoto, alla tempesta dell'oceano. Allo stesso modo non dobbiamo rappresentarci l'oceano come un vasto regno di esseri acquatici e come un grande serbatoio d'acqua, ma basta semplicemente considerarlo come lo si vede. Per esempio, quando è calmo, come un chiaro specchio d'acqua limitato soltanto dal cielo; quando è tempestoso, come un abisso che minaccia di inghiottire tutto. Notiamo nelle parole del filosofo, l'intento di cogliere l'oceano nella sua purezza, quindi nella sua sublimità. Bisognerebbe rappresentarselo come fanno i poeti poiché si tratta di descrivere e di comprendere l'esperienza del sublime nella sua struttura generale; tenersi all'oceano puro e semplice, rispettare la purezza del giudizio, evitando di aggiungervi alcunché di concettuale, significa escludere ogni "interpretazione indebita", "indebita" non in generale, ma nei giudizi estetici, perché appunto essi devono essere puri. L'oceano dei poeti non è come un regno di vita acquatica, neppure come uno specchio: l'oceano è "come" l'oceano, è come se stesso.

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BIBLIOGRAFIA FISICA: 

https://it.wikipedia.org/wiki/Onda

SCIENZE:  http://www.raiscuola.rai.it/articoli-programma-puntate/come-si-forma-uno-

tsunami/30101/default.aspx  https://it.wikipedia.org/wiki/Tettonica_delle_placche  http://www.nationalgeographic.it/ambiente/disastrinaturali/2010/03/24/news/plate_tectonics-3482/

ITALIANO: 

https://www.studenti.it/opere-11716.html

FILOSOFIA: 

http://online.scuola.zanichelli.it/lezionidifilosofia/files/2010/01/U10L08_zanichelli_Kant.pdf

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