Positivismo evoluzionistico - liceo PDF

Title Positivismo evoluzionistico - liceo
Course Mediazione linguistica e interculturale
Institution Sapienza - Università di Roma
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riassunto integrato con appunti...


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Positivismo evoluzionistico 1

Positivismo evoluzionistico ! Il positivismo è un movimento filosofico e culturale, caratterizzato dall'esaltazione della scienza, che nasce in Francia nella prima metà deIl’Ottocento e si impone, a livello europeo e mondiale, nella seconda parte del secolo. Il termine “positivo” dai filosofi positivisti con due significati fondamentali: • è ciò che è reale, effettivo, sperimentale. • è ciò che appare fecondo, pratico, efficace. il positivismo si caratterizza fin dall’inizio per celebrazione della scienza che si concretizza in una serie di convinzioni di fondo: • la scienza è l'unica conoscenza possibile e il metodo della scienza è l'unico valido (tutte le altre prive di valore) • la filosofia tende a coincidere con la totalità del sapere positivo o, specificatamente, con l’enunciazione dei principi comuni alle varie scienze. sua funzione peculiare consiste quindi nel riunire e nel coordinare i risultati delle singole scienze, in modo da realizzare un sapere unificato e generalissimo. • poiché il metodo della scienza è l unico valido, va esteso a tutti i campi di indagine, compresi quelli che riguardano l'uomo e la società (sociologia) • il progresso della scienza rappresenta la base del progresso umano e Io strumento per una riorganizzazione globale della vita in società che consenta di superare la "crisi" del mondo moderno. Parlando del Positivismo in generale, è indispensabile distinguere tra una prima e una seconda fase: • mentre all’inizio il positivismo appare offuscato dalla preponderante influenza romantico-idealistica e vuole essere principalmente una proposta per superare la crisi socio-politica e culturale del periodo post-illuministico e post-rivoluzionario attraverso il modello proposto da Comte mediante un modello politico organicistico e anti-liberale. • nella seconda metà del secolo esso si presenta come riflesso e stimolo al medesimo tempo di un progresso in atto identificando il progresso con il trionfo del liberalismo e diventando la filosofia egemone della cultura europea. Questo ottimismo che trova una base nella fiducia entusiastica nelle forze dell'uomo e nelle potenzialità della scienza e della tecnica si traduce in un vero e proprio culto per il pensiero scientifico e tecnico. Così,il positivismo esalta in primo luogo lo scienziato. L’industriale, l’ingegnere, il medico e il maestro. Nel complesso, il positivismo della seconda metà del secolo appare come la filosofia della moderna società industriale e tecnico-scientifica, e come l’espressione culturale delle speranze, degli ideali che tutt'a un tratto caratterizzarono la storia moderna. Dal punto di vista socio-politico, il positivismo della seconda metà dell’Ottocento può essere considerato come l’ideologia tipica della borghesia liberale dell’Occidente. -Positivismo e Illuminismo-

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Per certi versi il positivismo si configura come una ripresa originaria del programma illuministico all'interno della nuova situazione storico-sociale post-rivoluzionaria, caratterizzata dall'avvento del capitalismo industriale e dallo sviluppo delle scienze e della tecnica. Tra le analogie tra le due correnti osserviamo: • la fiducia nella ragione e nel sapere, • l'esaltazione della scienza a scapito della metafisica • la visione tendenzialmente laica e immanentistica della vita. Tra le differenze: • il momento storico in cui vivono i positivisti della seconda metà del secolo è molto diverso. spiega la minor carica polemica dei positivisti e il fatto che il positivismo si presenta come un riformismo consapevolmente anti-rivoluzionario, mentre I’lluminismo si configurava come un riformismo tendenzialmente gravido di rivoluzionarismo. • il compito della filosofia nei confronti della scienza. l positivisti ritengono che il compito della filosofia sia quello di ordinare il quadro complessivo delle scienze, o di proporre una sintesi unifìcatrice e generalizzatrice dei loro risultati; mentre gli illuministi, avevano indirizzato la riflessione filosofica verso una fondazione gnoseologica e critica della scienza. • diverso modo di rapportarsi alla scienza. Mentre per i positivisti, il richiamo alla scienza si concretizza talvolta in una riedificazione di alcune certezze assolute,nutrendosi così di un'esplicita assolutizzazione della scienza, per gli illuministi l'appello al sapere sperimentale è prevalentemente in funzione di una dissoluzione delle credenze della metafisica e della religione. -Le varie forme di positivismoTradizionalmente, si sono distinti due movimenti di fondo, aventi Darwin come spartiacque: • il positivismo sociale, tipico della prima parte del secolo (Comte) • il positivismo evoluzionistico, rappresentato principalmente da Spencer. Parallelamente a questa distinzione è possibile seguire lo sviluppo delle idee del movimento nazione per nazione, in un’atmosfera che, se all'inizio è caratterizzata soprattutto dal riferimento alla scienza come strumento di superamento della crisi moderna e come mezzo per una rigenerazione complessiva dell'umanità, in seguito risulta improntata soprattutto dalle scoperte biologiche di Darwin che offrono una valida base per ardite generalizzazioni filosofiche che ruotano intorno all'idea di "evoluzione”. L'indirizzo "evoluzionistico del positivismo consiste, da una parte, nell'assumere il concetto di "evoluzione" quale fondamento di una teoria generale della realtà e, dall'altra, nello scorgere nei processi evolutivi la manifestazione di una realtà - soprannaturale o metafisica - infinita e ignota. Il concetto di "evoluzione" è desunto dalla teoria scientifica del trasformismo biologico elaborata dal naturalista britannico Charles Darwin di cui il positivismo evoluzionistico si può dire che rappresenti una generalizzazione, condizionata dal presupposto romantico per cui il finito è la manifestazione, o rivelazione, dell’infinito. Dunque, il positivismo evoluzionistico costituisce l’estensione al mondo della natura del concetto di "storia" elabo-

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rato dall’idealismo romantico: la storia nella dottrina dei romantici, così la natura nella dottrina di Spencer è un processo di sviluppo necessario, la cui legge è il progresso. DARWIN L’origine dell'evoluzionismo biologico, cioè della teoria secondo cui le specie animali e vegetali si trasformano l'una nell'altra, risale a un ipotesi elaborata nel XVIII secolo de Buffon e in seguito difesa, ma senza successo, da Lamarck e da Saint-Hilaire. In ambito scientifico, infatti, tale dottrina non potè affermarsi finché non venne eliminata la teoria delle catastrofi di Cuvier, fatto ciò, non si prospettava altra alternativa per spiegare la sparizione delle specie fossili se non quella di ammettere che tali specie si fossero trasformate gradualmente in quelle ora viventi. Tuttavia, fino a Darwin questa ipotesi teorica mancava di qualsiasi dimostrazione. del naturalista Erasmo, Charles Darwin (1809-1882) Dopo un viaggio per mare durato cinque anni, si dedicò al riordino dell'abbondante materiale raccolto e alla stesura della sua opera fondamentale, L’origine delle specie, che apparve nel 1859. Il merito di Darwin consiste nell'aver offerto una teoria scientifica del trasformismo biologico compiuta e sistematica, fondata su un numero enorme di osservazioni e di esperimenti. teoria di Darwin esposta ne L'origine delle specie si fonda su due ordini di fatti: • Resistenza di piccole variazioni organiche che si verificano negli esseri viventi lungo il corso del tempo e sotto l'influenza delle condizioni ambientali, e che, per la legge della probabilità, sono in parte vantaggiose per gli individui che le presentano; • La lotta per la vita necessariamente mgaggiata dagli esseri viventi, i quali lottano tra loro a causa della tendenza di opii specie a moltiplicarsi secondo una progressione geometrica. Dalla considerazione di questi due aspetti risulta che gli individui che presentano mutamenti organici vantaggiosi hanno maggiori probabilità di sopravvivere nella lotta per la vita. In virtù del principio di eredità, poi, vi sarà in essi una pronunciata tendenza a trasmettere ai loro discendenti i caratteri acquisiti accidentalmente.In ciò, sostanzialmente, consiste la legge della «selezione naturale». Da questa teoria segue che, tra le varie specie conosciute e classificate dall'uomo, dovevano esistere innumerevoli varietà intermedie che collegavano strettamente tutte le specie uno stesso gruppo: varietà che, evidentemente, la selezione naturale ha via via eliminato, benché se ne possano trovare le tracce nei residui fossili. Così Darwin determinò l’ordine progressivo degli esseri viventi. Un’altra opera fondamentale di Darwin, La discendenza dell'uomo, tende in primo luogo a stabilire che «non esiste alcuna differenza fondamentale fra uomo e i mammiferi più elevati per ciò che riguarda le loro facoltà mentali». La sola differenza tra l’intelligenza e il linguaggio dell'uomo e quelli degli altri animali è una differenza di grado, che si spiega, in parte, con la legge della selezione naturale e, in parte, con la scelta sessuale alla quale Darwin attribuisce, per l'evoluzione dell'uomo, un'importanza assai maggiore che per l’evoluzione degli animali.

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-L’agnosticismoIn una lettera del 1879 egli scrive; «la descrizione più esatta del mio stato di spirito è quella dell’agnostico» II termine "agnosticismo” era stato comato nel 1869 dal naturalista Thomas Huxley divenuto poi uno dei più entusiasti seguaci di Darwin. Per Darwin il termine significa semplicemente l’impossibilità di trovare nel dominio della scienza conferme o smentite decisive delle credenze religiose tradizionali. Quel che Darwin ritiene tuttavia di poter negare con decisione è resistenza, nella natura di qualsivoglia "intenzione" o causa finale. nonostante, egli è convinto dall’idea di progresso delle specie (uomo sarà migliore). Attraverso l'opera di Darwin la scienza inserisce l'intero mondo degli organismi viventi nella storia progressiva dell'universo. -Darwinismo socialeI concetti darwiniani di "selezione" e di "lotta per l’esistenza" furono estesi dall'ambito della natura a quello della società a opera di una corrente di pensiero che viene appunto chiamata "darwinismo sociale" e che pervenne alla giustificazione ideologica delle discriminazioni razziste e classiste esistenti nel mondo umano. SPENCER Fu Herbert Spencer ad assumersi il compito di elaborare una idea del progresso, mettendo in luce il valore infinito, e quindi religioso del progresso stesso. -vitaNacque a Derby, in Inghilterra, Nel 1862 uscirono il primo volume del Sistema di filosofia sintetica, che Spencer aveva progettato nel 1860, e i Primi principi, che è il suo scritto filosofico principale. L'articolo sul progresso del 1857 costituisce il primo abbozzo del sistema di Spencer: in esso si può cogliere chiaramente l'ispirazione fondamentale del suo evoluzionismo, ovvero l'obiettivo di giustificare, nella sua legge e nella sua causa ultima, il "fatto" universale e cosmico del progresso. Nello stesso articolo Spencer prospetta il carattere divino, e perciò religioso, della realtà, quale è "velata" più che "rivelata" dal progresso cosmico. Questo carattere è il punto di partenza dei Primi principi. -Rapporto scienza/religioneNella prima parte dei Primi principi, intitolata "L’lnconoscibile", Spencer mette in evidenza l’inaccessibilità della realtà ultima e assoluta, e proprio di tale inaccessibilità si serve per dimostrare la possibilità di un incontro e di una conciliazione tra la religione e la scienza. Esse hanno entrambe le loro radici nella dimensione del mistero e pertanto non possono essere inconciliabili. In quanto l'essenza della religione consiste nel riconoscere che la forza che si manifesta nell'universo è completamente imperscrutabile (mistero dell’esistenza del mondo) mentre le idee scientifiche ultime sono tutte rappresentative di realtà che non possono essere comprese. (tempo, spazio, coscienza). Questo accade perché la nostra conoscenza è chiusa entro i limiti del relativo, ovviamente si estende per mezzo della scienza ma sto progresso consiste nell'includere un numero sempre maggiore di verità specifiche in verità generali, le quali a loro volta verranno incluse in verità ancora più generali, con la conseguenza evidente che la verità più generale di tutte, la quale non ammette di essere inclusa in alcuna verità ulteriore,proprio per questa ragione non è comprensibile, e perciò è destinata a rimanere un mistero.

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-L’InconoscibileSpencer ammette quindi che, il principio supremo della realtà è inconcepibile per l'uomo. Spencer non si ferma a un concetto "negativo" di Assoluto, ma lo definisce come la forza misteriosa che si manifesta in tutti i fenomeni naturali e la cui azione è sentita dall'uomo positivamente. Poiché non è possibile definire, cioè conoscere ulteriormente, questa forza, il compito della religione sarà quello di richiamare l'uomo al mistero che essa rappresenta quale causa ultima della realtà, mentre il compito della scienza sarà quello di estendere incessantemente la conoscenza dei fenomeni, nell'infinita tensione verso questo "limite". Religione e scienza sono dunque necessariamente correlate: il riconoscimento di questa forza imperscrutabile è il limite comune che le concilia e le rende solidali. Le continue disfatte dell’uomo in questo campo dovranno servire a dargli il dovuto senso della differenza incommensurabile che c è tra il condizionato e incondizionato e ad avviarlo alla più alta forma della saggezza, ovvero al riconoscimento dell’Inconoscibile come tale. la scienza si limiti al fenomeno non significa, per Spencer, che essa sia confinata apparenza. II fenomeno non è apparenza. Lo spazio, il tempo, la materia, il movimento, la forza devono essere considerati come «effetti condizionati della causa incondizionata» in quanto corrispondono a un modo d'essere o d'agire per noi sconosciuto dell’Inconoscibile. -La teoria dell’evoluzioneSpencer definisce la filosofia come la conoscenza nel suo più alto grado di generalità: mentre la scienza è conoscenza parzialmente unificata, la filosofia è conoscenza completamente unificata. Sicché le generalizzazioni della filosofia comprendono e consolidano anche le più vaste generalizzazioni della scienza. Essa perciò deve assumere come proprio oggetto di indagine e come proprio punto di partenza i principi più vasti e più generali ai quali la scienza è giunta: • L’indistruttibilità della materia; • La continuità del movimento; • La persistenza della forza. (+ legge del ritmo (le cose hanno una fase acuta e una fase di caduta)) Secondo la legge dell’evoluzione (scientifica) la materia passa da uno stato di dispersione a uno stato di integrazione mentre la forza che ha operato la concentrazione si dissipa. La filosofia è essenzialmente una teoria dell'evoluzione. Nei primi principi Spencer definisce quindi la natura e i caratteri generali dell evoluzione, mentre nelle altre opere indaga le manifestazioni di tale processo evolutivo nei diversi domini della realtà naturale. Per quanto riguarda i tratti generali dell’evoluzione: • In primo luogo essa si configura come un passaggio da una forma meno coerente a una forma più coerente. (=progressiva concentrazione) • In secondo luogo, il processo evolutivo si presenta come un passaggio dall'omogeneo all'eterogeneo. (= progressiva differenziazione)

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• Infine, l’evoluzione implica un passaggio dall’indefinito al definito. (= progressiva determinazione) Per Spencer l'evoluzione è un processo necessario, in quanto le parti omogenee sono instabili e tendono all'eterogeneità. che necessario e, dunque, continuo, il processo evolutivo è anche necessariamente migliorativo (ottimismo). Per quanto riguarda l'uomo, in particolare, L’evoluzione deve determinare una sempre maggiore armonia tra la sua natura spirituale e le sue condizioni di vita. -La biologiaLa biologia è, per Spencer, lo studio dell'evoluzione dei fenomeni organici. Essa perciò consiste essenzialmente nella funzione dell'adattamento, grazie alla quale gli organi, per rispondere alle sollecitazioni esterne, si formano e si differenziano tra loro. Spencer attribuisce così un ruolo di primo piano, nella trasformazione degli organismi viventi, al principio di Lamarck secondo cui è la funzione a creare l'organo e non viceversa; ma al tempo stesso riconosce il principio darwiniano della selezione naturale dove egli insiste soprattutto sull'accumulazione e sulla conservazione dei mutamenti organici individuali grazie all'ereditarietà, e concepisce il progresso della vita organica come un adattamento sempre crescente degli organismi al proprio ambiente, dovuto all’accumularsi di variazioni funzionali che rispondono sempre meglio ai requisiti ambientali. -La psicologiaAnche la coscienza è per Spencer uno stadio di questo processo di adattamento. Egli è convinto che la coscienza presupponga un'unità, una forza originaria, e quindi una sostanza spirituale che ne sia la sede. Ma anche la sostanza e la forza spirituali sono, nella loro ultima natura, inconoscibili, e la psicologia deve limitarsi a studiarne le manifestazioni. Tuttavia una psicologia è possibile come scienza autonoma, e in questo senso Spencer si allontana dalla tesi di Comte. Vi sono una psicologia oggettiva, che studia i fenomeni psichici nel loro substrato materiale, e una psicologia soggettiva, che si fonda sull'introspezione e che «costituisce una scienza completamente a parte». Soltanto la psicologia soggettiva può contribuire a determinare lo svi- luppo evolutivo dei processi del pensiero che non è che un processo di adattamento graduale, va dall'azione riflessa fino alla ragione. Ciò che è a priori per l’individuo non lo è per la specie umana, giacché è il prodotto dell'esperienza accumulata dalla specie stessa attraverso un lunghissimo periodo di sviluppo e fissata e resa ereditaria nella struttura organica del sistema nervoso. -La sociologiaSpencer modifica radicalmente la concezione della sociologia di Comte. Per Spencer, invece, la sociologia deve limitarsi a descrivere lo sviluppo della società umana fino al momento attuale. Non può stabilire le mete e gli ideali, perché questa funzione spetta soltanto alla morale. In questo modo Spencer distingue sociologia e morale, che nell'opera di Comte facevano invece tutt'uno.

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Alla sociologia spetta pertanto il compito di determinare le leggi dell'evoluzione superorganica: essa considera la stessa società umana come un organismo i cui elementi sono le famiglie e gli individui singoli. La sociologia di Spencer è quindi nettamente orientata verso l'individualismo e, di conseguenza, verso la difesa delle libertà individuali. Segue infatti il principio secondo cui lo sviluppo della società dev'essere affidato alla forza spontanea che lo presiede e lo muove verso il progresso, mentre l'intervento dello Stato nei fatti sociali non fa che disturbare o ostacolare questo sviluppo. Ciò non implica, tuttavia, che l individuo debba abbandonarsi passivamente al corso derfi eventi. Lo stesso processo naturale di sviluppo sociale ha infatti determinato il passaggio da una fase di cooperazione umana costrittiva e imposta a una fase di cooperazione più libera e spontanea (passaggio dal regime militare al regime industriale, Spencer non ritiene però che il regime industriale sia definitivo: egli prospetta infatti la possibilità di un terzo tipo di regime sociale in cui vengano conciliati altruismo ed egoismo. Ma questa possibilità non può essere prospettata dalla sociologia, bensì dall'etica). -L’eticaL’etica di Spencer si presenta come un'etica biologica, che ha per oggetto la condotta dell uomo, vale a dire l’adattamento progressivo dell'essere umano alle sue condizioni di vita. Questo adattamento implica non solo il prolungamento della vita stessa, ma il progressivo raggiungimento di una sua maggiore intensità e ricchezza. (differenza uomo civile-selvaggio) Questa crescente intensità è ciò che secondo Spencer si deve intendere per "felicità". Poiché si definisce "buono" ogni atto che si riveli adeguato al proprio fine, la vita che si presenta nel suo complesso maggiorment...


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