Trama il nome della rosa PDF

Title Trama il nome della rosa
Author teresa magliocca
Course Letteratura italiana contemporanea
Institution Università degli Studi di Siena
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Summary

appunti e approfondimenti letteratura italiana contemporanea...


Description

Il nome della rosa Contenuto: Nel novembre del 1327 arriva in una ricca abbazia benedettina del Nord Italia (probabilmente in Liguria) un frate francescano d’origine inglese, Guglielmo da Baskerville. È accompagnato dal giovane novizio Adso da Melk e deve svolgere un delicato incarico: favorire i contatti fra gli alti esponenti degli ordini religiosi per ricomporre la frattura fra papato e impero, sostenitore dei francescani. Durante la sua settimana di permanenza, nell’abbazia avviene una serie di misteriosi delitti. La causa di queste morti viene chiarita solo nell’ultimo giorno, dopo laboriose e difficili indagini da parte del francescano. Ecco la sintesi degli avvenimenti: Adelmo, un monaco ancora giovane eppure già famoso come grande maestro miniatore, aveva avuto un rapporto sessuale con Berengario cioè l’aiuto bibliotecario. Berengario era innamorato d’Adelmo e questi gli si concesse solo perché l’aiuto bibliotecario gli aveva promesso di mostrargli un libro particolare. Il giovane miniatore si era piegato ad un peccato della carne per accontentare una voglia dell’intelletto. Sentendo poi i sensi di colpa, si era suicidato, buttandosi da una finestra della biblioteca. Nel frattempo Venanzio, traduttore dal greco e dall’arabo e devoto ad Aristotele era riuscito ad entrare nel Finis Africae, cioè nel luogo della ricchissima biblioteca dell’abbazia dove erano nascosti i libri ritenuti maledetti. Qui riesce a sottrarre un libro “strano” e comincia a leggerlo. Ma arrivato nelle cucine, che si trovano proprio sotto la biblioteca, muore. Qui lo trova Berengario; non sa cosa fare e si carica il corpo in spalla e lo butta in un orcio di sangue, pensando che tutti si convincessero che era annegato. Poi con il libro, che ormai ha incuriosito anche lui, va nell’ospedale per leggerlo. Dopo un po’, non si sente molto bene e va nei bagni per cercare di star meglio. Ma muore nella vasca, lasciando il libro incustodito. Severino da Sant’Emmerano, il padre erborista, che aveva cura dei balnea, dell’ospedale e degli orti, ritrova il libro. Viene ucciso nell’ospedale con un colpo alla testa da Malachia, il bibliotecario, per volere di Jorge da Burgos, un vecchio frate cieco che lo manipolava abilmente. Malachia però non resiste alla tentazione di aprire il libro e muore in chiesa davanti agli occhi di tutti i frati. L’ultimo assassinato è l’Abate, che si spegne lentamente soffocato in una stanza segreta della biblioteca. Tutti questi omicidi a catena sono stati architettati da Jorge per motivi ideologici: impedire la lettura di una copia del secondo libro della Poetica d’Aristotele, dove l’autore vede la disposizione al riso come una forza buona. Secondo Jorge la conoscenza dell’arte comica avrebbe avuto effetti eversivi, in quanto il riso avrebbe distrutto il principio d’autorità e sacralità del dogma. Al centro di tutte queste morti c’è dunque un libro pericoloso, sia dal punto di vista ideale che materiale. Jorge, infatti, per evitare che questo testo potesse essere letto da chiunque, aveva cosparso le pagine della Poetica d’Aristotele con un veleno particolare, sottratto all’erborista Severino. Quando un lettore sfogliava le pagine del libro, toccava inavvertitamente il veleno e, quando appoggiava il dito sulla lingua per girare il foglio, lo ingeriva e ovviamente moriva. Jorge non si considerava responsabile di tutti questi delitti e attribuiva la causa delle morti unicamente alla “vana curiosità” e alle colpe di ciascun frate. Alla fine della settimana, durante una lite notturna nel Finis Africae tra Guglielmo, che ormai aveva scoperto tutto, e Jorge; Adso fa cadere una candela accesa su una pergamena. Ciò dà origine ad un enorme e spettacolare incendio, che distrugge l’intera abbazia. Dopo questi drammatici avvenimenti Adso e Guglielmo sono costretti a separarsi; Adso si ritira nel monastero di Melk e non ha più notizie di Guglielmo, fino a quando scopre che è morto

durante la celebre Peste Nera. Sistema dei personaggi: Il protagonista è Guglielmo da Baskerville. È un frate francescano di circa cinquant’anni, originario delle isole britanniche. È un uomo magro, alto, con capelli biondi e lentiggini. Costui ha uno spirito pratico ed è sempre attento alla realtà; il suo modo di pensare riflette le idee filosofiche di Ruggero Bacone e di Guglielmo di Occam. È un personaggio molto dotato intellettualmente, esperto nei più vari campi del sapere (filosofia, teologia, politica, lingue, botanica, ecc.), ma anche estremamente curioso. È dotato di grandi conoscenze teoriche, ma interessato anche agli aspetti pratici e tecnici del sapere. Fin dall’inizio appare come un personaggio molto acuto, al punto di riuscire ad individuare il nome e le fattezze di un cavallo fuggito dall’abbazia, senza averlo mai visto prima, basandosi solo su ipotesi ben fondate. Queste sue doti si rivelano in pieno quando riuscirà a scoprire la causa per la quale muoiono in serie alcuni frati, sventando il progetto diabolico messo in atto da Jorge. La figura dell’antagonista è quella di Jorge da Burgos, un monaco ormai anziano di origine spagnola. È minuto, ha un corpo deforme e sgraziato ed inoltre è cieco. Jorge ha una grande autorità all’interno dell’abbazia ed è in realtà il vero bibliotecario, in quanto Malachia è totalmente sottomesso alla sua volontà. Egli ha uno spiccato senso del macabro, ritiene che il mondo sia ormai decaduto e che sia vicino l’arrivo dell’Anticristo. È fermamente contrario al riso: ritiene che la conoscenza dell’arte comica avrebbe effetti eversivi, in quanto il riso distruggerebbe il principio di autorità e sacralità del dogma. Adso da Melk è il narratore che arrivato alla fine della sua lunga vita sente la necessità di narrare un episodio del suo noviziato e così si sviluppa il romanzo. È il ragazzo che accompagna fedelmente Guglielmo, facendogli da segretario e scrivano. È un giovane novizio e denota le caratteristiche di ogni adolescente: una certa ingenuità, freschezza mentale, un grande entusiasmo, impulsività, emotività, desiderio di vedere, di imparare e di fare esperienze nuove. Comprende di aver vicino un uomo non comune e cerca d’apprendere il più possibile. Adso è indirizzato alla vita monastica e non ha dubbi sulla sua vocazione, ma in qualche occasione si comporta più come un ragazzo comune che come un monaco convinto. Infatti, incontra una ragazza che presta servizio all’abbazia, tra i due nasce una profonda attrazione che lo porterà, per una sola volta, ad un approccio amoroso carnale. Questo incontro arricchirà l’esperienza umana del giovane monaco e la successiva condanna al rogo della giovane come strega, farà vivere ad Adso dei momenti di profondissima amarezza. Spazio: La storia si svolge nel Nord Italia, probabilmente in Liguria. Le vicende si svolgono quasi per intero all’interno di una abbazia benedettina, ricostruita in tutte le sue tipiche strutture: chiesa, chiostro, scriptorium, biblioteca, ospedale, cucine e i vari ambienti in cui si svolgono i lavori manuali. Prevalgono nella narrazione i luoghi chiusi e un ruolo particolare è svolto dalla biblioteca, posto su cui è puntata la maggiore attenzione. Essa è ubicata in un massiccio torrione ottagonale ed ha una struttura complicatissima, in modo da costituire un vero e proprio labirinto.

Tempo: Questo è un libro ricchissimo di eventi e di colpi di scena, che accadono nell’arco di una settimana. Gli avvenimenti di ogni giorno si succedono secondo la regolare scansione

delle ore canoniche della preghiera, che portano gli originali nomi di mattutino, laudi, prima, terza, sesta, nona, vespro e compieta. I fatti vanno collocati all’inizio del Trecento (1327). Messaggio dell’autore: L’ossatura, il sostegno di tutta l’azione è l’indagine di un detective che deve scoprire un segreto. Quindi alla base di tutto vi è una ricerca di verità realizzata con grande cura e con un metodo preciso. Secondo l’autore, gli uomini come Jorge sono molto pericolosi, poiché sono convinti che la loro verità sia l’unica esistente e non ammettono discussione e spirito critico. Egli pensa che un libro riguardo la comicità abbia un potere distruttivo; il riso per lui è fonte di dubbio, rende futile ciò che è serio, modesto ciò che è grande ed è quindi capace di sovvertire tutti i valori. Per porre rimedio a ciò Jorge fa di tutto per nascondere i libri “pericolosi”. Ma tutto questo non serve, perché il pensiero umano ha bisogno di manifestare le idee, di metterle in luce e discuterle, non di nasconderle. Giudizio personale: “Il nome della rosa” è il romanzo più impegnativo tra quelli che fin ora ho letto perché è ricco di riflessioni, discussioni filosofiche e addirittura citazioni in lingua latina che confesso di non essermi sforzata più di tanto a tradurre. La trama però è costruita come in un giallo e quando si entra nei fatti si prova il desiderio di vedere come prosegue la storia e scoprire quali saranno le prossime mosse dell’”assassino” e quelle del frate investigatore. I personaggi sono tutti particolari e affascinanti, diversi tra di loro. Alcuni personaggi come Jorge o Ubertino da Casale mi sono sembrati molto antichi, altri come Guglielmo o lo stesso narratore sono invece più moderni, simili a noi anche nel pensiero.

Trama[ « Il 16 agosto 1968 mi fu messo tra le mani un libro dovuto alla penna di tale abate Vallet, Le manuscript de Dom Adson de Melk, traduit en francais d'après l'édition de Dom J. Mabillon(Aux Presses de l'Abbaye de la Source, Paris, 1842) » (Umberto Eco, Incipit de Il nome della rosa, 1980) Nel prologo, l'autore racconta di aver letto durante un soggiorno all'estero il manoscritto di un monaco benedettino riguardante una misteriosa vicenda svoltasi in età medievale in un'abbazia dell'Italia settentrionale. Rapito dalla lettura, egli inizia a quel punto a tradurlo su qualche quaderno di appunti prima di interrompere i rapporti con la persona che gli aveva messo il manoscritto tra le mani. Dopo aver ricostruito la ricerca bibliografica che lo portò a recuperare alcune conferme, oltre alle parti mancanti del testo, l'autore passa quindi a narrare la vicenda di Adso da Melk. È la fine di novembre del 1327. Guglielmo da Baskerville, un frate francescano inglese, e Adso da Melk, suo allievo, si recano in un monastero benedettino di regola cluniacensesperduto sui monti dell'Italia settentrionale. Questo monastero sarà sede di un delicato convegno che vedrà protagonisti i francescani — sostenitori delle tesi pauperistiche e alleati dell'imperatore Ludovico — e i delegati della curia papale, insediata a quei tempi ad Avignone. I due religiosi (Guglielmo è francescano e inquisitore "pentito", il suo discepolo Adso è un novizio benedettino) si stanno recando in questo luogo perché Guglielmo è stato incaricato dall'imperatore di partecipare al congresso quale sostenitore delle tesi pauperistiche. Allo stesso tempo l'abate (già timoroso che l'arrivo della delegazione avignonese possa ridimensionare la propria giurisdizione sull'abbazia), preoccupato che

l'inspiegabile morte del giovane confratello Adelmo durante una bufera di neve possa far saltare i lavori del convegno e far ricadere la colpa su di lui, confida nelle capacità inquisitorie di Guglielmo affinché faccia luce sul tragico omicidio, cui i monaci — tra l'altro — attribuiscono misteriose cause soprannaturali. Nel monastero circolano infatti numerose credenze circa la venuta dell'Anticristo. Nonostante la quasi totale libertà di movimento concessa all'ex inquisitore, altre morti violente si susseguono: quella di Venanzio, giovane monaco traduttore dal greco e amico di Adelmo, e quella di Berengario, aiutante bibliotecario alle cui invereconde profferte aveva ceduto il giovane Adelmo. Anche altri monaci troveranno la morte nell'abbazia, mentre i delegati del papa disputano con i francescani delegati dall'imperatore sul tema della povertà della Chiesa cattolica.

Mappa della biblioteca.

Guglielmo scopre che le morti sono riconnesse a un manoscritto greco custodito gelosamente nella biblioteca, vanto del monastero (costruita come un intricato labirinto a cui hanno accesso solo il bibliotecario e il suo aiutante). Nel monastero sono presenti anche due ex appartenenti alla setta dei dolciniani: il cellario Remigio da Varagine e il suo amico Salvatore, che parla una strana lingua. Remigio intrattiene un commercio illecito con una povera fanciulla del luogo, che in cambio di favori personali riceve cibo dal cellario. Anche il giovane Adso fa la conoscenza della ragazza e scopre così i piaceri della carne. La situazione è complicata dall'arrivo dell'inquisitore Bernardo Gui, che trova la fanciulla insieme a Salvatore e prende spunto dalla presenza di un gallo nero, che la ragazza affamata avrebbe voluto mangiare, per accusarli di essere cultori di riti satanici e responsabili delle misteriose morti. Dopo aver fatto torturare il povero Salvatore, che confessa il suo passato di dolciniano, Bernardo Gui processa e condanna fra' Remigio, Salvatore e la fanciulla, dichiarandoli colpevoli delle morti avvenute nel monastero. In un'atmosfera inquietante, alternando lunghe digressioni storico-filosofiche, ragionamenti investigatori e scene d'azione, Guglielmo e Adso si avvicinano alla verità penetrando nel labirinto della biblioteca e scoprendo il luogo dove è custodito il manoscritto fatale (l'ultima copia rimasta del secondo libro della Poetica di Aristotele), che tratta della commedia e del riso. Alla fine, il venerabile Jorge, dopo la morte del bibliotecario Malachia, tenta di uccidere Guglielmo offrendogli il manoscritto dalle pagine avvelenate. Ma Guglielmo lo sfoglia con le mani protette da un guanto, e allora il vecchio monaco, in un eccesso di fanatico fervore, divora le pagine avvelenate del testo in modo che più nessuno possa leggerle. Mentre Guglielmo e Adso tentano di fermarlo, Jorge provoca un incendio che nessuno riuscirà a domare e che inghiottirà nel fuoco l'intera abbazia. Adso e il suo maestro partiranno infine da quelle macerie, in cui il giovane tornerà anni dopo, trovando la solitudine più totale, in quello stesso luogo che era stato teatro di omicidi e intrighi, veleni e scoperte.

Indice dei capitoli[modifica | modifica wikitesto] 

Naturalmente, un manoscritto



Prologo



Primo giorno



prima. dove si arriva ai piedi dell'abbazia e Guglielmo dà prova di grande acume



terza. dove Guglielmo ha una istruttiva conversazione con l'Abate



sesta. dove Adso ammira il portale della chiesa e Guglielmo ritrova Ubertino da Casale



verso nona. dove Guglielmo ha un dialogo dottissimo con Severino erborista



dopo nona. dove si visita lo scriptorium e si conoscono molti studiosi, copisti e rubricatori nonché un

vegliardo cieco che attende l'Anticristo 

vespri. dove si visita il resto dell'abbazia, Guglielmo trae alcune conclusioni sulla morte di Adelmo, si

parla col fratello vetraio di vetri per leggere e di fantasmi per chi vuol leggere troppo 

compieta. dove Guglielmo e Adso godono della lieta ospitalità dell'Abate e della corrucciata

conversazione di Jorge 

Secondo giorno



mattutino. dove poche ore di mistica felicità sono interrotte da un sanguinosissimo evento



prima. dove Bencio da Upsala confida alcune cose, altre ne confida Berengario da Arundel e Adso

apprende cosa sia la vera penitenza 

terza. dove si assiste a una rissa tra persone volgari, Aymaro da Alessandria fa alcune allusioni e Adso

medita sulla santità e sullo sterco del demonio. Poi Guglielmo e Adso tornano nello scriptorium, Guglielmo vede qualcosa d'interessante, ha una terza conversazione sulla liceità del riso, ma in definitiva non può guardare dove vorrebbe 

sesta. dove Bencio fa una strano racconto da cui si apprendono cose poco edificanti sulla vita

dell'abbazia 

nona. dove l'Abate si mostra fiero delle ricchezze della sua abbazia e timoroso degli eretici, e alla fine

Adso dubita di aver fatto male ad andare per il mondo 

dopo vespri. dove, malgrado il capitolo sia breve, il vegliardo Alinardo dice cose assai interessanti sul

labirinto e sul modo di entrarvi 

compieta. dove si entra nell'Edificio, si scopre un visitatore misterioso, si trova un messaggio segreto con

segni da negromante, e scompare, appena trovato, un libro che poi sarà ricercato per molti altri capitoli, né ultima vicissitudine è il furto delle preziose lenti di Guglielmo 

notte. dove si penetra finalmente nel labirinto, si hanno strane visioni e, come accade nei labirinti, ci si

perde 

Terzo giorno



da laudi a prima. dove si trova un panno sporco di sangue nella cella di Berengario scomparso, ed è tutto



terza. dove Adso nello scriptorium riflette sulla storia del suo ordine e sul destino dei libri



sesta. dove Adso riceve le confidenze di Salvatore, che non si possono riassumere in poche parole, ma

che gli ispirano molte preoccupate meditazioni 

nona. dove Guglielmo parla ad Adso del gran fiume ereticale, della funzione dei semplici nella chiesa, dei

suoi dubbi sulla conoscibilità delle leggi generali, e quasi per inciso racconta come ha decifrato i segni negromantici lasciati da Venanzio 

vespri. dove si parla ancora con l'Abate,Guglielmo ha alcune idee mirabolanti per decifrare l'enigma del

labirinto, e ci riesce nel modo più ragionevole. Poi si mangia il casio in pastelletto 

dopo compieta. dove Ubertino racconta ad Adso la storia di fra' Dolcino, altre storie Adso rievoca o legge

in biblioteca per conto suo, e poi gli accade di avere un incontro con una fanciulla bella e terribile come un esercito schierato a battaglia 

notte. dove Adso sconvolto si confessa con Guglielmo e medita sulla funzione della donna nel piano della

creazione, poi però scopre il cadavere di un uomo 

Quarto giorno



laudi. dove Guglielmo e Severino esaminano il cadavere di Berengario, scoprono che ha la lingua nera,

cosa singolare per un annegato, poi discutono di veleni dolorosissimi e di un furto remoto 

prima. dove Guglielmo induce prima Salvatore e poi il cellario a confessare il loro passato, Severino

ritrova le lenti rubate, Nicola porta quelle nuove e Guglielmo con sei occhi va a decifrare il manoscritto di Venanzio 

terza. dove Adso si dibatte nei pentimenti d'amore, poi arriva Guglielmo col testo di Venanzio, che

continua a rimanere indecifrabile anche dopo esser stato decifrato 

sesta. dove Adso va a cercar tartufi e trova i minoriti in arrivo, questi colloquiano a lungo con Guglielmo

e Ubertino e si apprendono cose molto tristi su Giovanni XXII 

nona. dove arrivano il cardinale del Poggetto, Bernardo Gui e gli altri uomini di Avignone, e poi ciascuno

fa cose diverse 

vespri. dove Alinardo sembra dare informazioni preziose e Guglielmo rivela il suo metodo per arrivare a

una verità probabile attraverso una serie di sicuri errori 

compieta. dove Salvatore parla di una magìa portentosa



dopo compieta. dove si visita di nuovo il labirinto, si arriva alla soglia del finis Africae ma non ci si può

entrare perché non si sa cosa siano il primo e il settimo dei quattro, e infine Adso ha una ricaduta, peraltro assai dotta, nella sua malattia d'amore 

notte. dove Salvatore si fa miseramente scoprire da Bernardo Gui, la ragazza amata da Adso viene presa

come strega e tutti vanno a letto più infelici e preoccupati di prima 

Quinto giorno



prima. dove ha luogo una fraterna discussione sulla povertà di Gesù



terza. dove Sever...


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