Appunti LETT. Spagnola 1 PDF

Title Appunti LETT. Spagnola 1
Author Giulia Sinigaglia
Course Lingua e cultura spagnola
Institution Università degli Studi di Macerata
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APPUNTI DI LETTERATURA SPAGNOLA 1...


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LA RECONQUISTA CRISTIANA E L’ESPANSIONE DEI NORMANNI

LA RECONQUISTA DELLA SPAGNA E IL DECLINO DELLA POTENZA ARABA

All’inizio dell’11° secolo l’Europa visse un risveglio politico che portò alla riconquista di importanti territori che facevano parte dell’Impero islamico, indebolito dalle divisioni religiose e dalla frammentazione politica. I sovrani cristiani della penisola iberica diedero vita alla Reconquista, una serie di guerre che portarono alla cacciata degli Arabi dalla Spagna e alla formazione di nuovi regni cristiani. Gli Arabi dovettero cedere molti territori anche ai Turchi Selgiuchidi, una popolazione asiatica convertita all’Islam che conquistò l’Anatolia (l’attuale Turchia) e nel 1070 occupò Gerusalemme, ostacolando i viaggi dei pellegrini cristiani.

L’ESPANSIONE DEI NORMANNI IN EUROPA

Nell’11° secolo il danese Canuto il Grande creò un nuovo Regno del Nord, che comprendeva anche l’Inghilterra. Alla sua morte, il regno si disgregò e la corona inglese fu assegnata a Edoardo il Confessore. Nel 1042, alla morte del re Edoardo il Confessore, il duca di Normandia Guglielmo il Conquistatore fece valere i propri diritti di successione al trono di Inghilterra contro Aroldo di Wessex, che fu sconfitto nella battaglia di Hastings (1066). Guglielmo governò in modo severo, imponendo alte tasse alla popolazione. A lui si deve la compilazione del Domesday Book, il primo catasto inglese. Intorno all’anno Mille i Normanni giunsero in Italia meridionale e diedero inizio a un’imponente opera di conquista a danno dei Longobardi e dei Bizantini, per i quali inizialmente avevano combattuto come merce- nari. Nel 1059 papa Niccolò II diede in beneficio a Roberto il Guiscardo i territori che aveva conquistato, nominandolo duca di Puglia e di Calabria. Nel 1091 Ruggero I d’Altavilla strappò agli Arabi la Sicilia, ponendo le basi di un regno forte e potente. Nel 1130 Ruggero II unificò tutti i territori normanni dell’Italia meridionale, divenendo re di Sicilia, Puglia e Calabria e restando però sempre vassallo del papa. Con Ruggero II l’Italia meridionale e la Sicilia conobbero un periodo di grande fioritura economica e splendore culturale.

CRISI ISLAMICA, RECONQUISTA, NORMANNI

LA RECONQUISTA CRISTIANA DELLA SPAGNA

I regni islamici erano indeboliti dalle divisioni religiose e dalla frammentazione politica. Ciò favorì tra il X e il XIII secolo la Reconquista della penisola iberica, una serie di guerre che portarono alla cacciata degli Arabi dalla Spagna e alla formazione di nuovi regni cristiani.

L’AVANZATA DEI TURCHI SELGIUCHIDI

I regni islamici in Asia (Persia, Mesopotamia) non seppero resistere all’avanzata dei Turchi Selgiuchidi, una popolazione asiatica convertita all’Islam. Nella loro espansione essi giunsero ad occupare Gerusalemme, ostacolando i viaggi dei pellegrini cristiani, e a conquistare l’ Anatolia (attuale Turchia), infliggendo una grave sconfitta ai Bizantini (Manzikert, 1071).

I NORMANNI SI INSEDIANO IN ITALIA MERIDIONALE

Intorno all’anno Mille i Normanni giunsero in Italia meridionale e diedero inizio a un’imponente opera di conquista a danno dei Longobardi e dei Bizantini. Nel 1059 papa Niccolò II diede in beneficio a Roberto il Guiscardo i territori che aveva conquistato, nominandolo duca di Puglia e di Calabria. Nel 1091 Ruggero I d’Altavilla strappò agli Arabi la Sicilia, ponendo le basi di un regno forte e potente.

IL REGNO DI RUGGERO II

Nel 1130 Ruggero II unificò tutti i territori normanni dell’Italia meridionale, divenendo re di Sicilia, Puglia e Calabria e restando però sempre vassallo del papa. Con Ruggero II l’Italia meridionale e la Sicilia conobbero un periodo di grande fioritura economica e splendore culturale.

LA NASCITA DEL REGNO NORMANNO IN INGHILTERRA

Nell’11° secolo il danese Canuto il Grande creò un nuovo Regno del Nord, che comprendeva anche l’Inghilterra. Alla sua morte, il regno si disgregò e la corona inglese fu assegnata a Edoardo il Confessore. Alla sua morte, il duca di Normandia Guglielmo il Conquistatore fece valere i propri diritti di successione al trono di Inghilterra contro Aroldo di Wessex, che fu sconfitto nella battaglia di Hastings (1066).

LA RECONQUISTA SPAGNOLA SINTESI

E cosi designato il lungo periodo di tempo (sec. VIII-XV) nel corso del quale i regni cristiani della Spagna reagirono, dapprima, all'invasione musulmana del 711 e, successivamente, andarono riconquistando i territori perduti, fino a espugnare nel 1492 l'ultimo regno moro di Spagna: quello di Granada. Ovviamente la Reconquista ebbe fasi alterne e lunghi periodi di stasi, ne  ebbe sempre il carattere di “guerra religiosa” che le conferirono, negli ultimi anni, i Re Cattolici; al contrario, furono frequenti, specie nel basso Medioevo, i casi di alleanza occasionale fra musulmani e cristiani, in lotta contro i rispettivi correligionari: emblematico il caso del Cid Campeador. Nelle linee generali, la Reconquista si puo distribuire in quattro periodi: 1. resistenza dei piccoli regni cristiani pirenaici (Asturie, Navarra, Aragona, Marca Ispanica) contro la schiacciante supremazia del Califfato di Cordova, fino al 1031 quando questo crollo travolto dalle lotte intestine che, lungi dall'esaurirsi, agevolarono alquanto la Reconquista cristiana; 2. offensiva dei maggiori regni cristiani (Castiglia, Aragona, Navarra e Portogallo) che li porto a riconquistare quasi tutta la penisola verso la meta del sec. XIII e ha il suo culmine nella battaglia di Las Navas deTolosa (1212); 3. lunga stasi dovuta alle discordie fra i regni cristiani (sec. XIII-XV); 4. guerra di Granada (1481-92) a opera di Ferdinando II d'Aragona e Isabella di Castiglia. Il lungo periodo della Reconquista rappresenta uno dei momenti fondamentali della storia e della cultura spagnole. Settecento anni di coabitazione tra

musulmani e cristiani (questi ultimi solo in parte amalgamati dal regno visigotico), in un Paese diviso in regni dai confini fluidi, hanno facilitato, o addirittura imposto, un profondo processo di endosmosi, impedendo che le opposte religioni divenissero un ostacolo insuperabile all'influenza reciproca delle culture. La superiore civilta degli Arabi si impose ben presto tra gli iberici cristiani, ma la stessa tolleranza di quelli in materia religiosa fini per impedire che la piu modesta civilta cristiana venisse soverchiata. Ne l'avanzare della Reconquista elimino il fenomeno, perche i nuclei mozarabi, i mudejares  e le comunita aljamas continuarono a svolgere, coscientemente o meno, la loro funzione di agenti dell'influenza islamica che dalla Spagna, attraverso la strada di Santiago, il Rossiglione e la Catalogna, si propago in Francia, Provenza e Italia. Accanto all'arte, occorre ricordare l'influenza – talora fondamentale – della scienza (dalla matematica alla medicina) e del pensiero arabi sull'Europa medievale.

In questo modo era designato un insieme di popolazioni che abitavano originariamente le regioni dell’Asia nordorientale. Convertiti alla religione musulmana a partire dal X secolo, i Turchi intrapresero una vasta opera di conquista in Medio Oriente e occuparono gran parte dei territori sottoposti al dominio arabo, tanto che il termine “turco” iniziò a essere inteso come sinonimo di “musulmano”. Nei secoli successivi i Turchi furono protagonisti di una formidabile espansione territoriale, culminata nel 1453 con la conquista di Costantinopoli, che segnò il definitivo crollo dell’Impero romano d’Oriente.

BATTAGLIA DI HASTINGS

Battaglia decisiva combattuta (1066) tra Guglielmo il Conquistatore, duca di Normandia (sbarcato a Hastings, nell'Inghilterra meridionale, e il re sassone Aroldo II. Nello scontro questi morì, mentre Guglielmo, con la vittoria, si assicurò il dominio sull'Inghilterra, di cui divenne re. Edoardo il Confessore (normanno per parte di madre), re d’Inghilterra dall’8 giugno 1062 al 5 gennaio 1066, era morto senza lasciare eredi. Gli successe il cognato Aroldo II (re d’Inghilterra dal 5 gennaio 1066 al 14 ottobre 1066). La legittimità della successione venne però contestata da Guglielmo, duca di Normandia, che, in qualità di nipote di Edoardo, reclamò la corona inglese. Così con l’approvazione di papa Alessandro II, Guglielmo partì per invadere l’inghilterra. La conquista dell’Inghilterra da parte dei normanni guidati da Guglielmo culminò con la vittoria degli invasori nella battaglia di Hastings, combattuta il 14 ottobre 1066. Il 14 ottobre 1066 Guglielmo duca di Normandia e Aroldo II re d’Inghilterra si scontrarono ad Hastings. La battaglia cominciò il mattino e andò avanti tutto il giorno. Numericamente i due eserciti erano quasi equivalenti, ma Guglielmo poteva contare su molti più arcieri di Aroldo. Inizialmente fu l’esercito normanno a venire respinto con pesanti perdite. Allora truppe di cavalleria normanna fecero finta di battere in ritirata e una parte delle truppe di Aroldo commise l’errore strategico d’inseguirle, finendo poi accerchiate e massacrate. Su come andarono i fatti, le fonti sono alquanto confuse e contraddittorie: pare che l’evento cardine della sconfitta inglese fu la morte di Aroldo che fece precipitare nel panico il suo esercito. Anche se non esistono prove concrete al riguardo, alcuni sostengono che Aroldo venne ucciso durante la battaglia di Hastings: una freccia lo colpì all’occhio e in pochi istanti, approfittando di quell’attimo di vulnerabilità, quattro cavalieri normanni lo raggiunsero e lo fecero a pezzi. Altre fonti raccontano che fuggì con pochi fidi in Cornovaglia dove morì intorno al 1080. E se le circostanze della sua morte non sono chiare, le notizie sulle sorti del suo cadavere sono altrettanto oscure. Alcune fonti dichiarano che Guglielmo ordinò di gettare il cadavere del rivale in mare, perché non meritava una sepoltura cristiana, mentre altre sostengono che egli sia stato sepolto tra le mura dell’Abbazia di Waltham, fondata da Aroldo II. Guglielmo, da allora in poi il Conquistatore, fu incoronato re d’Inghilterra nell’Abbazia di Westminster il 25 dicembre 1066. L’ascesa al trono di Guglielmo il Conquistatore fu un evento di grande portata, perché da quel momento in poi la storia dell’Inghilterra s’intrecciò con quella della Francia: il Conquistatore era infatti contemporaneamente re d’Inghilterra e, in qualità di duca di Normandia, vassallo del re di Francia. GUGLIELMO IL CONQUISTATORE, RE DI INGHILTERRA (1066 - 1087). Il 28 settembre 1066 il duca di Normandia, Guglielmo il Conquistatore, alla testa di un poderoso esercito composto da cavalieri specializzati, diede inizio a una massiccia invasione dell’Inghilterra. Era infatti morto, senza lasciare eredi, Edoardo il Confessore, re d’Inghilterra dal 1042 al 1066, normanno per parte di madre. Gli successe il cognato Aroldo II. La legittimità della successione venne però contestata da Guglielmo, duca di Normandia, che, in qualità di nipote di Edoardo, reclamò la corona inglese. Così, con l’approvazione di papa Alessandro II, Guglielmo partì per invadere l’Inghilterra. Guglielmo sconfisse gli Anglosassoni nella battaglia di Hastings (14 ottobre 1066) e fu incoronato re d’Inghilterra nell’abbazia di Westminster (25 dicembre 1066). L’ascesa al trono di Guglielmo il Conquistatore fu un evento di grande portata, perché da quel momento in poi la storia dell’Inghilterra s’intrecciò con quella della Francia: Guglielmo il Conquistatore infatti era contemporaneamente re d’Inghilterra e, in qualità di duca di Normandia, vassallo del re di Francia. Riguardo l’amministrazione, in Inghilterra il re Guglielmo I il Conquistatore (1066-1087) tenne per sé ben un quarto del territorio; poi distribuì il resto tra i capi delle famiglie nobili, nominandoli duchi e baroni ma obbligandoli a fornire alla sua chiamata un numero preciso di uomini in armi, a seconda della vastità del loro feudo (da 15 a 50 cavalieri). Inoltre ordinò un censimento, ossia un gigantesco inventario di tutto ciò che vi era nel regno: le persone fisiche, gli animali , le attrezzature, i terreni. Esso costò anni di lavoro e fu raccolto in un codice di centinaia di pagine che Guglielmo I il Conquistatore volle chiamare Domesday Book, “Libro del Giorno del Giudizio”. Il titolo indicava che, come era inevitabile che un giorno tutti fossero sottoposti al Giudizio Universale, così era inevitabile anche che tutti pagassero le tasse, proporzionalmente ai beni che possedevano. Era la prima volta che in Occidente si faceva un censimento dopo il crollo dell’Impero romano. L’Arazzo di Bayeux, lungo oltre 70 metri, rappresenta le imprese di Guglielmo il Conquistatore, il quale intese celebrare, illustrandoli, gli episodi della conquista normanna in Inghilterra. In questo particolare è raffigurato un momento della battaglia di Hastings con i cavalieri normanni che si lanciano contro gli Anglosassoni. Alla realizzazione di questo arazzo dell’XI secolo vi lavorò una vera e propria “squadra” di donne normanne che ricamarono a punto pieno e a punto croce la storia della conquista dell’Inghilterra. Oggi esso rappresenta la “perla” del museo di Bayeux.

BATTAGLIA

Fu la battaglia avvenuta nel 1212, tra ispanici e l'esercito almohade (berbero-arabo maghrebino e

DI LAS NAVAS DE TOLOSA

andaluso, con quote non indifferenti di mercenari turchi, turkmeni e curdi), nella quale quest'ultimo fu sconfitto dalle forze riunite dei cristiani della penisola iberica. Nel 1212 Navarra, Aragona, Castiglia e Portogallo, appoggiate da gruppi di cavalieri provenienti da tutto l'occidente, unirono le forze vincendo la battaglia che avrebbe dato una svolta decisiva alla "Reconquista". Dopo la sconfitta in questa battaglia inizierà il declino della dinastia almohade. LA BATTAGLIA. Lo scontro costituì la rivincita della clamorosa sconfitta patita dai cristiani spagnoli 17 anni prima nella battaglia di Alarcos/al-Arak del 19 luglio 1195 ad opera del terzo sovrano almohade Abu Ya'qub Yusuf II. Indispensabile per la vittoria fu il superamento delle endemiche contrapposizioni fra i sovrani cristiani spagnoli e fu infatti quando un accordo legò solidalmente tra loro il re di Navarra Sancho VII il Forte e Pietro II d'Aragona che le basi della vittoria si poterono dire finalmente gettate, malgrado all'accordo restasse inizialmente estraneo Alfonso IX di León. Grande importanza per l'esito della battaglia fu l'azione diplomatica condotta dall'Arcivescovo di Toledo Rodrigo Jiménez de Rada. All'alleanza garantirono la loro partecipazione anche Alfonso II del Portogallo e i cavalieri Álvaro Núñez de Lara, Diego López de Haro e Lope Díaz, mentre papa Innocenzo III garantì all'impresa lo status di Crociata. All'alleanza presero parte anche Franchi, con alcuni vescovi, e l'Ordine dei templari. Gli Almohadi erano, dopo la morte di Yaʿqūb al-Mansūr il 22 gennaio 1199, in preda a una crisi dinastica, visto che nuovo Califfo divenne il diciassettenne figlio del defunto, il vanesio Muhammad alNasir, attorniato dai suoi zii abbastanza incompetenti. La battaglia fu preceduta da incursioni lanciate da Alfonso VIII di Castiglia nelle provincie di Murcia e Jaén e il giovane califfo accettò lo scontro che invece gli sconsigliava ʿAbd al-Wāhid b. Abī Ḥafṣ il governatore dell'Ifriqiya per conto degli Almohadi ed eponimo della futura dinastia degli Hafsidi. I sovrani cristiani di Castiglia, Navarra e Aragona presero nel giugno 1212 Calatrava, il cui governatore fu giustiziato poco più tardi da Muhammad al-Nāsir cui egli aveva voluto portare la notizia. Ciò provocò l'astensione dai futuri combattimenti della maggior parte dei musulmani di al-Andalus, che trovarono ingiustificata e insensata tale condanna. Gli Almohadi replicarono assediando la fortezza di Salvatierra (base dell'ordine di Calatrava), conquistandola, per proseguire su quello che sarebbe stato di lì a poco il teatro della battaglia. Al corpo centrale almohade facevano da ali i volontari (mutawwaʿa ) sulla sinistra e gli andalusi comunque rimasti nell'esercito islamico sulla destra. Quando l'attacco cristiano iniziò, l'ala sinistra dei volontari respinse i contingenti cristiani che si contrapponevano loro mentre la cavalleria cristiana metteva in fuga gli andalusi, che quasi non combatterono. L'urto maggiore si ebbe dunque al centro mentre lentamente anche l'ala sinistra cominciava a cedere alla pressione cristiana. Lo sfondamento fu inevitabile e il califfo sfuggì a stento alla morte, rifugiandosi a Baeza, nel momento in cui sulla sua guardia personale piombò Álvaro Núñez de Lara. Si dice che la tenda del Califfo fosse stata circondata da catene, poste a sua difesa. L'averla violata (malgrado la fuga di Muhammad al-Nasir) inorgoglì a tal punto la Casa di Navarra da indurla a cambiare le proprie armi, raffigurandovi su campo rosso catene dorate con, al centro, un verde smeraldo, lì dove sorgeva la tenda califfale poi presa. La vittoria cristiana fu totale e le perdite musulmane gigantesche. Fra i vincitori i più importanti caduti furono Pedro Arias (Gran Maestro dell'Ordine di Santiago, morto per le ferite il 3 agosto) e Gómez Ramírez dell'Ordine dei Cavalieri templari) e Ruy Díaz (Gran Maestro dell'Ordine di Calatrava). Di lì a poco, a Marrakesh, il califfo moriva il 13 dicembre 1213. 1. ANTEFATTO. Nella seconda meta del secolo XII nell’africa del nord si era affermata una confederazione di clan denominati collettivamente “Almohade” ( in arabo: sostenitori dell’unità di Dio) animata da intollerante fanatismo religioso con un bellicoso programma di guerra (jihad) senza quartiere agli infedeli. Essi presero il controllo anche della Spagna mussulmana scalzando la dinastia molto più moderata degli Almorávides, usi a convivere più o meno pacificamente con i cristiani. Nel 1195, il califfo Almohade, Yusuf al-Mansur aveva inflitto una grave sconfitta ad Alarcos ad Alfonso VIII de Castilla e gli islamici minacciavano di invadere tutta la Spagna con grave pericolo per la tutta la cristianità . Per questi motivi papa Innocenzo III promosse la formazione di una armata cristiana che scongiurasse il pericolo, abbattendo la potenza islamica in Spagna. 2. LE ARMATE. a. ARMATA CRISTIANA. Ammontava forse e 60 mila uomini, cifra imponente per l’epoca . Era formata dalle forze dei regni spagnoli alleati di Castiglia, Navarra e Aragona, degli ordini cavallereschi di Santiago, Calatrava, Templari S.Giovanni (poi detti di Malta) e forze comunali di varie città. Il Portogallo non intervenne direttamente ma un certo numero di cavalieri portoghesi partecipò a titolo personale. Il regno di Leon aveva tentato di allargare i propri domini approfittando della situazione ma, minacciato di scomunica da Innocenzo III, rinunciò al tentativo: non partecipò direttamente ma molti cavalieri di Leon si aggiunsero alla lega. Giunsero in Spagna pure un imponente numero di cavalieri stranieri detti ultramontanos, cioè venuti al di la dei Pirenei, in grande maggioranza francesi. Sorsero però dissidi con gli spagnoli in quanto avrebbero voluto una guerra radicale, senza scampo e senza quartiere per sradicare una volta per sempre i mussulmani dalla Spagna: i re spagnoli invece intendevano limitarsi a prendere sotto il proprio dominio le terre mussulmane ma senza infierire sulla popolazione islamica che costituiva la parte più ricca ed evoluta di quelle terre. Sia pure in competizione mussulmani e cristiani convivevano in Spagna da

secoli. Per questo motivo gli ultramotani si ritirarono tranne un piccolo numero che restò e prese parte effettivamente alla battaglia. b. ARMATA MUSULMANA. Era comandata da Muhamma an-Nasir : per gli spagnoli Miramamolín dall’arabo Amir ul-Muslimin cioè “Principe dei credenti” titolo dei califfi Almohade: era figlio e successore di Yusuf al-Mansur, il vincitore di Alarcos. Ammontava forse a 120.000 combattenti, un numero doppio quindi di quello pure già imponente di quella dei cristiani : tuttavia la valutazione è difficile perche in seguito le fonti cristiane ne aumentarono il numero a dismisura. Il nucleo più importante era formato dai combattenti venuti dall’Africa settentrionale, arabi e berberi. Vi erano poi le truppe mussulmane di Spagna (della an-dalus): questi parteciparono però con poco entusiasmo; infatti...


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