Comunicazione CON IL Paziente Anziano PDF

Title Comunicazione CON IL Paziente Anziano
Author Barbara Romano
Course Psicologia
Institution Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale
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COMUNICAZIONE CON IL PAZIENTE ANZIANO 1.1 L’invecchiamento Possiamo definire l’invecchiamento la fase conclusiva del ciclo vitale di un organismo. La vecchiaia è quindi da considerarsi un fenomeno fisiologico. La sequenza dell’età dell’anziano che va: senescenza primaria, secondaria, terziaria, terza o quarta età, vecchi giovani, vecchi vecchi, grandi vecchi. L’anziano è in ogni caso un soggetto debole, da assistere, bisognoso che assorbe risorse della società. L’invecchiamento comincia in modo parallelo allo sviluppo ma ha un andamento opposto ovvero l’invecchiamento, si riferisce a tutti i cambiamenti legati al passare del tempo, che comportano per l’organismo una diminuzione delle capacità di adattamento all’ambiente con conseguente diminuita probabilità di sopravvivere e crescente probabilità di morire ovvero un aumento di vulnerabilità.

1.3 Teoria dell’invecchiamento I determinanti di una buona vecchiaia attiva sono: -

I fattori sociali Fattori individuali Fattori sanitari Fattori ambientali Fattori economici Stile di vita

Il rapporto con l’invecchiamento risulta quindi altamente soggettivo e dipende sempre dalla capacità del singolo di adattarsi ai mutamenti della società. Gli aspetti della vita che oggi preoccupano maggiormente gli overanta sono la 1. Solitudine, 2. La depressione, 3. Le ristrettezze economiche, 4. L’indifferenza degli altri. La complessità dei fattori legati all’invecchiamento impone di riferirsi a diverse teorie 1. teorie di deterioramento 2. teorie di lesione significativa 3. teorie genetiche 4. teorie evolutive Fino alla metà del novecento la principale preoccupazione sociale in Europa era legata alla numerosità dei bambini bisognosi di assistenza, negli ultimi anni al contrario l’attenzione si sta spostando verso gli anziani. La condizione dell’anziano non è più centrale all’interno della famiglia. Se fino ad oggi sono state le famiglie a prendersi cura degli anziani, i cambiamenti strutturali impediscono oggi loro di dedicarsi a tempo pieno delle persone i cui bisogni sono a volte molti gravi e prolungati negli anni. La crisi della

senescenza viene associata a quella dell’adolescenza per due caratteristiche che rendono queste crisi difficili. L’immagine di sé si modifica profondamente. Nelle persone che invecchiano, come negli adolescenti il corpo si modifica e la percezione di sé ne è turbata. La perdita dell’immagine del sé può essere all’origine dell’angoscia e della sensazione di vuoto. Inoltre i vecchi vivono due drammi: la nozione di utilità e quella di indipendenza. Da una parte si sente messo da parte, sempre più inutile e dall’altra perde la sicurezza dell’indipendenza. Tutto ciò contribuisce a peggiorare lo stato di salute fisica e psichica dell’anziano.

2. La comunicazione Numerosi ricercatori sostengono che la persona anziana soffra di solitudine forzata che comporta un grande stato di dolore. La condizione dell’isolamento può essere vissuta vivendo da soli oppure vivendo in un famiglia da cui ci si sente esclusi. L’isolamento viene definito da Umberto Galimberti anche un meccanismo di difesa, adottato per sfuggire ad un contesto che si riconosce difficile e ostile e che non riconosce l’anziano come tale. -

Cosa vuol dire oggi comunicare con gli anziani o meglio far comunicare un anziano?

Compito della formazione sarà quello di indicare agli operatori il metodo migliore per agire ed orientare la comunicazione. Il modo più semplice per definire le comunicazione è intenderla come la trasmissione di informazioni che un organismo ad un altro mediante simboli, i quali possono essere espressi da comportamenti verbali, mimici, muscolari, la comunicazione rende possibile: 1- Le relazioni tra una persona e le altre 2- la figura ne mostra le fasi principali: -

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Formazione= è la parte riguardante gli aspetti costruttivi e motivazionali della persona. Il processo formativo può essere affrontato in diversi modi: 1. Tenendo conto che ciò che si intende comunicare corrisponde alla verità, 2. Tenendo conto di farlo che si possono utilizzare più modi per comunicare le stesse cose. L’emissione= Una volta formato l’oggetto delle comunicazione occorre che la si emetta fuori dalla proprietà conoscenza per farla entrare dell’orbita conoscitiva degli altri. La trasmissione= l’essenza della comunicazione sta nella trasmissione del messaggio. Si tratta di una serie di modi tramite i quali rendere partecipi gli altri di quanto è stato pensato. La ricezione

-

L’interpretazione= Sull’interpretazione esistono numerose teorie, potremmo dire che un messaggio può essere interpretato in vari modi a seconda di chi lo riceve e che possa dipendere da: ●cultura di appartenenza ●ruolo del ricevitore ●rapporto con il ricevitore ●stato mentale del ricevitore

È impossibile non comunicare anche quando si sta in silenzio. La comunicazione può essere e . Per comunicazione verbale si intende l’espressività di un qualcosa per mezzo della parola, mentre per comunicazione analogica per mezzi non verbali. Gli scambi di comunicazione sono . Una relazione si dice complementare quando le persone si trovano in una situazione di disuguaglianza. Una relazione si dice invece simmetrica quando le persone si trovano alla pari. Si possono avere tre tipi di retroazioni rispetto ad un azione.  Rifiutarla apertamente= quando si verifica il rifiuto di dialogare, di dare una risposta di disponibilità.  Accettarla= quando si accetta una relazione, questa fase può comunque essere limitata nel senso che uno degli interlocutori non se la sente di andare oltre un certo limite.  Squalificarla= si può squalificare una comunicazione a vari livelli. Ad esempio il parlare per metafore incomprensibili rappresenta un modo di squalificare una relazione. Per meglio comprendere le persone si deve tener conto della loro gestualità. Occorre analizzare alcuni significati della gestualità umana e in particolare quella della terza età. Parlare con gli occhi è una di queste. I gesti ai quali bisogna dedicare la massima attenzione sono: 1.1 parlare con gli occhi 1.2 aggrottare le sopracciglia 1.3 digrignare i denti 1.4 alzare le braccia 1.5 indicare con la mano o un dito 1.6 girarsi dall’altra parte

2.8 Il colloquio clinico Il colloquio è una forma di indagine in cui la raccolta dei dati avviene attraverso un processo di comunicazione verbale. Il colloquio è stato adottato dalle scienze psicologiche come strumento di ricerca che permette

di trarre informazioni sulle attitudini, conoscenze, aspirazioni di un gruppo o individuo. Il colloquio clinico è vito come una “relazione d’aiuto”. Per relazione d’aiuto si intende qualsiasi rapporto fra due persone, quando sia caratterizzato da una particolare divisione di ruoli: una della due chiede aiuto, qualsiasi tipo di aiuto, e l’altra è disposta a fornirlo. Nella vita di tutti i giorni esistono una quantità illimitata di modi di richiesta d’aiuto, una domanda ad un professore, una richiesta ad un genitore. La richiesta d’aiuto avviene quando si stabilisce un rapporto tra assistito e colui che assisto. Nella relazione d’aiuto c’è una differenza di base, ed è rappresentata dal fatto che tra le due persone una chiede aiuto mentre l’altra è richiamata a darlo, quindi c’è u rapporto di reciprocità. Le relazioni d’aiuto sono caratterizzate da l’empatia che è la capacità di immedesimarsi in un altro fino a cogliere le sue emozioni più profonde. Per far si che una relazione d’aiuto funzioni con una persona anziana bisogna: -

Conoscere la senescenza nei suoi aspetti più profondi Prendere consapevolezza dei vissuti emotivi che questo tipo di rapporto evoca.

L’esigenza d comunicare e di socializzare riguarda tutte le generazioni. Relazionarsi con l’anziano richiede due qualità essenziali: disponibilità umana e competenza. Le persone che vogliono lavorare nel campo dell’assistenza ritengono importante aver una buona comprensione, pazienza, sensibilità e disponibilità umana. L’interesse per gli altri è un fattore molto potente. Oltre a questo c’è bisogno fi sapersi relazionare bene con le persone, la capacità di osservazione. Il colloquio clinico è uno strumento per: 1- comprendere le persone 2- cambiare la persona Mentre comprendere la persona è in pratica la diagnosi, cambiare la persona rappresenta la terapia, o meglio l’obbiettivo. Attraverso il colloquio si vogliono ottenere: 1- le informazioni anagrafiche e generali 2- la genesi e il percorso delle emozioni e degli affetti 3- la gene si e il percorso dei pensieri disfunzionali 4- la verbalizzazione di problemi coscienti.

2.11 Il Setting Quando l’anziano è inserito in una struttura, l’operatore dovrà tenere conto del fatto che egli si trova fuori luogo e non è un ambiente familiare. La casa per l’anziano ha un significato molto importante, non è solo l’insieme di mura bensì un “contenitore” di ricordi dando soprattutto egli organizza la

sua attenzione sulle persone amate e dà significato alla sua vita grazie a queste. Spesso dall’isolamento l’anziano pasa alla depressione e alla disistima. La depressione può presentarsi con altre manifestazioni: la perdita di memoria e motricità rallentati. Tale stato nell’anziano spesso è la conseguenza della perdita di un caro di un cambiamento di un status abitativo o di una malattia. I sintomi principali della depressione nell’anziano sono: umore depresso, visione pessimistica e negativa del mondo in sé e del futuro, diminuzione o scomparsa di interesse e variazione del peso e dell’appetito. Che si tratti di operatori o familiari saper ascoltare è una competenza fondamentale, ascoltare è un attività che richiede gradi capacità e un notevole sforzo.

3. Invecchiamento e qualità della vita negli anziani istituzionalizzati. Invecchiare né un privilegio e una meta della società. Sono definiti anziani gli individui in età superiore ad un determinato limite, vale a dire alla cosiddetta “età soglia” della vecchiaia. L’anzianità si identifica con: -l’uscita dal mondo del lavoro -la perdita dell’efficienza psichica e fisica -la perdita parziale o totale dell’efficienza funzionale Gli individui in età senile possono essere suddivisi in tre gruppi

 Anziani (60-69)  Vecchi (70-79)  Gradi vecchi (80+) Oggi il numero delle persona anziane cresce in maniera esponenziale. L’invecchiamento della popolazione è destinato a condizionare lo sviluppo delle economie. Secondo il rapporto ONU l’italia si distingue per essere il paese più vecchio del mondo con il 25% della popolazione oltre i 60 anni. Attualmente in Europa ci sono 18,2 milioni di abitanti di età superiore ad 80 anni, pari al 4% della popolazione. L’invecchiamento della popolazione non significa solo aumento progressivo del numero degli anziani, ma anche disequilibrio generazionale in ambito pensionistico. In italia gli anziani sono circa 12 milioni di persone. Questo è proprio un vero allarme, si pensi che una fetta della popolazione over 65 del Lazio è colpita da malattie che generano spesso gravi forme di disabilità e incrementano i costi della sanità regionale. Pertanto bisogna creare un vero e proprio piano di azione per la terza età in un contesto sociale ed economico segnato da profondi contrasti. Il concetto di qualità della vita si va progressivamente modificando verso valori non già assoluti ma sempre più relativi. I determinanti di vita che maggiormente sono in grado di incidere sull’invecchiamento, sulle malattie

e sulla longevità della vita sono: l’eredità genetica, lo stile di vita, la cultura e le tradizioni, l’ambiente fisico e sociale, i fattori psicologici. Le persone che in età avanzata coltivano interessi, aspirazioni e svolgono una vita sociale e affettiva si preservano bene dal decadimento delle funzioni cognitive, affettive e sociali.

3.6 Le RSA Le RSA sono strutture extra-ospedaliera per anziani disabili o non autosufficienti. Queste offrono una sistemazione residenziale organizzata in modo da rispettare il bisogno individuale di riservatezza e di privacy e da stimolare al tempo stesso la socializzazione tra gli anziani ospiti, tutti gli interventi medici, infermieristici e riabilitativi necessari a prevenire e curare le malattie croniche. L’utenza della RSA si caratterizza per: 1- età di interesse geriatrico 2- perdita dell’autosufficienza nelle attività della vita quotidiana 3- condizioni sociali che non consentono la permanenza al domicilio Il ricovero nelle RSA viene disposto a seguito di un progetto individualizzato e con l’assenso dell’interessato come soluzione residenziale temporanea o definitiva. La > è lo strumento migliore per la definizione del progetto legato al ricovero RSA. L’Organizzazione delle RSA si esprime attraverso le seguenti attività sanitari: -

Attività medica= che è vista come una specie di “pronto soccorso” continuato. Geriatria Infermiere Fisioterapista ASA-OTA-OSS Psicologo, animatore, educatore...


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