Bullismo elettronico PDF

Title Bullismo elettronico
Author Serena Bertoni
Course Psicologia dello sviluppo
Institution Università di Bologna
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Summary

Riassunto del libro "Bullismo Elettronico", di Genta, Brighi e Guarini, per l'esame con la prfss Antonella Brighi, corso di studio in educatore sociale culturale, Bologna ...


Description

BULLISMO TRADIZIONALE E BULLISMO ELETTRONICO: AGGRESSIVITÀ E NUOVI MEDIA → Le relazioni tra pari in adolescenza: opportunità e sfide Durante l’adolescenza le relazioni tra pari sono essenziali per il benessere emotivo e per l’integrazione sociale dell’individuo. Per l’adolescente il gruppo dei pari costituisce un influente regolatore e mediatore dei processi di socializzazione, con possibili funzioni sia protettive che promozionali, sia amplificatrici di rischi di pressione dinamica verso la delinquenza. Le azioni violente spesso sono condivise dai membri del gruppo deviante, e si verificano in funzione di fenomeni di adultità, trasgressione (affermare violentemente la propria indipendenza), costruzione di un legame sociale con i pari, fuga dalla realtà (far fronte a disagi collettivi), e visibilità sociale. Essere vittima di bullismo in adolescenza può avere enormi ripercussioni sull’adattamento sociale ed emotivo dell’adolescente. → Il bullismo tradizionale Il bullismo è definito come una categoria del comportamento aggressivo con caratteristiche specifiche, in italiano si definisce con quei comportamenti offensivi e/o aggressivi che individuo/i mettono in atto, ripetutamente nel corso del tempo, ai danni di persona/e con lo scopo di esercitare dominio sulla vittima ciò che caratterizza il bullismo come tale è la predeterminazione e l’intenzionalità nella ripetitività nel tempo, nonché la soddisfazione che gli autori di tali abusi ne traggono, nello squilibrio di potere. Forme di bullismo: 1) fisiche (botte, spinte, prepotenze fisiche) 2) verbali (ingiurie, ricatti, insulti, nomi offensivi 3) indirette (pettegolezzi, esclusione del gruppo tra le femmine è più diffuso il 3 tipo, mentre tra i maschi il 1. Il bullismo aumenta col crescere dell’età, tra i grandi soprattutto è sinonimo di popolarità. Speculare a ciò è il crescente isolamento delle vittime alimentato dal loro silenzio dovuto a una sottostima da parte di genitori e insegnanti, paura della reazione dell’aggressore, timore del rifiuto degli altri compagni, convinzione di potersela cavare da soli. Esistono inoltre nuovi complementari: 1) assistenti (individui più passivi dei bulli che li aiutano ma non li promuovono) 2) rinforzi (ridono della vittima e incoraggiano il bullo) 3) difensori (offrono aiuto alla vittima e cercano di fermare il bullo) 4) spettatori (mantengono le distanze ignorando il tutto) → Fattori di rischio individuali e sociali Scenari disadattivi sono prevedibili tanto per i “bulli” quanto per le loro vittime, sono soggetti in entrambi i casi ad alto rischio psicosociale. L’aggressività nei bulli può essere spiegata in termini di deficit in una o più fasi del processo di elaborazione delle informazioni sociali. I bambini aggressivi tendono ad attribuire più intenzioni ostili alle azioni rispetto a bambini non aggressivi, hanno meno empatia, meno gestione delle emozioni, meno locus of control esterno. I bulli dispongono invece di controllo della “teoria della mente” altrui, rendendo possibile la manipolazione (forme di bullismo indiretto ad esempio). Per cui in realtà i bulli conoscono i vissuti emotivi altrui, ma non vogliono condividerli (cognizione sociale fredda). Le vittime, al contrario, sembrano carenti nel riconoscimento delle emozioni. Presentano una costellazione di correlati psicosociali che vanno da sintomi internalizzati (depressione, ansia, bassa autostima, isolamento) ad autorifiuto sociale espresso dai coetanei. Presentano anche fragilità psicofisica, e problemi connessi a deficit in specifiche aree del comportamento → Relazioni familiari di bulli e vittime Modalità di parenting inadeguate sono presenti nei soggetti a rischio per comportamenti anti sociali e per episodi di vittimizzazione. Al ruolo di vittima sono associati attaccamento insicuro e stili parentali iperprotettivi, nei maschi famiglie chiuse ed invasive, nelle femmine emotivamente abusanti e disfunzionali. Al ruolo di bulli è associato l’uso di punizioni fisiche e tempi prolungati senza supervisione dell’adulto. Le famiglie dei bulli mancano di vicinanza e affetto, intimità e sono focalizzate su dinamiche di potere e aggressività.

→ Il bullismo elettronico Le dinamiche relazionali relative al bullismo possono essere indagate anche in mondi virtuali. Grazie a internet i ragazzi oggi hanno una connettività praticamente illimitata e costante, ma soprattutto quotidiana. Esiste però anche un “lato oscuro”: l’uso distorto e improprio che ne viene fatto per colpire intenzionalmente persone indifese e arreccare danno alla loro reputazione, facilitato dall’anonimato e dalla potenziale diffusione planetaria delle offese. E’ stato così coniato il termine di cyberbullismo che definisce un atto aggressivo, intenzionale, condotto da un individuo o un gruppo di individui usando varie forme di contatto elettronico, ripetuto nel tempo, contro una vittima. → La comunicazione mediata dalle nuove tecnologie Si propongono principalmente 4 elementi di novità: 1) anonimato : permette di gettare la maschera dichiarando in ogni momento che cosa si pensa, anche senza la paura di pregiudizi sul proprio conto, e fa sì che ci sia una minore attenzione agli standard di comportamento, molto meno probabile in un confronto faccia a faccia. 2) possibilità di svincolare il contenuto della comunicazione dalla dimensione corporea e dall’apparenza fisica : la comunicazione online è basata prevalentemente su contenuti testuali, prescinde dalla dimensione comportamentale, dalla prossemica e dagli elementi meta-comunicativi contenuti nei particolare dell’aspetto fisico. 3) esercitare un maggiore controllo sul tempo e luogo dell’interazione : espansione della possibilità di scambio aldilà della presenza fisica con annessi rischi e potenzialità 4) impossibilità di ottenere indici relativi all’interazione sociale, come contatto oculare o tono della voce. Anche se ultimamente si possono usare adesivi, emoticon o webcam, ciò alimenta la de-personalizzazione implicita nell’uso delle nuove tecnologie e il fatto che distanze virtuali eliminano il vissuto empatico delle relazioni. → Continuità e discontinuità tra bullismo tradizionale e bullismo elettronico Considerare il bullismo elettronico come un’evoluzione del bullismo che si manifesta in ambiente “reale” non è totalmente giustificato. Per esempio: - un episodio singolo divulgato tramite youtube ha conseguenze molto pesanti anche se non viene ripetuto dall’aggressore nel tempo. L’aggressione attraverso le tecnologie elettroniche può configurarsi come una categoria ulteriore del bullismo indiretto, sia sociale che fisico, in virtù della manipolazione e del coinvolgimento di terze persone per recare danno alla reputazione e alle relazioni sociali della vittima. - Lo squilibrio di potere tra il bullo e la vittima è un altro aspetto da analizzare in modo più approfondito. Il mezzo elettronico non necessita di un potere mediato (es. forza fisica), né di un’intimidazione psicologica che deriva da una supremazia numerica o psicologica nei confronti della vittima. Infatti anche una sola persona chiusa nella propria stanza davanti a un computer, senza particolari doti fisiche può compiere atti di bullismo. - il contesto in cui si verifica prevede che le relazioni (in internet) siano sia con persone conosciute sia con estranei, e le molestie possono sia essere ripetute ma anche essere solo un caso isolato e non determinare un così forte stress nella vittima. - il tempo in cui avviene definisce aspetti distinti. Nel bullismo tradizionale, spesso le aggressioni sono riservate alle ore scolastiche, mentre in quello elettronico le aggressioni continuano anche a casa e nei week end. Come per esempio nel caso dei video divulgati su youtube le violenze proseguono pressochè all’infinito. - l’intenzionalità legata all’atto aggressivo, può essere estesa e condivisa anche a chi “semplicemente” visiona il video in questione, e decide di inoltrarlo ad altri. → Il progetto Daphne II Le caratteristiche del fenomeno del bullismo elettronico presentano alcuni elementi di continuità con il bullismo tradizionale, ma anche importanti elementi di discontinuità dati dalla peculiarità dei mezzi utilizzati per compiere l’atto di prevaricazione. In Italia la letteratura su questo fenomeno è ancora molto recente. Il progetto Daphne II è stato finanziato dall’Unione europea, ideato dal gruppo di Psicologia dello sviluppo del dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna, coordinato dalla prfss. Genta, e che ha coinvolto 3 paesi dell’unione europea: Spagna, Finlandia, Gran Bretagna. Il progetto ha lo scopo di: - mettere in luce nuove strategie di prevaricazione elettronica e il loro impatto sul comportamento relazionale

tra pari, costruendo nuovi metodi d’indagine - esaminare i diversi ruoli dei pari nel gruppo e il loro effetto sulle dimensione relazionali - rilevare la diffusione del bullismo tradizionale ed elettronico nei paesi europei aderenti al progetto - proporre linee guida e buone pratiche utili per gli insegnanti e i responsabili di politiche educative rivolte ai giovani - sensibilizzare gli adulti e il mondo della scuola sulla necessità di implementare strategie adeguate di prevenzione, promuovendo materiale specifico. Il lavoro congiunto dei ricercatori ha portato all’elaborazione di un questionario, per indagare il bullismo sia tradizionale che più recente (elettronico), contenente domande relative al bullismo subito e agito, alle reazioni emotive suscitate dall’azione del bullo, ai comportamenti degli astanti di fronte agli atti di prevaricazione. E’ somministrato in forma anonima, dai 12 ai 17 anni, nei 3 paesi coinvolti. → Bulli e vittime nel bullismo tradizionale ed elettronico - Un altro aspetto importante della relazione tra bullismo tradizionale e bullismo elettronico è rappresentato dal coinvolgimento in diversi ruoli ricoperti dai protagonisti: bulli, vittime, bulli/vittime, e astanti. Per alcuni ragazzi non esistono differenze tra le due forme di bullismo, mentre per altri Internet ha introdotto qualcosa di completamente nuovo sotto tanti aspetti. Per alcuni studiosi subire violenze on line può essere un’aggiunta alle violenze subite nella vita reale, introducendo il concetto di poli-vittimizzazione per definire adolescenti che riportano di aver subito più tipi di vittimizzazione (abuso sessuale, abuso fisico, bullismo, violenza domestica). Queste vittime presentano sintomi da trauma come: depressione, ansietà, rabbia, aggressività in misura maggiore rispetto a soggetti che subiscono numero minore di tipi di aggressione o soggetti che ne subiscono un solo tipo, anche se in modo “cronico” (bullismo). La violenza on line può quindi andare a sommarsi a quadri generali di violenze già abbastanza gravi, aggiungendosi a un pattern di esperienze già molto traumatiche. Analogamente, la continuità tra esperienze di aggressività agita nel contesto reale ed elettronico può delineare un quadro allarmante ai fini dell’adattamento psicosociale dei giovani. In una ricerca si è rilevato che i ragazzi che dicono di essere stati bulli o vittime nelle dinamiche di bullismo tradizionale hanno una probabilità molto più alta (circa due volte e mezzo) degli altri adolescenti di essere rispettivamente bulli e vittime nelle dinamiche di bullismo elettronico. QUINDI, il bullismo elettronico condivide percorsi di rischio con il bullismo tradizionale, pur presentando peculiarità che lo rendono accettabile anche a soggetti che nella vita reale non rivestirebbero il ruolo di bullo. In questo senso, il bullismo elettronico sembra dare potere a chi, nella vita reale, si sente meno forte degli altri o è costretto a subire aggressioni senza poter reagire. L’anonimato e la possibilità di colpire con azioni che difficilmente espongono il responsabile a conseguenze dirette è sicuramente un’opzione allettante.

DIFFUSIONE E CARATTERISTICHE DEL BULLISMO ELETTRONICO: RICERCHE INTERNAZIONALI E NAZIONALI A CONFRONTO → Diffusione del bullismo elettronico: problemi teorici e metodologici [Problemi teorici e metodologici che si possono riscontrare nell’elaborazione dei dati ottenuti dai questionari messi a confronto] Problemi teorici: - Una non ancora pienamente condivisa definizione del fenomeno del bullismo elettronico. L’utilizzo di definizioni diverse rende difficoltoso il confronto delle percentuali di incidenza rilevati in diversi studi. La distinzione più utilizzata è quella tra bullismo elettronico occasionale (rari episodi di aggressione) e bullismo elettronico grave (frequenti episodi di aggressione), valutando quindi l’incidenza del fenomeno in funzione della reiterazione delle aggressioni nel tempo. Quindi è difficile riuscire a distinguere bene tra bullismo occasionale e bullismo grave, come emerge da diverse ricerche. Problemi metodologici: - L’utilizzo di diversi criteri per il reclutamento del campione, che possono determinare un difficile confronto dei risultati emersi nelle diverse ricerche internazionali. Se finora sono stati utilizzati come campioni studenti all’interno di scuole, possono essere presi a campione anche adolescenti usufruitori di internet indipendentemente dal contesto scolastico, indicando la necessità di alcune cautele nella generalizzazione dei risultati. Se tutti gli studi precedenti si riferivano all’utilizzo di diverse tecnologie (cellulare, internet) gli studi presentati successivamente sono relativi solo alle aggressionni elettroniche agite attraverso Internet. Nelle ricerche successive, sono spesso incluse tutte le aggressioni elettroniche anche dove non vi è una reiterazione nel tempo o una chiara intenzionalità di arrecare un danno alla vittima, rendendo difficile il confronto anche a livello teorico, con gli studi precedentemente descritti. QUINDI, i risultati che sono emersi dalle ricerche descritte e che hanno studiato l’incidenza del bullismo elettronico sono concordi nell’affermare che questo fenomeno è già ampiamente diffuso in numerosi paesi che crescono vertiginosamente in pochi anni. La situazione italiana appare in linea con il panorama internazionale, mostrano come nelle nostre scuole secondarie di primo grado e di secondo grado il bullismo elettronico sia un fenomeno presente e già diffuso. Infine, il confronto degli studi presenti in letteratura mostra la difficoltà di confrontare le percentuali di incidenza a causa di scelte teoriche e metodologiche differenti, indicando la necessità di una migliore definizione teorica del fenomeno. → Tecnologie coinvolte nel bullismo elettronico e modalità di aggressione: - Le aggressioni possono avvenire attraverso l’uso di varie tecnologie , come cellulare e Internet, o attraverso modalità diverse all’interno di una stessa tecnologia. Ad esempio, in riferimento al cellulare possono avvenire attraverso telefonate, invio di messaggi, o immagini. I risultati emersi in letteratura concordano sull’idea che Internet e cellulare siano due tecnologie già molto usate dagli studenti in età adolescienziale, e che spesso chi compie aggressioni elettroniche non sceglie un’unica modalità all’interno di una tecnologia, ma più modalità insieme (come detto prima). - Sono meno concordi su quale sia la tecnologia più utilizzata: un primo gruppo sostiene che le aggressioni elettroniche siano più frequenti attraverso internet, rispetto al cellulare. Gli studi di questo primo gruppo sono concordi nell’affermare sia che le aggressioni elettroniche avvengono prevalentemente attraverso Internet, sia che le modalità principali sono i messaggi istantanei, le chat room, e le e-mail, indicando una preferenza per le forme di comunicazione più veloci e immediate; il secondo gruppo sostiene che il modo più utilizzato sia il cellulare, piuttosto che internet. Attraverso l’invio di sms principalmente, poi a seguire gli mms. Anche il progetto Daphne II rileva un maggiore utilizzo del cellulare piuttosto che di internet. I dati che descrivono questi risultati mostrano anche la necessità da parte dei genitori di controllare maggiormente l’utilizzo del cellulare, in particolare, tra gli adolescenti. - Accanto a questi dati quantitativi è interessante integrare con riflessioni qualitative sul diverso impatto emotivo che i canali di aggressione possono avere sulla vittima. Dagli studi è emerso che la vittima può essere mostrata in una situazione imbarazzante, e questo impatto emotivo diventa ancora più grave in funzione della diffusione dell’immagine e della paura di non conoscere chi ha visto tale immagine – video. (Es. happy slapping),

QUINDI, sia internet che il cellulare sono due tecnologie molto utilizzate dagli adolescenti per attuare le aggressioni elettroniche sia in ambito internazionale che nazionale, e questi risultati dipendono dal fatto che queste due tecnologie rappresentano i nuovi mezzi di comunicazione tra pre adolescenti e adolescenti che i questi ultimi anni hanno cambiato molto il modo di relazionarsi con i coetanei. Questi nuovi strumenti hanno vantaggi (velocità di comunicazione, multimedialità, facilitazione di relazioni per adolescenti molto timidi nelle relazioni faccia a faccia), ma anche pericoli. E’ quindi essenziale la guida vigile dell’adulto che deve mediare l’utilizzo di queste nuove tecnologie. → Influenze dell’età e del genere nel bullismo elettronico - Una variabile ampliamente studiata in letteratura in relazione al fenomeno del bullismo elettronico è l’età, con particolare attenzione al passaggio dalla preadolescenza all’adolescenza. Il bullismo elettronico è un fenomeno che riguarda preadolescenti e adolescenti, nonostante i risultati diversi di ricerche che mostrano sia incrementi che decrementi in relazione all’età. - Una seconda variabile riguarda il genere, anche se i risultati non appaiono sempre così concordi, nel verificare se il fenomeno riguardi maggiormente maschi o femmine, ma riguarda a 360 gradi il mondo adolescenziale di uno o dell’altro genere. Le differenze riscontrate non delineano marcate differenze, sottolineando come il bullismo si un fenomeno che riguarda tutti gli adolescenti senza distinzione di età e senza distinzione di genere, pertanto è necessario attuare piani di prevenzione che coinvolgano maschi, femmine, adolescenti e preadolescenti. → Anonimato degli aggressori e silenzio delle vittime A differenza del bullismo tradizionale, nel bullismo elettronico, spesso le aggressioni sono attuate da sconosciuti. Le percentuali di anonimato, inoltre aumentano quando si prendono in considerazione le aggressioni che avvengono tramite internet, se invece il bullismo elettronico è studiato nelle scuole, includendo anche le aggressioni elettroniche agite attraverso il cellulare, le percentuali di anonimato sono più basse e spesso il bullo è all’interno della stessa scuola, o classe parallela o compagno di classe o coetaneo di un’altra classe o studente più grande, con diverse percentuali. Le percentuali in anonimato in questi anni sono sempre più crescenti, come si può vedere anche dal progetto Daphne II; dalle ricerche emerge anche come il bullismo elettronico agito con il cellulare sia più legato al mondo della scuola, mentre il bullismo elettronico agito e subito tramite internet riguardi una “rete” e un pubblico più vasto di cui gli studenti rappresentano solo una piccola parte. Questa distinzione è importante per le politiche di intervento e prevenzione. Un altro problema che affligge le vittime di bullismo è il silenzio una percentuale elevata dichiara di non aver detto a nessuno delle aggressioni subite e chi sceglie di confidarsi preferisce farlo con un amico. Le percentuali di adolescenti che decidono di chiedere aiuto ai genitori o a un adulto di riferimento a scuola sono molto inferiori. Dagli studi emerge con chiarezza come gli adolescenti vittime di bullismo elettronico preferiscano i coetanei agli adulti di riferimento per raccontare gli episodi di aggressione. Questo può dipendere in primo luogo dalla paura di perdere alcuni privilegi legati all’uso di nuove tecnologie: - a scuola, in quanto l’utilizzo dei telefoni non è consentito - a casa, in quanto i genitori potrebbero vietare l’utilizzo di internet o del cellulare. La combinazione di anonimato e silenzio determina una grande difficoltà nell’affrontare il fenomeno del bullismo elettronico, non solo tra le vittime che non conoscono il proprio aggressore o che non hanno il coraggio di denunciarlo, ma anche le famiglie e le istituzioni che non sa...


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