Capitale sociale e individualismo - Putnam PDF

Title Capitale sociale e individualismo - Putnam
Course Sociologia
Institution Università degli Studi di Napoli L'Orientale
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capitale sociale e individualismo di Putnam appunti per esame...


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CAPITALE SOCIALE E INDIVIDUALISMO – Putnam Come agisce il capitale sociale È stato riscontrato che il capitale sociale ha effetti salutari sugli individui, perché possiede parecchie caratteristiche che servono alle persone per trasformare aspirazioni in realtà. Esso consente ai cittadini di risolvere più facilmente i problemi collettivi, attraverso l’azione collettiva. Infatti, le persone starebbero meglio se cooperassero, adempiendo ognuno al proprio compito, ma spesso ciascuno trae maggior vantaggio sottraendosi ai propri impegni, nella speranza che saranno gli altri ad agire. Ovviamente se ciascuno pensa che il lavoro lo faranno gli altri, nessuno parteciperà e tutti staranno peggio di quanto sarebbe successo se avessero cooperato. La migliore soluzione è rappresentata da un meccanismo istituzionale che assicuri l’osservanza del comportamento collettivamente desiderabile. Il capitale sociale svolge una funzione importante nel far progredire le comunità, perché crea fiducia e dove le persone si fidano e sono affidabili non c’è bisogno di spendere tempo e denaro per assicurarsi che gli altri non verranno meno agli accordi o di punirli se lo faranno. Inoltre, è stato dimostrato che il capitale sociale si traduce in capitale finanziario e in altre risorse utili per i commerci e l’autogoverno dei gruppi, infatti ogni transazione economica ha la fiducia come elemento intrinseco. In più, il capitale sociale aumenta la nostra consapevolezza che i nostri destini sono intrecciati. Chi ha relazioni attive e di fiducia con gli altri, sviluppa e mantiene tratti di carattere utili per il resto della società. Non a caso atti di violenza gratuita vengono commessi da individui con carenza di capitale sociale, descritti come solitari. Le reti che costituiscono il capitale sociale servono anche a far confluire le informazioni utili per il raggiungimento dei nostri scopi. È stata condotta una ricerca che conferma che il capitale sociale ci rende più intelligenti, sani, sicuri e capaci di governare una democrazia giusta e stabile. Si sono confrontate le differenze in termini di capitale sociale e impegno civico in 50 stati d’America. Sono stati creati 14 indicatori che misurano aspetti diversi ma correlati del capitale sociale a livello di comunità combinati insieme in un unico indice di capitale sociale. Risulta che tra gli stati ci sono sostanziali differenze di fondo: -

Dove esistono fitte reti associative si tengono anche frequenti incontri pubblici su temi locali; Stati con elevata partecipazione elettorale tendono a godere di notevole fiducia sociale; Luoghi con molti club locali tendono a sostenere numerose organizzazioni non-profit.

Da un punto di vista geografico, la nazione è stata divisa in 4 aree corrispondenti a 4 intensità di capitale sociale (molto alto, alto, basso, molto basso) e si sono indagati gli effetti di livelli diversi di capitale sociale confrontando la qualità della vita nei diversi stati. La situazione odierna degli stati rispecchia quella descritta da Tocqueville nel 1830: man mani che si scende verso il Sud (New England) ci si accorge che la vita comunale diventa meno attiva, la popolazione non esercita un’influenza così diretta sugli affari, le assemblee comunali sono meno frequenti, lo spirito comunale è meno attivo e meno forte. Interessante è la correlazione spaziale tra il basso capitale sociale alla fine del XX secolo e lo schiavismo nella prima metà del XIX secolo. Dove lo schiavismo è stato particolarmente virulento, meno civico risulta oggi lo stato; infatti lo schiavismo è un sistema progettato per distruggere il

capitale sociale. Dopo l’abolizione le classi dominanti avevano tutto l’interesse a impedire la formazione di reti sociali orizzontali. I livelli più bassi di capitale sociale sono stati trovati nelle nazioni che hanno subìto un secolo di schiavitù seguito da un secolo di politica segregazionista. I dati suggeriscono che più capitale sociale e maggiore impegno civico migliorerebbero la situazione in numerosi ambiti diversi, rilevanti per gli americani d’oggi. Istruzione e benessere dei bambini Il processo di crescita del bambino è fortemente influenzato dal capitale sociale. Un segno del forte legame tra capitale sociale e sviluppo del bambino è la considerevole corrispondenza tra l’indice di capitale sociale calcolato stato per stato e una diffusa misura di benessere del bambino. Gli stati che riportano alti punteggi sull’indice di capitale sociale sono gli stessi in cui i bambini stanno meglio, i neonati nascono in buona salute e le adolescenti non diventano madri, i ragazzi non tendono ad abbandonare la scuola o ad essere coinvolti in crimini. Oltre al capitale sociale, gli stati differiscono anche rispetto a molti altri fattori che potrebbero influenzare il benessere del bambino, come i livelli di istruzione dei genitori, i tassi di povertà, la struttura della famiglia, ecc. L’analisi rileva che gli aspetti socioeconomici e demografici contano ma non conta anche il capitale sociale. Infatti, se analizziamo i vari indicatori dell’indice, il capitale sociale risulta secondo solo alla povertà in termini di ampiezza e intensità dei suoi effetti sulla vita dei bambini. Il capitale sociale è importante soprattutto per evitare che i bambini nascano in cattive condizioni di salute che gli adolescenti lascino la scuola e abbiano figli. Il pediatra Desmond K. Runyan e i suoi collaboratori hanno seguito un ampio gruppo di bambini in età prescolare ad alto rischio di abuso e abbandono. Dopo parecchi anni, l’87% di essi soffriva di disturbi comportamentali ed emotivi. I bambini che hanno evitato tali problemi erano quelli che insieme alle loro madri erano inseriti in una rete sociale di sostegno, abitavano in un quartiere che dava sostegno sociale e andavano regolarmente in chiesa. Gli autori concludono che, anche negli anni che precedono la scuola, il capitale sociale dei genitori ha benefici sui loro figli esattamente come il capitale finanziario e umano dei genitori. Inoltre, il capitale sociale può essere più determinante per famiglie con meno risorse economiche a disposizione e minore istruzione. In più, gli stati a elevato capitale sociale hanno performance educative migliori degli stati meno civici. Infatti, l’indice di capitale sociale è collegato ai punteggi riportati dagli studenti in prove standardizzate impiegate nella scuola elementare, media e superiore così anche con il tasso di permanenza a scuola. L’analisi suggerisce che il livello di capitale sociale informale di uno stato è in grado di predire il successo degli studenti meglio del livello di capitale sociale formale istituzionalizzato. Cioè la quantità di fiducia sociale presente in uno stato e la frequenza con cui le persone interagiscono in maniera informale risultano correlate al rendimento scolastico ancor più della quantità di tempo che gli abitanti dedicano alle riunioni dei club, alla frequenza della chiesa e ai progetti della comunità. Nelle comunità dove le persone comunicano tra loro c’è qualcosa che incide positivamente sull’istruzione al contrario delle comunità in cui nonostante i privilegi materiali e culturali gli adulti non comunicano tra loro. Dove l’impegno civico per i problemi della comunità è elevato, gli insegnanti dichiarano di ricevere maggior sostegno dai genitori e di dover affrontare meno comportamenti scorretti da parte degli scolari. Inoltre, un’altra spiegazione del miglior rendimento degli scolari è che negli stati a elevato capitale sociale essi passano meno tempo davanti alla TV. È probabile che dove c’è maggior impegno civico della comunità, i bambini siano attratti da un uso più produttivo del loro tempo libero rispetto a contesti in cui i legami sociali e l’impegno civico tra adulti sono limitati. Tali studi hanno messo in evidenze che l’apprendimento dello studente non è

influenzato soltanto da ciò che accade a scuola e a casa ma anche dalle reti sociali, dalle norme e dalla fiducia nella scuola e nella comunità nel suo complesso. Coleman cercava di capire le ragioni del basso tasso di abbandono nella scuola superiore cattolica e in quelle di altre confessioni religiose. L’abbandono scolastico nella scuola superiore pubblica era triplo rispetto a quello della scuola cattolica. Egli ipotizzò che fosse dovuto alla struttura sociale intorno alla scuola: i genitori hanno relazioni gli uni con gli altri, in quanto fedeli della chiesa locale ed in quanto genitori di compagni di scuola dei ragazzi. Altre ricerche hanno scoperto che il capitale sociale interno alle scuole presenta enormi vantaggi per gli studenti, insegnanti e personale amministrativo. Tali ricerche mostrano come le scuole più piccole tendono a surclassare quelle di più grandi dimensioni, perché offrono agli studenti maggiori opportunità e incentivi. Bryk e colleghi concludono che il capitale sociale “comunitario” e la fiducia relazionale conferiscono ad alcune scuole un enorme vantaggio. Infatti, le scuole cattoliche sono più piccole, offrono migliori relazioni studenti-insegnanti, molte attività extra-scolastiche e si caratterizzano per la convergenza di opinioni sulla missione e sui valori della scuola. Come Coleman, anche Bryk conclude che la scuola cattolica funziona meglio della scuola pubblica perché beneficia di una rete di relazioni sociali fondate sulla fiducia che costruisce una forma di capitale sociale. Alcune grandi città stanno utilizzando queste intuizioni per creare capitale sociale e incentivare la partecipazione dei cittadini nelle scuole pubbliche. Comer e collaboratori scoprono che la partecipazione dei genitori può migliorare il rendimento della scuola e il sostegno delle famiglie l’impegno dei ragazzi. L’impegno dei genitori e della comunità sono al centro degli sforzi di miglioramento del sistema scolastico. Il capitale sociale a livello di quartiere o cdi comunità ha un’incidenza sull’apprendimento del bambino, ma anche il capitale sociale all’interno della famiglia condiziona lo sviluppo del ragazzo. Le famiglie che godono di legami sociali stretti e i genitori che infondono nei propri figli il valore della reciprocità ottengono maggiore conformità ed aderenza ai propri valori. I ragazzi con genitori interessati a loro e alla loro scuola abbandonano molto di meno gli studi in confronto di ragazzi privi di questa forma di capitale sociale. I figli di genitori che seguono i programmi della scuola, li aiutano nei compiti a casa e ne sorvegliano il comportamento fuori da scuola, hanno in media voti più alti. Quindi i ragazzi a rischio possono avere successo nella vita de le loro madri hanno abbastanza capitale sociale. Quello che caratterizza i distretti scolastici più brillanti è l’abbondanza di capitale sociale, che da un punto di vista dell’istruzione è più importante di quello finanziario. Dove mancano relazioni sociali le scuole funzionano meno bene, infine le relazioni sociali favoriscono il conseguimento dell’istruzione. Quartieri sicuri e produttivi A partire dagli anni ’20 si sono cominciate a sviluppare teorie ecologiche sul crimine e sulla delinquenza giovanile, che si concentrano sulla disorganizzazione sociale come motore della cattiva condotta. Questa disorganizzazione sociale caratterizza molte comunità dove c’è un consistente ricambio della popolazione, i gruppi etnici sono integrati, le organizzazioni locali rare e i giovani svantaggiati sono intrappolati in “subculture” isolate dal mondo degli adulti. Sampson, conclude che anche considerando la povertà e altri fattori che potrebbero incoraggiare il comportamento criminale, le comunità caratterizzate da: -

Anonimato e scarse reti di conoscenza trai residenti;

-

Gruppi di adolescenti non sorvegliati e debole controllo dello spazio pubblico; Base organizzativa debole e bassa partecipazione sociale alle attività locali.

Vanno incontro ad un maggior rischio di sviluppare criminalità e violenza. Le indagini nazionali mostrano come vivere in una zona ad alta mobilità piuttosto che in una caratterizzata da stabilità, raddoppi il pericolo di cadere vittima di atti criminali. In ogni caso, per Sampson, la disorganizzazione sociale non spiega adeguatamente perché queste caratteristiche del quartiere generino più alti livelli di delinquenza. Jane Jacobs ha osservato che il capitale sociale è ciò che più distingue le città sicure da quelle insicure e disorganizzate. Aggiunge che dove le città sono progettate con l’intento di massimizzare il contatto informale tra vicini, le strade sono più sicure, i bambini meglio accuditi e la gente è più cordiale. Quindi lo sviluppo di un senso di continuità e di responsabilità fra i residenti dipende dall’esistenza dei contatti regolari con i negozianti, di incontri tra vicini di casa, di incontri fortuiti con i parrocchiani e di parchi che si possono attraversare tranquillamente. La somma di questi contatti casuali a livello locale costituisce un sentimento di identità collettiva delle persone, una rete di rispetto e fiducia e una risorsa per le proprie necessità e per quelle del quartiere. La conclusione di tutti questi studi è che livelli più alti di capitale sociale si traducono, a parità di altre condizioni, in livelli più bassi di criminalità. Gli stati con più alti livelli di capitale sociale contano proporzionalmente meno omicidi. Il livello degli omicidi risulta molto più alto nel sud, che nel corso degli anni ’80-’90 ha registrato il doppio degli omicidi rispetto al nord del paese. Una teoria che spiegherebbe tale differenza è che la violenza omicida è elemento distintivo laddove è carente il capitale sociale. Molte ricerche sono state condotte su questo tema, la base comune a tutte queste ricerche è l’idea che il comportamento di una persona non dipende solo dalle sue caratteristiche ma anche da quelle di chi la circonda. Tali ricerche hanno dimostrato che c’è una tendenza delle persone con inclinazioni simili a concentrarsi negli stessi luoghi, ciò è dovuto al fatto che famiglie con valori e pratiche genitoriali simili si sentono più a proprio agio a vivere le une accanto alle altre. Inoltre, hanno rilevato gli effetti-quartiere sulla criminalità, dimostrando che al di là delle predisposizioni personali, è più probabile che si dedichino ad azioni negative i ragazzi che vivono in mezzo a coetanei a rischio. I ricercatori ritengono che la presenza di capitale positivo consente l’attuazione di valori morali positivi. Mentre l’assenza di norme positive tra adulti rende i giovani più inclini a crearsi il proprio capitale sociale sotto forma di gang o di banda di quartiere. Le gang dei centri urbani possono essere viste come un maldestro tentativo di costruire capitale sociale, in zone in cui mancano istituzioni positive. Le obbligazioni reciproche nella vita di una gang rappresentano forme di capitale sociale. Gli obiettivi a cui è rivolta la solidarietà della gang sono dannosi per gli altri, dunque non tutti gli effetti esterni del capitale sociale sono positivi. Il declino del capitale sociale è un importante aspetto della crisi dei centri urbani, oltre a fattori puramente economici. Anderson ha documentato una costante erosione della coesione morale nei quartieri a basso reddito. Secondo Anderson la concomitanza di alcuni fattori ha contribuito a tale erosione: -

L’allontanamento dei neri della classe media ha ridotto una fonte di guida morale e sociale nella comunità nera; Le vecchie teste (uomini con solidi principi, impegnati nella famiglia e nella chiesa, che trasmettevano ai giovani meritevoli la propria filosofia frutto di un’esperienza di lavoro gratificante) hanno perso prestigio e credibilità perché i lavori legittimi sono scomparsi e l’attività economica illecita si è rilevata molto più redditizia;

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Le madri della comunità non godono più del permesso informale di intervenire sulla condotta dei ragazzi vicini.

Tutto ciò in condizioni di forte disoccupazione e povertà, la comunità diventa vulnerabile a una molteplicità di malattie sociali come crimine, droghe. Sulla stessa idea, Sampson, Raudenbush e Earls, in uno studio sui rioni di Chicago hanno rilevato che fiducia, altruismo tra vicini e la loro prontezza nell’intervenire se vedono i bambini comportarsi male contribuiscono a spiegare il perché in alcuni quartieri è più facile che si sviluppi la delinquenza rispetto ad altri. Concludono che la diminuzione della violenza appare collegata al controllo sociale informale e alla coesione tra i residenti. Come i quartieri possono influenzare le famiglie, così le famiglie possono incidere sui quartieri. Nella California del nord si è rilevato che alle famiglie stabili in un quartiere si associa un minor livello di infrazione della legge da parte dei giovani, perché allevano ragazzi ben inseriti ed educati. Così le buone famiglie hanno un effetto di diffusione, aumentando il numero di bravi ragazzi di cui i figli delle altre famiglie possono diventare amici. Carol Stack fece una ricerca nel quartiere di Flats (Midwest), sulle reti di supporto delle famiglie nere. Il quartiere era formato soprattutto da donne con figli, dipendenti dall’assistenza sociale, ella mette in evidenza la rete di supporto formata da alleanze tra individui che si scambiano beni, risorse e la cura dei bambini che assumevano la forma di gruppi parentali estesi. I poveri della città tentano di allargare la propria rete per ottenere e scambiarsi assistenza. Tale rete impone sanzioni severe per chi prende più di quanto offra. Concludendo, il capitale sociale è di solito un vantaggio per i quartieri svantaggiati, nelle aree in cui esso è assente le conseguenze della povertà e disoccupazione degli adulti aggravano la vita di bambini e degli adulti stessi. In aree svantaggiate il capitale sociale è difficile da costruire perché i già bassi livelli di fiducia e di coesione portano a più attenti livelli di delinquenza, che inducono a loro volta valori ancor più bassi di fiducia ed unione. L’erosione del capitale sociale e dell’impegno collettivo hanno riguardato allo stesso modo quartieri della classe media e quartieri poveri, ma l’impatto di questo processo è stato finora maggiore in questi ultimi, perché privi delle altre forme di capitale in grado di attutirne gli effetti. Prosperità economica Le aree a elevato capitale sociale sono efficaci anche per avere successo a livello individuale. Ad esempio, nel trovare impiego Granovetter mette in evidenza che le conoscenze casuali possono essere più importanti dei legami intimi nella ricerca di un’occupazione. Ciò perché i legami forti conoscono le stesse persone e probabilmente vengono a conoscenza delle stesse opportunità mentre i legami deboli conducono verso opportunità inaspettate. Si è sviluppato un dibattito su quanto le reti di lavoro o l’isolamento da esse influenzino le prospettive lavorative degli abitanti dei quartieri dei centri urbani. Gli studiosi hanno dimostrato che quando sono presenti reti e istituzioni sociali, i disoccupati ne traggono vantaggio, è il caso soprattutto degli immigrati. Ricerche sugli immigrati hanno rilevato che essi si rivolgono innanzitutto ad amici e parenti per avere indicazioni sulle opportunità di lavoro e che quasi la metà delle persone ottiene lavoro grazie a un amico o un parente. Inoltre, il capitale sociale è un’importante risorsa per conseguire miglioramento occupazionale, status sociale e ricompense economiche. Uzzi rileva che le imprese che instaurano particolari relazioni con il loro creditore ottengono tassi d’interesse più bassi sui prestiti ed in generale nelle transazioni più rischiose si preferisce trattare con persone che conosciamo.

Il capitale sociale conta perché le nostre reti, se sono abbastanza ampie, ci mettono in relazione con potenziali soci economici, ci forniscono informazioni di alto livello e garantiscono per noi. Il problema è che queste reti sono spesso assenti lì dove sarebbero più necessarie. Chi abita in zone con forte povertà, possiede minori quantità di capitale sociale. Alcuni sociologi hanno notato che i componenti della comunità che non ottengono successo traggono spesso vantaggio dai vincoli di obbligo e di responsabilità avvertiti dai membri che hanno successo. Così imprenditori che hanno avuto una rapida ascesa devono fare i conti con eccessive richieste di lavoro, denaro e altri favori da parte di membri d...


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