Comunicazione - f PDF

Title Comunicazione - f
Author Andrea D'Acunzo
Course Psicologia sociale
Institution Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
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Summary

Fa parte di alcune dispense trovate online...


Description

Facoltà di Scienze della Formazione Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione

PSICOLOGIA DEI PROCESSI COGNITIVI Dr. Luigi Smimmo [email protected]

Comunicazione ‘E’ IMPOSSIBILE NON COMUNICARE’ (La Pragmatica della Comunicazione Umana, Scuola di Palo Alto, Watzlawick et al., 1967)  1° assioma della comunicazione: si intuisce quanto sia importante e indispensabile la comunicazione che: -

è un’ esperienza che occupa gran parte della nostra esistenza a partire dalla nascita (e.g., il pianto del neonato può comunicare il disagio per l’esperienza stressante che sta sperimentando, il bisogno di essere nutrito…)

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non è semplicemente uno strumento o un mezzo per trasmettere informazioni, rappresenta un aspetto costituente dell’uomo: l’uomo è un animale comunicante, cosi come è un animale sociale.

Tuttavia, nonostante la sua importanza e il fatto che si è iniziato a comunicare già milioni di anni orsono (anche se a livello non verbale)… la comunicazione è diventata oggetto di studio scientifico solo circa sessant’anni fa: a partire dalla metà del secolo scorso, le più diverse scienze della comunicazione (linguistica, sociologia, antropologia, psicologia, pedagogia, neuroscienze, informatica, ecc.) hanno contribuito rapidamente a costruire un consistente corpo di conoscenze anche molto diverse tra loro attorno alla comunicazione

Esperienza e realtà complessa indagata da diverse prospettive (e discipline  ambito multidisciplinare) che sottolineano i vari aspetti e componenti che la costituiscono

La prospettiva matematica: comunicazione = scambio di informazioni …prende avvio dagli studi di Shannon sulla trasmissione dell’ informazione ( ’teoria matematica della comunicazione’, 1948)

Shannon riteneva che l’informazione fosse una grandezza fisica osservabile e misurabile, pertanto vede la comunicazione come trasmissione (fisica) di informazioni: il suo obiettivo era quello di indagare le condizioni fisiche attraverso cui avviene il passaggio di un segnale (ciò attraverso cui viene veicolata l’informazione, il suo supporto materiale) da una fonte A che lo codifica e lo trasmette a un destinatario B in grado di riceverlo e decodificarlo

A EMITTENTE

segnale

B RICEVENTE

Modello matematico di Shannon e Weaver (1949)

- il passaggio del segnale avviene lungo un canale (e.g., filo del telefono) e può essere più o meno disturbato da un rumore generato da vari tipi di interferenze (e.g., filo del telefono usurato)

- in questo modello base, insieme a Weaver, vengono introdotti altri concetti: • ridondanza: la ripetizione del segnale per aumentare la probabilità che venga trasmesso e ricevuto correttamente • filtro: la selezione solo di alcuni aspetti del segnale in fase di decodifica da parte del ricevente • feedback: la quantità di informazione che ritorna all’emittente che gli consente di modificare e calibrare i messaggi successivi

…dunque, secondo questo modello, l’informazione non consiste in ciò che è partito alla fonte bensì in ciò che è più probabile che passi dall’emittente al ricevente: - occorre che il valore informativo del segnale superi quello di altre interferenze: se il segnale e le interferenze sono equiprobabili si ha il massimo di entropia, ovverosia mancanza di comunicazione per cui l’informazione è intesa come neg-entropia, cioè entropia negativa (e.g., linea del telefono molto disturbata=zero informazione) - la trasmissione dell’ informazione non è solo unidirezionale (AB) ma si svolge in modo ricorsivo e circolare (e.g., feedback) 6 Cap. 1: Inquandramento storico e teorico sulla psicologia

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la condizione necessaria e sufficiente per comunicare è che l’emittente A e il ricevente B abbiano a disposizione il medesimo codice (e.g., lettere usate, ideogrammi o alfabeto italiano) per codificare (encoding) e decodificare (decoding) in modo equivalente il segnale (  teoria del codice forte)

…dunque Grazie a queste caratteristiche, l’ informazione diventa ‘una differenza che genera differenza’ (Bateson, 1972): non è il semplice dato (o la somma dei dati) in se’ ma piuttosto una relazione fra due o più dati in grado di autoriprodursi e generare altra informazione, conoscenza (  informazione diffusiva, espansiva: più viene usata più aumenta autorigenerandosi) 7

La prospettiva semiotica e semantica: comunicazione = produzione di significati Tuttavia, il codice, pur essendo una condizione necessaria, non è sufficiente per comunicare: se la comunicazione fosse solo trasmissione di semplici segnali codificati attraverso cifre o lettere, gli attori della comunicazione non riuscirebbero a capire nulla… …occorre che ci sia la capacità di produrre segni che abbiano dei significati ( significanti), che si attivi un processo di significazione.

prevede tre componenti: • • • 8

un referente: ciò di cui parliamo, oggetto o evento che sia (e.g., il vostro cellulare) ; una referenza: l’immagine o rappresentazione mentale corrispondente (l’idea di cellulare); un segno: o simbolo, l’immagine sonora o iconica dell’oggetto o evento in Cap. 1: Inquandramento storico e teorico sulla psicologia questione (la sequenza di suoni c-e-l-l-u-l-a-r-e, o la parola scritta)

Triangolo di Significazione (Odgen, Richards, 1923)

Referenza

Segno

Referente

non esiste un rapporto diretto fra segno e referente, questo rapporto è sempre mediato dalla referenza…

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difatti, il segno secondo la semiotica  scienza che studia i segni: •

può essere inteso come equivalenza: combinazione di un’immagine acustica (significante: la sequenza di suoni c-e-l-l-u-l-a-r-e) e di un’immagine mentale (significato o contenuto: l’idea di cellulare); significato e significante sono sempre in un rapporto di interdipendenza reciproca ( funzione segnica), per cui non può esistere l’uno senza l’altro

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non è oggettivo ma convenzionale, è un prodotto culturale proveniente da un accordo comunicativo condiviso tra i membri di una comunità (e.g., nel segno c-a-n-e non vi è nulla del cane: non vi è alcuna relazione reale tra significante e significato)

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è oppositivo: ogni segno è diverso da tutti gli altri (e.g., c-a-n-e si oppone a c-e-n-a o a c-o-n-o) …

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…questa concezione è alla base della linguistica strutturale (de Saussure, 1916): una lingua naturale è definita come ‘un sistema di differenze di suoni combinati a un insieme di differenze di significati’ oppure può essere inteso come inferenza (Pierce, 1868): il segno rimanda a qualcosa di diverso da se’ attraverso un processo inferenziale compiuto da un interpretante (e.g., A(B)C: un segno A sta per qualcosa C (oggetto) grazie all’inferenza compiuta dal soggetto B; in questa accezione il segno è un indizio da cui trarre una conclusione (e.g., se vedo fumo allora inferisco che c'è fuoco) e questo implica che esistano dei modelli o schemi mentali e culturali che permettono di cogliere gli aspetti mancanti e il senso o il significato dei messaggi a partire dall’ insieme e la combinazione degli indizi comunicativi (parole, gesti, postura, distanza, ecc.,)



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Cap. 1: Inquandramento storico e teorico sulla psicologia

La prospettiva pragmatica: comunicazione = pratica …Ma per comunicare occorre anche saper usare in modo corretto la rete di significati che si hanno a disposizione nelle diverse situazioni 

la pragmatica si occupa di esaminare l’uso dei significati, ossia come essi sono impiegati dagli attori della comunicazione nei diversi contesti o situazioni:



il significato dipende dal modo pratico, concreto con cui si impiega una certa frase o gesto in una specifica situazione (e.g., la stessa frase ‘i cani sono animali’ assume un significato diverso a seconda che sia pronunciata durante una lezione di biologia o in risposta a un lamento di un amico che non è riuscito a dormire perché disturbato da un abbaiare continuo)



pone in evidenza la relazione fondamentale fra segni e interpretanti 12 Cap. 1: Inquandramento storico e teorico sulla psicologia



esamina i rapporti che intercorrono fra un testo e il contesto specifico in cui esso è utilizzato: l’ attenzione si sposta dalla struttura del sistema comunicativo all’analisi dell’atto concreto e situato di comunicazione, si esaminano i processi impliciti della comunicazione attraverso cui si può inferire dal contesto ciò che il testo esprime, anche se non lo fa espressamente (e.g., deissi di persona, spaziale: lei, voi, qui, lassù, ecc. sono riferimenti espressi in un testo che sono comprensibili solo attraverso il contesto)



intende la comunicazione come fare, è un’azione fra due o più partecipanti  teoria degli atti linguistici (Austin, 1962) secondo cui dire qualcosa è sempre come fare qualcosa; in particolare, si compiono 3 tipi di atti:

1) locutori (l’atto di dire qualcosa, ossia l’azione stessa del parlare) 2) illocutori (atto nel dire qualcosa, ossia dicendo qualcosa esprimiamo delle intenzioni comunicative) 3) perlocutori (atto con il dire qualcosa, dicendo produciamo effetti su chi ascolta) 13 Cap. 1: Inquandramento storico e teorico sulla psicologia

Esempio: Situazione: piatto rotto sul tavolo della vostra cucina

Attori della comunicazione: voi e vostra mamma

Mamma: vi guarda in modo accusatorio

Vostra risposta: ‘Non sono stato io a rompere il piatto!’ (atto locutorio) la risposta è emessa con la chiara intenzione di sottolineare che non siete responsabili del danno (atto illocutorio) e con lo scopo di convincere la mamma che siete assolutamente innocenti (atto perlocutorio) 14

…dunque la comunicazione implica un processo che vede coinvolti un emittente che ha intenzione di provocare un effetto nel ricevente (e.g., far si che pensi o faccia qualcosa), operando in modo che il ricevente riconosca che l’emittente sta cercando di causare in lui un effetto entro un certo contesto relazionale 

c'è una mutua consapevolezza di un’ intenzionalità reciproca, comune e condivisa e, pertanto, comunicare vuol dire partecipare, cooperare alla comunicazione: PRINCIPIO DI COOPERAZIONE (Grice, 1991)

Prevede 4 massime:

1)massima di quantità: non fornire un contributo più informativo del necessario 2)massima di qualità: fornisci un contributo vero, ossia senza dire ciò che credi falso o per cui non hai prove sufficienti 15 Cap. 1: Inquandramento storico e teorico sulla psicologia

3)massima di relazione: cerca di essere pertinente 4)massima di modo: cerca di essere chiaro (non ambiguo, breve e ordinato nell’esposizione)

…è chiaro come gli enunciati significhino molto di più di quanto esprimano letteralmente: Grice introduce il concetto di implicatura conversazionale: un processo di inferenza mentale che consente di andare oltre il significato letterale di un enunciato e di capire l’intenzione comunicativa di chi sta parlando, ovvero consentono di cogliere il significato contenuto in modo implicito (non detto) nell’enunciato

La prospettiva psicologica: comunicazione = relazione interpersonale

pone la comunicazione come il cuore della nostra identità, della nostre relazioni interpersonali e della nostra posizione sociale: cosa e come comunichiamo al nostro interlocutore contribuisce a definire noi stessi, l’altro attore della comunicazione e la relazione che ci lega

Es., Situazione: distrattamente fate cadere il telecomando e si rompe

Attori della comunicazione: voi e una vostra amica Amica: ‘la prossima volta cerca di non avere la testa tra le nuvole!’ A seconda di come viene detta questa frase (tono, sguardo, gesti) può significare cose diverse che hanno a che fare con la relazione che avete con la vostra amica, con chi siete e con la vostra posizione sociale:

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può essere un duro rimprovero: questo ci può suggerire che c'è una certa conflittualità con la vostra amica, siete persone solitamente sbadate (o cosi percepite) e che non siete i proprietari dell’abitazione in cui vi trovate, ossia che siete in una posizione di ‘subordinazione’

-

può essere una battuta bonaria: questo ci suggerisce che siete in una relazione tranquilla, che siete solitamente attenti e questa è stata una circostanza fortuita e che, molto probabilmente, condividete l’abitazione e le cose che ci sono all’interno, ossia siete in una posizione paritetica -

 Questo processo di definizione di se’, dell’altro e della relazioni interpersonali che avviene nella e tramite la comunicazione è continuo e reciproco e prevede 2 livelli: livello comunicativo (la notizia, i contenuti che scambiamo) e il livello metacomunicativo (la comunicazione sulla comunicazione: ossia indichiamo all’interlocutore come intendere le cose che stiamo dicendo) 18

A cosa serve la comunicazione? Come può essere definita? Svolge diverse funzioni contemporaneamente: •

Funzione proposizionale:

-

permette di condividere le esperienze e le conoscenze (il sapere cosa: conoscenza generale su fatti, regole, principi, concetti…) facendo ricorso a proposizioni  conoscenze dichiarative che fanno si che il nostro pensiero sia comunicabile nelle sue varie forme (concetti, immagini mentali, ecc.)

-

è esclusiva della nostra specie ed è di natura simbolica, pertanto permette di raggiungere livelli di astrazione elevati quando si analizzano le nostre esperienze ad esempio per la creazione di teorie o mondi possibili (e.g., matematica, musica, opere letterarie): ciò consente l’arricchimento delle nostre conoscenze, la nascita e l’espansione della cultura 19 Cap. 1: Inquandramento storico e teorico sulla psicologia

• -

Funzione relazionale: le relazioni fra gli individui si costruiscono grazie al continuo flusso degli scambi comunicativi che sono coinvolti in tutte le fasi di una relazione, dalla sua nascita alla sua estinzione; essi, quindi, contribuiscono a:

a) generare e sviluppare una relazione (e.g., presentarsi ad una persona) b) mantenere e rinnovare una relazione (e.g., segnali tesi a coltivare un’amicizia) c) cambiare la relazione (e.g., rendere l’amicizia più intima) d) restaurare una relazione (e.g., usare pratiche comunicative di riconciliazione dopo un litigio) e) terminare una relazione (e.g., ridurre gli scambi comunicativi che segnalano 20 Cap. 1: Inquandramento storico e teorico sulla psicologia separazione, chiusura)



Funzione espressiva:

- la comunicazione può essere intesa in questo caso come modalità innovativa per manifestare pensieri, emozioni, valori, ideali in forma artistica

- è alla base della creatività umana nelle sue diverse forme (e.g., musica, opere architettoniche, letterarie, ecc.)

21 Cap. 1: Inquandramento storico e teorico sulla psicologia

…dunque, a questo punto, come può definirsi?



Etimologa…

il termine comunicazione deriva dal latino communicare = rendere comune qualcosa, divederlo con qualcuno a sua volta, communicare deriva da communis = cum + munus (carica)  condividere una carica, una posizione Tutto questo = partecipazione, condivisione, reciprocità :  def.: comportamento di scambio, di interazione osservabile fra due o più partecipanti, dotato di un certo grado di consapevolezza e di intenzionalità reciproca, in grado di far partecipare e di far condividere un certo percorso di significati sulla base di sistemi convenzionali secondo la cultura di riferimento 22 Cap. 1: Inquandramento storico e teorico sulla psicologia

…ma

perché ci sia comunicazione occorre che ci sia INTENZIONALITA’:



Comunicazione ≠ Comportamento/Interazione:

ogni comunicazione è un comportamento/interazione ma non è vero il contrario, ossia non ogni comportamento/interazione è comunicazione (e.g., azioni involontarie come riflessi, deliri di soggetti in stati febbricitanti o psicopatologici, contatti fisici o virtuali non deliberati, casuali)

23 Cap. 1: Inquandramento storico e teorico sulla psicologia

Come si esprimono le intenzioni? E come si colgono? - RICEVENTE -

- EMITTENTE -

Elabora e articola mentalmente qualcosa che ha intenzione di comunicare (e.g., un’emozione)

Sceglie come comunicarla (e.g., attraverso una frase, un gesto, il silenzio)

Nel fare questa selezione è guidato dal principio della pars pro toto: cioè esprimere solo una parte dei suoi contenuti mentali (che sta per l’intera esperienza emotiva: e.g., sono felice senza sorridere) in ogni azione comunicativa c'è sempre un certo grado di opacità comunicativa

Data questa opacità e parzialità del messaggio ricevuto, deve operare delle inferenze a partire dagli indizi messi a disposizione dall’emittente (e.g., le parole usate, l’ordine scelto, le pause, l’intonazione, ecc.) Avanza un’interpretazione che è anch’essa parziale perché guidata dal principio del totum ex parte: il ricevente arriva ad un’interpretazione completa del messaggio ricevuto partendo da indizi comunicativi limitati Questa interpretazione può essere corretta (è felice) come anche distorta (è sarcastico, quindi non lo è per nulla) inferenza non dimostrativa, basata su un ragionamento non logico ma pratico L’interpretazione si basa spesso sul principio del prendere per garantito, ossia la tendenza a cogliere il primo senso del messaggio che gli viene in mente che non è immediatamente contraddetto da un altro significato (e.g., mi dice che è felice, non manifesta indizi di tristezza per cui è davvero felice)

 Opacità comunicativa + inferenza non dimostrativa = incomprensione fra gli interlocutori 24

fenomeni di

Comunicazione verbale



Il linguaggio come facoltà comunicativa specifica degli esseri umani (speciespecifica) è comparso per ultimo lungo il corso dell’evoluzione (tra i 100.000 e i 50.000 anni fa) e si è manifestato nel tempo in migliaia (circa 7.000) di lingue naturali: sistemi complessi di segni convenzionali (combinazione significanti-significato) e condivisi all’interno di una certa comunità culturale che permettono agli individui di esprimere ciò che hanno in mente

Questi segni linguistici per diventare una lingua devono essere organizzati in modo sistematico a diversi livelli: a livello sonoro: l’apparato vocale umano può emettere circa 1.000 suoni (foni, fonetica: studio dei suoni) ma solo alcuni acquistano un valore linguistico  parliamo dei fonemi: unità foniche indivisibili con un valore linguistico distintivo e oppositivo, di per sé sprovviste di significato ma capaci di distinguere significati lessicali diversi in rapporto alla loro presenza/assenza in una stessa parola 25 Cap. 1: Inquandramento storico e teorico sulla psicologia

Es., se ho una parola (cane) e vario un fonema nella sequenza fonica della parola, questa assume un significato diverso (c+ane=cane, p+ane=pane) Ogni lingua è caratterizzata da uno specifico insieme di fonemi (fonemica: studio dei fonemi all’interno delle diverse lingue) aggregati diversamente per formare diverse parole (lessemi)

I lessemi sono scomponibili, a loro volta, in morfemi: unità grammaticali minime (non ulteriormente scomponibili), dotate di un proprio significato [e.g., gatto = gatt (animale domestico che miagola) + o (uno solo e di genere maschile)  gatt è un morfema lessicale che esprime il significato principale mentre o è un morfema grammaticale che specifica il significato del morfema cui si lega

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Grazie alla composizionalità del linguaggio, è possibile produrre un numero infinito ...


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