3,6,9,12 - Riassunto 3-6-9-12. Diventare grandi all\'epoca degli schermi digitali Serge PDF

Title 3,6,9,12 - Riassunto 3-6-9-12. Diventare grandi all\'epoca degli schermi digitali Serge
Course Progettazione didattica e delle attività speciali
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Riassunto 3-6-9-12. Diventare grandi all'epoca degli schermi digitali
Serge Tisseron...


Description

TITOLO: Questa formula in ambito pedagogico-educativo rappresenta delle età critiche del bambino: 3: entrata nella scuola dell'infanzia 6: scuola elementare 9: incontro con la lettura e la scrittura 12: passaggio alla scuola media È un libro che spiega al genitore, all'educatore e all'insegnante cosa è meglio che il bambino non faccio e indica invece cosa potrebbe/dovrebbe fare. •

EDUCAZIONE AGLI SCHERMI - Non riguarda solo l'ambito scolastico, ma anche la famiglia e i contesti dell'educazione formale e informale - Contiene la preoccupazione della media education ovvero il fatto di sviluppare l'empowerment del soggetto perché sappia rapportarsi criticamente con i media, sia la education technologies che mira invece a sfruttare al massimo i dispositivi digitali come opportunità di apprendimento e di sviluppo cognitivo.

CAPITOLO 1 - PERCHE' LE CAMPAGNE CONTRO I RISCHI LEGATI AGLI SCHERMI SONO INEFFICACI? E' dagli inizi degli anni '90 che viene lanciato l'allarme che riguarda i danni che la televisione può provocare a tutte le età se ne facciamo un consumo eccessivo è una critica non motivata, nella vita reale le nostre relazioni si organizzano per prossimità fisica, come capita a scuola. Al contrario, le relazioni in internet si organizzano a partire dai centri di interesse condivisi. Si entra in contatto con persone che si giudicano vicine perché hanno gli stessi interessi. Nella vita reale, questi riscontri sono più aleatori. I social network aumentano le nostre possibilità di organizzare delle relazioni più forti e durature. Internet permette lo stesso tipo di relazione che nella vita reale, ma gli incontri e i livelli relazionali si organizzano in modo differente. Il fatto di visitare regolarmente le pagine dei propri amici aumenta l'autostima e non la fa diminuire. I giovani iscritti a Facebook presentano un livello di autostima superiore a quello dei loro coetanei non iscritti. Questo livello di stima riguarda: la stima di sé nel privato (quel che ciascuno pensa di se stesso), e la stima del sé pubblico (quel che ciascuno pensa di quel che gli altri pensano di lui). Inoltre gli scambi mediati in internet non fanno ammalare, presenterebbero anzi una funzione quasi terapeutica dal momento che permettono alle persone che hanno difficoltà relazionali nelle situazioni reali di interagire facilmente grazie alla rete. Migliorano quindi le loro attitudini sociali e la fiducia nelle interazioni faccia a faccia. CAPITOLO 5 - DEL BUON USO DELLA RETE. Tisseron nel 2001 ha proposto di considerare l'esistenza di un desiderio di estimità, ovvero il fatto di rendere pubblici alcuni elementi della propria vita intima al fine di valorizzarli grazie ai commenti di coloro che abbiamo scelto per esserne testimoni. È un comportamento diverso sia dall'esibizionismo che dal conformismo. L'estimità, proprio come l'intimità, non viene gestita allo stesso modo nelle diverse età. Il desiderio di mostrarsi in internet presenta diverse caratteristiche che è importante che i genitori e gli educatori conoscano. La particolarità del desiderio di estimità è

di poter essere indirizzato non a una persona precisa, ma a una folla di sconosciuti. La presenza reale o immaginaria di un pubblico preciso influenza il processo di presentazione di sé nel senso di una conformità in relazione alle attese. Nei mondi digitali la persona con cui entriamo in contatto non è ne fisicamente presente come in una relazione reale, ne del tutto assente come nelle relazioni immaginarie. È presente attraverso un'immagine con cui è possibile stabilire una relazione identica a quella che si stabilisce con un oggetto immaginario. La tendenza a volersi rendere visibili a tutti i costi, può condurre a scelte eccessive fatte solo per ottenere il maggior numero di clic, sul modello del sistema di Google in cui le informazioni che compaiono per prime sono quelle che vengono più consultate. Questo processo viene chiamato--> googlizzazione dell'autostima. La possibilità di camuffarsi in internet è spesso utilizzata dagli adolescenti per costruirsi un'identità fittizia e per esplorare nuovi modi per entrare in contatto, avviare delle relazioni ecc.. Di solito i siti si dividono in due categorie opposte: - Quelli che richiedono nome, stato civile, email così da non lasciare alcuno spazio alla simulazione. - Quelli che impongono l'anonimato e l'uso del nickname.

CAPITOLO 6 - LE QUATTRO RIVOLUZIONI DELLE TECNOLOGIE DIGITALI L'invenzione del digitale ha messo in evidenza altri elementi, in modo tale che è oggi possibile contrapporre due modi di pensare: - L'uno organizzato secondo la logica lineare del testo parlato o scritto - L'altro utilizza tutte le possibilità della costruzione spaziale e dell'interattività.

Quando parliamo di cultura del libro e di cultura degli schermi, si tratta di modello e non di supporti. Prima dell'invenzione del libro, la cultura orale lasciava coesistere in parti uguali pensiero lineare e spazializzato. Per quanto riguarda gli schermi, le cose sono complesse. Il cinema da molto tempo ha adottato il modello della cultura del libro. Tutti i grandi registi, dalla nascita del cinema agli anni 2000 hanno costruito dei racconti lineari. In maniera diversa molti scrittori si sono dedicati alla costruzione narrativa, questi scrittori hanno tentato di uscire dalla logica lineare tradizionale della scrittura per costruire i loro testi secondo un pensiero circolare. La cultura del libro e quella degli schermi si contrappongono su tutti i punti. La cultura del libro adotta un modello lineare, costruito sulle relazioni di temporalità e di causalità. Il linguaggio corrisponde alle domande "dove? quando? come? perché?" e rispondono utilizzando le congiunzioni "ma, dove, e , dunque, o , né, poiché". Grazie a questo tutta la storia si organizza secondo un prima, durante e un poi e valorizza le abitudini e gli automatismi e incoraggia la ricerca delle analogie: riconoscere stili, scuole, riferimenti letterari ecc.. Al contrario la cultura degli schermi favorisce il pensiero lineare, in rete o circolare. Infine il pensiero non lineare incoraggia le innovazioni obbligando a rompere gli schemi mentali. Nella cultura del libro sapere significa ricordarsi di quel che si è appreso: il libro è un supporto di apprendimento mnemonico. Al contrario, gli schermi mettono di fronte alla necessità di lavorare con fonti diverse, di incrociarle, di metterle a confronto ecc.. Per un uso specifico. Questo è quel che si chiama memoria di lavoro: conservare e manipolare informazioni e istruzioni, esercitando queste operazioni mentalmente. Una rivoluzione psicologica: riguarda tre ambiti: 1. Il rapporto del singolo con la sua identità 2. Il meccanismo difensivo prevalente 3. La valorizzazione delle forme non verbali di rappresentazione del mondo. La cultura del libro valorizza l'identità unica che si stabilisce essere proprietà privata di un individuo. Al contrario, con gli schermi, l'identità si moltiplica. Il sé non è più la proprietà privata di un individuo, ma una finzione che risulta dalle interazioni delle persone in un gruppo e dunque ogni volta differente. Ciascuno sviluppa un'identità multipla. Avere più identità non significa avere più

personalità. La patologia comincia quando qualcuno di vede sfuggire le sue identità e diviene incapace di distinguere il dentro dal fuori, l'interiorità dall'inferiorità....


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