Segni, linguaggio e comunicazione PDF

Title Segni, linguaggio e comunicazione
Course Comunicazione d'Impresa
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Segni linguaggio e comunicazione...


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SEGNI, LINGUAGGIO E COMUNICAZIONE dal cap. 1 (e non solo)

Tre NOZIONI FONDAMENTALI 1. Segno 2. Linguaggio 3. Comunicazione

SEGNO SEGNI ED EVENTI SEMIOTICI • Il segno viene spesso definito come un elemento che rimanda ad un elemento altro da sé (aliquid quod stat pro aliquo). • • In realtà possiamo aggiungere che il segno rimanda ad altro da sé per un interprete. • • L’interprete è quindi colui che media fra i due poli della relazione segnica.

TIPI DI REALTÀ SEGNICHE • I segni che intervengono nella comunicazione umana sono di un certo tipo. • • Due criteri:

- grado di intenzionalità e - grado di motivazione

• Indizio (o sintomo): motivato naturalmente e non intenzionale; motivazione del tipo ‘causa- effetto’ → es. fumo per fuoco, sbadiglio per stanchezza • • Segnale: motivato naturalmente, usato intenzionalmente → es. sbadiglio per indicare la noia; colpo di tosse per avvertire • • Icona: motivato analogicamente; usato intenzionalmente (rinvia a un oggetto/ evento per analogia) → es. figure stilizzate nei segnali stradali, smileys; nel linguaggio umano per es. suoni onomatopeici • • Simbolo: motivato culturalmente, intenzionale → colomba con ramoscello d’ulivo. I simboli sono tendenzialmente olistici e non possono essere scissi nei loro componenti → es. maglietta della juve, senza righe nere non è la maglietta della juve • • Segni linguistici (in senso stretto, usati nei messaggi verbali): convenzionali e intenzionali

es. in italiano “tempo” → atmosferico → verbale → orario ≠ in inglese → weather → tense → time

in quanto rimandano ai loro significati in base a una convenzione (e non per qualche caratteristica intrinseca) • I nostri segni verbali (orali e scritti) sono per lo più convenzionali in quanto rimandano ai loro significati in base a una convenzione e non per qualche caratteristica intrinseca → c’è una convenzione, un accordo fra gli utilizzatori del segno. • La natura convenzionale e non intrinseca della relazione segnica dei segni verbali rende conto della diversità del lessico delle lingue. • •

Non manca tuttavia qualche elemento di iconismo (sussurrare, slam) carica semiotica del segno (aliquid stat pro aliquo): triangolo semiotico → funzione essenzialmente referenziale

LINGUAGGIO BERRUTO E CERRUTI • Codice = insieme di corrispondenze tra qualcosa (insieme «manifestante») e qualcos’altro (insieme «manifestato») • • Codice lingua = insieme dei segni linguistici • • • → Dire che la lingua è solo codice è insufficiente → Attenzione: si tratta di strutture e processi

COSA È UN LINGUAGGIO? • Un linguaggio è costituito da almeno due elementi: 1) un sistema di segni (solitamente ma non necessariamente simbolici) 2) una sintassi • Se uno di questi due elementi viene a mancare, allora non si può parlare di linguaggio. • Pertanto un linguaggio non può essere costituito da un solo segno, ma richiede più segni. Inoltre i segni formano un sistema, ossia hanno diverse relazioni fra loro. • • Inoltre un linguaggio possiede delle regole per combinare i segni di base insegni più complessi a cui corrispondono delle regole per combinare i loro significati.

REGOLE SINTATTICHE Non tutte le composizioni di parole sono possibili nelle lingue naturali:

esempio: Paolo cadde io perché laggiù siccome o

La sintassi è lo studio delle regole che presiedono a queste combinazioni. Le frasi che sono costruite mediante le regole saranno quindi accettabili dal punto di vista grammaticale, le altre saranno non grammaticali.

IMPARARE UNA NUOVA LINGUA • Quando impariamo una nuova lingua non impariamo frasi (o comunque questa non è la nostra attività principale), ma il lessico e la grammatica. imparare una lingua è quindi (soprattutto) imparare il sistema dei segni primitivi di cui essa è composta e i modi in cui essi vengono combinati.

PER CONCLUDERE Il codice lingua NON è solo insieme dei segni linguistici referenziali/categoriali (cfr. triangolo semiotico), ma contiene anche segni funzionali (per es. congiunzioni) • Il codice lingua contiene in sé anche le regole operative (sintattiche) che servono per creare segni più grandi → eventi semiotici (testi) • I segni nel codice lingua NON sono entità monolitiche, con un significato fisso dato una volta per tutte, ma entità dotate di un potenziale semantico che si attualizza solo nella realtà dell’evento semiotico (del testo) • Una lingua è un sistema di strutture (unità e processi), cioè di strumenti (segmenti fonici con un semantismo «potenziale») che vengono usati per

costruire messaggi (Rigotti- Cigada e Gobber-Morani parlano di strutture segniche)

‣ Strutture = unità e processi ‣ Unità = segmenti fonici con un potenziale comunicativo ‣ Processi = operazioni per costruire unità complesse da unità semplici Si considerino per esempio: - Non abbiamo più riso - Domani sarò a Milano - Da qui a lì saranno 20 metri - Luigi ha 40 anni ma è un bambino

COMUNICAZIONE

DEFINIZIONE INTUITIVA DI COMUNICAZIONE Intuitivamente si comunica qualcosa quando trasmettiamo al nostro destinatario un contenuto e quando il destinatario comprende quel contenuto che volevamo trasmettere. MA questa definizione è troppo larga perché essa è soddisfatta da casi che non saremmo disposti a chiamare comunicazione.

COMUNICAZIONE? Si pensi al caso in cui una persona lascia un indizio a un’altra persona per farle capire che p ma senza farle comprendere che è stata lei a lasciare l’indizio. In questo caso la prima persona trasmette all’altra un certo contenuto, ma non parleremmo di comunicazione. Per esempio, possiamo lasciare certi indizi che portano la polizia a scoprire il colpevole senza far comprendere alla polizia che siamo stati noi a lasciare quegli indizi.

- Secondo una concezione “larga”, tipica della semiotica, tutto può “comunicare” qualcosa

- Secondo una concezione “stretta”, la comunicazione umana è lo scambio intenzionale di segni tra un mittente e un destinatario → ciò non è ancora non sufficiente a definire il meccanismo della comunicazione

IL DIFETTO DELLA DEFINIZIONE INTUITIVA La definizione «intuitiva» di prima è difettosa perché non tiene conto che possano esistere delle intenzioni nascoste. Si può voler trasmettere un certo contenuto senza far comprendere che lo si vuole trasmettere. INVECE le intenzioni comunicative non sono nascoste: perché ci sia comunicazione deve essere manifesto che qualcuno voglia passare un certo contenuto e che voglia che gli altri lo comprendano

DEFINIZIONE DI COMUNICAZIONE • A comunica il contenuto x a B se e solo se: 1) è intenzione di A di passare a B il contenuto x 2) 2) l’intenzione è di A di cui al punto 1 è soddisfatta nello stesso momento in cui B comprende tale intenzione.

PECULIARITÀ La peculiarità delle intenzioni comunicative rispetto alle altre intenzioni consiste nel fatto che esse sono soddisfatte nello stesso momento in cui vengono comprese. Nello stesso momento in cui B comprende l’intenzione di A di fargli comprendere x, allora A ha raggiunto il suo scopo comunicativo.

BERRUTO E CERRUTI INDIVIDUANO 3 CATEGORIE DI “COMUNICAZIONE” → CRITICITÀ! 1) Comunicazione in senso stretto: INTENZIONALE (emittente intenzionale, ricevente/destinatario/interpretante intenzionale)

2) Passaggio di informazioni (emittente non intenzionale, ricevente intenzionale) 3) Formulazione di inferenze (nessun emittente, ma solo presenza di un ‘oggetto culturale’ che fornisce un’informazione; interpretante) → CRITICITÀ

LORO RAPPORTI SEGNI - LINGUAGGIO Si sono già visti quali rapporti intercorrono fra i segni e il linguaggio: uno degli elementi fondamentali che costituiscono un linguaggio è un sistema di segni. Se quindi possono esistere dei segni senza che esista un linguaggio (per esempio, i cartelli stradali sono un sistema di segni ma non formano un linguaggio), non si dà un linguaggio se non si dà un sistema di segni.

SEGNI E LINGUAGGIO VS COMUNICAZIONE È indubbio che lo scopo fondamentale della creazione e dell’uso di segni e di un linguaggio sia quello comunicativo. nella grande maggioranza dei casi i segni vengono utilizzati per comunicare e lo stesso vale per il linguaggio. Di solito utilizziamo un segno con l’intenzione di trasmettere un certo contenuto (il suo significato) e la nostra intenzione è soddisfatta quando il destinatario comprende quell’intenzione, cioè comprende che, tramite quei segni, vogliamo passargli quel contenuto (quel significato).

SCOPI NON COMUNICATIVI DEL LINGUAGGIO È possibile utilizzare il linguaggio non per comunicare ma per altri scopi. Certe canzoni, ad esempio, possono essere fruite senza capire le parole che vengono utilizzate, spesso perché sono parole di un’altra lingua. Ciò che conta in questo caso non è ciò che le parole significano ma la loro musicalità. Allo stesso modo, in certa poesia è spesso più importante la «musicalità» che il significato delle parole.

COMUNICARE SENZA LINGUAGGIO Talvolta è possibile comunicare senza linguaggio: lo facciamo usualmente con gli animali domestici o con le persone con cui non condividiamo alcuna lingua. una comunicazione senza linguaggio è molto limitata, cioè si deve limitare a contenuti molto semplici.

Tuttavia non possiamo comunicare senza segni: anche con le persone con cui non condividiamo alcuna lingua e con gli animali domestici usiamo segni di vario tipo (soprattutto non verbali).

COSA NON È UN LINGUAGGIO • In base alla nostra definizione di linguaggio, i gesti che facciamo mentre parliamo non sono un linguaggio perché mancano di una sintassi sufficientemente strutturata. Invece le lingue dei sordomuti sono linguaggio in quanto possiedono una tale sintassi. • La musica non è un linguaggio perché, sebbene possieda delle regole per combinare le note in sequenze più grandi (sintassi musicale), le note stesse, cioè gli elementi minimi, non sono segni (non hanno un significato determinato). • Allo stesso modo non è un linguaggio la pittura perché è estremamente difficile individuare una sintassi definita nelle immagini pittoriche. Le immagini sembrano semplicemente delle icone di ciò che vogliono rappresentare e non sembrano esserci metodi rigorosi per segmentarle o combinarle. • Infine non sono linguaggio singoli simboli, come ad esempio quelli dei partiti, perché mancano di sintassi.

APPROFONDIMENTO • La comunicazione è anzitutto un rapporto fra soggettività. • Le strutture della lingua sono usate come strumenti per raggiungere uno scopo. Se non c'è uno scopo non ha senso parlare perché la natura del linguaggio é una natura dialogica.!

KARL BÜHLER - IL MESSAGGIO COME SEGNO • Nella Sprachtheorie del 1934 Karl Bühler elabora il concetto di lingua come serie di mezzi per raggiungere uno scopo) • Per Bühler, il riferimento a contesto non esaurisce l’evento semiotico → il “segno” è legato al parlante, al destinatario, al contesto → sostiene che la comunicazione mette di per sé in contatto il mittente, il destinatario e il contesto

SEGNO

è simbolo in quanto rappresenta una situazione che è nel contesto

è sintomo in quanto è espressione del parlante (mittente) (notifica la disposizione, la

è segnale in quanto è appello al destinatario (influisce sull’interlocutore)

Nel suo modello i segni si collocano propriamente nell’atto comunicativo il segno “è” il testo

il segno in sé assume la funzione di unità comunicativa → il segno é il testo in quanto riunisce tutte queste realtà , un evento semiotico! Il segno é segno solo se ha la funzione espressiva, appellativa e rappresentativa

ROMAN JAKOBSON Jakobson aumenterà il numero di fattori e di funzioni del messaggio, ma non precisa le caratteristiche semiotiche di quest’ultimo.

FATTORI DELL’ATTO COMUNICATIVO

Il messaggio si costituisce in rapporto a tutti e sei i fattori dell’atto comunicativo. questi rapporti sono denominati funzioni

FUNZIONI

Non dice come cambia il mondo ma é utile per l'analisi pragmatica del testo • I sei fattori (elementi costitutivi) sono sempre presenti (anche se a volte un fattore ha minima pertinenza). • Un messaggio è orientato a ciascuno dei sei fattori (collegato con ciascuno di essi) MA • la funzione dominante di un testo dipende dall’orientamento prevalente del messaggio verso uno dei sei fattori costitutivi → La componente linguistica tende a manifestare la funzione...


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