Appunti lezione cultura e letteratura tedesca (Salvataggio automatico) PDF

Title Appunti lezione cultura e letteratura tedesca (Salvataggio automatico)
Author Caterina Pavani
Course Cultura e letteratura tedesca
Institution Università degli Studi di Trento
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Appunti completi presi a lezione...


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CULTURA E LETTERATURA TEDESCA

I anno

13/10 Todorov (filosofo del linguaggio bulgaro neutralizzato francese) nel 1970 scrisse “Introduction a la literature fantastique” ed iniziò ad imporre la categoria di fantastico nella letteratura. Il primo francese che ne parlò fu Cailois che aveva iniziato a definire il dominio e il fantastico. Tra il fiabesco e il fantastico vi è una differenza fondamentale: il fiabesco è un qualcosa di positivo, mentre il fantastico risulta essere disturbante. Il fiabesco definisce un universo meraviglioso rispetto all’ordinario, ma non distrugge la coerenza di questa realtà e non la disturba. Le leggi del fiabesco non interferiscono le leggi della realtà. Il fantastico invece rappresenta sempre una lacerazione: si tratta di un’irruzione che irrompe nella realtà guidata secondo le nostre percezioni (ossia secondo nessi di causa- effetto). Il fantastico è qualcosa che si impone nella realtà, e questo causa uno scandalo, è un qualcosa che la realtà non sopporta. Il fiabesco corre parallelo al reale e a sua volta può essere incorporato nella realtà. Al contrario, il fantastico distrugge il nostro quadro razionale delle cose. Nel fantastico vi è un inizio che sembra consueto, e dentro questo contesto quotidiano che noi riconosciamo come intimo (heimlich), si produce uno scandalo che perturba la linearità della nostra esistenza (avviene qualcosa di unheimlich). Max Weber, un sociologo, filosofo, economista e storico tedesco, sostiene che quando nel mondo prevale la dimensione del materialismo, quando tutto viene ridotto ad una rigida concatenazione di causa ed effetto, sorge allora la necessità dell’esistenza del fantastico. Dopo la razionalizzazione dell’illuminismo, dopo che l’occhio si è disincantato dall’elemento del magico, risulta difficile immaginare un mondo dove tutto è possibile, quindi questo elemento bisogna reintrodurlo nella modalità del fantastico (Romanticismo). Il fantastico è un compromesso tra un’idea razionale della realtà e un certo sospetto che la ragione non sia sufficiente per spiegare tutti i fenomeni. La presenza del soprannaturale corrisponde sempre alla presenza di regole e viene sempre sagomato intorno a regole come se non potesse funzionare senza di esse. Il fantastico è un tentativo di far avvicinare i due domini e non appena si avvicinano si crea un corto circuito, ossia l’irruzione. Il fantastico è come una saetta che distrugge la casa, o che comunque la rende irriconoscibile.

14/10 Spesso il romanzo “Die Serapions Brüder” viene letto come la derivazione, il disegno secondario di un racconto precedente che faceva parte della raccolta dei “Phantasiestücke in Callots Manier” (Pezzi fantastici alla maniera di Callot), che si intitola Der Magnetiseur (Il magnetizzatore). Tra i due racconti ci sono delle contiguità, ma anche delle differenze. “Der Magnetiseur” intercetta una serie di discorsi culturali correnti all’epoca di Hoffmann molto dibattuti nella fase del tardo romanticismo come il magnetismo animale, il mesmerismo, l’ipnosi, gli studi di elettrologia. Il successo di questa categoria di fantastico verte su una forma specifica di soprannaturale, definito Überbegriff, ossia concetto sovrastante, che sta a metà via tra la nostra adesione all’evento perturbante che accade e la diffidenza. L’irruzione del fantastico secondo Todorov è giocata su una dialettica tra credito (la fiducia, la fede che prestiamo a quanto di insolito accade) e discredito (il dubbio critico). Da un lato abbiamo

quindi la adesione, dall’altro la diffidenza. Si verifica sempre questo movimento a pendolo. Si tratta di un equilibrio instabile fra il riconoscimento dell’evento perturbante, fantastico, e il rigetto della consistenza di questo stesso evento. In ogni persona esiste un credito che noi accordiamo all’elemento del fantastico, e una critica che noi opponiamo all’esistenza del fantastico. Si tratta sempre di un incontro tra una struttura di ordine logico, fondata su nessi di causa ed effetto, basata sul metodo scientifico, sull’osservazione di fenomeni e sulla loro prova e conferma, una struttura razionale figlia dell’illuminismo, e una struttura del discorso di tipo anti-logico o controfattuale. Tutte le civiltà da sempre, anche prima che si imponesse il progresso scientifico tecnologico, hanno dovuto essere educate a distinguere il vero dal falso e a negoziare tra questi due domini. Francesco Orlando (critico letterario) afferma che non è solo l’avvento del pensiero scientifico tecnologico, del metodo scientifico, del discorso sul metodo di Cartesio, di Bacone, di Galileo, che ci impone di guardare con discrezione il meraviglioso. Lui dice che da sempre il soprannaturale, anche letterario, si gioca su una contrapposizione tra una logica e una antilogica. Non esistono quindi civiltà completamente abitate dall’indiscusso meraviglioso, vi è sempre una discussione tra le due parti. Esiste anche un principio di realtà, ossia un principio grazie al quale un dato meraviglioso lo possiamo accettare e criticare allo stesso tempo. Da sempre l’uomo ha percepito la differenza tra vero e falso, e da sempre la letteratura ha aperto uno spazio dell’immaginario che gioca sulla neutralizzazione di questa stessa differenza. Vale a maggior ragione per la letteratura con temi soprannaturali. Da sempre il pensiero dell’uomo deve negoziare tra ciò che è vero e l’istanza contraria, oscilla tra il riconoscimento del fictum, ciò che e fittizio, e la fiducia accordata a ciò che e fittizio, e la diffidenza.

Ernst Theodor Amadeus Hoffmann Hoffmann nasce a cavallo tra 700 e 800, un’epoca in cui gli autori sentono il bisogno di opporsi alla lettura schematica della realtà tipica dell’illuminismo. La peculiarità delle opere di Hoffmann risiede nella continua compresenza di elementi reali e elementi talmente sovrareali, surreali, da sconfinare nella realtà. Il modello a cui Hoffmann si ispira nel pubblicare i volumi de I confratelli di San Serapione (o I fratelli di San Serapione) è il Fantasus di Ludwig Tick. La compenetrazione di elementi reali e surreali è già una deroga a questo sogno, utopia teoretica, filosofica, speculativa, di realizzare una poesia universale. (progressive universal Poesie) Progressiv: l’idea di poesia che è in divenire, che non giunge mai a esito, a compimento. Universale: doveva fondere in sé tutti i generi, la poesia doveva sommare in sé aspetti teatrali, poetici… Scopo: raggiungere una versione universale del mondo. Si tratta di un postulato irrealizzabile, una utopia. Uno dei periodi storici di riferimento era il Medioevo, poiché esso presentava un universalismo e una coesione e dava la misura di una realtà completamente decifrabile e universalizzabile. Il Romanticismo parte con l’idea di creare una nuova filosofia della storia (Schlegel), l’idea che

l’evoluzione storica fosse guidata da un Weltgeist, uno spirito del mondo. Questo tentativo è totalizzante, si tratta di un tentativo di leggere il mondo. Però comincia ad andare in crisi l’idea di conoscibilità del mondo. L’io e le profondità dell’io sono inconoscibili, e allo stesso modo anche il mondo. Qui si matura la crisi del romanticismo, e nasce l’idea di estraniazione (Entfremdung). Il mondo esterno e interno non sono più in corrispondenza tra loro. Il mondo esterno non è conoscibile, il mondo interno è altrettanto scarsamente conoscibile. L’esito ultimo è quindi la psicoanalisi. La verità dietro le cose diventa qualcosa di impenetrabile, la cosa in sé non è attingibile. Il mondo, che si pensava ancora di poter controllare attraverso la poesia, improvvisamente diventa enigmatico, misterioso e privo di alcun senso. Il soggetto si trova abbandonato a se stesso, senza punti di appoggio, in balia di forze oscure che non riesce a controllare (crisi dell’estetica romantica). Hoffmann parte sempre con la descrizione molto concreta di un fatto, un evento, un avvenimento. Si tratta di un inizio epico, ossia un resoconto. Nell’epica qualcosa accade, e viene restituito in parole un evento, un accadimento. Si parte molto pragmaticamente da una descrizione concreta, e vengono descritti anche le indicazioni temporali e spaziali dell’evento. Hoffmann conficca gli eventi sovrannaturali in un tempo e in una collocazione precisa, concreta. (esempio: Il vaso d’oro, il cui sottotitolo è “Una fiaba ai tempi d’oro) L’elemento fantastico si inserisce in un secondo momento, secondo la logica dell’evento che arriva da fuori e lacera il tessuto connettivo della realtà. Questo elemento arriva improvvisamente e crea perturbamento, spaesamento. È un qualcosa che piomba in modo scioccante e inaspettato in una quotidianità tranquilla. Questo fantastico quando arriva sconvolge la vita e la psiche dei protagonisti, e precipitano in un vortice in cui loro stessi non percepiscono quando finisce la realtà e inizia la follia. Allo stesso modo anche il lettore si ritrova nello stesso vortice creato dall’irruzione del fantastico. Importante è l’alternanza tra registro ironico e registro inquietante, e l’effetto perturbante che questa estetica provoca al lettore (esempio: Uomo della sabbia, si tratta della nevrosi, dell’inconscio che diventa realtà, e che Freud analizzerà). Hoffmann prende ispirazione per le sue opere dal romanticismo inglese (romanzo gotico) e l’autore, il quale era anche un pittore, prende ispirazione per la sua letteratura dal grottesco dei dipinti del pittore francese Callot (grottesco: un sentimento, avvertimento di un comico spinto che è spinto a tal estremo da risultare tragico). Questa idea di universalismo, di conoscibilità della realtà viene messa in crisi anche da contingenze storiche, ossia a causa di Napoleone. Napoleone è a monte di molte figure di manipolatore, di magnetizzatore dallo sguardo ipnotico (anche un personaggio del L’ospite sinistro è ispirato a Napoleone). Hoffmann attraverso le sue novelle ci segnala che noi conteniamo moltitudini, e non abbiamo la capacità di controllarle, e questo contrasto insanabile tra realtà e follia crea il brivido. Dietro il mondo apparentemente regolato e controllato dalla ragione, esiste un altro mondo, altrettanto regolato, che Freud dichiarerà essere inaccessibile, ossia la dimensione dell’inconscio.

20/10 Hoffmann nasce a Königsberg, e questo luogo non è casuale, poiché qui vi nasce anche Kant, chiamato il mago del Nord. Hoffmann è in controtendenza con il kantismo. Adesso al suo posto c’è Kaliningrad, tra Polonia e Lituania, che faceva parte della Prussia orientale, amministrato dall’ordine dei cavalieri teutonici. Entrato a far parte del Brandeburgo poi riconosciuto come parte del regno di Prussia. Con la firma del trattato di Versailles, questo territorio entrò a far parte della Repubblica di Weimar. Venne creato una sorta di corridoio, il corridoio di Danzica. Al di là c’era ancora la Prussia orientale che faceva parte ancora dei possedimenti tedeschi. Venne proposto un plebiscito agli abitanti della Prussia orientale per farli esprimere sull’opzione se preferissero passare alla Polonia o rimanere con la Germania. Il 96% dei votanti votò per rimanere con la Germania. Nel 39 Hitler si riprese il corridoio di Danzica per potersi ricongiungere con questi territori che stavano a Est. Quindi riprese le province orientali del Reich nazionalsocialista salvo poi essere costretto dopo il 45 a restituire i territori a Est alla Cecoslovacchia e alla Polonia. I primi vent’anni della vita di Hoffmann si svolgono nella sua città natale, che costituisce una prima sezione biografica. Lui è il terzo figlio di un avvocato e fa parte di una famiglia di giuristi. I genitori gli danno tre nomi, ossia Ernst Theodor Willmann Hoffman, però a poco meno di 30 anni lui cambia il terzo nome in Amadeus, in onore di Mozart, e così nasce questo acronimo. I genitori si separano presto, quando Hoffmann ha due anni. Il padre lascia Konigsberg e si porta dietro il figlio primogenito, e il terzogenito (Hoffmann) rimane con sua madre. Nella casa materna si occupano dell’educazione e della formazione di Hoffmann un fratello e una sorella della madre, quindi sono appunto gli zii a impartire una formazione a Hoffmann. La vita di Hoffmann è un po’ come quella di Kafka, ossia vi è questa dissociazione tra vita lavorativa e l’attività letteraria, che per Hoffmann non è solo attività letteraria, ma anche attività musicale e pittorica. Anche Hoffmann, come la sua famiglia, compie degli studi giuridici e porta avanti la carriera giuridica anche se controvoglia. Studiare legge gli costa grande fatica, e trova sollievo solo andando a lezioni di disegno e di musica. Si capisce così come la pittura e la musica siano complanari per Hoffmann rispetto alla scrittura. Si trova quindi a scavalco tra questa vita bizzarra e grottesca della scrittura e la sua vita professionale. Hoffmann inaugura la tradizione di narratori che sono anche illustratori delle loro stesse opere, come per esempio Günter Grass (il quale creava le copertine dei suoi romanzi). A 18 anni Hoffmann inizia una turbolenta relazione sentimentale con una allieva di musica 9 anni più vecchia di lui, la quale è già sposata e ha pure un figlio. Questo suscita molto scalpore, sia in città, sia presso la famiglia materna di Hoffmann. Questa frattura imposta dalla famiglia fa sì che Hoffmann abbandoni Königsberg per spostarsi a Glogau (che faceva sempre parte dei territori prussiani). A Glogau Hoffmann si fidanza con una cugina, di nome Minna, e questa cosa è ben vista dalla sua famiglia. Lo zio, fratello della madre presso cui Hoffmann stava a Glogau, diventa giudice presso la corte di giustizia di Berlino. Hoffmann quindi si trasferisce a Berlino, luogo cruciale nella sua vita. Berlino è importante anche culturalmente, poiché fu il centro della Spätromantik (Frühromantik: ha centro a Jena, Hochromantik o Heidelberger Romantik ha centro a Heidelberg) Hoffmann prima di andare a Berlino si concede uno dei pochi viaggi che mai abbia fatto, e va a Dresda, dove visita la Pinacoteca Antichi Maestri, che gli lascia una impressione profondissima, e rimane affascinato soprattutto dalla sala degli italiani.

Hoffmann rimane due anni a Berlino e termina gli esami da giurista. Così inizia ad avere dei ruoli di amministrazione all’interno dello stato prussiano. Qui a Berlino fa una conoscenza importante, ossia Johannes Richter, noto come Giampaul, importante poiché la sua scrittura è molto moderna. 15 anni dopo Giampaul scrive la prefazione al libro di Hoffmann. Hoffmann frequenta qui lo Singspiel, ossia una recita cantata, caratterizzata dall’alternanza di parti recitate e parti cantate. Hoffmann crea anche un Singspiel, intitolato Die Maske, e viene rifiutato da un direttore di teatro. Hoffmann viene spedito a Posen (città che faceva parte del regno di Prussia) con la carica di assessore presso il distaccamento di corte dell’alta giustizia prussiana. Qui lui trascorre un biennio. A Posen Hoffmann si innamora di una ragazza polacca di nome Misha, sciogliendo quindi la relazione con la cugina e interrompendo i rapporti con la sua famiglia. In seguito va a Bloc altra città polacca, e qui si esercita con i Singspiele. Nel 1802 torna a Posen e si sposa con Misha, la ragazza polacca. A Posen nel 1803 inizia a tenere un diario che prosegue per altri 12 anni. Qui esce il primo testo pubblicato da Hoffmann, un saggio di drammaturgia. Nonostante i saggi di Hoffmann siano ambientati in tantissimi posti diversi, lui non li ha mai visti in persona. Hoffmann riesce a reimpossessarsi la carica di consigliere governativo. In seguito viene trasferito a Varsavia, dove vive 3 anni. Qui conosce un intellettuale di origine ebraica, Julius Eduard Itzig, che si converte al protestantesimo e il suo cognome diventa quindi Hitzig, per mascherare la sua origine ebraica. Lui è cugino di una ragazza di origine ebraica che vive a Berlino di nome Rahel Lewin Varnhagen von Hermsen, la quale ha un salotto molto importante in quel periodo, frequentato da quasi tutti gli intellettuali del primo Romanticismo e del Romanticismo maturo. Hoffmann si sposa con la donna polacca, dalla quale nasce una figlia che muore due anni dopo. A Varsavia egli canta, suona il pianoforte, compone opere, compone messe, sinfonie, fa il direttore d’orchestra. Per Hoffmann quello di Varsavia è stato un idillio, un periodo felice. Però questo idillio viene bruscamente interrotto: Napoleone, vincitore a Jena (nella battaglia di Jena, dove Napoleone impone una sconfitta cocente all’esercito prussiano), entra a Varsavia nel 1806. La battaglia di Jena rappresenta un punto cruciale nella storia del regno di Prussia e nel cambiamento dei paradigmi e dei riferimenti culturali. I combattimenti terminano con la vittoria totale dei francesi e con la disgregazione dell’esercito prussiano. Questa è stata una delle vittorie più brillanti della carriera di Napoleone. Il regno di Prussia viene invaso e crolla come potenza, e Napoleone estende il suo regno verso Est. In questo momento Napoleone sembra inarrestabile. A questo punto Hoffmann si licenzia e torna a Berlino in cerca di fortuna e lavoro. Qui vi sta un anno, e questo periodo può essere definito il più nero della sua vita. Berlino in questo momento è occupata dai francesi, e questi mesi sono stati molto difficili, sia per Hoffmann che per la Germania intera. Nel 1808 ottiene una offerta di lavoro a Bamberga e la accetta, dopo aver trascorso gli ultimi mesi a Berlino davvero in miseria. Rimane cinque anni a Bamberga e lavora presso il teatro, ma questo teatro è in mano a uomini incapaci. Quindi dopo un anno dà le dimissioni e inizia a fare lavoretti e a collaborare con un giornale di Lipsia dove escono le sue recensioni musicali e iniziano ad uscire anche i suoi primi racconti, le sue novelle. Il nuovo direttore del teatro prende Hoffmann come una figura di riferimento, quindi egli è di nuovo compositore, direttore, sceneggiatore, e crea anche delle messe in scena delle opere della letteratura europea.

In questo momento Hoffmann conosce un medico, amico del filosofo idealista Schelling, che lo apre alla conoscenza di alcune tendenze scientifiche a cui veniva dato molto credito nel tardo 700. Queste teorie hanno a che vedere con il magnetismo animale, ossia una dottrina pseudo scientifica di medicina alternativa, elaborata dal medico Franz Anton Mesmer. Secondo questo medico il principio agente di ogni essere vivente è costituito da un fluido (che è la forza magnetica), che ci connette con una energia cosmica. Quando le malattie o le alterazioni corporee sono il prodotto di un ristagno, questa malattia dipende da un arresto nello scorrere di questo fluido magnetico. Il magnetizzatore, una figura cardinale nei racconti di Hoffmann, attraverso la sua arte terapeutica, è in grado di riattivare questo fluido che si è interrotto creando una cosiddetta marea artificiale. Questo magnetismo animale gode di un notevole successo soprattutto nei salotti dell’alta società. Hoffmann è sempre curioso delle nuove ricerche scientifiche e appassionato di arti mediche e da questo magnetismo mantiene sempre un atteggiamento oscillante tra l’incredulità e la curiosità. Hoffmann narrativizza questo discorso del magnetismo animale, e questo tema appare in moltissimi dei suoi racconti (Il magnetizzatore, La casa desolata, L’ospite sinistro…) Hoffmann abbandona Bamberga e si muove nella regione della Sassonia, tra Dresda e Lipsia. Qui lui incrocia di nuovo le traiettorie della grande storia: Hoffmann infatti è testimone del declino definitivo di Napoleone a opera della coalizione antinapoleonica delle forze alleate di Russia e Prussia. In questo momento la scrittura di Hoffmann ha una caricatura marcatamente politica, satirica, ideologica, egli pubblica testi di intervento sulla realtà, caricature antinapoleoniche e pubblica anche Der goldene Topf (Il vaso d’oro). Comincia anche a mettere in musica una fiaba romantica, la fiaba Undine di De La Motte Fouqué. In questo momento vengono pubblicati i primi due volumi dei Pezzi fantastici e negli anni successivi anche gli altri tre. Questi romanzi riscuotono un enorme successo, sono molto letti, venduti e recensiti molto bene. Hoffmann torna a Berlino per l’ultima fase della sua vita. Qui diventa impiegato presso il ministero della giustizia e lavora al tribunale camerale di Berlino. Questa ulteriore fase berlinese occupa otto anni, e qui Hoffm...


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