APPUNTI DELLE LEZIONI Storia dell\'arte contemporanea completa UniBo Andrea Bacchi PDF

Title APPUNTI DELLE LEZIONI Storia dell\'arte contemporanea completa UniBo Andrea Bacchi
Author Chiara Gallo
Course Lettere Moderne
Institution Università di Bologna
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Appunti delle lezioni di storia dell'arte contemporanea con il professore Andrea Bacchi all'Università di Bologna...


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http://www.jstor.org/ STORIA DELL'ARTE CONTEMPORANEA 19/02/2018 >Italia: arte contemporanea “burocraticamente” inizia con la fine del Settecento. Il prof ha scelto di affrontare solamente la parte che dalla fine del Settecento arriva alla fine dell'Ottocento. Ottocento secolo cruciale per i contemporaneisti. >Manuale Bosenblum e Janson, non più in ristampa, si trova il pdf in via Fondazza + due libri a scelta >Power Point su ams campus >Esame: scritto (20/25 immagini di opere proiettate a lezione per il 70%, il restante dal manuale; viene chiesto autore, un'idea di cronologia, un'idea del movimento a cui appartiene l'autore; meno di un'ora + orale, si discute la parte scritta in modo più discorsivo, si fanno un paio di domande sui libri a scelta) >No lezione 7 marzo >Domani conferenza alla fondazione Zeri, ore 17.30, secondo piano L'INGHILTERRA TRA LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E NEOCLASSICISMO Il Settecento Metà del Settecento: secolo “diviso” tra un primo periodo barocco e un secondo periodo che “anticipa” l'Ottocento. >In questa seconda parte è molto importante la figura di Winkelmann, che giunge a Roma negli anni '50, diventa bibliotecario di un cardinale e ne cura la collezione di antichità. Scrive pensieri sull'arte antica e cura una storia sull'arte antica, fondamentale per la storia dell'arte da quel momento in poi. La storia dell'arte scritta da Winkelmann mette al centro il periodo di Fidia, che fa della perfezione formale il valore artistico massimo; questa perfezione formale, secondo Winkelmann, riflette la perfezione storica e culturale dell'Atene di Pericle (Aristofane, Socrate, etc). La perfezione figurativa si intreccia con la qualità culturale della Grecia del tempo. W. Individua uno stretto legame tra arte e politica, storia. W. Mette la Grecia antica in posizione di superiorità rispetto a Roma antica. In questo periodo, il dibattito culturale era alimentato anche dalla recente scoperta di Pompei ed Ercolano negli anni '30 del Settecento. Si riversa “visivamente” davanti agli uomini del Settecento la vita quotidiana del mondo antico e anche la pittura di questo periodo, fino a quel momento quasi sconosciuta. C'è una grande riscoperta dell'antico. Nel 1759 viene aperto a Londra il British Museum (uno dei primi grandi musei pubblici, pensato per tutti). In questi anni, in Francia si lavora all' Enciclopedie.

>Nel periodo a cavallo tra Sette e Ottocento, l'Inghilterra ha un ruolo centrale nella storia dell'arte. A metà del Settecento, ha una tradizione artistica relativamente giovane, non possiede una vera e propria scuola artistica. E' fortissimo, in quest'epoca, il suo potere politico ed economico; attraversa la Rivoluzione industriale. Nuovi classi sociali si affacciano all'arte. Questo periodo è fortemente determinante per la storia dell'arte: fa dell'Inghilterra un “avamposto” della storia dell'arte. Joshua Reynolds (1723 - 1792) Il primo grande artista inglese che forma una scuola e riflette molto bene la natura rivoluzionaria ma anche un certo legame con la tradizione. E' un artista per cui ancora è fondamentale il tipico “viaggio in Italia”, la conoscenza profonda della cultura italiana. E' colui che fonda la Royal Academy (la scuola dove si formano gli artisti, finanziata dal Re, che non esisteva in Inghilterra fino a quel momento). La prima accademia fu fondata da Vasari a Firenze a metà del Cinquecento. → Autoritratto 1748 ca, Londra National Portrait Gallery. Autoritratto da giovane, entra la luce da una finestra, il pittore si fa ombra con una mano sulla fronte e guarda al paesaggio. → La scuola di Atene, 1751, Dublino: “figlio” del viaggio in Italia, esperienza fondamentale per la formazione degli artisti. Il viaggio in Italia veniva compiuto per ammirare il passato dell'Italia, non più il presente. Le tappe fondamentali sono: Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Sicilia. In questo quadro Reynolds compie una caricatura/satira (genere molto coltivato nell'Inghilterra del Settecento) che guarda all'affresco di Raffaello. In questo periodo, il più grande pittore italiano era considerato Raffaello. Michelangelo si riscoprirà più avanti. Le architetture non sono più quelle all'antica di Raffaello, ma architetture gotiche. I personaggi sembrano un po' degli spianati. Reynolds si prende gioco degli inglesi che dovrebbero venire in Italia per acculturarsi, e invece si divertivano solamente. E' un quadro diretto ad un pubblico colto, ma volto all'irrisione della contemporaneità. → La società di dilettant, 1779: la Society of Dilettanti venne fondata a Londra nel 1732, era un club dove potevano entrare solo gli iscritti per condurre una vita in comune, segnati da affinità culturali (studio dell’antica Grecia e Roma). Per entrare a far parte del club bisognava essere stati in Italia. Reynolds entra in questa società nel 1766. Tra gli interessi del club c’era anche l’opera (al tempo principalmente italiana). L’uomo a sinistra vestito di rosso (Sir William Hamilton) mostra un album con la sua collezione di vasi greci (idea molto moderna). Alcuni stanno studiando delle gemme antiche, altro simbolo di collezionismo antico. Reynolds è attirato dalla moglie, Lady Hamilton, che faceva dei teatrini all’antica. → San Giovanni Battista, 1780 ca.: qui Reynolds si pone come intermediario tra la cultura italiana, cattolica, e quella inglese, protestante. Dialoga con due quadri del passato (dipinto a olio su tela, attribuito a Raffaello + uno di Guido Reni), quindi è indirizzato a un pubblico colto. Dà alla scena un’atmosfera tipica dello Sturm und Drang → Master Crewe come Enrico VIII 1775 ca, ritratto del figlio di Lord Crewe. Un quadro di gioco. In quel tempo erano molto diffusi i balli in maschera, Reynolds mette l’accento sull’aspetto giocoso: il bambino ha aria colloquiale, sorridente, il vestito è simbolo di regalità. L’ambiente è un interno che rimanda ai romanzi contemporanei di Sterne e Defoe → Le Grazie che adornano Imene (le sorelle Montgomery), 1773: il quadro venne commissionato dal fidanzato di una delle tre sorelle, Luke. E’ importante perché è un ritratto, che non era considerato un genere nobile della pittura: erano invece considerati nobili i quadri storici, che non copiavano meramente la realtà, anzi comprendevano una componente creativa → Omai, 1775: non è un quadro storico, ma ci mostra come il pittore si rapporta con il “diverso”. Il quadro mette in luce l’aspetto “coloniale” dell’epoca storica: mostra un ragazzo che veniva dalle isole dell’Oceania e ora sta in Inghilterra, dove è stato portato da Captain Cook nel 1775 come trofeo antropologico. Sono gli anni delle riflessioni di Rousseau sull’infanzia e sullo stato di natura. Questo ritratto è ancora, in parte, classico: la posa è quella dell’Apollo del Belvedere. C’è però una componente moderna: nella mano destra si nota un tatuaggio aborigeno (sconosciuto alla cultura occidentale) che evidenzia la cultura coloniale del tempo. → Giuseppe Baretti, 1773: Giuseppe Baretti era un letterato italiano che andò ad insegnare in Inghilterra. Si dice che, giocando a scacchi con Omai, gli venne detto che il selvaggio sembrava lui e non Omai → Il generale John Burgoyne, 1766: sguardo eroico, non guarda noi. Molto diverso dal Richard Milles di Pompeo Batoni, molto fiero.

21/02/2018 → Mrs. Abington come “Miss Prue”, 1771: Mrs Abington sta recitando in una commedia. Reynolds evidenzia le contraddizioni dell’Inghilterra del secondo 1700 (paese giovane sul piano culturale ma molto avanzato tecnologicamente), che guarda al passato e al di fuori dell’Inghilterra (> si guarda all’Italia). Fondando l’accademia in Inghilterra, Reynolds pone l’accento sull’aspetto culturale del mestiere di artista, oltre che quello più manuale. Giovane donna nata Prue e di matrimonio Abington (compie una scalata sociale con questo matrimonio), diventa una delle grandi attrici inglesi di quegli anni (il teatro inglese era molto importante per i cittadini). In questo quadro, la Prue è dipinta con grande naturalezza, freschezza, con sottigliezza psicologica. La Prue è dipinta nella quotidianità della ragazza innamorata; attorniata da una sedia e da un cagnolino che esprimono la sua sofisticatezza. Questa quotidianità che accade con Reynolds non accade invece nella pittura italiana del tempo (> Tiepolo) → Giuseppe Baretti, 1773: idea di letterato del Settecento come uomo appassionato, immerso nella lettura, che si crea un universo; la cultura qui non è un modo per dimostrare il suo stato sociale → Alberico XII Belgioioso: insieme a Baretti, l’unico italiano ritratto da Reynolds; appartiene a una grande famiglia aristocratica lombarda, uno dei pochi che compie un viaggio in Inghilterra. Il ritratto è più “generico” di quello di Baretti, probabilmente perché era meno intimo con Reynolds di quanto lo fosse Baretti → Ercole fanciullo, 1787: Reynolds mostra il suo attaccamento alla tradizione scegliendo di dipingere quadri di storia (come era di consuetudine) e non solo ritratti. Ercole fanciullo a cui Giunone manda dei serpenti per strangolarlo, ma lui si svincola. Una serie di personaggi della mitologia e letteratura greca. Reynolds dipinge questo quadro per Caterina di Russia (ora si trova a San Pietroburgo): in Russia, in questi anni, solamente alcuni personaggi si interessavano di arte, mentre in Inghilterra era un atteggiamento diffuso in tutta la classe aristocratica. La figura della madre Alcmena attraversa il buio quasi fosse un “fantasma” e simboleggia l’attenzione nascente per le atmosfere magiche, misteriose (il “sublime”); in ciò forse Fussli influenza la pittura di Reynolds. → Sarah Siddons come musa tragica, 1784: connubio tra ritratto e quadro di storia. Rappresenta l’attrice Siddons come musa tragica. Posa di Sarah ispirata a quella di uno dei profeti dipinti nella Cappella Sistina; da quest’opera Reynolds prende anche l’idea di rappresentare il trono visto dal basso. Sul retro ci sono delle “apparizioni”, allegorie della Pietà e del Terrore (requisiti che Aristotele riteneva necessari per la tragedia). Questo quadro testimonia la riscoperta di Michelangelo, in ottica romantica. Reynolds guarda a un passato “diverso”: la composizione è michelangiolesca, l’intonazione bruna indica un forte rapporto con la cultura olandese. Aspetto più “solenne” di questo ritratto rispetto alla naturalezza di altri ritratti visti → Autoritratto, 1780: autoritratto tardo; Reynolds si dipinge come capo dell’accademia, non più con il pennello in mano: più intellettuale che strettamente pittore. Un busto ritrae Michelangelo, a indicare la più influente genealogia della sua opera. L’omaggio al titanismo di Michelangelo si combina con una materia pittorica che deve molto alla pittura “impastata” di Rembrandt. Reynolds “aggancia” la pittura inglese alla tradizione europa (Italia classica, Italia rinascimentale, Olanda del Seicento) Johann Zoffany (1733 – 1810) Tedesco, lunga formazione in Italia, arriva in Inghilterra nel 1760, qui vive per lungo tempo. Soggiorni a Firenze e Parma. → I membri della Royal Academy, 1771-1772: Accademia Reale fondata da Reynolds. Dalla pittura, che richiama quella fiamminga, si tradisce la sua nazionalità. Il quadro è quasi fotografico e mostra molto bene come si diventava pittore in quegli anni. I vari membri dell’accademia discutono tra loro, è sera (la lampada centrale è illuminata da candele); vediamo i due aspetti fondamentali dell’educazione di ogni pittore: studio dal vero e studio dell’arte passata. I personaggi sono tutti dei ritratti molto riconoscibili (in primo piano a sinistra, lo stesso Zoffany; il signore al centro vestito di nero è Reynolds). I due dipinti femminili sulla destra rappresentano due pittrici che facevano parte dell’accademia, ma non potevano prendere parte alla seduta di posa dell’uomo nudo. Dal quadro traspare un’atmosfera molto importante (genere pittorico del “conversation piece”). Non rappresenta una situazione “nobile” come ci si aspetterebbe da un quadro commissionato dal re.

→ La regina Carlotta con i due suoi figli maggiori, 1764-65: giochi di specchi, mezze viste; si ritrae il gesto intimo dell’accarezzare il cane, nonostante l’atmosfera fastosa del resto del quadro. E’ il quadro che decreta il successo di Zoffany → William Berry viene indicato come erede a Raith, 1769: conversation piece; storia del signor Ferguson che decide di diseredare il nipote maggiore perché ha fatto un cattivo matrimonio. Ferguson aspetta il nipote minore, a cui assegnerà l’eredità (ragazzo vestito di nero) al tavolo di mogano, nella ghiacciaia bottiglie di champagne; Zoffany si ritrae sulla destra. Il quadro è dipinto in studio, il paesaggio sembra infatti “staccato” da loro. Non c’è la volontà (che nascerà con l’Impressionismo) di una fusione tra persone e natura. Una vicenda “banale” come questa diventa oggetto di un quadro → La famiglia Sharp, 1779-1781: il soggetto fa la modernità. William Sharp (signore in alto che alza il cappello e saluta) era il medico di Giorgio III. Zoffany era un grande amico di questa famiglia. Nel weekend, suonavano assieme su una barca. Idea di una nuova civiltà borghese che viene avanti e non ha bisogno di essere celebrata tramite i filtri del mito. In questo quadro, Zoffany non si ritrae, ma ritrae il suo cane, Roma. Una stesura pittorica che guarda alla pittura fiamminga (Quattro-Seicento), ma che nel ritratto mostra la sua innovazione per la naturalezza. Si conoscono i nomi di tutti i personaggi → La tribuna degli Uffizi, 1772-1777: commissione della regina. In origine era pensato per fare pendant con “I membri della Royal Academy”. Zoffany viene in Italia per dipingere questo quadro e ci mette 5 anni. Zoffany accetta questa commissione solo perché non gli era riuscito di unirsi al capitano Cuck che stava partendo per le Indie Occidentali (Australia). Una delle testimonianze più efficaci del fascino che l’arte classica e italiana esercitano sugli stranieri nel corso del Settecento. La Tribuna è una sala degli Uffizi dove, dalla fine del Cinquecento, venivano esposti i “gioielli artistici” della famiglia Medici. E’ una delle prime stanze in cui si espongono opere d’arte in quanto tali: è nell’Italia del Cinquecento che il quadro viene messo a fuoco come opera d’arte. L’idea di legare un’opera al luogo dove è stata creata/dove si trova nasce in Italia (Raffaello viene nominato dal Papa “Conservatore delle antichità di Roma”). E’ una stanza poligonale con pareti rosse, il soffitto è decorato con conchiglie. Per dipingere il quadro, Zoffany si fa appositamente portare alcuni quadri in Tribuna. I personaggi sono tutti riconosciuti, sono molti artisti inglesi che abitavano a Firenze; ammirano gli artisti italiani. Lo stesso Zoffany si rappresenta, mentre guarda un quadro di Raffaello. Ispirato ai “capricci” di Pannini che rappresentano la Roma antica e la Roma moderna. Zoffany però è più illuminista. Si dice che la disposizione dei quadri qui sia fatta solo in parte in ordine storico: al centro quadri del Cinquecento, alla destra quadri del Seicento. Zoffany rappresenta il momento in cui gli Uffizi stanno diventando il primo museo moderno. Sarà Lanzi a dare agli Uffizi un ordine cronologico. L’idea che il museo è uno “specchio” del manuale di storia dell’arte è frutto dell’Illuminismo e viene attuata per la prima volta da Lanzi agli Uffizi alla fine del Settecento. Oggi, quest’ordine viene messo in discussione (per esempio dalla Tate). Zoffany dà alla regina Carlotta la possibilità di vedere la Tribuna senza recarvisi. Ci lascia la testimonianza di come le persone guardavano le opere d’arte, di come la cultura fosse al centro della vita delle classi sociali alte. → Il colonnello Polier e i suoi amici, 1768-1787, Calcutta: si trova a Calcutta perché Zoffany andò in viaggio in India. Zoffany si rappresenta al centro del quadro. Polier è il signore sulla sinistra che tocca la frutta (ingegnere svizzero), il signore seduto vestito di blu era un generale francese. Dipendenti della Compagnia delle Indie Orientali. Questi personaggi, apparentemente avventurieri, avevano interessi culturali. Alle pareti sono appesi finti quadri appesi da Zoffany e rappresentano scene di vita indiana. Il Polier abbandona lo studio di un manoscritto indiano. Idea sia di commercio che di cultura. Si rappresenta l’aspetto del colonialismo ma anche quello della curiosità. 27/02/2018 La pittura realistica di Zoffany fa “presagire” il bisogno della nascita dello strumento fotografico. → Plundering the king’s cellar at Paris, 1794: rappresenta un momento della Rivoluzione Francese. In quel periodo c’era un grande timore di questo avvenimento, soprattutto in Inghilterra (vicina alla Francia).

→ La biblioteca di Charles Townley, 1781-1783, 1792, 1798. Townley Hall Art Gallery. Casa di campagna di Townley. Era un grande collezionista di antichità greche e romane. La collezione non è più uno status symbol ma diventa un percorso culturale. Il quadro è cominciato nell’81 e finito nel 98: Zoffany lo arricchisce a mano a mano che Townley aggiunge delle opere alla sua collezione. Le opere sono una chiave per arrivare al mondo classico. L’aristocrazia inglese colta si sentiva “erede” dello splendore romano (per la cultura e l’imperialismo). Quando Townley muore, lascia tutte le sue antichità al British Museum. Oggi, nessuna di queste è esposta, ma hanno valore in quanto attestano la passione dell’Europa del Settecento nei confronti dell’età classica. Il personaggio al centro si faceva chiamare Barone D’Hancarville, era un famoso avventuriero. Aveva l’idea cercare una discendenza egizia nell’arte greca. Joseph Wright of Derby (1734 – 1797) Fa un viaggio in Italia, fa parte della Royal Academy. Prende il nome dalla città di Derby, nel cuore dell’Inghilterra. Non lavora a Londra ma nel centro dell’Inghilterra, dove sta prendendo piede la rivoluzione industriale. Lavora per Joshua Wedgwood (produce ceramiche artistiche) e Richard Arkwright (grande industriale, industria tessile): non lavora per aristocratici. → Tre gentluomini osservano il gladiatore, 1765, Derby, Museum and Art gallery: quadro molto scuro. Ci mostra come venivano guardate le opere d’arte prima dell’energia elettrica. L’illuminazione di questo tipo è una costante di Wright od Derby e deriva dalla pittura seicentesca e caravaggesca → Il planetario, 1766, Derby, Museum and Art Gallery: atmosfera scura; forse allude a una serie di conferenze che il signor Ferguson teneva al tempo in Inghilterra, allo scopo di mostrare come funzionava il sistema solare. Il rimando alle conferenze è suggerito dal fatto che il planetario ha qui uno scopo didattico e non di ricerca. L’idea di divulgazione e di una conoscenza che esce dall’ambito artistico è assente in Italia in questo periodo. [Confronto con Gerrit van Hontorst, pittore olandese che lavora in Italia nel secondo Seicento, noto col nome “Gherardo delle Notti”, diventato celebre per quadri a lume notturno. Seguace olandese di Caravaggio. Forse questo artista ha influenzato Wright od Derby] → Esperimento con pompa ad aria, 1768, Londra, National Gallery: ha avuto fama anche nel XIX secolo (commentato da Flaubert). Opera che non appartiene a nessun genere conosciuto al tempo: raffigurazione di un esperimento fatto in casa in quegli anni; forse c’è un riferimento alle conferenze di Ferguson. Rappresenta un esperimento legato all’importanza dell’aria: mostra un uccello che muore per mancanza d’aria. E’ un esperimento che Ferguson faceva ma non con animali vivi. Sul retro si intravede una porta con un timpano un po’ all’antica (forse un’allusione al mondo classico). Il soggetto è del tutto nuovo per i contemporanei. [Confronto con Georges Delatour, pittore francese seicentesco di scuola caravaggesca.] → Accademia al lume di una lampada, 1769, Center for British Art: persone attorno alla “Ninfa con conchiglia”; il precedente cinquecentesco è l’Accademia di Baccio Bandinelli (artisti che disegnano a lume di notte nella bottega dell’artista). Wright of Derby ripete questa situazione in un contesto moderno → La fucina del fabbro, 1771, Derby, Museum and Art Gallery: fucina pre-Rivoluzione industriale. Sullo sfondo una rovina che sembra di un edificio antico. Ambientato a lume di notte → Una grotta, la sera, 1774, Northampton, Museum: dipinge durante il viaggio in Italia la grotta di Polignano. Paesaggio che non era solitamente dipinto dagli artisti. Spirito illuminista di indagine + spirito...


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