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Course Comunicazione Interculturale
Institution Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
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Comunicazione interculturale lezione 8 Novembre

Terminologia: -Melting

pot (crogiolo): Situazione in cui diverse culture e popoli convivono e si mescolano fino a diventare una realtà nuova ed omogenea. Melting significa proprio che è qualcosa che si scioglie quindi le diverse culture diventano qualcosa di omogeneo, l’insalata per esempio non è qualcosa di tutto unico. Vengono appiattite tutte le differenze.! -Salad Bowl (mosaico di culture):Situazione in cui diverse culture coesistono ma non si integrano. Non c’è l’imposizione dall’alto di un’omologazione. ! -Multiculturale:Relativo alla convivenza su uno stesso territorio di culture diverse, in una prospettiva statica. ! -Interculturale:Relativo ad un contesto dinamico in cui diverse culture coesistono, interagiscono e dialogano. L’accento è posto sul dialogo e l’interazione. ! -Transculturale: Relativo ad un contesto in cui diverse culture lavorano attivamente insieme ad un progetto comune. Il focus è il progetto comune. Trans da l’idea di arrivare oltre lo status quo.! -Crossculturale: Relativo all’analisi delle differenze e alla comparazione delle specificità di diversi gruppi, considerati in modo astratto. Da l’idea di un’analisi comparativa di 2 identità che sono però considerate in modo astratto perché non vado ad analizzare i veri e propri comportamenti delle persone ma la cultura in modo astratto. È quello che si usa di meno. !

Melting pot e Salad Bowl Melting Pot: coniato per dare un a base ideologia per dire quello che succedeva 2 secoli fa negli stati uniti, tutti i gruppi culturali che si trovavano nello stesso territorio dovevano omologarsi per formare tutte assieme la cultura americana. Per indicare che le diverse culture dovevano omologarsi all’interno della cultura presente. Quindi il termine doveva proprio indicare il mescolamento di tante culture diverse, le differenze devono annullarsi per la creazione di un’unica cultura. Il motto degli Stati Uniti è latino che significa “dai tanti uno” da tante differenze viene fuori un’unica nuova cultura. Poi si è pensato di superare il concetto di Melting Pot perché non è giusto parlare di un appiattimento di molte culture. I diversi ingredienti non devono per forza mescolarsi e non riconoscersi più quindi si parla di Salad Bowl.

Salad Bowl: le differenze dei diversi paesi non viene appiattita e quindi persa però come nell’insalata tutti gli ingredienti si vedono, si sentono. Questi 2 termini sono stati superati entrambi, perché anche il concetto di insalata in realtà non voleva vedere i problemi dovuti alla coesione di culture differenti. Però sono comunque utilizzati tuttora. Multiculturale: non pone l’accento ne sul positivo ne sul negativo Interculturale: Questo termine viene utilizzato generalmente in senso positivo, si riconosce che da sola la multiculturalità non si armonizza, non avviene naturalmente, dove ci sono molte culture ci sono anche diversi conflitti quindi a volte si trova armonia quando le culture diverse vivono separatamente. L’interculturalità vuole fare comunicare le culture facendo in modo la coesistenza diventi fruttuosa, quindi s cerca di far comunicare le culture, di farle interagire, bisogna lavorare sulle difficoltà e diversità. É sempre quindi considerato sempre positivo.

Strategie interculturali: «Entrare in una logica interculturale è cosa totalmente diversa dal mirare ad un melting pot [...]. L’interculturalità, come intendiamo definirla noi, è un atteggiamento costante, che prende atto dalla ricchezza insita nella varietà, che non si propone l’omogenizzazione e mira solo a permettere l’interazione più piena e fluida possibile tra le diverse culture.» • INTENZIONALITÀ= non facile creare un dialogo con chi la pensa diversamente da me, quindi bisogna volerlo. L’intercultura deve essere voluta e progettata • DIALOGO= ci vuole uno scambio paritetico, bisogna mettere sullo stesso piano le persone che partecipano a ciò, alla conversazione deve essere un processo direzionale e bidirezionale. • AUTENTICITÀ= volontà di mettersi in gioco. • EMPATIA = un superamento del concetto di simpatia, è mettersi nei panni dall’altro, volere veramente capire cosa pensa e come agisce l’altro, l’empatia indica e comprende si la conoscenza ma anche i sentimenti. • TRANSITIVITÀ COGNITIVA = lo scarpinare delle certezze che uno ha, avere un pensiero divergente, concepire una visione diversa del mondo. Devo andare sempre più in profondità. Devo spostarmi dal mio piedistallo.

• DECENTRAMENTO = fare propri certi valori che non sono della propria cultura, quindi c’è un allargamento della propria visione.

Empatia 1. Assumere la diversità (molta gente fa finta di non vedere le differenze) 2. Conoscersi : se uno non cosce bene se stesso rischia di perdersi nel percorso interculturale. Conoscere se stessi per poi conoscere l’altro. 3. Sospendere il se: evitare di considerare il tutto in base ai miei valori, non giudicare prima di conoscere, sforziamoci a mettere da parte il nostro bagaglio di conoscenze e non giudicare, non avere pregiudizi 4 fare uno sforzo di immaginazione per capire un’altra prospettiva, perché io non sono quella persona quindi devo sforzarmi 5. Consentire l’esperienza empatia 6. Ristabilire il sé: Transculturale: è un concetto che viene utilizzato perché pone l’accento sul fatto che le diverse culture che coesistono devono porre l’accento sul creare un progetto comune, la società deve sviluppare una visione comune, lavorare per dei progetti comuni.

ABILITÀ RELAZIONALI (LIFE SKILLS) • • • • • •

Saper osservare" Saper relativizzare: ognuno ha dei filtri che derivano dalla personalità e dalla cultura, non devo toglierli però devo essere consapevoli della loro esistenza. " Saper sospendere il giudizio: non giudicare in base solo ai miei schemi culturale." Saper ascoltare attivamente: ascoltare per capire una visione diversa. " Saper comunicare emotivamente: non devo comunicare solo dei contenuti ma anche delle emozioni " Saper negoziare significati: una co costruzione del significato, ognuno porta il suo contributo e si cerca di costruire qualcosa di nuovo fatto però insieme, si negozia per arrivare a creare un prodotto comune. Sono abilità selezionate perché hanno un risvolto interculturale. "

MILTON J. BENNETT Bennett è un sociologo americano che però ora insegna anche in Italia, alla bicocca di Milano, ha fondato un istituto che si occupa dello sviluppo interculturale. Il rischio di cadere nello stereotipo è sempre elevata: ognuno ha certe idee, e l’obiettivo della comunicazione interculturale è proprio quella di cercare di non cadere in stereotipi, pregiudizi. Si rischi di fare una lista di regole che in realtà non sono adatte, la gente potrebbe dire “se vai in Francia non fare questo e quell’altro”, non va bene dire ciò perché la cultura in questione potrebbe essere cristallizzata, vista solo in questo determinato modo. Si può diventare più sensibili intercultuaralmente. Ognuno di noi si può porre in una certa posizione in questa freccia e si dovrebbe cercare di progredire.

SVILUPPO DELLA SENSIBILITÀ INTERCULTURALE! Development Model of Intercultural Sensitivity (DMIS) (Bennett 1986-2013)

Denial e Polarization

ETNOCENTRISMO = porre al centro la propria visione del mondo, giudicare in base ai propri schemi culturali. Indica una posizione di superiorità

Minimization, Acceptance and Adaptation

ETNORELATIVISMO = non significa affermare l’impossibilità di comprendere l’altro perché tutto è relativo quindi non posso veramente conoscere la cultura dell’altro, mettermi nei panni dell’altro perché io non ho vissuto quello che ha vissuto lui quindi è inconoscibile il tutto, questa è la visione radicale. La visione che prendiamo in considerazione noi è: prendere in considerazione valori diversi per comprendere una certa cultura.

Differenti fasi: Denial: negazione totale della diversità, nego l’esistenza di altre visioni della realtà, dell’esistenza di qualcosa di diverso da ciò che penso io. Questa è una fase estrema, poche volte ci sono persone che non avendo viaggiato e visto nulla di differente dalla sua è in questa fase, ma ci sono persone che si credono superiori che avendo anche visto altre culture non le vogliono accettare. Polarizzazione: qui concepisco che ci sono diversi modi di vedere però tendo a schematizzare il tutto cioè porre ciò che è bene da una parte e ciò che è male dall’altra. Vogliono vedere le altre culture per vedere queste dove sbagliano, non mettono in discussione che stanno sbagliando loro, che non sta sbagliando magari nessuno, per loro è così e basta. Minimizzazione: fase intermedia tra i 2 step. Cercare di vedere il meno possibile le differenze quindi minimizzare, le differenze sono riconosciute ma minimizzate tipo “siamo tutti esseri umani, quindi siamo uguali”. Parte etnorelativa: Accettazione: accettazione delle differenze senza minimizzarle, prima di tutto si accettano comportamenti, poi ci passa ad accettare delle visioni diverse delle cose, e poi andando avanti si accettano anche i valori di un’altra società che potrebbero essere come quello di dare maggiore valore al tempo. Adattamento: è un processo di aggiunta. Non mi devo omologare, ma devo allargare la mia visione, i miei valori e comportamenti che sono diversi da quelli con cui io sono cresciuta. Lo si riesce a fare solo dopo tanto sforzo, tempo e grazie a molta empatia. Entrare attivamente dentro a un altro gruppo culturale richiede molto impegno, e comunque ciò può portare a cadere nella trappola dell’integrazione, tu che sei nuovo e diverso ti devi adattare a quello che io ti impongo. Adattamento è invece quando io non nego chi sono ma gli altri allargano la loro cultura anche a me e ai miei comportamenti che sono differenti dai loro.

Molte volte le persone si pongono in uno stato, in una fase molto interculturale quando in realtà sono in una fase un pò più arretrata...


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