Appunti - Riso - Coltivazioni Erbacee - Prof. Vamerali PDF

Title Appunti - Riso - Coltivazioni Erbacee - Prof. Vamerali
Course Coltivazioni Erbacee
Institution Università degli Studi di Padova
Pages 6
File Size 370.6 KB
File Type PDF
Total Downloads 104
Total Views 137

Summary

Lezioni sul riso, Aprile 2017. Prof Teofilo Vamerali....


Description

RISO Il riso viene definita come coltura a reddito elevato. In Italia si coltiva in un contesto con elevata disponibilità idrica e in terreni pesanti; quindi l’acqua è essenziale, per questioni termoregolatrici. La produzione mondiale di riso vede ai primi posti Cina (166 milioni di tonnellate), India (132) e Indonesia (32). In Europa vediamo al primo posto Italia, Spagna e Grecia. È il cereale più coltivato al mondo, alimento base per il 50% della popolazione mondiale. Rappresenta il il 60% dell’alimentazione della popolazione del Sud-est asiatico. Il consumo nell’occidente aumenta di anno in anno. I livelli di consumo di riso sono differenziati per la quantità (Italia, circa 2-3 Kg all’anno) e per la qualità (cariosside lunga in Europa e USA, Aromatico…). Per quanto concerne le produzioni, l’Italia e la Francia sono al limite della zona di coltivazione. Si produce una cariosside vestita detta risone, che viene poi trasformata nel riso che comunemente mangiamo. In Italia raggiungiamo le 6t/ha (siamo uno dei paesi con produzione più elevata). TIPI DI RISO

La pianta, che fa parte della famiglia delle graminacee, si chiama Oryza sativa. Esistono diverse sottospecie: • Japonica: a granella tozza, che si incolla alla rottura. Neutrodiurna. • Indica: granella fine e lunga resistente alla cottura. Quello tipo basmati. Brevidiurna. • Javanica: a granella grande e lunga. • Glaberrina: granella rossa.

La sottospecie che interessa i nostri ambienti è la Japonica, adatta per la coltivazione per sommersone. Si coltiva anche la sottospecie Indica, ma con rese basse.

APPARATO RADICALE

Lo sviluppo radicale avviene in due fasi: prima si originano la radichetta e le radici avventizie dal seme, poi dai primi 2 nodi basali, si sviluppano le altre radici avventizie. Le radici accrescono continuamente, formando nuvole di radici. Il 90% delle radici si localizzano nei primi 25 cm (ovviamente in base alla profondità del suolo). Lo sviluppo dipende dal potenziale di ossidoriduzione (ok in aerobiosi). Più le radici credono più aumenta la granella. Durante lo viluppo radicale, che coincide con l’accestimento, si ha una grande richiesta di N, P e K da parte della pianta. Sono presenti dei canali aeriferi (radici vecchie). CULMO

É costituito a nodi ed internodi ed accestisce. Tutto ciò dipende dalle condizioni ambientali e dal tipo di varietà. Sono presenti dei canali aeriferi.

FOGLIE

Costituiscono la maggior fonte di assimilati e con struttura variabile in base alle varietà. È preferibile un portamento eretto, favorito da potassio e silice nel terreno, per l’intercettazione luminosa. Il carattere della foglia condiziona la resa. INFIORESCENZA

È costituita da una pannocchia (asse principale ed assi secondari). Gli assi secondari portano le spighette fertili. Il numero di spighette per panicolo condiziona la resa. La fecondazione è autogama e cleistogama. FRUTTO

Il frutto è una cariosside vestita da glumette gialle. Dalla lavorazione (sbramatura) del riso si ottiene il riso, lolla/pulone e prodotti secondari. FISIOLOGIA

È una pianta che richiede NH4 per le radici e O2 per germinare. L’accestimento inizia a fine maggio (faccio prima asciutta), il viraggio e la levata a fine giugno (seconda asciutta), la fioritura a fine luglio e la maturazione da agosto a settembre. Il ciclo di sviluppo dura in media 120-130 giorni, con cultivar precoci a 100 giorni e tardive a 180.

ESIGENZE CLIMATICHE

Il clima ideale prevede una piovosità annuale continua di 4000 mm, un UR del 75% e una temperatura costante tra i 23 e i 25 °C. Ha dunque delle esigenze termiche elevate, quindi meglio il settentrione. È per questo che in Italia si coltiva per sommissione, sia per garantirne un corretto accrescimento (riducendo la traspirazione) sia per funzioni termoregolatrici (l’acqua si riscalda e si raffredda lentamente, riducendo lo sbalzo termico. Richiede elevate esigenze idriche (pianta C3). Le esigenze pedologiche tuttavia non sono elevate. Non vanno bene i terreni torbosi e sabbiosi. È una pianta primaverile-estiva LA RISAIA

L’appezzamento viene chiamato camera, che è chiusa ad argini fissi e mobili (2 e 2). Le dimensioni variano in base alla disponibilità idrica e alla ventosità (da 3000 a 70’000 m2). L’acqua può essere di risorgiva (riscaldata prima nelle caldane) o di fiume. Viene immessa con una bocchetta in testa della risaia. Non deve essere né fredda né ferma (ossigenazione e fotosintesi). RISICOLTURA PLUVIALE

È quella tecnica di coltivazione in cui l’alimentazione idrica è garantita con le precipitazioni. Viene realizzate in zone collinari e mondiali. Rappresenta il 13% della superficie mondiale. Domina in Africa e America Latina. RISICOLTURA IRRIGUA

L’acqua proviene da interventi/sistemazioni irrigui antropici. È la più praticata al mondo. Domina in Asia, Europa e Nord America.

La gestione dell’acqua permette una produzione molto intensiva. AVVICENDAMENTO

È una pianta a ciclo primaverile-estivo. Adatta dopo il Mais, la Bietola e le specie orticole. Attenzione ad eccessiva sostanza organica (prati) pecche potrebbe portare a fermentazioni nocive. Si può succedete con frumento o bietola. È una specie che pulisce il campo dalle malerbe. La monosuccessione è possibile per 3-6 anni. Si pratica nel caso in cui i costi di livellamento e arginatura sono elevati, e quindi devono essere compensati. Tuttavia la risaia permanente può associarsi a problemi parassitari che riducono la resa. In alcune zone del mondo esistono le risaie permanenti con 2-3 raccolti all’anno. SISTEMAZIONE RISAIA

Le risaie devono essere ben livellate, attorniate da argini e canali di scolo per garantire uno scorrimento continuo di acqua e sommersioni alternate. Sono diffuse le risaie a camere dipendenti o indipendenti. Il terreno deve essere piano e livellato, avere una pendenza leggera a sud con bocchette di uscita. Ci deve essere tanta acqua che passa da una camera all’altra. Adatto il terreno a medio impasto argilloso, per ridurre le perdite di acqua. Gradita l’acqua dei reflui (fertirrigazione). LAVORAZIONI DEL TERRENO

Si inizia con un’aratura leggere a 20 cm o vangatura. Si effettua in autunno (argillosi) o in prima vera (m-i). Meglio evitare le arature profonde in quanto sono sia inutili perché le radici non sono profonde e perché si rischia di rompere lo strato impermeabile del terreno. Si procede poi con lavorazioni secondarie come erpicature e spianatura poco prima della semina (uso lo spianone). SEMINA

Si può procedere con trapianto o semina diretta. Il trapianto era una volta diffuso, ora non più. Serviva per accorciare il ciclo in ambienti freddi, ma richiedeva molta manodopera. La semina diretta invece ha ormai preso definitivamente posto. Si semina a spaglio su risaia allagata usufruendo di spandiconcime a 2 giranti. Il seme deve essere umido (tenuto per 24 ore in acqua). Si può seminare anche a file. Si semina a metà aprile, con T° acqua di circa 12 °C. Si sta diffondendo anche la tecnica della semina interrata a file e sommissione tardiva. In poche parole vado a sommergere la risaia 20-30 giorni dopo la semina, quando compaiono 2-3 foglie. Viene effettuate in quelle zone in cui la sommersione precoce potrebbe creare problemi per quanto concerne lo sviluppo radicale delle giovani piantine. Si va dunque non solo a risparmiare e gestire meglio l’acqua, ma anche evito trattamenti contro le alghe e faccio scomparire malerbe. La densità di semina è di circa 180-200 Kg di risone per ettaro. 250 Kg per la varietà superfine. GESTIONE DELL’ACQUA

Il livello dell’acqua deve essere continente regolato per soddisfare le esigenze termiche ella pianta. Per i primi 30-40 giorni 8-10 cm con successiva asciutta. Si procede con la fase di acqua alta a 20 cm e poi a 10 cm. Si procede con la seconda asciutta di 4 giorni (concimare e distruggere malerbe). Ripristino acqua a 10 cm. Asciutta finale ad agosto per maturazione. LOTTA ALLE MALERBE

Non si usano più le mondine (donne), ma si fa ricorso ad erbicidi nella I asciutta contro le graminacee e in II asciutta contro le dicotiledoni. Le piante infestanti sono riassunte sotto.

Interessante è la lotta alle alghe, molto pericolose perché soffocano la pianta di riso. Si può prevenire trattando il seme con mancozeb o utilizzando ossocloruro di rame o solfato di rame nelle camere. Una delle principali malerbe è il riso crodo, infestante molto competitiva. Si individua questa infestante in quanto si sopraeleva alle altre. È molto difficile controllare questa pianta, in quanto botanicamente parlando è molto simile al riso.! Si interviene con 100 culmi al metro2, interrompendo la risaia per anni, utilizzando diserbo, o procedendo con la falsa semina (erpicatura o diserbo per levare la pianta). Si possono usare sennò varietà precoci, interventi meccanici post fioritura o usare riso Clearfield, una varietà non OGM resistente ad erbicidi. ESIGENZE NUTRIZIONALI

Consigliati i concimi organici interrati. N 80-120 Kg/ha in semina e alla seconda asciutta e in forma ammoniacale o ureica. Esiste anche una simbiosi tra riso e Anabaena azolla (alga azotofissatrice). P 80-150 Kg/ha in semina. K 80 Kg/ha quando richiesto. In terreni acidi si può procedere con calcitazioni. RACCOLTA

Si raccoglie dopo l’asciutta della risaia per due settimane e si procede con mietitrebbie (23% umidità) ed essiccazione (13%).

In Italia si raccoglie a settembre-ottobre in base alla varietà con rese sulle 6-6,5 t/ha. CLASSIFICAZIONE COMMERCIALE DEL RISO

• • • •

Riso comune: cariosside corta, basso contenuto proteico, resiste poco alla cottura. Riso semifino/medio: cariosside lunga, trasparente e perlacea. 6% di proteine. Riso fino: cariosside lunga e stretta. Riso superfino: cariosside lunga.

CARATTERI DA MIGLIORARE

• Qualità: resistenza alla cottura e la forma della cariosside. • Resistenza a malattie: come crodatura (combatto con avvicendamento), scatolamento (glume senza cariosside) e colatura apicale (aborto fiori apicali). Combatto tutte queste malattie con l’interruzione della monosuccessione. • Aumento qualità organolettica. • Resistenza al Brusone: un fungo che colpisce foglie e l’intera pianta. • Resistenza allettamento. • Coltivazione senza sommersione. LAVORAZIONE DEL RISONE

Si inizia con la pulitura per rimuovere le impurezze. Il riso pulito viene poi sbramato dove si asportano le glume e le glumette ottenendo il riso semigreggio/integrale. Si procede poi con la sbiancatura dove si asporta il pericarpo (pula) e l’embrione per ottenere riso mercantile e raffinato. Si procede poi con la brillatura con calcio e glucosio per rendere il prodotto più presentabile ed in fine si procede con l’oleatura con vaselina per fare un aspetto fresco e lucido. Esiste anche la tecnica del parboiling, che consiste nell’imbibizione iniziale delle cariossidi prima delle lavorazioni sopra citate. Questa lavorazione crea meno rotture del riso, una maggiore digeribilità della cariossidi, un maggiore valore nutritivo (osmosi sostanze nutritive) e una maggiore resistenza alla cottura. Da 100 Kg di risone si ottengono circa 65 chili di seme intero, poi farine, lolla, embrioni e semi rotti. La lolla si usa come combustibile o isolante, la pula per uso zootecnico, il germe per olio e la magia come lettiera e carta....


Similar Free PDFs