Assistenza al paziente disfagico PDF

Title Assistenza al paziente disfagico
Course Infermieristica clinica e delle disabilità
Institution Università degli Studi di Roma Tor Vergata
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Summary

Assistenza infermieristica al paziente disfagico...


Description

Pz. Disfagico

Gli obiettivi durante l’assistenza infermieristica al pz disfagico sono: Garantire un’adeguata nutrizione Ridurre le complicanze Fornire le giuste informazioni ai familiari in accordo con il logopedista che si occupa dell’aspetto riabilitativo Migliorare la qualità di vita

Definizione di Deglutizione e Disfagia Abilità di convogliare sostanze solide, liquide, gassose o miste dall’esterno allo stomaco. Una persona normalmente deglutisce in media più di mille volte al giorno.

La disfagia è la variante patologica della deglutizione, quindi qualsiasi disturbo, disfunzione, impedimento o rallentamento nella progressione di cibi solidi, liquidi, semiliquidi, semisolidi, gassosi dalla bocca allo stomaco. La disfagia non è una malattia ma un sintomo. L’alterazione della deglutizione nella persona anziana viene definita presbifagia

Le principali cause sono: Aumento dell’età media, Incidenti stradali, Patologie cerebrovascolari, Chirurgia cervicoencefalica.

Fasi della Deglutizione

Fase Anticipatoria: Comprende tutte le modificazioni che coinvolgono il cavo orale e faringeo prima che il cibo oltrepassi la bocca.

Fase 0 – Extra Orale : Presentazione del piatto;

Fase 1 – Preparazione Orale (Atto Volontario) : Comprende le modificazioni del cibo fino a trasformarlo in bolo pronto ad essere deglutito; di questa fase fanno parte la salivazione e la masticazione.

Fase 2- Orale (Atto Volontario) : Inizia quando la lingua spinge il bolo superiormente e posteriormente e termina nel momento in cui viene stimolato il riflesso deglutitorio

Fase 3- Faringea (A.Involontario) : Inizia quando il bolo attraversa il “quadrivio faringeo”, dove avviene la coordinazione di differenti meccanismi che permettono il transito del bolo, evitando il passaggio di cibo nel naso e la penetrazione e/o l’aspirazione di cibo rispettivamente in laringe e/o nell’apparato bronco- polmonare. Inizia quando il bolo attraversa il “quadrivio faringeo”, dove avviene la coordinazione di differenti meccanismi che permettono il transito del bolo, evitando il passaggio di cibo nel naso e la penetrazione e/o l’aspirazione di cibo rispettivamente in laringe e/o nell’apparato bronco- polmonare. QUADRIVIO FARINGEO E’ la zona più delicata che il cibo attraversa durante la deglutizione. Nella faringe infatti, si incrociano le vie respiratorie e le vie alimentari. L’epiglottide è posta dinanzi all'apertura superiore della laringe, che essa chiude all'atto della deglutizione impedendo ai cibi e alle bevande l'ingresso alle vie respiratorie.

Fase 4 – Esofagea (A.Involontario) : Il bolo arriva all’esofago attraverso lo sfintere esofageo superiore e lo percorre per mezzo di onde peristaltiche che lo porteranno allo sfintere esofageo inferiore Fase 5 – Gastrica (A.Involontario) : Il bolo arriva nello stomaco, termina la deglutizione e inizia la digestione.

Le ultime due fasi sono di competenza del gastroenterologo, le precedenti del foniatra. Incidenza della disfagia SLA, Parkinson, Ictus 1 settimana, Neoplasie,Demenze

Conseguenze Disidratazione Malnutrizione Aspirazione: Può avvenire in maniera silente, aumentando il rischio di polmoniti ab ingestis Isolamento sociale

Sintomatologia

IN GENERALE Difficoltà nel gestire le secrezioni orali (scialorrea) Assenza o debolezza della tosse Modificazione di qualità/tono della voce (raucedine) Diminuzione dei movimenti bocca- lingua Schiarimenti di gola frequenti Igiene orale insufficiente Rialzo della temperatura Perdita di peso e/o disidratazione Frequenti infezioni toraciche DURANTE L’ASSUNZIONE DI CIBO O BEVANDE: Lentezza ad iniziare una deglutizione e/o ritardo a deglutire Masticazione o deglutizione non coordinate Deglutizione multiple per ogni boccone Rigurgiti orali e nasali di cibo o bevande Tosse o starnuti durante o dopo l’alimentazione DOPO LA CONSUMAZIONE DI CIBO O BEVANDE: Sonorità della voce bagnata o rauca Affaticamento

Modificazione della modalità di respirazione Penetrazione: Il bolo entra nel vestibolo della laringe senza superare il piano glottico (corde vocali vere) Rischi: soffocamento e possibile aspirazione

Aspirazione o inalazione Il bolo supera le corde vocali vere e entra nella regione ipoglottica e nella trachea e può arrivare fino ai bronchi Rischi: polmonite ab-ingestis e soffocamento

Tipo di disfagia

Fase

Orale

1°/2°

Faringea Esofagea

3° 4°

Cause Paralisi del nervo facciale, interventi chirurgici demolitivi, radioterapie Malattie Neurologiche Diverticoli dell’esogafo, M. Neurologiche

Nel pz con deglutizione alterata NON devono essere presenti nella dieta cibi con Doppia Consistenza ( solido+liquido) Solidi: E’ una dieta riservata a pazienti con compromissione di bassa entità della fase orale e con masticazione in parte conservata. Devono essere preparazioni morbide e omogenee che possono scivolare senza provocare attrito al passaggio sulle pareti del canale alimentare. Semisolidi: Necessitano di una preparazione orale più impegnativa delle preparazioni della dieta semiliquida, ma non richiedono un apprestamento dal punto di vista della masticazione Es. Fruttino, purè, budino, stracchino Semiliquidi: – Necessitano di una modesta preparazione. Comprendono alimenti o preparazioni alimentari dove prevale la percentuale liquida. Es. Crema di riso, semolino, omogeneizzati Liquidi: Sono utili quando la sola difficoltà del paziente è rappresentata dalla masticazione, in quanto non necessitano di preparazione orale. Sono invece più difficili da deglutire in caso di disfagia intradeglutitoria, perché meno controllabili a causa dello scarso attrito

La consistenza del cibo può essere modulata e adeguata alle esigenze del paziente attraverso l'uso di addensanti (naturali o artificiali), dei diluenti o dei lubrificanti.

Addensanti

Diluenti

Lubrificanti

Integratori

Si aggiungono alle bevande senza alterarne troppo il sapore ed aumentano la consistenza del cibo Es.Gelatine, fecola di patate, amidi Utili per diminuire la consistenza delle diverse preparazioni Es. Latte, brodo, acqua Il bolo risulta più omogeneo all’interno del cavo orale, favorisce la propulsione, il transito Es. Olio,burro Supplementano e completano il fabbisogno calorico

Come posizionare il pz. Mobilizzare il pz circa 20 min prima del pasto. Il pz deve assumere una posizione eretta,seduta. Il paziente deve essere seduto diritto, con un comodo appoggio degli avambracci ed i piedi appoggiati a terra; la sedia deve avere un’altezza tale che i piedi raggiungano il suolo. Eventuali sostegni al tronco e al capo. Per quanto riguarda la posizione a letto, deve essere adottata la posizione seduta con spalliera del letto sollevata da 80 a 90°; attraverso un cuscino dietro la schiena come appoggio. Gli avambracci sono comodamente appoggiati sul tavolino servitore. Il paziente quando si alimenta deve essere molto concentrato, non distrarsi in alcun modo per esempio guardando la televisione, leggendo, parlando; verificare, quindi, che lo stato di attenzione del paziente sia sufficientemente adeguato ed interrompere ai primi segni di stanchezza. Chi aiuta deve stare seduto allo stesso livello o più in basso dei suoi occhi; Chi aiuta deve stare seduto allo stesso livello o più in basso dei suoi occhi; Incoraggiare la tosse dopo la deglutizione. La durata del pasto deve essere di un massimo di 45 min; il pz deve rimanere in posizione seduta 30 min prima di essere riposizionato al letto. Successivamente è indispensabile provvedere all’igiene orale, per prevenire tra l’altro l’aspirazione di particelle di cibo che possono rimanere in bocca....


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