Bullismo Elettronico PDF

Title Bullismo Elettronico
Course Psicologia dello sviluppo
Institution Università di Bologna
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LIBRO BULLISMO ELETTRONICO: FATTORI DI RISCHIO CONNESSI ALLE NUOVE TECNOLOGIE IL BULLISMO TRADIZIONALE E IL BULLISMO ELETTRONICO: AGGRESSIVITA’ E NUOVI MEDIA LE RELAZIONI TRA I PARI IN ADOLESCENZA: OPPORTUNITA’ E SFIDE In adolescenza, i pari rappresentano modelli significativi. Per questo motivo il gruppo dei pari può avere una funzione protettiva o amplificatrice di rischi. FUNZIONI DEI COMPORTAMENTI ANTISOCIALI (secondo Bonino e Cattellino): - funzione di adultità - funzione di trasgressione - funzione di identità, speculare a una funzione di costruzione di un legame sociale con i pari - fuga dalla realtà - visibilità sociale

BULLISMO TRADIZIONALE Le prime ricerche sono state condotte negli anni ’80 da Olweus e Smith DEFINIZIONE DI BULLISMO: Comportamento offensivo e/o aggressivo che un singolo (o un gruppo) mette in atto ripetutamente, ai danni di una o più persone, con lo scopo di esercitare un potere sulla vittima. Gli elementi che lo distinguono da una normale disputa sono: INTENZIONALITA’ RIPETITIVITA’ SODDISFAZIONE CHE GLI AUTORI TRAGGONO FORME DI BULLISMO: - fisico - verbale - indiretto L’aggressività relazionale consiste nell’escludere un compagno, nel diffondere maldicenze. L’aggressività sociale mira a danneggiare l’autostima di un altro tramite gesti dispregiativi.

Studi che hanno indagato in bullismo in funzione del genere e dell’età: BULLI: Il bullismo sembra crescere  in funzione dell’età Nell’adolescenza il bullo sembra godere di maggior popolarità VITTIME: crescente senso di isolamento e rifiuto sociale, anche a causa del loro silenzio.

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PAURE: Hanno paura di reagire perché: -temono la reazione dell’aggressore -temono il rifiuto degli altri compagni -pensano di potersela cavare in modo autonomo - non si fidano degli adulti Ulteriori ricerche hanno messo in luce l’esistenza di un intreccio di relazioni nel gruppo che porta a definire la dinamica bullo-vittima in termini sistemici. - Assistenti - Rinforzi - Difensori - Spettatori

FATTORI DI RISCHIO: ELEMENTI del comportamento individuale, dell’ambiente sociale e delle relazioni interpersonali che possono ANTICIPARE, SEGNALARE, DETERMINARE, FAVORIRE la messa in atto di comportamenti di prevaricazione o rendere una persona vittima dei soprusi di un altro. Sia nel caso dei bulli, che delle vittime: si tratta di soggetti ad alto rischio psicosociale. In letteratura il bullissimo è considerato un elemento costitutivo della più ampia sindrome del comportamento antisociale infantile FATTORI DI TIPO INDIVIDUALE: Bullo  -basso livello di autocontrollo -accettazione elevata di comportamenti antisociali e delinquenziali Il modello delle abilità sociali ha proposto una spiegazione dell’aggressività come deficit in una o più fasi del processo di elaborazione delle informazioni sociali (vedi anche libro di Psicologia dello Sviluppo p.551). Il deficit può verificarsi nella percezione e codifica dei segnali; nella rappresentazione mentale di tali segnali; nella selezione degli scopi; nella formulazione di strategie e risposte possibili; nella messa in atto delle strategie comportamentali. Diversi studi hanno evidenziato che i bambini aggressivi tendono ad attribuire maggiormente intenzioni ostili alle azioni degli altri rispetto a bambini non aggressivi, manifestano scarsa empatia, incapacità nella gestione delle emozioni, locus of control esterno. Secondo alcuni studiosi i bulli sono carenti nella capacità di cogliere la prospettiva dell’altro; secondo altri, invece, i bulli dispongono di SOFISTICATE FORME DI CONTROLLO DELLA TEORIA DELLA MENTE altrui, che ne renderebbero possibile la manipolazione: quindi possiedono una maggior consapevolezza dei vissuti emotivi degli altri ma anche un’incapacità o non volontà di condividere tali vissuti con altri. Vittime  -sembrano carenti nei compiti di cognizione sociale, mostrando difficoltà nel riconoscimento delle emozioni. -Correlati psicosociali: depressione, ansia, bassa autostima, isolamento, alto rifiuto sociale,. Spesso presentano anche fragilità fisiche o psicologiche o disturbi dell’apprendimento, deficit fisici, iperattività. Aggressori-vittime  -particolare vulnerabilità di questo sottogruppo - ampia gamma di comportameni disadattavi - sintomi internalizzati - rifiuto dei pari - maggior accettazione della devianza - famiglie poco supportive - iperattività - maggior emozionalità negativa - aggressività reattiva

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RELAZIONI FAMILIARI DI BULLI E VITTIME MODALITA’ DI PARENTING INADEGUATE sono particolarmente presenti in soggetti a rischio per comportamenti antisociali e per episodi di vittimizzazione. In particolare, sono stati evidenziati MODELLI DI ATTACCAMENTO INSICURO e STILI PARENTALI IPERPROTETTIVI associati al ruolo di vititma. FAMIGLIE DI VITTIME  emotivamente abusanti e disfunzionali per le femmine Particolarmente chiuse per i maschi FAMIGLIE DI BULLI  Punizioni fisiche, bassa qualità di relazioni all’interno della famiglia: mancanza di intimità, vicinanza, affetto, focalizzazione su dinamiche di potere e alta aggressività BULLISMO ELETTRONICO Trattandosi di un fenomeno nuovo, sulla definizione ci sono ancora pareri discordanti (per es. in rif ai dispetti o i litigi che hanno lo scopo di ferire l’altro ma non si basano su sbilanciamento di potere: secondo alcuni rientrano nella categoria, secondo altri no.) vedi p.40 e a causa delle eccessive etichette lessicali utilizzate per parlare del fenomeno del bullismo elettronico (p.52). I dati risultanti dagli studi dei diversi paesi risultano spesso discordanti: non è chiaro se queste differenze nascano da effettive diversità culturali tra i paesi o se siano per lo più legate all’utilizzo di differenti definizioni di partenza. Per questo DAPHNE II vuole studiare il fenomeno del bullismo elettronico in diversi paesi, utilizzando una comune riflessione teorica e metodologica. DEFINIZIONE DI CYBERBULLISMO: Atto aggressivo, intenzionale, condotto da un individuo o un gruppo di individui usando varie forme di contatto elettronico, ripetuto nel tempo contro una vittima. Come puo’ agire il bullo? - Pubblicando foto, video, info private della vittima - Spargendo maldicenze attraverso mail o mess via cell - cyberstalking: Metttere in atto minacce ripetute - denigrazione - sostituzione della persona (rubare la pssw di una persona e fingersi lei e inviare mess malevoli ai suoi contatti) - outing: rivelare info personali - trickery: spingere una persona attraverso l’inganno a rivelare info imbarazzanti per renderle publbiche COMUNICAZIONE MEDIATA DALLE NUOVE TECNOLOGIE ANONIMATO: -Le persone gettano la maschera e si lasciano andare a esprimere opinioni che non avrebbero mai espresso. La conseguenza si traduce in una riduzione dell’attenzione individuale verso gli standard interiori del comportamento. - Le persone svincolano il contenuto della comunicazione corporea. La prossemica, gli elementi metacomunicativi e la dimensione comportamentale vengono esclusi nella comunicazione on line. - Gli individui hanno la possibilità di esercitare maggior controllo sul tempo e luogo dell’esposizione, espandendo la possibilità di scambio al di là della presenza fisica: ciò tende a incrementare la dissociazione tra i diversi spazi. - Impossibilità di ottenere indici relativi all’interazione sociale: contatto oculare, tono della voce: l’impossibilità di percepire le reazioni dell’altra parte incentivano il disimpegno morale. Il Sé vero non può essere definito dal testo, né mediato da altri strumenti che non siano la relazione diretta con l’altro. La possibilità odierna di veicolare una gamma infinita di Sé, tramite la multimedialità, può provocare la “Multifrenia”.

CONTINUITA’ E DISCONTINUITA’ TRA BULLISMO TRADIZIONALE ED ELETTRONICO Il bullismo elettronico non può essere considerato semplicemente un’evoluzione del bullismo tradizionale, perché appunto implica alcuni aspetti che ne sottolineano la peculiarità.

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RIPETIZIONE NEL TEMPO Occorre sottolineare come anche una sola azione (messa in atto solo una volta) per es un post su you tube – visualizzabile da milioni di persone - possa essere sufficiente a creare danni gravissimi. SQUILIBRIO DI POTERE Affinché un soggetto possa divenire autore di atti di cyber bullismo, è sufficiente che egli possa agire in forma anonima. TEMPO Il cyber bullismo può avvenire anche al di fuori degli orari scolastici INTENZIONALITA’ La responsabilità in internet può essere estesa anche a chi semplicemente visiona un video e lo inoltra ad altri L’astante (bystander) che frequenta siti e fruisce delle immagini diventa uno strumento fondamentale per lo scopo del cyber bullo e assume un ruolo di responsabilità attiva nei confronti delle vittime

PROGETTO DAPHNE II BULLI E VITTIME NEL BULLISMO TRADIZIONALE ED ELETTRONICO POLI-VITTIMIZZAZIONE: Il ricevere aggressioni nel contesto elettronico può rappresentare un’ulteriore esperienza di vittimizzazione che si aggiunge ad altre forme di violenza subite nella vita reale. Queste vittime presentano sintomi da trauma in misura maggiore rispetto a chi ha subito un solo tipo di violenza. La violenza subita online perciò può aggravare il rischio di benessere psicologico in soggetti che hanno già alle spalle altre esperienze traumatiche. -Esiste una parziale sovrapposizione tra bullismo scolastico e molestie online ma la maggior parte dei giovani che molestati on line non risulta essere vittima di episodi di bullismo a scuola. - Una buona parte dei giovani molestati ripetutamente tramite internet risultava vittima di episodi di bullismo. Una parte degli studioso conclude che il bullismo abbia origine off line e si propaghi anche attraverso il ricorso alle nuove tecnologie. TRASPOSIZIONE TRA I RUOLI Alcuni studi evidenziano come le vittime di bullismo off line, spinte dal desiderio di vendetta, possono trasformarsi in cyberbulli; altri invece riportano la tendenza contraria: cioè le vittime di bullismo elettronico sono, con maggiore probabilità, bulli nel contesto tradizionale. Grazie anche alla possibilità di anonimato, il bullismo elettronico sembra dare potere a chi, nella vita reale, si sente meno forte degli altri o è costretto a subire aggressioni senza poter reagire. Il confine tra ciò che riteniamo reale e ciò che non lo è non è nettamente definibile ma gli atti perpetrati nella vita on line possono avere conseguenze reali nella vita off line.

DIFFUSIONE DEL BULLISMO ELETTRONICO: PROBLEMI TEORICI E METODOLOGICI Non si è ancora raggiunto un accordo su: quanti episodi di aggressione elettronica siano necessari per poter distinguere una vittima occasionale da una grave. I problemi metodologici, che si nascondono dietro agli studi, sono già stati elencati negli altri riassunti. (almeno 1 volta alla settimana negli ultimi 2 mesi: secondo uno studio spagnolo). Dal 2000 al 2005 c’è stato un incremento della percentuale delle vittime del 50%. TECNOLOGIE COINVOLTE NEL BULLISMO Vengono usati sia il cell, sia internet (mail, messaggi istantanei etc…): secondo alcuni studi prevale l’uso del cell con sms e ma, secondo altri prevale l’uso di internet. La diffusione di foto e video produce un forte impatto emotivo perché la vittima, che può essere mostrata in una situazione imbarazzante, non conosce chi ha visto questo video. INFLUENZE DELL’ETA’ E DEL GENERE NEL BULLISMO ELETTRONICO Primo studio AUMENTO DELL’ETA’  incremento del coinvolgimento con l’aumentare dell’età Dai 13-14 anni: crescono

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Tra i 15-17: si ha il picco Un secondo studio riporta dati contrastanti con il primo. E’ importante approfondire la relazione tra la variabile ETA’ e TIPO DI TECNOLOGIA UTILIZZATA perché uno studio ha riportato l’uso di una tecnologia piuttosto che di un’altra in differenti fasce d’età. GENERE Secondo alcuni studi non ci sono differenze inerenti all’assunzione di bullo o di vittima. Secondo altri, le ragazze sono più coinvolte nel bullismo on line (meno diretto rispetto allo scontro faccia a faccia)

ANONIMATO DEGLI AGGRESSORI E SILENZIO DELLE VITTIME Molto spesso le aggressioni sono attuate da sconosciuti. Quando il bullismo è studiato all’interno di una scuola: spesso il bullo è all’interno della stessa scuola o classe. Se le aggressioni avvengono tramite cell: le % di anonimato sono più basse Se le aggressioni avvengono tramite internet: le % di anonimato sono più alte L’anonimato rende spesso la vittima un bersaglio che non riesce a difendersi. Spesso la vittima non ne parla con nessuno: Quando decide di confidarsi lo fa per lo più con un amico e solo secondariamente con i genitori, in particolare se riceve il messaggio mentre si trova a casa. Gli insegnanti sembrano essere coinvolti nella confidenza solo quando l’aggressione avviene tramite cell (quindi più probabilmente si tratta di un compagno di scuola). Comunque, in generale, si preferisce evitare di dirlo ai genitori per evitare la perdita di privilegi legati all’uso delle tecnologie. ALCUNE CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE E NUOVE PROSPETTIVE DI RICERCA Gli episodi di aggressione elettronica coinvolgono non solo adolescenti con alcune caratteristiche di devianza, ma tutto il mondo giovanile dalla pre-adolescenza, fino alla tarda adolescenza. INIZIATIVE UTILI PER COMBATTERE IL FENOMENO In UK Sito inglese in cui sono fornite info su come fermare le aggressioni, come utilizzare la rete in modi sicuro, responsabilità morale di compiere atti di aggressione elettronica. In ITALIA Sito “Smontailbullo” Fondazione di osservatori regionali e sportelli d’ascolto Collaborazione con le forze dell’ordine Tuttavia è necessario pensare ala predisposizione di interventi di prevenzione più ampi che coinvolgano anche la scuola, la famiglia e la comunità. Oltre ai problemi legati alle differenti definizioni di partenza già citate, gli studi internazionali compiuti fino ad ora si sono basati su disegni di ricerca di tipo trasversale, mentre la nuova prospettiva di ricerca si basa su un approccio longitudinale per studiare il fenomeno in modo più approfondito. Inoltre la ricerca deve muoversi verso una visione multifattoriale che analizzi le singole variabili e le relazioni tra esse. Anche l’integrazione tra ricerche quantitative e qualitative rappresentano un obiettivo. IL CONTRIBUTO DELLA PSICOLOGIA SOCIALE ALLA COMPRENSIONE DEL FENOMENO DEL BULLISMO AGGRESSIVITA’: comportamento finalizzato a fare del male ad un altro essere umano il quale, a sua volta, è motivato ad evitare di esserne bersaglio.

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Il comportamento aggressivo è la risultante dell’interazione di molteplici variabili a carico della persona e del contesto sociale nel quale avviene. Perciò un approccio psicosociale suggerisce di studiare il comportamento aggressivo analizzandolo nell’interazione tra l’individuo (con caratteristiche biologiche, tratti di personalità, stili di funzionamento cognitivo, atteggiamenti, valori, aspettative, rappresentazioni) e il contesto nel quale avviene (presenza di diversi gruppi sociali, sistema normativo e valoriale, sistema storico/culturale di riferimento). Fino ad ora pochi studi si sono concentrati sul bullismo come processo di gruppo; infatti si sono concentrati solo sulle caratteristiche psicosociali dei due ruoli fondamentali e sulle conseguenze… Evidentemente le poche ricerche che hanno affrontato il fenomeno in termini di gruppo non sono supportati da teorie forti, in grado di orientare lo studio nei termini auspicati. IDENTITA’ SOCIALE E SISTEMA NORMATIVO NEL GRUPPO Il senso di appartenenza ad un determinato gruppo implica il rispetto di un SISTEMA NORMATIVO costituito da regole, valori, credenze, atteggiamenti e comportamenti appropriati: che ogni membro deve osservare se vuole essere accettato nel gruppo. Il bisogno di appartenenza è associato a particolari stati emotivi. L’adolescente guadagnerà l’appartenenza a un determinato gruppo nella misura in cui farà proprie le regole interne condivise e si comporterà verso gli adulti in modo consono alle richieste del gruppo. Coerentemente con quanto sopra esposto (teoria dell’identità sociale), alcuni studi australiani hanno dimostrato che il bullo ha più probabilità di essere mantenuto nel gruppo quando i suoi membri accettano gli atti di bullismo, rendendoli normativi. La presenza di un altro gruppo simile a sé nel proprio contesto sociale rappresenta una minaccia. Anche altri studi hanno dimostrato che l’accettazione o meno di bulli all’interno di un gruppo dipende dall’ammissibilità degli atti di bullismo. Coerentemente, la vittima viene maggiormente rifiutata dove il bullismo è normativo. LA GESTIONE DELLA REPUTAZIONE Secondo la TEORIA DELLA DEVIANZA COME GESTIONE DELLA REPUTAZIONE: gli adolescenti si comporterebbero in modo trasgressivo proprio perché c’è un pubblico a cui comunicare qualcosa di sé. L’ azione deviante corrisponderebbe a una strategia che l’individuo adotta per mantenere una certa reputazione all’interno del contesto sociale con cui interagisce e che riflette il suo orientamento nei confronti dell’autorità formale. I gruppi che assumono atteggiamenti positivi vs le autorità formali: concepiscono le regole sociali come strumenti necessari alla vita collettiva perciò considerano l’atteggiamento deviante come opposto a tali norme e tenderanno a scoraggiare tra i propri membri i comportamenti trasgressivi, imponendo regole congruenti con il loro contesto. In tal caso l’esperienza di gruppo si rivela come una risorsa che insegna ai suoi membri come si fa a stare insieme in società. Non esistono ancora ricerche orientate allo studio del bullismo in questo senso ma sarebbe una prospettiva molto interessante. Quali sono i processi e le dinamiche psicosociali che rendono normativo il fenomeno del bullismo? Perché l’autorità formale non viene riconosciuta come tale dal gruppo deviante? Una risposta a questi interrogativi potrebbe contribuire all’individuazione di interventi educativi e formativi di prevenzione rivolti a giovani e insegnanti (e a tutti coloro che rappresentano l’autorità formale) centrati su temi come IL SENSO DI GIUSTIZIA, COME SI COSTRUISCE UN RAPPORTO DI FIDUCIA TRA AUTORITA’ ISTITUZIONALE E CITTADINO. Un’attenzione particolare andrebbe posta anche allo spazio che i MEDIA E I GESTORI DI NUOVE PIATTAFORME danno alle notizie sul bulllismo: il rischio è di cronicizzare in veri e propri atti di bullismo, comportamenti cha altrimenti sarebbero solo occasionali. IL BULLISMO ELETTRONICO: L’AGGRESSIVITA’ ATTRAVERSO UN USO STRUMENTALE DELLE NUOVE TECNOLOGIE

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Internet viene considerato da alcuni autori come un possibile mezzo attraverso il quale i giovani possono esplorare e costruire la propria identità. BULLISMO ELETTRONICO DIRETTO Il cyberbullo utilizza mezzi di comunicazione invasivi per mettere in atto la sua aggressione e poi comunica agli altri quello che è successo: in tal modo mantiene e comunica la propria identità di bullo. (Illustrazione di un caso: A (bullo) ha messo in atto azioni di bullismo tradizionale ma la vittima li ha scoraggiati evitando le occasioni di incontro, perciò ora A lo perseguita on line. Alla fine la vittima cambia scuola.). BULLISMO ELETTRONICO INDIRETTO B filma C mentre è in bagno e poi diffonde il materiale sul web. C cambia scuola. Da entrambi gli esempi si evince come la reputazione sociale sia importante sia per bullo che per vittima.

BULLISMO ELETTRONICO E REPUTAZIONE SOCIALE Il bullo, tramite i suoi atti, comunica all’ambiente sociale la propria identità deviante, che egli vuole riconosciuta e rispettata: senza spettatori non sarebbe nessuno. Internet diviene fondamentale per creare un’audience che contribuisce a rafforzare l’identità di bullo. Il bullo si sente fiero e responsabile dei propri atti (dimostrativi del proprio sé di aggressore). La vittima invece si ritrova oggetto di un’identità negativa che non ha scelto. Se introduciamo il concetto di anonimato il potere euristico della teoria della devianza come gestione della reputazione viene messo in discussione. Il largo uso di ambienti virtuali, per es second life, pone lo psicologico sociale davanti all’interrogativo se le interazioni in questi spazi siano regolate dai medesimi meccanismi sociali. Quali sono i sistemi di riferimenti normativi di una comunità virtuale? PROCESSI PSICOSOCIALI DI GESTIONE DELL’IDENTITA’ IN RETE: IL CONTRIBUTO DEL...


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