Individualismo e Olismo PDF

Title Individualismo e Olismo
Author Benedetta Lops
Course Sociologia
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Differenze tra Individualismo e Olismo...


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Sociologia: individualismo e olismo OLISMO- DURKHEIM Parole chiave: 1. FATTI: ciò che accade che comprende i modi di agire, pensare e sentire. 2. Durkheim considera questi fatti ESTERNI all’individuo 3. In quanto esterni, sono dotati di un potere di COERCIZIONE (= capacità dei fatti esterni all’individuo di imporsi all’individuo stesso, di obbligarlo ad agire, pensare, sentire in un determinato modo  qualcosa di esterno all’individuo ha un potere sull’individuo tale per cui ciò che l’individuo pensa, sente e come agisce dipende da ciò che sta al di fuori di lui). Secondo Durkheim è questo di cui si deve occupare la Sociologia.

INDIVIDUALISMO- WEBER Parole chiave: 1. Anche per lui, si tratta di spiegare ciò che succede, l’agire sociale, ma, secondo Weber, questo agire sociale può essere spiegato SOLO attraverso un PROCEDIMENTO INTERPRETATIVO bisogna tenere conto del significato che ogni attore attribuisce a ciò che fa. Non possiamo comprendere ciò che succede se non facendo riferimento a ciò che ciascun attore sociale pensa, al significato che attribuisce alla sua azione. Questa capacitò di interpretare, di comprensione viene definita ERMENEUTICA ed è essenziale nell’ambito sociologico.

SINTESI Per Durkheim e, quindi, per l’Olismo, il dominio della sociologia sono i fatti esterni all’individuo, che NON dipendono dalla sua volontà e sono dotati di un potere di coercizione in virtù del quale si impongono ad esso. Per Weber e, quindi, per l’Individualismo, il dominio della sociologia è quello dell’interpretazione  la sociologia deve interpretare l’agire sociale, decifrare il senso soggettivo che l’individuo attribuisce al suo agire e quindi solo a partire da questo senso soggettivo cercare di spiegare causalmente ciò che succede.

La divisione tra i due pensatori comunque non è netta, rigida, ma è sfumata. Non bisogna etichettare Durkheim come facente parte solo dell’Olismo e Weber dell’Individualismo, perché vi sono dei pensieri comuni (per esempio: Durkheim, oltre ad affermare che “la prima e fondamentale regola è guardare i fatti sociali come cose”, afferma anche che “la società nasce dal convergere verso scopi comuni che danno origine a una coscienza collettiva” (vede l’individuo all’origine della società, vede l’agire sociale prima del costituirsi di fatti coercitivi), il che sembra ricondurre l’autore all’orientamento opposto, ovvero all’Individualismo; analogamente, Weber, oltre ad affermare che “sia per la sociologia nel senso attuale che per la storia l’oggetto di cognizione è l’insieme dei significati soggettivi dell’azione”, afferma anche che “la società tende a cristallizzarsi in strutture coercitive” (sostiene che nonostante tutto ciò che possiamo osservare dipenda dall’individuo, quindi bisogna studiare la capacità di agire dell’individuo per capire come è fatta la società oggi, riconosce che l’individuo poi non percepirà più come originate da lui, come qualcosa che lui stesso ha creato, ma le percepirà come qualcosa di coercitivo, che sta fuori e lo opprime, contro il quale non è più in grado di esercitare una capacità di azione.

DIFFERENZE TRA INDIVIDUALISMO E OLISMO 





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Per l’individualismo, il compito della sociologia è quello di interpretare l’agire sociale COMPRENDERE. L’individualismo quindi, utilizza un METODO ERMENEUTICO, INTERPRETATIVO, privilegia l’atteggiamento della comprensione. Troviamo un individuo/soggetto che è capace di CONDIZIONARE il funzionamento della società come è la società in una determinata epoca storica dipende dall’azione del soggetto. L’individuo è causa dell’aspetto che la società ha nel momento in cui l’individuo agisce APPROCCIO PSICOLOGICO: utilizza una strumentazione per comprendere ciò che succede che fa riferimento a ciò che sta dentro la mente delle persone, ai significati che le persone attribuiscono a ciò che fanno TUTTO DIPENDE DA SCELTE INDIVIDUALI Per l’olismo, il compito della sociologia è quello di SPIEGARE ciò che succede facendo riferimento collegando cause ed effetti, fornire spiegazioni causali. L’olismo ritiene che gli individui possano ESSERE solo CONDIZIONATI  tutto ciò che fanno dipende da meccanismi che stanno fuori di loro, rispetto ai quali loro sono dei semplici ingranaggi che non hanno nessun potere di agire. APPROCCIO FISICO: simile a quello delle scienze esatte (fisica) cerca la connessione certa fra cause ed effetti. LE SCELTE INDIVIDUALI NON SONO MAI LIBERE

A partire dalla sociologia di Durkheim e Weber si sono sviluppate 2 scuole di pensiero differenti e che sono state poi denominate come INDIVIDUALISMO METODOLOGICO e OLISMO METODOLOGICO.

INDIVIDUALISMO METODOLOGICO Si rifà a Weber Metodo individualista: intervista qualitativa intervista rivolta al singolo individuo in cui attraverso un processo ermeneutico si cerca di estrapolare i significati che l’individuo attribuisce al suo agire. La sociologia deve studiare gli individui separatamente l’uno dall’altro  non procede per generalizzazioni, ma procede attraverso un’analisi approfondita di ciò che ciascuno pensa. L’individualismo metodologico quindi rifiuta una lettura della società che cerca di comprendere i meccanismi, il cambiamento sociale o i fenomeni che si verificano collocandoli dentro un percorso evolutivo governato da leggi come quelle fisiche (per esempio: siccome prima è successo questo allora oggi sta succedendo questo e domani succederà quest’altra cosa) vengono escluse le connessioni causali lineari (basate sulla logica del sillogismo SE ALLORA). E’ possibile invece solo la COMPRENSIONE dei significati che gli individui attribuiscono alla loro azione.

OLISMO METODOLOGICO Si rifà a Durkheim Ciò che interessa è ciò che sta fuori dagli individui e ciò che li costringe ad agire e pensare in un determinato modo, non i significati.

Durkheim ritiene che la società sia governata da leggi del divenire, che sia un organismo, un sistema in cui tutto ha una funzione specifica, tutto risponde a una logica stringente e tutto è necessario al funzionamento della società.

ARCHER Ha cercato di spiegare quali sono le condizioni in base alle quali si determina un cambiamento sia strutturale che culturale della società. Vede in modo negativo la contrapposizione tra individualismo e olismo, ritiene che entrambe le posizioni siano limitate e non siano nessuna delle due in grado di spiegare in modo corretto come avviene la morfogenesi della società. Secondo lei la sociologia ha “il compito irritante (= complesso) di comprendere il legame tra la struttura (olismo, Durkheim, fuori dall’individuo ci sono dei fatti che hanno il valore di cose e quindi sono strutture che condizionano l’agire) e l’agire (individualismo, Weber, è dall’agire che dipende la struttura, non è la struttura che condiziona l’agire). La sociologia di Archer quindi studia la relazione tra la struttura e l’agire per trovare una risposta che superi la contrapposizione tra olismo (gli individui sono “materiale indeterminato che viene unilateralmente [ c’è una sola direzione: dalla società verso l’individuo] modellato dalla società la quale ha delle proprietà olistiche che hanno il completo monopolio della causalità [la causalità, il fatto che qualcosa succeda perché ne è successa un’altra prima è monopolizzata dalla struttura, solo la società governa la causalità, solo l’insieme delle strutture sociali governa la causalità, fa sì che gli individui agiscano in un certo modo]) e individualismo (“la società è la semplice conseguenza dell’aggregazione delle attività degli individui sui quali è incapace di reagire. Le persone monopolizzano dunque il potere causale che opera in una sola direzione, verso l’alto” [direzione dall’azione individuale verso la struttura, la società]).

“L’uomo ha l’ultima parola”: senza che l’uomo dica l’ultima parola, non è possibile che la realtà cambi  c’è una capacità di agire dell’uomo che non può mai essere completamente annullata. “La causalità è complessa”: è impossibile utilizzare un paradigma lineare

DETERMINISMO E OLTRE Esempio: studio “Popolari al college, problematici da adulti” torna la logica SEALLORA Gli studenti più popolari al college sono quelli che da adulti presentano le maggiori problematiche (è facile ricondurre un comportamento di più soggetti problematici che vengono considerati tali sulla base di un’analisi statistica che ha evidenziato come la maggior parte di loro avesse anche una notevole popolarità al college) qui viene individuata solo una causa, viene messo in evidenza un nesso di causalità lineare tra popolarità e problematicità, come se in realtà non ci fosse nessun altro fattore interveniente che possa interferire su questa connessione. Esempio: “Geni ambigui e Dna, senza istruzioni” bisogna stare attenti a pensare che siamo in grado di spiegare perché si presentino determinate patologie o le persone si comportino in un determinato modo perché abbiamo decodificato il Dna, perché riusciamo a studiare i geni (perché siamo in grado di decifrare il Dna allora siamo in grado di capire esattamente cosa succederà delle persone nel corso della loro vita  non è così). Anche la biologia ci spiega che il Dna non è tanto un libro di istruzioni in cui si dice dato questo Dna allora succederà questo. Si dice che il Dna sia una cassetta degli attrezzi: certamente non ci sono tutti gli attrezzi possibili e immaginabili, ce ne sono solo alcuni e quindi questo è un limite, ma non è detto che gli

attrezzi possano essere utilizzati solo in un determinato modo. Viene detto che i geni non sono programmi per le operazioni biologiche, ma strumenti. Non esiste un programma a priori, ma esistono strumenti a priori. Si deve pensare al Dna come a una cucina di ingredienti o a un complesso di strumenti adatto a qualunque genere, non come un libro di ricette. Il direttore d’orchestra è l’ambiente: i segnali che provengono dall’esterno hanno continuamente effetto sulle espressioni dei geni ciò che sono gli individui all’inizio della loro vita non condiziona in modo deterministico ciò che loro saranno perché il loro contesto di vita farà sì che certe potenzialità si attualizzino. Il fatto che il gene sia ambiguo smonta quindi l’idea che la vita di un individuo sia completamente determinata dall’ereditarietà, perché la storia di una persona può modificare quanto è stato scritto l’uomo ha l’ultima parola perché il suo Dna non è deterministico, non lo condiziona, non si impone all’individuo in modo coercitivo. Esempio: Effetto Lorenz, effetto farfalla metafora di cosa significa complessità. Pe mettere in connessione il battito d’ali di una farfalla con un uragano che si scatena dall’altra parte del mondo dobbiamo compiere talmente tanti passaggi che il percorso completo è impossibile da delineare. Tuttavia, si può dire che se non ci fosse quel minimo battito d’ali forse l’uragano non si scatenerebbe  qualsiasi elemento è rilevante, ma non è mai una causa determinante, non è mai l’unica causa di un fenomeno....


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