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Title 1 Nascita diritto commerciale
Course Diritto commerciale
Institution Università degli Studi di Trento
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Nascita ed evoluzione storica del diritto commerciale Conoscenze • La nozione di diritto commerciale. • Il diritto commerciale nel codice civile attuale. • Le fonti del diritto commerciale.

Abilità • Saper descrivere l’evoluzione storica del diritto commerciale e saper ripercorrere le vicende della codificazione. • Individuare la natura, le funzioni e i caratteri del diritto commerciale. • Essere in grado di individuare, nel complesso di norme riguardanti il diritto privato, le fonti del diritto commerciale.

1 La nozione di diritto commerciale Il diritto commerciale è quel settore del diritto privato che disciplina l’attività degli imprenditori e i rapporti che derivano dall’attività di impresa: esso può sostanzialmente definirsi come il diritto privato delle imprese. La possibilità di individuare un gruppo, peraltro molto corposo e articolato, di norme disciplinanti l’attività degli imprenditori è il riflesso di una visione economica della società tipica dei paesi occidentali basati su un’economia di mercato. Gli imprenditori, infatti, costituiscono un gruppo sociale determinante per lo sviluppo economico di una nazione, operando spontaneamente per quella razionalizzazione delle risorse produttive indispensabile per il miglioramento del benessere dell’intera collettività. Per questo motivo il legislatore disciplina in un corpus normativo unico (che, come vedremo, in passato era del tutto distinto dal diritto civile) l’attività di impresa nonché tutti i rapporti economici in cui normalmente essa si sviluppa. Il diritto commerciale contiene in primo luogo la disciplina degli atti patrimoniali che possono essere compiuti nell’esercizio dell’attività di impresa: quest’ultima è attività che si fonda sugli scambi e sul credito e in essa intervengono una serie infinita di interlocutori (clienti, fornitori, banche, lavoratori, consumatori etc.). La disciplina del diritto commerciale è dunque tesa essenzialmente a favorire e a rendere quanto più celeri gli scambi (relativamente soprattutto alla materia delle obbligazioni e dei contratti) e a dare sicurezza e tutela al credito.

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Nascita ed evoluzione storica del diritto commerciale

2 L’evoluzione storica del diritto commerciale La distinzione nell’ambito del diritto privato, tra diritto civile e diritto commerciale ha una ragione essenzialmente storica. Originariamente il diritto commerciale era infatti un diritto speciale, un diritto di classe (applicabile solo alla classe mercantile) dotato di proprie fonti (statuti delle corporazioni e usi mercantili) e propri organi di giustizia (i consoli) e contrapposto al diritto civile, ossia al diritto applicabile ai rapporti tra cittadini (in materia di famiglia, successioni, diritti reali etc.). L’origine del diritto commerciale può farsi risalire tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo, durante quel periodo definito Basso Medioevo, quando si passò dalla società feudale, basata sulla proprietà fondiaria e su un’economia di tipo chiuso, a quella comunale, basata sui traffici commerciali. L’ampliamento degli scambi anche internazionali comportò il sorgere di una serie di norme dirette a disciplinare i nuovi rapporti commerciali, norme caratterizzate da flessibilità e autonomia delle parti al fine di garantire la maggiore libertà possibile nelle contrattazioni commerciali. Mancavano però autorità centrali che assicurassero l’amministrazione della giustizia e l’applicazione delle nuove norme: così mercanti ed artigiani diedero vita alle corporazioni di arti e mestieri, istituzioni di tipo associativo dotate di poteri normativi e disciplinari sugli iscritti. È nell’ambito delle corporazioni che prendono corpo le prime norme di diritto commerciale, le quali costituiscono il cosiddetto ius mercatorum. Il diritto commerciale dell’epoca è ispirato a criteri di snellezza e celerità. Si supera l’accentuato formalismo proprio del diritto romano e si privilegia, nella conclusione dei contratti, il principio della libertà delle forme. Per favorire gli scambi, si rafforzano le garanzie a favore del creditore: il debitore deve pagare alla scadenza senza dilazioni e i debiti scaduti producono automaticamente interessi (in contrasto con il divieto canonico di interessi usurari). Nascono il contratto di assicurazione e la cambiale (il cosiddetto contratto di cambio). E sono di questo periodo le prime forme associative, che preludono alla creazione delle società. Sempre a tutela dei creditori viene regolata una procedura per accertare il dissesto economico dei mercanti (il fallimento), procedura alla quale sono chiamati a partecipare tutti i creditori proporzionalmente ai loro crediti. Anche l’amministrazione della giustizia è affidata ad organi separati e creati all’interno delle corporazioni: per superare i tempi lunghi della giustizia ordinaria (che peraltro, in ossequio alle norme di diritto civile, garantiva un trattamento di particolare tutela al debitore, retaggio dell’impostazione romanistica che prediligeva il favor debitoris, e vietava la stipulazione degli interessi per i mutui in ossequio al diritto canonico), la risoluzione delle controversie tra mercanti fu affidata ai consoli delle corporazioni, che applicando le consuetudini e gli usi mercantili garantivano decisioni più veloci e ispirate agli interessi dei nuovi mercanti. Inizialmente la giurisdizione dei consoli si applicò solo agli 2

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iscritti alla corporazione, ma successivamente venne estesa anche ai non iscritti e a tutte le controversie tra mercanti e normali cittadini. Il diritto degli atti di commercio Nei secoli, dunque, il diritto commerciale si trasformò da diritto di classe, applicabile cioè solo agli iscritti alle corporazioni, a diritto degli atti di commercio, cioè applicabile agli atti di commercio in quanto tali, indipendentemente dal fatto che a porli in essere fossero privati o mercanti. Con la formazione degli stati monarchici in Europa (XVI secolo) e il diffondersi di una politica statalista e interventista anche nell’economia, hanno fine le corporazioni; la giurisdizione mercantile viene amministrata dai tribunali ordinari (anche se vengono istituiti tribunali speciali di commercio) e il diritto commerciale diventa una branca del diritto statale. Per poter sviluppare la propria attività commerciale, il mercante e poi successivamente l’industriale hanno bisogno di grosse quantità di danaro: per recuperare i capitali essi sono disposti anche ad acquistare il danaro, facendoselo prestare in cambio di un interesse. La banca vende appunto danaro in cambio di un interesse. È di questo periodo l’abolizione formale del divieto canonico dell’usura che vietava il prestito di denaro dietro interesse (divieto di fatto già da tempo superato dallo jus mercatorum): con l’abolizione di tale divieto si sviluppa il mercato finanziario e si afferma una figura tipica di tutti i sistemi economici capitalistici: quella del banchiere. Le nuove scoperte geografiche (XVI-XVIII secolo) e la colonizzazione europea delle Americhe e dell’Oriente diedero ulteriore impulso all’attività commerciale e all’elaborazione di nuovi istituti come la società per azioni che nasce agli inizi del 1600: in questi anni, in Olanda e in Inghilterra vengono istituite le Compagnie delle Indie cui il sovrano affida il compito di sfruttare i territori coloniali e che presentano elementi molto simili a quelli tipici delle società per azioni (sottoscrizione di quote di partecipazione da parte dei partecipanti, limitazione della responsabilità di questi ultimi etc.).

3 La codificazione del diritto commerciale La prima raccolta organica di diritto commerciale si fa risalire all’Ordonnance du commerce emanata in Francia nel 1673 sotto Luigi XIV: si tratta di una raccolta di usi mercantili che costituirà la base per la codificazione del diritto commerciale francese, e non solo. Con la codificazione napoleonica dei primi anni Codici: rientrano tra le fonti di cognizione e sono rac- del 1800 anche il diritto commerciale trova ficolte di norme regolanti un’intera materia organizzate nalmente un’organizzazione definitiva. Il codice in modo sistematico. di commercio napoleonico del 1807 farà, infatti, da modello per tutti i successivi codici europei emanati sull’onda della rivoluzione francese. E tra questi anche del codice italiano. Il codice di commercio del 1882 Il diritto privato dell’Italia unita era regolato dal Codice civile del 1865 e dal Codice di commercio del 1882, entrambi rimasti in vigore fino all’emanazione dell’attuale codice civile del 1942. Il codice di commercio del 1882 era diviso in quattro libri: il primo, Del commercio in generale, il secondo Del commercio marittimo e della navigazione, il terzo Del fallimento, il quarto Dell’esercizio delle azioni commerciali e della loro durata. Il codice di commercio si applicava ai commercianti e a tutti coloro che venivano in contatto con essi. Ai sensi dell’articolo 8 erano commercianti coloro che esercitavano atti di commercio per professione abituale e le società commerciali. 3

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Gli atti di commercio L’articolo 3 definiva la categoria degli atti di commercio individuando tra questi: «le compre di derrate o di merci per rivenderle, sia in natura, sia dopo averle lavorate o poste in opera, od anche solo per darle in locazione, e parimenti la compra per rivendita di obbligazioni dello Stato o di altri titoli di credito circolanti in commercio; le vendite di derrate, le vendite e le locazioni di merci, in natura o lavorate, e le vendite di obbligazioni dello Stato o di altri titoli di credito circolanti in commercio, quando l’acquisto sia stato fatto a scopo di rivendita o di locazione; le compre e le rivendite di beni immobili, quando siano fatte a scopo di speculazione commerciale; le compre e le vendite di quote o di azioni di società commerciali; le imprese di somministrazioni; le imprese di fabbriche o di costruzioni; le imprese di manifatture; le imprese di spettacoli pubblici; le imprese editrici, tipografiche o librarie; le operazioni di banca; le cambiali e gli ordini di derrate; le imprese di trasporto di persone o di cose per terra o per acqua; la costruzione, la compra, la vendita e la rivendita di navi; le compre e le vendite di attrezzi, arredi, vettovaglie, combustibili ed altri oggetti di armamento per la navigazione; le spedizioni marittime; le assicurazioni; le imprese di commissioni, di agenzie e di ufficio di affari; le operazioni di mediazione in affari commerciali». Non erano, invece, considerati atti di commercio le compravendite di derrate o di merci per uso o consumo dell’acquirente o della sua famiglia, la rivendita che egli poi ne faccia, né la vendita che il proprietario o il coltivatore fa dei prodotti del fondo suo o da lui coltivato.

Ancora nel 1800 la divisione dei due codici era il riflesso di una divisione interna della classe borghese: il codice civile rappresentava gli interessi della borghesia fondiaria, che basava la sua ricchezza su una gestione statica della proprietà immobiliare; il codice di commercio era espressione, invece, della borghesia commerciale e industriale senz’altro più dinamica e avvezza al ricorso al credito. Questa suddivisione classista del diritto privato era però inconciliabile con l’ordinamento corporativo fascista che si prefiggeva nei programmi l’abolizione di ogni suddivisione tra classi: da qui l’esigenza di unificare il diritto privato in un solo codice civile, promulgato definitivamente nel 1942. Il diritto commerciale nel codice civile attuale Nel nuovo codice civile le norme di diritto commerciale vengono raggruppate in parte nel libro V, dedicato all’impresa, Ad esempio il principio di solidarietà tra condebialle società e ai rapporti di lavoro, e in parte nel libro IV, per tori sancito dall’articolo 1294 del codice civile era quanto riguarda le obbligazioni e i contratti. una regola in passato valida solo per le obbligaA questo proposito nel nuovo codice sono stati recepiti alzioni commerciali e ora estesa a tutte le obbligacuni principi tipici del diritto commerciale (il favor creditoris zioni anche civili. che diventa prevalente rispetto al favor debitoris; la tutela dell’affidamento) ed estesi ai rapporti di diritto civile, tanto che si è parlato di una commercializzazione del diritto privato.

4 Le fonti del diritto commerciale Come abbiamo appena visto, il corpo centrale del diritto commerciale è contenuto nel libro V e in parte nel libro IV del codice civile vigente. Il diritto commerciale non ha però perso la sua connotazione di corpus normativo autonomo e speciale applicabile alle imprese. La disciplina codicistica rappresenta, infatti, solo una parte e sempre meno prevalente del diritto commerciale. Sempre più numerose sono, invece, le leggi speciali dirette a regolare rapporti specifici, soprattutto sotto la spinta dell’Unione europea tesa a uniformare quanto più possibile le legislazioni degli Stati membri in materia commerciale, materia dove senz’altro sono maggiori gli scambi e i contratti internazionali nell’ambito del cosiddetto mercato unico europeo. 4

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Così sono regolati da leggi speciali il fallimento e le altre procedure concorsuali (r.d. 16 marzo 1942, n. 267); la cambiale (r.d. 14 dicembre 1933, n. 1669) e l’assegno (r.d. 21 dicembre 1933, n. 1736). Sono, invece, di matrice europea (nel senso che nascono dall’esigenza di adeguarsi a direttive europee), ad esempio, la l. n. 287/1990 (la cd. legge antitrust a tutela della concorrenza) e il d.lgs. n. 58/1998 (testo unico sull’intermediazione finanziaria). Il codice di commercio del 1882 conteneva anche le regole del cosiddetto diritto della navigazione, ossia di quella parte del diritto privato che si riferisce alla navigazione per mare, per acque interne o per aria. Attualmente il diritto della navigazione non è più considerato parte del diritto commerciale ma ha conquistato una collocazione autonoma, trovando la sua disciplina in un codice apposito, il codice della navigazione, approvato con R.D. 30 marzo 1942, n. 327, oltre che in varie altre leggi speciali. Oggetto del diritto della navigazione è la navigazione mercantile (che si contrappone alla navigazione militare) senza tener conto dello scopo commerciale o non commerciale di essa.

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Mappa concettuale

DIrItto commercIALe

Settore del diritto privato che disciplina l’attività degli imprenditori e i rapporti derivanti dall’attività di impresa

eVoLUZIoNe

Origine tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo

IUS MERCATORUM: prime norme di diritto commerciale

Da diritto di classe diventa diritto degli atti di commercio

coDIFIcAZIoNe

Ordonnance du commerce (Francia 1673)

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Codice del commercio (Francia, 1807)

Codice di commercio (Italia, 1882)

Codice civile - Libri IV e V (Italia, 1942)

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SUMMARY FOR CLIL Commercial law was born at the end of the 11th century, when merchants used to be organized into guilds and had to elaborate the first juridical tools, essential for their trade. They created the first institutions of the commercial law.

During the following centuries the business increased and was born a new institution, called Joint-Stock Companies.

The first kind of Commercial law was issued by Luigi XIV in France: ordinance du commerce.

Napoleone Bonaparte with the codes of 1804 and 1807 gave France a better regulation for commerce. This French Code was a model for our first italian commerce code, issued in 1882. This code represented a special regulation for commerce, until 1942, when a new unique code became law, our Civil Code.

Today commercial law is a part of private law, and is also regulated by national and supernation rules.

The most important source of commercial law is the Civil Code, 4th and 5th books. Another source is made by a lot of Special Laws, about specific branches of commerce.

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Riepilogo per la didattica inclusiva 1 La nozione di diritto commerciale Il diritto commerciale è quel settore del diritto privato che regola l’attività degli imprenditori e i rapporti derivanti da questa attività.

2 L’evoluzione storica del diritto commerciale Il diritto commerciale ha la sua origine nella civiltà comunale, quindi verso la fine del secolo XI. È l’epoca in cui i mercanti organizzati in Corporazioni elaborano i primi strumenti giuridici necessari al loro mestiere e danno così vita a istituti di diritto commerciale (società di persone, scritture contabili ecc.). Con l’incremento delle attività commerciali nei secoli XVI-XVIII si ha poi l’elaborazione di nuovi istituti di diritto commerciale, come le società per azioni.

3 La codificazione del diritto commerciale L’Ordonnance du commerce (1673) emanata in Francia da Luigi XIV, costituisce la prima forma di regolamentazione statale del diritto commerciale. Nei secoli XVI-XVIII si ebbe il graduale superamento della società feudale ed il definitivo instaurarsi della società capitalistica. Nel secolo XIX, pertanto, lo sviluppo dell’industria determina il trionfo del sistema economico capitalistico e, accanto alla figura del mercante, fanno il loro ingresso nel mercato degli scambi nuove figure di operatori economici (industriale e banchiere). Con la codificazione napoleonica vengono emanate regole giuridiche più adatte al funzionamento del sistema economico capitalistico. Nel 1804 viene emanato in Francia il codice civile, al quale si affianca nel 1807 il codice di commercio. Il codice di commercio francese costituisce il modello del primo codice di commercio dell’Italia unita, emanato nel 1865, insieme al codice civile dello stesso anno e successivamente sostituito dal codice di commercio del 1882. Attraverso questi passaggi il diritto commerciale si afferma come un sistema di norme autonome rispetto al diritto civile. Il codice di commercio del 1882 viene abrogato con l’entrata in vigore del codice civile del 1942, che segna la fine della separazione tradizionale tra codice civile e codice di commercio, riunendo le materie contenute nell’uno e nell’altro codice.

4 Le fonti del diritto commerciale Il diritto commerciale costituisce un particolare ramo del diritto privato. Esso è oggetto di norme nazionali e sopranazionali. La principale fonte legislativa del diritto commerciale è costituita dal codice civile. Gli istituti del diritto commerciale trovano la loro disciplina nei libri IV e V del codice, intitolati rispettivamente Delle obbligazioni e Del lavoro. Al codice civile si affiancano numerose leggi speciali che riguardano particolari settori del diritto commerciale. 8

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Area operativa di fine lezione VerIFIcHe 1 A quando può farsi risalire la nascita del diritto commerciale? .............................................................................. .............................................................................. ..............................................................................

2 Cosa significa che il diritto commerciale inizialmente è un diritto di classe? .............................................................................. .............................................................................. ..............................................................................

3 Quali sono le fonti del diritto commerc...


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