appunti di cultura russa I PDF

Title appunti di cultura russa I
Course Cultura Russa I
Institution Università degli Studi di Milano
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Sono gli appunti di Cultura Russa I dell'anno in corso...


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CULTURA RUSSA Cultura Per il dizionario Treccani per cultura si intende: L’insieme delle cognizioni intellettuali che, acquisite attraverso lo studio, la lettura, l’esperienza, l’influenza dell’ambiente e rielaborate in modo soggettivo e autonomo diventano elemento costitutivo della personalità, contribuendo ad arricchire lo spirito, a sviluppare o migliorare la facoltà individuali, specialmente la capacità di giudizio. Complesso delle istituzioni sociali, politiche ed economiche, delle attività artistiche e scientifiche, delle manifestazioni spirituali e religiose che caratterizzano la vita di una determinata società in un dato momento storico. Il dizionario di filosofia dice, invece, che la cultura è: Termine che indica, da un lato, l’insieme della cognizioni intellettuali che, acquisite attraverso lo studio, la lettura, l’esperienza, l’influenza dell’ambiente e che, rielaborate in modo soggettivo e autonomo, diventano elemento costitutivo della personalità, contribuendo ad arricchire lo spirito, a sviluppare o migliorare le facoltà individuali, specialmente la capacità di giudizio, e, dall’altro, l’insieme delle conoscenze, valori, simboli, concezioni, credenze, modelli di comportamento, e anche delle attività materiali, che caratterizzano il modo di vita di un gruppo sociale, Spirito russo vs Anima russa Tschizewskij -> Per spirito […] intendiamo la conoscenza che gli uomini hanno della natura della loro esistenza […] Rientra nel contenuto di questa coscienza la rappresentazione del posto che l’uomo occupa nella cerchia degli altri uomini, nella natura […] e nel mondo soprannaturale […], infine il rapporto in cui egli si trova con il passato e il futuro.

русская душа -> Anima russa/carattere russo/mentalità russa. Stereotipi:        

Cordialità, ospitalità, spontaneità; Priorità del cuore sulla ragione; Inclinazione all’angoscia (toska) e alla malinconia; Noncuranza per i dettagli, per il pragmatismo e il calcolo; Tendenza alle passioni violente, all’estremismo; Massimalismo morale (tutto o niente); Paradossalità, antinomismo, coesistenza delle contraddizioni; tradizionalismo; Collettivismo (Russia: NOI; Europa: IO)

Il concetto dell’anima di un popolo ha radici nel romanticismo tedesco. I filosofi dell’Ottocento (Schellingi, Fichte, Hegel) furono molto influenti nel pensiero russo dell’epoca. Secondo il filosofo Nikolaj Berdjaev (1874-1948), l’anima russa con le sue specificità sarebbe stata formata tra gli spazi vastissimi e infiniti della Russia. Il russo sarebbe un uomo molto più libero dell’uomo europeo occidentale, che non ha tanto spazio, poiché il russo risulta illimitato nella forma, nell’organizzazione, nel diritto e nell’ordine. Fedor Ivanovič Tjutčev (1803–1873) dice che la Russia non si intende con il senno, né la misura col comune metro: la Russia è fatta a modo suo, in essa ci si può credere soltanto. La Russia è il Paese più astatale e più anarchico del mondo. E il popolo russo è il più apolitico, non essendo mai stato in grado di organizzare la propria terra. […] Il popolo russo non vuole essere costruttore virale, la sua natura si definisce come femminile, passiva e sottomessa nelle questioni statali sempre alla ricerca di un fidanzato, di un marito, di un padrone. La Russia è una terra sottomessa, femminile. […] Non ci sono limiti all’obbediente sopportazione del tormentato popolo russo.

Nikolaj Berbjaev – L’anima della Russia. Mosca, 1915

Idee russe vs idea russa Idee w Rosji – Идеи в России – Ideas in Russia (Warszawa: Semper, 1999) -> l’uso del plurale “idee” nel titolo del testo esprime la pragmatica apertura del dizionario verso tutta la diversità della tradizione russa del pensiero, molto più ricca del diffuso stereotipo della “idea russa”, compresa in modo monolitico e pretesa come unica. La definizione – in Russia – possiede un senso culturale piuttosto che politicoterritoriale: si tratta di idee nate nella cultura russa, sviluppate nella mentalità russa, anche se questo è avvenuto in territori non russi e nell’emigrazione. L’idea russa è la concezione della Russia come portatrice della vera idea di divinità, con la missione di realizzare tale idea in tutto il mondo. Questione nel senso della esistenza della Russia nella storia mondiale -> storiografia come intersezione tra storia e metafisica, cioè concetto della futura trasformazione di tutta l’umanità sotto la guida del popolo russo eletto da Dio. È una prospettiva escatologica e dall’aspetto messianico. Russij vs Rossijskij Russkij indica l’appartenenza al gruppo etnico russo e alla cultura “russa” in senso stretto. Rossijskij indica l’appartenenza allo Stato russo e alla nazione “russa” multietnica. Rus’ vs Rossija Rus’ è il nome del primo Stato slavo orientale nel Medioevo, dei territori della popolazione dei gruppi etnici e il nome delle diverse etnie slavo orientali. Ci sono diverse teorie sull’etimologia -> teoria normanna: deriva dalla parola finlandese ruotsi, che era l’abbreviazione con cui venivano definiti gli svedesi (ropskarlar = uomini che remano). Rossija è una parola in uso dalla seconda metà del Cinquecento e da allora sostituisce Rus’ come realtà geopolitica e nome dello Stato, mentre Rus’ resta in uno come denominazione dell’unità nazionale, religiosa e spirituale del popolo russo. Periodizzazione della storia e della cultura russa Come    

si fa la periodizzazione e quali sono i criteri? Criteri politici - cambiamenti politici Criteri ideologici (della Weltanschauung) - cambio di concezione della vita Criteri scientifici - quando cambiano i paradigmi scientifici (es. Copernico) Criteri estetici - quando cambiano i valori estetici

Inizio di una nuova epoca  Politica – cambiamento della situazione sociopolitica  Ideologica – cambiamento della mentalità  Scienze – cambiamento del paradigma scientifico  Estetica – cambiamento dello stile dell’epoca Epoche principali della storia europea - fine/eventi che hanno portato alla fine  Preistoria, che termina con l’invenzione della scrittura;  Antichità, che termina con il trasferimento della capitale imperiale da Roma a Costantinopoli (330dC); Primo Sacco di Roma (410dC); caduta dell’Impero romano d’occidente(476dC);  Medioevo, che termina con la caduta di Constantinopoli (1453 - grande impatto sulla Russia ortodossa); scoperta dell’America (1492); riforma luterana (1517); rivoluzione copernicana (1543);

 

Età moderna, che termina con la rivoluzione industriale (1769); rivoluzione francese (1789); congresso di Vienna (1814/1815); Età contemporanea

In Russia, il medioevo termina intorno al ‘700 con le riforme di Pietro il Grande, che spingono la Russia direttamente nell’età moderna. Non c’è un Rinascimento, mentre Barocco e Classicismo vengono fusi. Quindi, nel classicismo russo troviamo degli elementi barocchi.

Epoche storiche della Russia  X sec. - 1237: La Rus’ di Kiev - Kiev fu la prima capitale della Rus’.  1237 - 1480: il Giogo tartaro - invasione dei tartari  1462/1480 - 1598: prende i poteri Ivan III, che solo nel 1480 riesce a cacciare i tartari. Inizia il periodo della Moscovia (Mosca capitale)  1598 - 1613: muore l’ultimo erede dei Rjurikidi, senza eredi. Inizia un periodo di caos per la Russia. Detto periodo dei Torbidi  1613 -1917: prende il potere una nuova famiglia, quella dei Romanov. Termina con la rivoluzione russa.  1917 - 1991: Unione Sovietica  Dal 1991: Federazione Russa Periodizzazione della cultura russa Gli elementi del barocco arrivano tardi in Russia e per un periodo andranno in parallelo con il classicismo europeo. Negli anni ‘90 dell’700, inizia il periodo del sentimentalismo, che equivale al romanticismo europeo. Intorno alla metà dell’800, inizia il realismo caratterizzato del romanzo e non dalla poesia come in Europa (la Russia si inizia a sincronizzare con il resto dell’Europa). Dopo il realismo, c’era una nuova corrente irrazionale con il simbolismo. Dal 1934, viene imposto un realismo socialista agli scrittori. Negli ultimi decenni, si è sviluppato una corrente post moderna. Troviamo una dicotomia tra stili primari e secondari. Abbiamo quindi una dicotomia che funziona bene solo dal ‘700 in poi. Stili primari

Stili secondari

Rinascimento

Barocco

Classicismo

Realismo

Romanticismo

Neorealismo

Simbolismo

Postmodernità

Heinrich Wolfflin ne Concetti fondamentali della storia dell’arte (Kunstgeschichtliche

Grundbegriffe, 1915) identifica la diversità tra stili primari - di dominazione ideologica - e gli stili secondari - di dominazione estetica - , cioè il cambio degli stili.

Gli stili primari sono caratterizzati da un contenuto più importante della forma, da un pensiero più ragionato e razionale, da una rappresentazione veritiera del mondo reale e dalla bellezza della natura. Hanno una forma più chiusa, in cui sono predilette la chiarezza, l’armonia, la funzionalità e la semplificazione. Negli stili secondari troviamo una forma più importante del contenuto, da un movimento legato al sentimento e all’intuizione, guidato da uno spirito più irrazionale, in cui viene descritto un mondo delle idee e dalla bellezza dell’arte. Il problema non è la concezione come tale, ma perché correnti più razionali dovessero essere quelli primari e quelli più irrazionali dovessero essere secondari.

LA SANTA RUSSIA Cristianesimo ortodosso nel medioevo La popolazione degli Slavi orientali risiedeva nell’attuale Europa orientale. Essi avevano incominciato a governarsi da sé, ma non avevano ancora una vera e propria organizzazione stabile. Nel IX sec. Varjaghi svedesi (commercianti-guerrieri), che arrivano dal Mar Baltico, iniziano ad usare i fiumi russi per poter esplorare il Paese verso il sud, fino ad arrivare ai territori della moderna Ucraina. Al loro passaggio fondarono una serie di regni tributari, in cui richiedevano il pagamento di tributi dagli Slavi. Intorno al 862, arrivò Rjurik (?-879), insieme ai suoi fratelli, che assunse il controllo della città di Novgorod. Il processo del crescere della potenza della dinastia di Rjurik, viene descritto dalle cronache come un processo del tutto naturale, ma non possono nascondere che altri signori variaghi, indipendenti da Rjurik, governassero a Kiev ( Askol’d e Dir), a Polozk e altrove. Sarà poi il principe Oleg (?-912) ad unire i regni dei principi Varjaghi e a fondare la dinastia dei Rjurikidi, che dominerà fino al 1598.

La Cronaca di Nestore – scritto in cui viene descritta la “chiamata dei Varjaghi” da parte dei popoli Slavi per aiutarli ad organizzare il nascente Stati, visto che le varie famiglie non erano in grado di governarsi da sole. Le cronache di Nestore servivano per “negare” l’invasione dei Varjaghi, facendo passare il loro arrivo come un invito. Nell’anno 6367 (859), i Varjaghi d’oltremare si fecero pagare tributo dai Čudi, dagli Slavi, dai Meri, dai Vesi e dai Kriviči. In quel tempo, i Poljani, i Severjani e i Vjatiči erano tributari dei Chazari, che prelevavano una pelle di scoiattolo per ogni focolare. Nell’anno 6370 (862), i Varjaghi furono scacciati oltremare e questa volta i popoli che essi avevano già sottomesso rifiutarono di pagare il tributo e vollero governarsi da soli, ma non c’era tra loro giustizia: una famiglia s’alzava contro un’altra e non c’erano che discordie e si dilaniarono tra loro. E alla fine dissero: “Cerchiamo un principe che ci governi e ci giudichi secondo giustizia”. Per trovarlo, gli Slavi attraversarono il mare e si recarono dai Varjaghi che si chiamavano Varjaghi-Russi […]. E i Čudi, gli Slavi, i Kriviči e i Vesi dissero ai Varjaghi-Russi: “La nostra terra è grande, e tutto vi è in abbondanza, ma l’ordine e la giustizia vi mancano; venite a regnare e a governarci”. Tre fratelli varjaghi si offrirono con le loro genti e portarono con loro tutti i Varjaghi-Russi, andarono dagli Slavi, e Rjurik, il maggiore, si stabilì a Novgorod, il secondo Sineus a Beloozero, e il terzo, Truvor, a Izborsk. Questa terra ricevette più tardi dai Varjaghi il nome di Rus’

Il quadro idilliaco della “chiamata dei Varjaghi è certamente una interpretazione posteriore degli eventi realmente accaduti. La stessa cronaca informa anche che una parte dei ceppi slavi era già prima tributari dei Varjaghi, mentre quelli meridionali pagavano un tributo al regno chazaro del corso inferiore del Don e del Volga. Incomincia addirittura con l’annuncio che i Varjaghi erano stati cacciati dagli Slavi e che soltanto allora avevano avuto i disordini ed era intervenuto Rjurik. Questo significa che esisteva già una qualche organizzazione politica prima e, quindi, l’ascesa al trono di Rjurik e dei suoi fratelli fu una vera e propri conquista. La dominazione dei Varjaghi ha lascito poche tracce nella cultura e nella lingua della Russia, anzi, furono loro a slavizzati nel tempo. Smisero di parlare la loro lingua e alcuni di loro accettarono il cristianesimo, avvicinandosi a Bisanzio (X sec - Es. la moglie del figlio di Rjurik, Igor’ Rjurikovic, Ol’ga (Helga) si fece battezzare). L’attività principale dei Varjaghi consisteva prevalentemente nel mantenimento delle relazioni con Bisanzio. I primi contatti furono molti simili a quelli che li Slavi ebbero inizialmente con i Varjaghi, cioè abbiamo dei momenti alternati tra commercio e guerra. Molti Slavi provarono anche a conquistare Costantinopoli. Uno di questi fu il figlio di Igor’ Rjurikovic, Svjatoslav Igorevič, che provò a conquistare le regioni bulgare sul Danubio (967), ma morì nel tentativo. Alla sua morte si scatenò una guerra fratricida, che fu vinta da Vladimir Svjatoslavič (Vladimir il Santo; 960-1015). Vladimir decide di avvicinarsi al Impero bizantino, che era altamente acculturato e molto potente sia a livello statale che religioso (una delle più importanti potenze e la più vicina alla Rus’ di Kiev). Quindi, decide di sposare la principessa bizantina Anna (sorella di Basilio II), dopo aver fatto battezzare la Rus’ (988 - evento simbolico con gesti come la caduta dei simboli pagani). Inizia così la cristianizzazione del Paese e si accetta il cristianesimo nella forma bizantina, quindi, secondo il rito greco/ortodosso. La lingua resta, però, quella slava ecclesiastica (inventata nella seconda metà del secolo). Vengono edificate chiese e cattedrali e fondate nuove città, ma Vladimir organizzava anche molti banchetti, in cui invitava i poveri, ma anche i prigionieri di guerra cristiani. Vladimir porterà molto vicino al mondo occidentale, uscendo dal rito pagano e facendo parte del mondo cristiano più acculturato. Il modo di governare dei primi principi cristiani, in realtà, non era così idilliaco. Vladimir dovette combattere contro i nomadi pagani, i Peceneghi.

Anche tra i membri della famiglia principesca non erano affatto pacifici. Vladimir, infatti, ebbe molti figli e figlie, che dopo la sua morte (1015) iniziarono una guerra fratricida, che terminò solo nel 1019. Svjatopolk (979-1019; detto il Dannato), il figlio che Vladimir aveva tenuto prigioniero dopo che aveva rifiutato di farsi battezzare, si liberò dei suoi fratelli per avere una maggiore pretesa sul trono. Quindi, nel 1015, vengono uccisi Boris e Gleb , che diventeranno i primi santi della chiesa ortodossa russa. Svjatopolk venne sconfitto dal fratello e esiliato poi in Polonia, dove muore. Lo Stato russo passa, quindi, nelle mani di Jaroslav Mudryj (Jaroslav il Saggio; circa 978 – 1054), che è un principe molto abile e lo Stato russo antico inizia ad espandersi e a crescere. Vengono eretti molti edifici religiosi tra cui la Cattedrale di Santa Sofia (1037 – 1052), una delle più importanti di Kiev. Grandissimo cambiamento culturale. Iniziano ad essere introdotti i primi testi (soprattutto, pezzi dalla Bibbia e testi greci, ma anche testi provenienti dagli stati slavi meridionali, che si erano già convertiti al cristianesimo ortodosso), molti tradotti dal greco nello slavo ecclesiastico (lingua inventata basandosi su un dialetto dei paesi slavi meridionali da due missionari, Cirilio e Metodio – viene ancora oggi utilizzata nella chiesa ortodossa russa). Mano a mano si diffonde la scrittura (clero e burocrazia – unici in grado di leggere e scrivere), nascono testi non legati alla religione. La scrittura viene usata anche usata per narrare delle cronache di eventi storici-> inizio della storiografia russa. Russkaja Pravda (giustizia russa) -> primo codice russo di tipo giudiziario. Prende spunto dalle leggi bizantine, ma anche dal diritto consuetudinario sia slavo che scandinavo. Il codice legislativo viene sostituito nel XVI sec. L’originale viene dall’XI sec., ma non ci sono tracce della copia originale, ma sole delle copie (le più antiche sono del XII – XVIII sec.). La Rus’ di Kiev inizia ad allargarsi. La sede della Metropolia (città madre/capitale) era Kiev, poi si sposta verso nord fino ad arrivare a Mosca (1147 – prima volta in cui Mosca viene citata in una cronaca. Prima non è importante ed è solo un villaggio). Lo spostamento della Metropolia avrà una sede decisiva perché si sposta prima da Kiev a Vladimir e poi a Mosca. Nella seconda metà del XII sec., inizia a spaccarsi in principati sempre più piccoli, perché Jaroslav, dopo la sua morte (1054), decide di dividere il regno tra i suoi figli per evitare la lotta fratricida che c’era stata tra lui e i suoi fratelli. Principio di seniorato (staršinstvo) –> il regno è diviso tra i figli e il principato più grande va al figlio maggiore, ma è qualcosa di temporaneo. Quando muore il figlio più vecchio – Grande Principe - il regno va nelle mani di uno dei suoi fratelli minori. Non ha funzionato, perché il figlio maggiore spesso aveva anche dei figli. Quindi, preferiva dare il regno ai propri eredi, ma questo creava conflitti e, dopo la morte del figlio maggiore, iniziavano delle lotte tra i fratelli e gli eredi. Questo ha portato un frazionamento dello stato, ma anche un suo indebolimento. Ha creato anche una frattura con l’Europa, dove vigeva l’idea della primogenitura (es. Francia). Una stessa situazione si crea anche in Polonia nello stesso periodo. Il regno si spacca in piccoli principati, che lottano tra loro. Il seniorato dura solo 50 anni. Vladimir II Vsevolodovič detto Monomach (nome importante perché il nome delle corone degli zar verranno chiamate i “cappelli” del Monomach/del governatore) e suo figlio, Mstislav (1053-1125), riescono a tenere i principati in pace. Di Vladimir II esiste anche una “autobiografia”, che egli aveva scritto come un Ammonimento per i suoi figli. Al suo interno, si trovano descritti i complessi compiti del

principe, che deve essere un amministratore attento e diligente. All’ Ammonimento è unita anche una lettera di Vladimir, che intendeva mettere in rilievo l’importanza delle sue intenzioni pacifiche nei confronti degli altri principati. Nel 1147, viene menzionata Mosca, che è una città molto più giovane rispetto a Kiev e di poca importanza. Più avanti diventerà la capitale di uno dei principati. Piano piano inizia la sua espansione e crescerà la sua importanza, fino a quando non diventerà la capitale della Russia. Alla morte del quinto figlio di Vladimir Monomach, Jurij Dolgorukij (1157), scoppia il caos. I principati si disgregano e l’importanza politica si sposta verso i principati autonomi e alle città stato. In questo periodo, abbiamo la fioritura ed ascesa di Pskov e Novgorod (Repubblica di Novgorod – Tra il 1136 e il 1478-> il principato di Mosca conquisterà la Repubblica di Novgorod insieme a tutti i principati circostanti). Con la prima metà del ‘500, abbiamo il primo zar russo con Ivan il Terribile. Con la disgregazione dei principati, i principi iniziano a lottare tra loro per la conquista del principato più grande, ma combattono anche contro i popoli della steppa (peceneghi e polovcy), che ogni tanto attaccano i principati per rubare. Nel 1185, iniziano le campagne di Igor’ Svjatoslavič (1151-1201) contro i popoli della steppa, in cui perse. Nel 1169, Andrej Bogoljubskij, nipote di Vladimir Monomach, decide di conquistare e saccheggiare Kiev -> Sacco di Kiev -> Inizio della decadenza del principato di Kiev, ma l’ascesa del principato di Vladimir e Suzdal’. Arrivano i tartari (mongoli) s...


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