“Apocalisse”, R. Nisticò, voce in Dizionario dei temi letterari PDF

Title “Apocalisse”, R. Nisticò, voce in Dizionario dei temi letterari
Author _ Sistajehh
Course Letterature comparate
Institution Università degli Studi di Catania
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R. Nisticò, Apocalisse, voce in Dizionario dei temi letterari, a cura di R. Ceserani, M. Domenichelli, P. Fasano, Torino, Utet, 2007, pp. 125-130....


Description

❂ “Apocalisse”, R. Nisticò, voce in Dizionario dei temi letterari. Sono di contenuto apocalittico alcune rivelazioni contenute nei libri dei profeti giudaici, i quali hanno predetto la venuta del Messia e un nuovo Regno dei Giusti sulla terra. Queste anticipazioni vengono trattate nell’Apocalisse di Giovanni; essa ha dentro di sé una lunga tradizione ancora viva tutt’oggi, e trova fondamento in una costruzione mitica di palingenesi del mondo e riscatto delle poco abbienti condizioni di vita attuali. Dunque il tema apocalittico si trasforma in uno stile di scrittura, pieno di caratteristiche proprie. L’autore non fu Giovanni l’Evangelista, bensì Giovanni vescovo di Efeso. La sua Apocalisse consiste in 3 parti: 1) è di tipo parentico; Giovanni è il mediatore e invia le 7 lettere alle c hiese dell’Asia minore chiedendo di ripristinare il messaggio cristiano; 2) Giovanni è ammesso in un cielo pieno di presenze simboliche, come il trono divino che emette tuoni e lampi, gli angeli, le Quattro figure alate e l’agnello. Quest’ultimo deve aprire il libro chiuso con sette sigilli, ad ognuno dei quali corrisponde una punizione sulla terra sottoforma di calamità naturali. Dai primi quattro sigilli scaturiscono i cavalieri dell’Apocalisse, inviati negli angoli del mondo per seminare distruzione. Solo 144.000 eletti verranno risparmiati, 12 mila per ogni tribù d’Israele. L’ultimo sigillo contiene le 7 trombe degli angeli che annunciano la lotta tra Dio e Satana, il quale assume le forme di Dragone, Bestia (=Anticristo) e profeta della Bestia. La settima tromba contiene l’ira di Dio versata nelle coppe dei 7 angeli che provoca piaghe; a seguito verrà il Giudizio Universale, con cui verrà dissolto il mondo terreno ed instaurata la Gerusalemme celeste. 3) nell’ultima parte Giovanni ammonisce chiunque dal falsificare la sua profezia contenente la parola di Cristo. Ernesto de Martino, ne La fine del mondo (1970) ha sviluppato il concetto di “ apocalisse culturale”: consiste in un’elaborazione dell'immaginario a carattere mitico, tramite la quale le comunità storiche hanno voluto esorcizzare la paura della fine di tutto. Con ciò, essa le orienta verso una conversione positiva, tramutando l'angoscia in un'attesa di speranza. Nel secondo secolo, l'Apocalisse entrò a far parte del canone della religione cristiana e cominciò a essere oggetto di riscritture e reinterpretazioni che hanno acceso dispute. Nel basso Medioevo la Visio Pauli costituisce, insieme alle Apocalissi di Paolo e Pietro, la fonte della letteratura visionaria medievale, della quale poté giovarsi “visione di frate Alberico di Montecassino” indicata come fonte della Commedia dantesca. [Si hanno tracce dell'Apocalisse anche in opere medievali come l’Edda]. In seguito risultò importante l'interpretazione che di essa diede Gioacchino da Fiore: egli aveva dato vita a un nuovo ordine monastico florense; espose la tesi secondo la quale alla comunità dei giusti sarebbe accordato un periodo di beatitudine terrena, successiva agli Ultimi Giorni, corrispondente all'epoca dello Spirito Santo. I legami fra la Commedia dantesca e l'opera di Gioacchino da Fiore sono tali che si è parlato di una “apocalisse gioachimita”. •



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Nella tradizione medievale bisogna citare Boccaccio e il suo Decameron, dove la peste si pone come momento apocalittico di una civiltà che ha smarrito i suoi valori fondamentali, dopo la quale rinasce una nuova società . Altre opere: Lancillotto del lago di Chrétienne de Troyes, improntata a una struttura apocalittico-cristologica. In filosofia, tra il ‘400 e il ‘500 molti scrittori erano stimolati dalla disastrosa condizione civile politica degli stati dell'epoca (es. Thomas Moore, Tommaso Campanella). Nel ‘600 si osserva una curiosa contaminazione fra la cultura scientifica e la tradizione apocalittica : nel Trattato sull'Apocalisse di Isaac Newton si verifica una corrispondenza fra la storia astronomica, quella umana e quella sacra. Per Newton, il mondo non è eterno, ma scomparirà nei modi descritti da Giovanni nell'apocalisse . Il ‘700 invece punta una dissacrazione del mito apocalittico. Alla fine del secolo la Rivoluzione francese il mito napoleonico fungono da catalizzatori di aspettative messianiche e stimolano una rielaborazione di temi apocalittici. Nel passaggio dal Settecento all’Ottocento l'Apocalisse torna a suggestionare in modo ampio l'opera dei poeti, come William Blake, Friedrich Holderin, Victor Hugo e de Lamartine in Inghilterra e Francia; in Italia menzioniamo Carducci; in Russia Tolstoj e Dostoevskij. Il ‘900 è un secolo particolarmente ricco di apocalissi letterarie: primo esempio lo troviamo nel fu Mattia Pascal di Pirandello, dove solo al termine di un complicato gioco di scambi di identità e dunque di morti e di rigenerazioni, il protagonista pervi ene alla definizione di una sua identità anarchica che rifiuta le regole del vivere civile e si pone in un limbo di non esistenza. Più direttamente apocalittica è La coscienza di Zeno di Italo Svevo: il romanzo si chiude con la previsione che è un uomo inventerà un ordigno capace di distruggere la terra. In Germania e da menzionare il Doktor Faustus di Thomas Mann. Nel ‘900 gli scrittori sono portati ad esprimere una visione apocalittica come conseguenza del modello capitalistico-consumistico. Anche il cinema si è molto occupato del tema dell'Apocalisse: basti pensare al film di Francis Ford Coppola, Apocalypse now il dottor Stranamore di Stanley Kubrick....


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