Comunicazione postweb PDF

Title Comunicazione postweb
Author Giorgia Ferretti
Course Creatività e Problem Solving
Institution Istituto Universitario Salesiano Venezia
Pages 22
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Summary

Riassunto libro completo...


Description

INTRODUZIONE L’atto creativo è complesso e richiede attenzione, calma e riflessione. ! Il libro è stato scritto per aiutare chi vuole esprimersi mediante un atto creativo di tipo visivo e l’autore ha il compito di interpretare e spiegare i modi e i metodi della comunicazione contemporanea, dando al mero ed affascinante atto creativo spontaneo una guida che lo possa trasformare in un vero e proprio lavoro.! Il web non ha solo modificato il nostro modo di parlare e di vedere, ma anche quello di scrivere. L’autore fa infatti la scelta di discostarsi dal linguaggio accademico dei saggi precedenti per adattarsi al cambiamento di un mondo che vede all’interno del web l’utilizzo di linguaggi fatti di rimandi e interazioni, correlati da immagini immaginarie, visive e pensate, provocando un susseguirsi di pensieri che si fondono in un gesto più complesso, l’atto creativo.! Il testo spiega anche cosa effettivamente sia l’interaction design dopo l’avvento della rete e si interroga sulla relazione tra la nuova cultura post-web in cui viviamo e il Rococò.! Viene espresso il concetto relativo alla creatività, che oggi raggiunge sia il reale che il virtuale grazie al web, in quanto la rete ha cambiato il nostro modo di pensare e percepire il mondo, e con esso anche il visual marketing.! QUINDI —> oggi si deve prestare molta attenzione all’utilizzo delle imagini inquadrandolo in una riflessione teorica definita per entrare nella nuova sfera che vede protagonisti la creatività e il visual marketing.!

LA STANZA VUOTA Il capitolo inizia con una descrizione astratta, che viene definita quasi assurda, in cui due/tre persone riflettono e provano a spiegare cosa sia effettivamente una stanza vuota, senza però arrivare mai ad alcuna conclusione. Se una stanza è vuota, non posso esserci stato perché altrimenti l’avrei riempita io, quindi come faccio a visionarla figurativamente nella mia mente se in realtà non l’ho mai vista? Secondo lo stesso principio, nessuno potrà nemmeno mai descrivermela, ma se esiste nella mia mente non può nemmeno essere completamente astratta. La stanza vuota quindi c’è perché la nomino, ma non c’è perché perché se è vuota io non posso averla vista. Ci troviamo tra logico e illogico.! Tutto questo per comprendere il complesso mondo della creatività post-web e i cambiamenti che hanno interessato la cultura visiva.! Se poniamo la domanda “secondo te com’è una stanza vuota?” a più persone, otterremo tantissime risposte diverse. Partendo dal presupposto che non possiamo esserci stati e che nessuno possa informarci sul suo contenuto, possiamo sostenere che noi siamo convinti di averla vista e sappiamo descriverla grazie al nostro corpo.! Il corpo è il luogo della creatività e mezzo di trasmissione (il primo medium che abbiamo a disposizione per vedere e immaginare le cose). Se ci pensiamo, anche le immagini del ricordo e della fantasia, origini della creatività, sono legate al corpo che le contiene indissolubilmente.! Le immagini che costruiamo per comunicare devono passare dallo stesso medium per essere comprese, in quanto vengono filtrate con gli occhi e il pensiero, per poi essere memorizzate (esempio io che mi figuro la stanza vuota).! Costruisco un’immagine che è:! - Reale (perché la visualizzo); - Ideale (perché la penso); - Personale (perché è la mia versione).! QUINDI —> il corpo è il primo medium in grado di filtrare tutti gli altri media espressivi.!

1.1 Il cerchio corpo, media, corpo Il corpo percepisce il mondo attraverso le imagini, che siano reali o immaginarie, e queste ultime, a loro volta, per descrivere ciò che conosciamo, vengono create dall’uomo per poi tornare a lui ed essere interpretate.! Tutti abbiamo tre livelli su cui agiamo quando cerchiamo di visualizzare qualcosa, anche se quel qualcosa non c’è (esiste ma non c’è, esempio stanza vuota):! - Corpo: le immagini si compiono (il corpo vede l’idea della stanza vuota) - NON CAMBIA NEL TEMPO;! - Medium: in grado di renderli visibili (qualcosa che creo per divulgare il mio pensiero, come un disegno in cui la descrivo) - CAMBIA NEL TEMPO IN BASE A COME MI ESPRIMO; - Corpo immerso nello spazio e nel tempo: interpretazione di chi osserva e pensa, che con il suo corpo entra in comunicazione con me, chiunque intercetti la forma che sto descrivendo CAMBIA NEL TEMPO PER VIA DELLA CULTURA PER MEZZO DELLA QUALE INTERPRETO (appartenente al corpo).! ESEMPIO: se descrivo una stanza vuota sto utilizzando il mio corpo come medium per visualizzare la sua forma. Posso restituirla attraverso un disegno, una fotografia o un testo rendendola visibile, allo scopo di divulgarla attraverso un medium esterno a me. Infine, in un terzo momento la posso mostrare al mondo e verrà compresa attraverso l’interpretazione spaziale e temporale di ogni persona che la intercetterà. ! In realtà tutto questo è un cerchio: il primo medium diventa l’ultimo per poi essere di nuovo il primo. È il passaggio tra creatività e realtà.! Ora entriamo nello specifico dei tre diversi medium.!

1.2 Il corpo come primo medium Il nostro corpo (noi) è composto da una parte che comunica con l’esterno (pelle) e da una interna che cerca di dare forma alle idee (pensiero). ! Ciò che è soggetto a cambiamento non è la parte che comunica con l’esterno (i sensi) bensì la parte interna con le sue logiche di pensiero. Infatti noi vediamo le cose senza collocarle in uno spazio-tempo, esse esistono perché noi le raffiguriamo tramite i nostri occhi e il nostro corpo, ma in un primo momento le vediamo soltanto, le interpretiamo solo successivamente (a volte non lo facciamo neanche, le lasciamo scorrere).! La rivoluzione digitale non è riuscita a cambiare il modo in cui percepiamo il mondo attraverso i sensi, nonostante abbiamo la possibilità di utilizzare strumenti come visori (aumentano le cose che vediamo, ma il mondo in cui le vediamo rimane lo stesso).! QUINDI —> non possiamo sfuggire al nostro stesso corpo, a prescindere dal tempo e dallo spazio in cui ci troviamo. Ciò che cambia è solo il mezzo con cui rappresentiamo le cose e il significato che gli diamo (secondo e terzo medium). Questo accade perché le cose in quanto tali non mutano (la statuetta della Venere di Willendorf rimane sempre la stessa).! Un idea resta uguale e immutata, ciò che cambia è il significato che le diamo. Non possiamo sfuggire dal nostro corpo nemmeno con il virtuale, in quanto grazie ad esso esistiamo.!

1.3 Il secondo medium, ciò che creo per divulgare Il secondo medium è ciò che creo per divulgare il mio pensiero culturale e cambia in funzione del tempo e dello spazio in cui ci troviamo. Ad ogni epoca corrispondono uno o più media e ognuno di loro un modo di pensare e di percepire le cose, e di conseguenza con essi muta anche l’atto creativo.! L’uomo ha visto grandi cambiamenti in termini di raffigurazioni del suo pensiero, i principali sono stati:! - Da cultura orale a cultura scritta;! - Da cultura scritta a cultura visiva (quello che stiamo vivendo).!

Le culture si sono spostate dentro di me quanto al di fuori di me.! Entriamo nel merito dei tre differenti tipi di cultura per comprendere come interagiscono con il modo di percepire le idee, di visualizzare le cose e di essere creativi. !

1.3.1 La cultura orale Prima dell’avvento della scrittura, gli uomini soddisfavano il bisogno di tramandare e conservare informazioni attraverso la narrazione. Le pitture rupestri in tal senso non valgono come raffigurazione scritta/visiva, in quanto per comprenderle era comunque necessario che qualcuno narrasse la loro storia. ! In questo caso la cultura si trova dentro di me.! Ciò che deve essere tenuto a mente è il fatto che in questo tipo di cultura tutti dovranno occupare molta della loro memoria, al fine di mantenere vivo e fedele il racconto originario nonostante il continuo passaparola voluto dalla narrazione, quando si racconta la storia a qualcuno e quel qualcuno la racconta a qualcun altro.! In questo caso l’atto creativo risiede sia nel racconto dell’idea originaria, sia nelle eventuali piccole aggiunte che potrà apporre il successivo narratore per migliorare o adeguare ai suoi tempi l’idea stessa.!

1.3.2 La cultura scritta In questo caso la mia idea viene materializzata in un testo, che la riprenderà fedelmente attraverso parole e regole grammaticali. Non devo occupare memoria perché avrò sempre un supporto su cui andarla a recuperare. ! In questo caso la cultura esce da me, è fuori di me. L’atto creativo in questo caso si trova sia nel mio scrivere, sia nell’azione individuale di leggere, che rappresenta un ulteriore passaggio culturale. ! Dato che ho lasciato la mia memoria libera, essa ora può dedicarsi all’interpretazione e alla creazione di altri pensieri non occupando spazio.! Nel caso della cultura orale, l’idea potrà arrivare a noi distorta dall’atto creativo dovuto al passaparola, mentre nel secondo caso la narrazione ci arriverà così come è stata concepita, poiché fissata in un punto preciso della linea del tempo. La narrazione si perde nella storia.! In ogni caso però il tempo è determinante, in quanto io potrò dare all’idea una diversa interpretazione o significato a seconda del momento storico in cui mi trovo. QUINDI —> nella tradizione orale l’idea ci appare come un mito, perché si perde sulla linea del tempo, mentre in quella scritta è fonte di nuove interpretazioni, in quanto ha un punto d’origine con infinite interpretazioni che si attuano ogni qual volta la si legga.!

1.3.3 La cultura visiva Con il passaggio dalla cultura scritta a quella visiva, ci troviamo nel passaggio contemporaneo che ci coinvolge nell’epoca post-web. Questo transito si è affermato con l’avvento dei nuovi media ed è esploso con la diffusione di internet e della cultura del web.! Per cultura visiva intendiamo tutta quella cultura che utilizza, per passare un messaggio, il segno/ immagine che venga inquadrata dagli occhi per comunicare (che sia grafica, geroglifica, pittorica, fotografica…). $ $ In questo gruppo quindi si trovano sia le opere di raffigurazione visiva che quelle create attraverso i testi.!

La scrittura è infatti realizzata attraverso dei segni, le lettere, i quali sono la resa visiva dei suoni, quindi a priori delle immagini. I segni lettera, quando composti, creano le parole che unite danno origine alle frasi, e queste ultime possono produrre immagini. ! Le parole oggi entrano nel web e diventano immagini che leggiamo, in quanto evocano figurazioni visive dai significati amplificati. ! Nella cultura visiva contemporanea, prevalentemente utilizzata nel web, dove anche le parole evocano immagini, l’idea (ad esempio di stanza vuota) è contemporaneamente orale e scritta, poiché composta da segni figurativi e frasi. Per trasmetterla quindi posso figurarla attraverso un’immagine o raccontarla per mezzo di parole come immagini, oppure sovrapporre entrambe le forme visive. ! In questo caso la cultura si trova sia dentro (utilizzo i principi della tradizione orale per tramandare il significato amplificato, raccontandola come un dialogo virtuale) che fuori di me (poiché fissata in un insieme di segni visivi).! QUINDI —> in questo continuo rincorrersi o sovrapporsi di oralità e scrittura, le due culture si incontrano in una sola: quella visiva.!

1.3.4 La cultura visiva si compie ! Se la cultura è sia dentro che fuori di me (cultura visiva) l’idea di stanza vuota è resa figurativa e sta tanto nella mia memoria quanto nella riflessione che posso fare leggendola. La memoria risulta quindi essere occupata in parte dal ricordo dell’origine dell’idea, e in parte libera in quanto scritta e raffigurata (esempio tutorial di Youtube, tutti possono vederlo e leggerlo allo stesso tempo, ed averlo sempre a portata di click).! Per trasmettere un’idea io dialogo attraverso la parola scritta, a sua volta spesso usata come immagine (emoticon, immagini..).!

1.3.5 Narrazioni non lineari e creatività nella cultura visiva Cosa accade quando pubblico l’idea di stanza vuota nei nuovi media e in particolare nel web?! Il materiale che produco è prima di tutto visivo ed interpretabile da altri utenti. Questi ultimi memorizzano e osservano, e possono amplificarne il significato e riflettere su ciò che leggono.! Due azioni aprono la strada alle narrazioni non lineari, ovvero quelle piove di una temporalità definita. Infatti, quando raffiguro attraverso dei segni l’idea di stanza vuota, accade che narro un concetto senza un tempo di inizio, come nella cultura orale, mentre quando la digito ho una data precisa d’origine, come nella cultura scritta. Entrambe si diffondono contemporaneamente nello stesso medium, ma in modo asincrono. ! Creo in una data precisa un concetto rendendolo visivo, ma questo, inserendosi nel web, perde il suo tempo d’origine, si smarrisce e si ritrova in infiniti presenti (notizie, immagini, video virali..).! Per l’utente che la vedrà, quell’immagine esisterà nel momento in cui la vedrà per la prima volta, ed automaticamente diverrà patrimonio del suo pensiero, in quanto si mescolerà ad esso potendolo anche influenzare.! La creatività si compie quando tramando l’idea di stanza vuota annullandone il tempo di origine. Verrà ri-assemblata e restituirà il tutto sotto una nuova forma. La creatività nel web è come un’onda che porta con sé ciò che incontra.! I frammenti delle storie non lineari che vi saranno apportate, saranno proprio le cosiddette narrazioni non lineari, e daranno vita a nuove idee ogni volta differenti dalla logica inaspettata.! In tutto questo incresparsi di onde non siamo più in grado di risalire all’idea di stanza vuota originaria, in quanto si sarà dispersa e ricomposta per mezzo di una nuova forma di cultura orale e scritta.! Essere creativi nel web risulta ancora più difficoltosi perché si rischia di essere la copia di una copia di una copia. La cultura e l’interpretazione diventano le uniche forme di salvezza.!

QUINDI —> se la cultura orale diventa un mito, quella scritta è fonte di nuove riflessioni, la cultura visiva, inglobando entrambi gli aspetti, diventa un mito su cui riflettere, poiché la vedo e la leggo simultaneamente. !

1.3.6 La conoscenza è influenzata dal medium che utilizzo La nostra percezione del mondo e quindi il nostro sapere viene fortemente influenzato dal medium attraverso cui viene informata:! • Cultura orale: chiede un grande impegno mentale per potersi mantenere immutata nel tempo, in questo caso all’idea di stanza vuota dono un’identità attraverso l’esperienza diretta, ovvero la visualizzo attraverso il mio racconto. La conoscenza è dentro di me e sono in grado di offrire una narrazione che influirà sui miei comportamenti e sulle generazioni future. ! • Cultura scritta: ha liberato la memoria a vantaggio di una possibile rielaborazione in termini critici e creativi. L’idea di stanza vuota ora è su un supporto, trascritta attraverso il codice della scrittura, e viene così letta senza modificare quella originaria. Posso però filtrarla per dare origine ad altre idee in tutti i tempi possibili, la conoscenza è fuori di me.! • Cultura visiva: tipica del web, l’elaborazione del pensiero è il risultato di attenzione, critica e memoria, essendo tanto nell’oralità quanto nella scrittura. L’idea di stanza vuota è sia nella mia memoria che in un testo e viene tramandata per creare un compendio di nuove idee dovute sia all’esperienza che all’interpretazione. La conoscenza è sia fuori che dentro di me.! QUINDI:! • Cultura orale —> mondo della relazione, conosco perché ho esperienza e la cultura è nel vissuto diretto, ovvero nella narrazione.! • Cultura scritta —> il mondo è quello dell’introspezione, conosco perché ho filtrato e la cultura è nell’interpretazione, ovvio in ciò che leggo.! • Cultura visiva —> il mondo è quello della relazione filtrata dall’introspezione, conosco perché ho visto, ossia ho un’esperienza visiva su cui riflettere. La cultura è sia nell’esperienza diretta quanto nell’interpretazione, ovvero in ciò che vedo. ! Non esiste un’unica forma tipica di conoscenza umana, in quanto è influenzata dai media impiegati per divulgarla. Venire a conoscenza di uno stesso contenuto attraverso media diversi diventa, per il soggetto ricevente, differente a sua volta. La stessa stanza vuota non sarà mai uguale se raccontata, scritta o raffigurata.! La forza che abbiamo risiede nel conoscere il medium con cui possiamo divulgare un’idea rispetto alla nostra epoca (è il mezzo che cambia, non l’idea).!

1.4 Il corpo come terzo medium Parliamo del corpo di chi osserva per mettersi in relazione con la mia conoscenza.!

1.4.1 La stanza vuota esiste? Noi siamo il frutto di ciò che conosciamo, ma cosa accade se ora, nell’epoca post-web, viviamo e conosciamo spesso senza un’esperienza diretta, ma con un’interfaccia?! Teniamo in considerazione che abbiamo detto che il modo in cui veniamo a conoscenza delle cose e dei fatti si diversifica in funzione del medium che lo divulga. ! Dopo averne parlato possiamo affermare che l’idea di stanza vuota ora fa parte del nostro mondo e della nostra capacità di immaginare, e tutto questo è avvenuto attraverso di noi e il nostro corpo come terzo medium. La stanza vuota ora esiste perché il nostro corpo le ha dato un’identità.!

1.4.2 Come interdetto e visualizzo la stanza vuota? Tutti ora ne siamo a conoscenza, ma come la interpretiamo e la visualizziamo? Per ognuno avrà una forma diversa, in quanto legata al suo vissuto, alle sue esperienze, al suo gusto e cultura.!

Siamo tutti sia un primo medium (corpo) che un terzo medium (corpo con cui apprendiamo e percepiamo le cose dette, scritte o raffigurate dagli altri, con il fine di elaborarle e trarre nuove idee).! Il primo medium è uguale per tutti, mentre il terzo è individuale, frutto appunto del pensiero di ognuno. Cerco di dare una raffigurazione piena di una mia soggettività e colma anche delle informazioni che mi sono giunte sull’idea, come quella di stanza vuota. !

1.4.3 Diamo forma alla stanza vuota Il modo in cui diamo forma alla stanza vuota diventa differente di epoca in epoca, di luogo in luogo e di percorso formativo in percorso formativo.! Colui che è immerso nella cultura orale si trova nella narrazione, come in una mitologia, in una favola o poema tramandato, chi si trova avvolto nella cultura scritta è invece il frutto delle esperienze storiche trascritte da cui rielabora un pensiero personale, mentre chi ha un legame con la cultura visiva si trova in quell’annullamento di tempo ottenuto dalla sovrapposizione di entrambi i precedenti (la stanza vuota avrà un’identità tanto narrata quanto letta).! Nel terzo caso la stanza vuota esiste perché posso darle una forma trasmissibile attraverso un’interfaccia.! Parliamo quindi di tre modi differenti per conoscere l’idea di stanza vuota, i quali portano a tre diverse tipologie di visualizzazione dentro di noi: il terzo medium.! La stanza vuota ha lo stesso significato in tutti e tre i metodi, ma ha sempre una raffigurazione diversa. Una stanza vuota raccontata, non è la stessa che trovo scritta.! Pensa a quante versioni diverse di favole esistono, trascrivere una favola significa anche bloccarla nel tempo.! Le persone legate alla cultura orale o scritta, quando si ritrovano davanti a quella visiva solitamente comprendono solo la parte che le riguarda perché lo privilegiano rispetto all’altro.! Leggere il web attraverso solo una di queste culture crea fraintendimento, perché se invece andiamo a fondo con l’interpretazione visiva, scopriamo che ci è sfuggito qualcosa.! Il terzo medium è sempre in contatto con l’interfaccia, che è quella in grado di rendere visibile nella sua complessità l’idea di stanza vuota.! QUINDI —> i messaggi sono nomadi perché si spostano da un medium all’altro, cambiando forma, ma un buon comunicatore è in grado di far mantenere loro significato, anche quando si immergono nella creatività web e ancora più in quella post-web.! Ciò a cui con il terzo medium diamo identità, diventa la forma di raffigurazione che possiamo spendere per comunicare. !

1.4.4 Il tempo del corpo come terzo medium Il corpo come terzo medium deve sempre fare i conti con il corpo come primo medium. Quest’ultimo è sempre uguale e si ripete, è fuori dal tempo stesso ma è dentro all’uomo.! Il corpo come terzo medium è invece legato al tempo, al luogo e alla condizione geografica in cui è immerso (cambia a...


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