Capitolo 3 - Riassunto Psicologia del lavoro PDF

Title Capitolo 3 - Riassunto Psicologia del lavoro
Course Psicologia Del Lavoro
Institution Università Europea di Roma
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CAPITOLO 3 AMBIENTE E SICUREZZA SUL LAVORO Salute e sicurezza Il lavoro è parte integrante della vita di ciascun individuo. Nelle culture occidentali esso è anche un mezzo per la soddisfazione dei bisogni di autorealizzazione ed espressione di sé. Nonostante l’innovazione tecnologica in tutti i settori, il fattore umano rimane ancora l’elemento fondamentale di ciascuna attività lavorativa. Sempre più spesso si legge nell’ambiente di lavoro come di un luogo che può essere dannoso per la salute, fisica e mentale, delle persone se non addirittura teatro di incidenti mortali. La normativa italiana in materia di sicurezza La tematica della salute e della sicurezza sul lavoro assume un’importanza sempre più rilevante e la tutela dei diritti del lavoratore deve diventare una delle priorità di governi e aziende. In Italia una forte spinta a livello legislativo per migliorare la sicurezza sul lavoro è stata prodotta nel 1994 dall’introduzione della legge 626/94. I principali aspetti introdotti da questa legge riguardano: 1. 2. 3. 4.

Valutazione dei rischi da parte del datore di lavoro Obbligo di avere un RLS (rappresentante dei lavoratori per la sicurezza) Obbligo di avere un servizio di prevenzione e protezione Obbligo di avere un RSPP (responsabile del servizio di prevenzione e protezione)

La valutazione dello stress da lavoro fa parte della valutazione dei rischi da parte del datore di lavoro. Lo stress viene definito come una condizione accompagnata da malessere e disfunzioni fisiche, psicologiche e sociali, che consegue a un’esposizione prolungata a forti pressioni che riducono l’efficienza sul lavoro e arrivano a causare problemi di salute. Ergonomia e la sicurezza sul lavoro Ergonomia e fattori umani L’ergonomia riguarda gli aspetti meramente antropometrici (legate all’adattamento fisico della postazione di lavoro), sia per quelli legati ad aspetti di natura psicologica, quale per esempio lo stress e la fatica mentale. L’ergonomia ha scopi sia sociali (salute, benessere, sicurezza) sia economici (prestazioni del sistema, la produttività, la competitività), considera gli aspetti fisici e quelli psicologici dell’essere umano e mira alla progettazione di soluzioni di natura tecnica e organizzativa. L’ergonomia è infatti una progettazione e valutazione di attività, mansioni, prodotti, ambienti e sistemi al fine di renderli compatibili con i bisogni, abilità e limitazioni dell’essere umano. Infortuni sul lavoro e malattie professionali Dagli anni ’60 del secolo scorso hanno studiato i fattori nocivi presenti nell’ambiente di lavoro. Essi possono essere: 1. Ambientali: luce, rumore, temperatura, umidità 2. Produzione: polveri, gas, radiazioni 3. Fatica fisica e psicofisica: ritmi eccessivi, monotonia, ripetitività, posizioni disagevoli, ansia, responsabilità, stress, lavoro a turni Secondo Art,2 del testo unico 1124/65 della legge italiana, l’infortunio è l’evento per causa violenta in occasione di lavoro, da cui sia derivata la morta o un’inabilità permanente al lavoro, assoluta o parziale, ovvero un’inabilità temporanea assoluta o parziale, ovvero

un’inabilità temporanea assoluta che comporti astensione dal lavoro per più di 3 giorni. Sotto ai 3 giorni non vengono considerati infortuni. Nella letteratura specialistica internazionale infatti si distingue tra il termine “injury” (incidente che provoca lesioni, il nostro “infortunio”) e “accident” (incidente senza lesioni). Si utilizza infatti la frase “injuries are not accidents” (=gli infortuni non sono incidenti). I datori di lavoro devono assicurare contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali a tutti i lavorati dipendenti. Tale assicurazione è gestita dall’INAIL (Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro). Causa di incidenti sul lavoro Le prime teorie sull’analisi degli incidenti sono state avanzate negli anni 60 e facevano riferimento a un modello che può essere definito “tecnico-ingegneristico-normativo”, secondo cui gli incidenti sono il risultato di un fallimento della tecnologia e della devianza da quanto prescritto dalle norme. In quegli anni l’attenzione caratterizzata sugli aspetti tecnico-normativi per spiegare gli eventi, e quindi l’obiettivo delle azioni programmate era volto a migliorare la viabilità degli strumenti. Successivamente, negli anni 70, si è passati a un modello di analisi centrato sulla persona, spostando il focus dalla macchina all’uomo. La componente umana diventa quindi uno degli elementi rilevanti come causa nel determinare l’incidente (stress, abbassamento dell’attenzione, sovraccarichi cognitivi). Un terzo modello, a partire dagli anni 90 è quello organizzativo-sociotecnico. Il punto centrale di questo modello è che gli incidenti non devono essere più considerati come fallimento esclusivamente tecnico o umano, ma come causati dall’insieme di più componenti: tecnologia, umana, organizzativa, in riferimento al contesto. Tipologie di errore Nell’ambito delle teorie sviluppate nello studio dell’errore, è stata proposta una classificazione del comportamento umano suddivisa in tre tipologie: 1. SKILL-BASED BEHAVIOUR (comportamento basato sulle abilità) 2. RULED-BASED BEHAVIOUR (comportamento basato sulle regole) 3. KNOWLEDGE-BASED BEHAVIOUR (comportamento basato sulla conoscenza) Reason (1990) sulla base del modello proposto da Rasmussen, differenzia tra errori di esecuzione e azioni compiute intenzionalment: -

Errori di esecuzione a livello di abilità (slips) es: infermiere professionale che si dimentica di riferire un’allergia del paziente Errori di esecuzione causati da venir meno della memoria (lapses) Errori che nascono nella pianificazione delle strategie (mistake)

Ruled-based  una procedura che non porta all’obiettivo Knowledge-based  errori commessi in base alla propria conoscenza insufficente...


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