UGO Foscolo, riassunto essenziale sull\'autore e opere PDF

Title UGO Foscolo, riassunto essenziale sull\'autore e opere
Course italiano
Institution Liceo Scientifico Galileo Galilei
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Summary

Riassunto fondamentale sull'autore Ugo Foscolo, elementi essenziali e opere principali, anno 2020\2021 (anno di svolgimento quarta\quinta superiore), trattazione adatta a scuola superiore,...


Description

UGO FOSCOLO, la vita ↪Niccolò Foscolo (Ugo fu un nome assunto più tardi dal poeta), nacque nel 1778 a Zante (Zacinto, nome greco), una delle isole ionie, possedimento della Repubblica veneta. Il padre Andrea, era medico, mentre la madre Diamantina Spathis, era greca, come la sua nutrice. Dove rimase fino a sei anni. Tutti i suoi ricordi d'infanzia sono legati a quest'isola. Lo sottolinea sempre: è il mare dov'è nata Venere, il mare descritto da Omero. Il classicismo foscoliano è un classicismo autobiografico (influenzato alla sua provenienza). Per lui Zacinto è simbolo dei miti della classicità: Omero, Teocrito, Venere, Ulisse, il mondo greco-latino, la perfezione, l'armonia, la misura, la serenità olimpica, la bellezza), un ritorno all'infanzia, a casa, il tempo sereno della fanciullezza. Proprio a Zacinto, ha un’infanzia serena, un’affetto materno e le prime conoscenze del mondo. ↪Trasferitasi la famiglia a Spalato in Dalmazia (1785-1788), frequenta i primi studi presso il locale seminario. ↪Alla morte del padre, nel 1788, la famiglia conobbe gravi difficoltà economiche, la madre nel 1789 decise di stabilirsi a Venezia (sua seconda patria), per cercare appoggio presso parenti ed amici; Nicolò la raggiunse nel 1793 all’età di 15 anni. ⇒Si immerge nella lettura dei classici greci e latini, italiani e stranieri, abbandonando gli studi regolari. Diventa amico con Melchiorre Cesarotti (traduttore dei Canti di Ossian e docente a Padova), ha rapporti con Pindemonte. All’età di 16 anni entra nel raffinato ed esclusivo salotto di Isabella Teotochi Albrizzi (34 anni), ebbero un ardente relazione amorosa. ↪Ebbe pertanto noie con il governo oligarchico conservatore della Repubblica di Venezia e nel 1796 per sfuggire ai sospetti del governo, lasciò la città rifugiandosi per qualche tempo sui Colli Euganei. ↪Ode a Bonaparte liberatore (1797) e altre pubbliche orazioni e versi, accesi spiriti giacobini + suggestioni alfieriane. ↪Napoleone aveva ceduto la Repubblica veneta all'austria con il Trattato di Campoformio (chiamato da Foscolo Vil trattato), in quanto Napoleone pensava solamente alle ragion di stato; lasciò di nuovo Venezia e si rifugiò a Milano. Il “tradimento” di Napoleone fu un trauma che segnò profondamente l'esperienza di Foscolo, cancellando tutte le speranze politiche; considera Napoleone più che liberatore obbedisce ai suoi disegni egemonici e alla ragion di Stato. Abbandona Venezia, perderla significava perdere la propria patria per la seconda volta. ↪A Milano 1797-1798, Foscolo conobbe Parini (che costituiva per lui modello di figura intellettuale, uomo ideale e integerrimo) e strinse amicizia con Monti. ↪Nel 1798 a Bologna era stato aiutante cancelliere al Tribunale militare, con l'avanzata degli Austriaci l'anno successivo tornò ad allearsi (scende a compromessi, in quanto è il male minore, differenza con Ortis) e partecipò a vari scontri, come volontario della Guardia nazionale (1799), restando poi assediato a Genova col generale Massena. Inizia la stesura de “Le ultime lettere di Jacopo Ortis”. DUE ESILI: (FOSCOLO LI VIVE COME UN DESTINO INELUTTABILE CHE LO CONDUCE ALL’”ILLACRIMATA SEPOLTURA”) Li vive come personaggio tragico, destinato ad una sepoltura lontana dalla patria.

⇨PRIMO DA ZACINTO, componente personale: infanzia felice, componente culturale: classicismo e mitizzazione di quella terra come infanzia felice dell’umanità. ⇨ SECONDO DA VENEZIA, componente politica: esilio dai suoi ideali di giustizia, da speranza politica=delusione politica. I suoi ideali si scontrano con la realtà (ragion di Stato). ↪Nel 1801 si trasferisce a Firenze e si innamora di Isabella Roncioni (somiglianza con Teresa di Jacopo Ortis, anche lei promessa sposa) e le ha dedicato vari sonetti.

↪Dal 1801 al 1803, si trasferisce a Milano, ebbe un’agitata relazione amorosa con Antonietta Fagnani Arese (ode: All’amica risanata). Lavora a “Le ultime lettere di Jacopo Ortis”, scrive molti sonetti e traduce Lucrezio e Omero. In questo periodo ha una precaria condizione economica, diventa capitano nell’armata napoleonica in Francia. ↪Dal 1804 al 1806, si stabilisce in Francia, diventa capitano aggiunto nell’armata napoleonica; in vista dell’invasione dell’Inghilterra impara l’inglese dalla giovane Lady Fanny Emerytt Hamilton, da cui ha una figlia Mary (lo saprà solo molto più tardi, che chiamerà sempre Floriana) che lo accudirà negli ultimi anni. Traduce il Viaggio sentimentale (Sentimental Journey) di Sterne e scrive Notizie intorno a Didimo Chierico, altro alter ego di Foscolo (prosa ironico-allusiva). ↪Passa due anni in giro per l’Italia (1806-1808): - VENEZIA: rivede i suoi famigliari, rivede Isabella Teotochi Albrizzi, che lo ospita nella sua villa c/o TV (boh) - BRESCIA: pubblica “Dei Sepolcri”, mentre è ospitato dalla contessa Marzia Martinengo (sua amante) ↪Nel 1808, grazie all’interessamento di Monti, ottenne la cattedra di eloquenza all'Università di Pavia sembrava, sembrava la sistemazione tanto sperata, ma la cattedra fu presto soppressa dal governo, perché forse Napoleone non apprezza la libertà di pensiero. ↪Nel 1811 scrisse e fece rappresentare la tragedia Aiace, dove nella figura del tiranno Agamennone furono ravvisate allusione Napoleone. Nuove difficoltà economiche (una grande costante nella vita di Foscolo) e rottura con Monti (diventa rottura con mondo italiano in generale). ↪Si recò nel 1812 a Firenze, dove soggiornò fino al novembre 1813, fu un periodo sereno nella villa di Bellosguardo (oggi Villa dell’Ombrellino) sui colli Fiorentini; in questi anni si sente malato e in preda alla noia, si innamora di Quirina Mocenni (la donna gentile), ricerca di un mondo di pura bellezza, di mitica lontananza, fuori dalla realtà e dalle urgenze della vita, compone le Grazie (opera neoclassica), di cui abbozzò un nucleo consistente. ↪Dopo la sconfitta di Napoleone a Lipsia (1813), Foscolo tornò a Milano, riprendendo il suo posto nell'esercito. ↪Dal 1813 al 1815, si trasferisce a Milano, altalenante tra velleità di azione e disilluso disimpegno, accetta l’invito degli Austriaci di dirigere la Biblioteca italiana, ma alla vigilia del giuramento di fedeltà all’Austria fugge rendendosi conto che non sarà mai libero. ↪ Svizzera, varie peregrinazioni perseguitato dalla polizia austriaca. ↪Nel 1816 si trasferisce a Londra, inizialmente, siccome senza soldi, viene aiutato da amici, che lo introducono a: conferenze, articoli, saggi. Inizia spese folli, cambia continuamente residenza, viene braccato dai creditori, isolato in una incattivita e indiscriminata polemica contro l’Italia contemporanea Firenze, oscuro declino. ↪Per alleviare tale difficoltà, cercò collaborazioni con riviste inglesi, pubblicando saggi sulla letteratura italiana del passato e del presente, dove tra l'altro prese posizione contro la nuova scuola romantica che si stava affermando a Milano. ↪Negli ultimi tempi, ammalato e in miseria, fu costretto a nascondersi dai creditori andando a vivere nei sobborghi più poveri di Londra. Incontrò la figlia Floriana che lo aiutò negli ultimi attimi della sua vita. ↪Morì nel 1827, all'interno del villaggio di Turnham Green, a 49 anni; nel 1871 i suoi resti furono portati in Italia e sepolti in Santa Croce, vicino alle tombe dei grandi uomini da lui cantate nei “Sepolcri”. A Londra vive in tre dimensioni:

1. indigenza economica: vuole vivere sopra le sue possibilità, come un nobile, si sposta spesso inseguito dai suoi creditori. 2. intensa attività (lezioni, conferenze ecc..) 3. isolamento e incattivimento contro Italia contemporanea (NON del passato, non degli antichi, Dante come lui era stato esiliato e poteva capirlo) Dagli altari risorgimentali ... al lettino dello psicoanalista: - ‘800: elevato a poeta-vate, eroe risorgimentale, iniziatore dell’istituto dell’esilio (poi imitato), esempio per i giovani da Mazzini, Cattaneo, De Sanctis - 1959: stroncato e dissacrato da Carlo Emilio Gadda - 1978: ricollocato in una interpretazione storico-critica da Walter Binni - Fine secolo: oggetto di indagini psicoanalitiche che hanno messo in luce meccanismi psicologici che si riverberano nell’opera di EPISTOLARIO (difficile da collocare): →letterario con lettere d’amore, alla famiglia, agli amici, agli editori o per occasioni pubbliche →in esse Foscolo non cessa mai il filtro formale della scrittura - egli proietta sempre un'immagine che vuole far vedere, intenzione di rappresentarsi, volontà esibizionistica di esprimere la propria soggettività e manifestare il proprio narcisismo - costituisce tanti alter ego, ovvero di vari personaggi successivi in cui specchiarsi - indulgenza verso il proprio mondo psicologico/soffermarsi compiaciuto sui particolari della propria esistenza (cronaca sentimentale) - tratto adolescenziale e insicuro - Lettere vere fino ad un certo punto, ma scritte da lui (tratto autobiografico), fusione di arte e vita (tratto letterario), la vita viene resa una manifestazione artistica Nelle lettere d’amore [...] il confine tra spontaneità e artificio diviene indefinibile. Replicate a innumerevoli corrispondenti, le dichiarazioni di amore eterno, si susseguono con tale ostentazione e con tale morbosa intensità da risultare perfino esibizionistiche espressioni di un narcisismo rovinoso. Scrivendo lettere d’amore, Foscolo offre una premessa precoce della fusione tra arte e vita che caratterizzerà il tardo Romanticismo e i decadenti.

LE ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS Romanzo epistolare, primo romanzo italiano moderno Modelli: 1. Goethe, “I dolori del giovane Werther”→ forma epistolare con sola voce che si avvicina alla confessione, struttura intreccio (storia d’amore impossibile e il suicidio), caratterizzazione personaggi (personaggio appassionato, si lascia trasportare in modo totalizzante), natura (specchio emozioni). Discontinuità tema politico. 2. Rousseau “La Nouvelle Heloïse” e “Le confessioni”→ riprende un’analisi introspettiva che fornisce un modello di sensibilità e di stile al Romanticismo nascente.

ORTIS Comparsa nella narrativa di un personaggio che sintetizza le principali istanze del preromanticismo e romanticismo (agonismo-idealismo-intimismo). Somiglianze con il Werther: - uomo appassionato, - verso l’interno per scrutare il proprio animo,

- tensioni ideali, - forte e acuto sentire, -verso l’esterno per scrutare e rispecchiarsi nella natura, ma non per interagire con la società, in quanto è in conflitto con una società pragmatica e mediocre ed è poco disposto al compromesso, -amore troppo esclusivo e intenso per trovare realizzazione, ma sarà destinato all’infelicità. Novità rispetto al Werther: politica, ingenuità (manca il distacco di Goethe). Alfieri (autobiografia e personaggi del teatro, ma non nella narrativa): idealismo, passione e malinconia ed infelicità. VS Odoardo sempre coll’oriuolo alla mano, viene descritto pragmatico, mediocre e privo di passioni. Odoardo è una brava persona, un buon partito, è infatti un borghese e un uomo fedele, ma Ortis lo descrive come una persona arida, che non è perciò capace di quella sensibilità e di quegli slanci emotivi di cui sia lui che Teresa erano capaci.

FOSCOLO E IL PERSONAGGIO DI JACOPO ORTIS Il Foscolo viveva una vita mondana, mentre Jacopo Ortis viveva una vita ritirata in campagna. Foscolo andò in esilio, mentre Jacopo non fu costretto a fuggire dalla propria patria, in quanto non scese mai a compromessi, arrivando infine ad uccidersi. Foscolo, invece, scese a compromessi e, pur odiando Napoleone, come Ortis, continuò a combattere nel suo esercito perché riteneva che ciò fosse il male minore rispetto all’ancien régime. Foscolo ha avuto molte donne alle quali ha giurato amore eterno, Jacopo ebbe un solo ed unico amore eterno che lo portò alla morte.

Continuità: - esperienza amorosa dell’autore (vi sono passi presi da alcune lettere a Fagnani Arese) - nell’epistolario foscoliano vi sono coincidenze di temi, toni e stile - nell’Ortis si rispecchia la realtà politica contemporanea (Napoleone, vil Trattato di Campoformio, persecuzioni etc) - per un certo tempo si firmava nelle lettere “Ortis” - Foscolo aveva meditato il suicidio come soluzione alle sue inquietudini ⇒ Non è una scopiazzatura del Werther, bensì romanzo autenticamente foscoliano. Il Guglielmino considera “Le ultime lettere di Jacopo Ortis” una contaminazione di vita e letteratura di Foscolo. Molti parlano di alter ego, Guglielmino di maschera, come lo sarà poi Didimo Cheirico, Jacopo è un personaggio letterario. ↪Il personaggio di Jacopo Ortis rappresenta, perciò, un Foscolo idealizzato, attraverso il quale egli sperimenta una vita diversa. Ortis si configura come un alter ego, un altro io, che possiede e non elementi foscoliani (è sia un'autobiografia che non). Foscolo sperimenta altre vie attraverso la letteratura. Nella figura dell’Ortis vi è materia autobiografica, ed è ciò che garantisce che la materia sia autenticamente foscoliana. L’esperienza amorosa di Foscolo viene riversata all’interno del romanzo che rispecchia, inoltre, la vita contemporanea dell’autore. ALTEREGO (altro io) o MASCHERA (voler apparire in un modo, decido io). Chi è Girolamo Ortis? Uno studente friulano di Pordenone che si tolse la vita nella sua camera del Collegio a Padova poche settimane prima della sua laurea in Medicina, Foscolo ispirandosi a questa storia reale muta il nome Girolamo in Jacopo in onore di Jean Jeacques (=Jacopo) Rousseau.

LORENZO ALDERANI: Ugo Foscolo si firmò in lettere reali anche con il nome Lorenzo Alderani, per Cataldi è un possibile altro alter ego dell’autore. Il distacco di Alderani potrebbe svolgere una funzione relativista e autoironica su di sé, una possibilità di equilibrio (tra realtà e slancio ideale), per guardarsi dall’esterno. Relativizzazione, materiale autobiografico. Jacopo Ortis: impulsivo, angosciosamente lacerato, “dentro la vita” VS Didimo Chierico: distaccato, ironico, fuori dalla vita, scritto ironico, altro possibile alter ego. Per Derla la filosofia della rassegnazione e della rinuncia, un’amara accettazione dell’esistente, poi espliciti nella nuova maschera di Didimo Chierico, sono già presenti nell’Ortis (ad esempio nella lettera da Ventimiglia). Questo mette in discussione, l’interpretazione del suicidio come gesto eroico. TRAGITTO: da passionalità irruente a lucida disillusione (distacco), tragitto nel Foscolo nel trovare maschere. AMARA MATURAZIONE Breve spiegazione Il signore T. vuole proteggere la figlia Teresa, lui era già fuggito da Venezia e la famiglia di Odoardo potrebbe garantirle sicurezza. Ciò che lega maggiormente Jacopo a Teresa e il fatto che quest'ultima soffra proprio come lui. ELEMENTO ROMANTICO PREVALE. La descrizione della natura riflette lo stato d'animo di Jacopo Ortis, la natura partecipante è un elemento prettamente romantico. ZANTE: luogo di nascita di Foscolo dove egli rimase fino ai sei anni. È un'isola greca, ma appartiene alla Repubblica veneta. Egli ebbe sia madre greca che nutrice greca. Tutti i suoi ricordi d'infanzia sono legati a quest'isola. Lo sottolinea sempre: è il mare dov'è nata Venere, il mare descritto da Omero. Il classicismo foscoliane è un classicismo autobiografico. Per lui è un recupero (Omero, il mondo greco-latino, la perfezione, l'armonia, la misura, la serenità olimpica) neanche ritorno all'infanzia, a casa, il tempo sereno della fanciullezza.

SCONTRO IDEALE - REALE E’ un amore ideale e assoluto, che è l’unica possibile consolazione del vivere, egli non accetta compromessi: ↪Teresa, simbolo di bellezza e grazia angelica, è moralmente integerrima, ma anche sensibile e appassionata. Ma questo amore è impossibile, perché si scontra contro le convenzioni di una società patriarcale, Teresa promessa a Odoardo, contro la rettitudine e l’idealismo stessi dei protagonisti, in quanto Teresa non andrebbe mai contro il padre e Jacopo non accetterebbe un amore frutto di compromessi. L’ideale politico di Jacopo: - giustizia e rettitudine virtù che governino il mondo - i patti siano rispettati - l’amor patrio venga prima della ragion di stato. Ma si scontra contro la realtà, in quanto Napoleone per ragion di stato vende la millenaria indipendenza di Venezia.

Più in profondità (non ben integrato nel romanzo): la storia è dominata da cicli e dalla legge hobbesiana di violenza e sopraffazione (stato vive su macerie di un altro) e come più tardi per Manzoni; sfiducia nei confronti della concezione illuministica della Storia come luogo della realizzazione della Ragione e come fonte di progresso per l’umanità, infine delusione storica. NATURA Simbolismo romantico: natura mai neutra, si carica delle emozioni di Ortis, partecipe delle vicende interiori del protagonista. Come già ne “I dolori del giovane Werther” di Goethe. Si divide in idilliaca, corrispondente ai momenti di felicità del personaggio e tempestosa inquietante. Filosofia materialista: pur invocando spesso Dio e dialogando con lui, pur usando un linguaggio sacrale e ricco di simbologie religiose in due punti (14 e 25 maggio), Ortis esprime una natura che nel suo perenne ciclo di produzione e distruzione di organismi non si cura degli individui (adesione alle teorie estreme del materialismo). SUICIDIO: EROISMO O RINUNCIA C’è in Foscolo un’ispirazione alfieriana per la quale il suicidio si configura come un’eroica protesta, ma in alcune lettere (Parini, Ventimiglia), affiora il tema della rassegnazione (storia e natura ciclica) e della rinuncia. L’isolamento di Ortis è assumere come destino la propria estraneità intellettuale e sentimentale al mondo che lo porta al suicidio che finisce per esprimere, oggettivamente, un atto d’impotenza e di abdicazione senza alternative (Derla). Non si adatta, non scende a compromessi. LINGUAGGIO SACRALE Continuo ricorso a un linguaggio religioso. Quindi non solo Ortis, pur esibendo in due punti del romanzo una filosofia materialistica, prega più volte Dio, si ferma in chiesa, lo ringrazia per la fine delle sofferenze di Lauretta come di Olivo, si chiede se Dio si compiaccia del suo creato, si chiede alla stregua del Petrarca, se sia giusto che nella sua anima Teresa abbaia sostituito Dio, ritiene di dovere insieme a Teresa supplicare Dio e cercare aiuto fuori da questo mondo attinge a esperienze sublimi, loda il Sole come sublime immagine di Dio, luce, anima vita di tutto il creato. Dio viene usato come giustificazione della sua “proprietà” su Teresa, perché gli ha dato un cuore capace di amarla immensamente e anche altrove Dio è considerato il creatore del suo cuore, ma usa un linguaggio sacrale sin dalle prime battute, religioso è il linguaggio dell’amore in parte stilnovistico (divina fanciulla). Usa un termine tutto dantesco come s’imparadisa, Teresa diventa una icona (Petrarca), talvolta si fa mistico (estasi, rapito fuori di me). Nella lettera del 17 settembre al linguaggio religioso si associa una citazione da San Paolo: mi compiaccio delle mie infermità. Teresa diviene la vittima sacrificale. Abbiamo una considerazione di Pietro Cataldi (Palumbo 2019) che nota come il tema del sacrificio abbia connotati cristologici (la stessa morte di Ortis il 25/03 non è casuale), sebbene, contrariamente a quello di Cristo, quello di Ortis sia di dubbia efficacia, mancando di un riscatto. ROTTURA DELL’ARMONIA (FORMALE DEL CLASSICISMO) Opera non neoclassica, stato d’animo irrompe turbando. ...e ricerca dell’intensità emotiva, della forza espressiva, dell’immediatezza della trascrizione degli stati d’animo. Si ha la predominanza della paratassi, l’uso dell’enfasi e forti contrasti tematici e stilistici.

G.C. AMORETTI E UNA LETTURA PSICOANALITICA Situazione edipica: ↪rappresentazioni paterne: Propria, la mia casa che rovinava per le prodigalità di mio padre; Di Teresa, padre crudele che sacrifica la figlia in un matrimonio d’interesse. NAPOLEONE PADRONE=PADRE Figura paterna sempre rappresentata con connotazione negativa. ↪rappresentazioni materne: Propria, ha una madre tenera e benefica, il pensiero verso ella lo trattiene dal suicidarsi e le sue lacrime lo convincono ad andare sui colli Euganei Teresa: corrispettivo simbolico della madre, incarna la nostalgia edipica per la madre. VENEZIA=CITTÀ MADRE Perché un fatto politico genera una partecipazione così intensa e tormentata nella dedizione come nella esacrazione e nella disperazione? Ortis=figlio-suddito.


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