\"Trieste\" di Umberto Saba PDF

Title \"Trieste\" di Umberto Saba
Author Anonymous User
Course Letteratura italiana
Institution Università degli Studi di Napoli Federico II
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Summary

Riassunto dettagliato dei due componimenti poetici di U. Saba....


Description

Tra le più note liriche della sezione Trieste e una donna (1910-1912) del Canzoniere, questa poesia dà libera voce all’amore che lega Saba alla sua città natale, protagonista, insieme alla moglie Lina - come suggerito dal titolo prescelto per la sezione - delle poesie qui contenute (e nella sezione Casa e campagna troveremo la celebre A mia moglie). Qui Saba trasfigura letterariamente il sentimento poi espresso in Storia e cronistoria di un Canzoniere: tanto la città quanto Lina, infatti, ”assumono i loro inconfondibili aspetti […] e sono amate appunto per quello che hanno di proprio e di inconfondibile”. A legarlo alla città natia è un sentimento sincero, ma non privo di contraddizioni. Una camminata in salita, che rende possibile la visione dall’alto della città, è anche occasione per celebrarla, con un'efficace sequenza di personificazioni, similitudini, analogie. Dalla descrizione della sua “scontrosa grazia” (vv. 8-9) , al paragone con un “ragazzaccio [...] dalle mani troppo grandi” (vv. 10-12), nella designazione di Trieste prevalgono le tinte ossimoriche: una città affollata (“popolosa”, v. 3), brulicante di vita - quel brulicare di vita così efficacemente descritto in Città vecchia , lirica della stessa sezione del volume - e al contempo pronta ad offrire al poeta, desideroso di condurre una vita pensosa e schiva, un cantuccio dove poter meditare. Metro: canzone libera in strofe di endecasillabi, settenari e versi più brevi, con frequenti rime alternate e baciate. 1. Ho attraversato tutta la città. 2. Poi ho salita un'erta, 3. popolosa in principio, in là deserta 1, 4. chiusa da un muricciolo 2: 5. un cantuccio in cui solo 6. siedo; e mi pare che dove esso termina 7. termini la città. 8. Trieste ha una scontrosa 9. grazia 3. Se piace, 10. è come un ragazzaccio 4 aspro e vorace, 11. con gli occhi azzurri e mani troppo grandi 12. per regalare un fiore; 13. come un amore 5 14. con gelosia. 15. Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via 16. scopro 6, se mena all'ingombrata spiaggia, 17. o alla collina cui, sulla sassosa 18. cima, una casa, l'ultima, s'aggrappa . 19. Intorno 20. circola ad ogni cosa 7 21. un'aria strana, un'aria tormentosa, 22. l'aria natia. 23. La mia città che in ogni parte è viva, 24. ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita 25. pensosa e schiva 8.

PARAFRASI 1. Ho attraversato tutta la città, 2. poi ho percorso una strada in salita, 3. dapprima affollata, più in là deserta, 4. che terminava con un piccolo muro: 5. un cantuccio dove mi siedo, 6. solo; e mi sembra che nel punto in cui esso finisce, 7. finisca anche la città. 8. Trieste ha una sua grazia 9. scontrosa. Se piace, 10. è come un ragazzaccio rozzo e vorace, 11. con gli occhi azzurri e mani troppo grandi 12. per regalare un fiore; 13. come un amore 14. venato di gelosia. 15. Da questa salita scopro ogni sua chiesa, ogni sua strada, 16. se conduce alla spiaggia affollata 17. o alla collina sulla cui cima rocciosa si 18. accampa una casa, l’ultima. 19. Ogni cosa 20. è circondata 21. da un’aria strana, tormentosa, 22. l’aria del paese natio. 23. La mia città, che è viva in ogni parte, mi 24. riserva un cantuccio, fatto a posta per me, 25. per la mia vita meditabonda e solitaria. Note 1

popolosa… deserta: è la prima contrapposizione del componimento, nel quale l’antitesi si configura quasi come struttura portante. 2

muricciolo: vezzeggiativo dal forte valore affettivo (si noti la consonanza con "cantuccio", al verso che segue). 3

scontrosa grazia: i primi attributi della città sono espressi tramite ossimoro, peraltro rafforzato dall’enjambement.

4

ragazzaccio: la connotazione è espressa ancora una volta attraverso un’alterazione del sostantivo, secondo una consolidata tecnica sabiana. 5

fiore - amore: ricorrono nel componimento rime baciate, anche semplicissime, come questa. La rima “fiore - amore”, per il suo carattere genuino ed essenziale, sarà esaltata nel celebre componimento Amai. 6

Lo sguardo dall’alto consente di abbracciare per intero la città e di contemplarla in tutta la sua bellezza (e in tutte le sue contraddizioni).

7

Intorno… ad ogni cosa: l’iperbato, ottenuto attraverso la separazione di avverbio e preposizione, non potrebbe essere più forte. 8

Il componimento si chiude con un’ulteriore contrapposizione: la città è piena di vita, e anche per questo amata dal poeta (come ribadito in Città vecchia). Egli tuttavia non rinuncia a trovare un luogo solitario e appartato, come quello delimitato dal "muricciolo" da dove anche la città sembra terminare (vv. 6-7), per dedicarsi all’attività meditativa. Analisi La poesia Trieste di Umberto Saba, contenuta nella sezione Trieste e una donna del Canzoniere, quella che raccoglie i testi composti tra il 1910 e il 1912, incarna il rapporto intenso e il legame inscindibile che l'autore vive con la sua città natale, cui si sovrappone l'amore per Carolina Wölfler, che sposa Saba nel 1909 e che verrà appunto trasfigurata nella "Lina" che ricorre in molte sue poesie. Come spesso accade in Saba, lo spunto poetico deriva da un'occasione quotidiana, tradotta in versi in uno stile apparentemente semplice e comunicativo, ma in realtà complesso e sfumato. Un passeggiata cittadina attraverso Trieste(un po' come avveniva in Città vecchia) verso "un'erta" (v. 2) e un "cantuccio" (v. 5) solitari, diventano - nel passaggio tra la prima e la seconda sezione della poesia - occasione per una vera e propria dichiarazione d'amore. "Trieste" (termine collocato in posizione "forte", in apertura del v. 8) diventa un elemento e un interlocutore dinamico nella poetica di Saba, che canta la sua città come se questa fosse dotata di vita propria. La "scontrosa | grazia" triestina (vv. 8-9) è sottolineata dal netto enjambement, e la personificazione prosegue nei versi successivi. Trieste (di cui il poeta, ai vv. 15-22, abbraccia con lo sguardo tutte le parti e tutti i quartieri) diventa un "ragazzaccio aspro e vorace" (v. 10); l' "amore | con gelosia" tra il poeta e la sua città è reso appunto dalla ricorrenza delle opposizioni (talvolta, nella forma di veri e propri ossimori) presenti in questa seconda sezione. Ed anche nella Storia e cronistoria del Canzoniere Saba preciserà che in questa lirica Trieste (e, dietro di lei, la figura di Lina) sono amate "per quello che hanno di proprio e inconfondibile". Trieste diventa dunque sia musa ispiratrice dei versi sabiani che realtà a sé stante, con cui il poeta arriva sottilmente ad identificarsi e in cui proiettarsi: la città, "in ogni parte [...] viva" conserva infatti un "cantuccio" per la "vita | pensosa e schiva" (vv. 24-25). Dal punto di vista metrico-stilistico, Trieste riconferma alcune delle costanti dello stile di Saba: lo schema della canzone libera, composta di endecasillabi, settenari e quinari è movimentato dal gioco delle rime baciate ed alternate, e da una struttura fonica (che insiste in particolar modo sull'antitesi tra la "c" e il suono più aspro di "z", "r" ed "s") attentamente studiata ed orchestrata....


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