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Amai

Saba

La poesia è composta da tre strofe, di diversa lunghezza (due quartine e un distico), in versi endecasillabi, eccetto il verso 3, composto da un’unica parola isolata di tre sillabe. In questi pochi versi Saba ha saputo cogliere, con la consueta semplicità, le ragioni della sua poetica, offrendone un bilancio complessivo. La fedeltà alla propria idea di poesia è sottolineata dall’uso del passato remoto («Amai», con cui iniziano, in forma di anafora, le prime due strofe), che tuttavia viene recuperato al presente dall'analoga posizione e funzione di «Amo»; quest’ultimo verbo, introducendo i due versi finali, stabilisce una precisa linea di continuità che unisce la ricerca poetica e le scelte di vita. Nel testo, in ogni caso, questi momenti vengono affrontati separatamente, per gradi distinti. La prima strofa riguarda in particolare la forma poetica, il linguaggio composto da parole semplici e comuni («trite»), la musicalità dei versi scorrevole e piana, basata su rime elementari («la rima fiore / amore», ribadita dalla rima «dolore» / «cuore», vv. 6-7). C'è anche, in queste dichiarazioni, un'orgogliosa affermazione di anticonformismo, per il coraggio di aver compiuto una scelta non tentata da altri («non uno / osava») e per essere riuscito originale nel suo «difficile» tentativo di ottenere nuovi effetti con un materiale così abusato e consunto. La strofa centrale si riferisce al valore di testimonianza e di impegno attribuito alla poesia, volta alla ricerca di una «verità» nascosta, che occorre scoprire al di sotto delle apparenze superficiali, con uno sforzo di sincerità e di chiarificazione che comporta spesso «dolore» e «paura» (non si può dimenticare, in proposito, la coscienza psicoanalitica di Saba). Il discorso riguarda il «cuore», ossia la dimensione più profonda dell'animo umano, che tuttavia è necessario scandagliare e portare alla luce, perché solo a queste condizioni «il dolore» può rendere «amica» anche la «verità» più dura, aiutandoci a convivere con essa. Per Saba non c'è amore senza dolore, tanto che «il doloroso amore» costituisce l'essenza della vita. Ma la vita contiene anche momenti di consolazione e di serenità, come risulta dai due versi conclusivi, che si riferiscono direttamente al lettore («Amo te che mi ascolti»), per renderlo partecipe di una conquista che, sebbene faticosa e sofferta, resta comunque preziosa. Gioia e dolore sono considerati gli elementi costitutivi e compresenti nell’esistenza individuale e collettiva. L’umanità di Saba nasce dal dolore, da una lacerazione interiore, quella della malattia psicologica che affonda le sue radici nell’infanzia del poeta. Di qui il motivo della sincerità, il bisogno di fare chiarezza, in un rapporto con la vita tutt’altro che facile. Saba dichiara quindi il proprio amore verso il lettore e soprattutto la soddisfazione di essere riuscito a creare una poesia onesta. La poesia è animata da una sincerità volta a fare chiarezza dentro di sé e nei rapporti con gli altri. Da una parte questo atteggiamento porta il poeta ad affrontare i temi della quotidianità rispettando la loro autonoma esistenza e la loro individuale caratterizzazione. D’altra parte il desiderio di sincerità spinge Saba ad andare al di là delle apparenze per svelare la “verità che giace al fondo”. L’approccio poetico alla realtà vuole indagare i sensi riposti e segreti delle cose, facendoli emergere in superficie. Lo strumento privilegiato di tale indagine la psicoanalisi di matrice freudiana che mostra le pulsioni inconsce, spesso inconfessabili, che stanno alla base delle azioni e dei pensieri umani. La conclusione è, quindi, tutta improntata a ristabilire il valore della propria poetica e soprattutto a credere fortemente nella comunicazione con i suoi lettori. Le cose nominate da Saba vivono in un’atmosfera naturale, che si propone di cogliere, direttamente, stati d’animo e impressioni, senza tuttavia rinunciare alla ricerca di significati più profondi....