Schema Psicologia Del Lavoro primo anno unipd PDF

Title Schema Psicologia Del Lavoro primo anno unipd
Author Martina Burini
Course Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni
Institution Università degli Studi di Padova
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Riassunto delle slides + integrazione libro psicologia del lavoro e delle organizzazioni....


Description

SCHEMA PSICOLOGIA DEL LAVORO “LAVORO E PSICOLOGIA, LE PERSONE NELLE ORGANIZZAZIONI” CAP 1: MONDO DEL L AVORO

Il primo ad introdurre un metodo nell’organizzazione del lavoro fu Taylor tra l’800 e il ‘900 con il taylorismo seguito dal fordismo. Entrambi questi approcci furono mirati all’incremento delle produzioni con conseguente alienazione e sfruttamento die lavoratori. Seguì poi il sistema Toyota che coinvolgeva più attivamente i lavoratori La crisi della produzione industriale in Italia ha causato molta disoccupazione che si traduce nell’incapacità dei giovani di trovare lavoro, trasformandosi in gran numero in inattivi (coloro che smettono di cercare lavoro dopo svariati tentativi). Tre tipi di disoccupazione: 1. Frizionale: cambiando città o passando dalla scuola al lavoro 2. Strutturale: quando quel tipo di lavoro non è più molto richiesto 3. Ciclica: in una fase di recessione, quando le spese e le produzioni diminuiscono e le industrie si delocalizzano per risparmiare sulla manodopera.  una ripresa economica potrebbe ridimensionare la situazione ma anche non riprendersi completamente come prima. I settori del consumo si stanno avviando a una saturazione quantitativa: non si può continuare ad aumentare il consumo dei prodotti per sempre. Il mercato infatti è diventato un mercato di sostituzione guidato dai desideri piuttosto che dai bisogni: i desideri hanno meno urgenza dei bisogni, ma sono incrementati dalla competitività e dalla selettività. La produzione in serie non è più richiesta, piuttosto il consumatore punta ad un prodotto unico tipico della produzione artigianale ma con la stessa perfezione e costo di quello in serie. Viene fatta più attenzione per il servizio, prima, dopo e durante l’acquisto e per l’ecosostenibilità. L’informatica è la grande rivoluzione: molti più acquisti su internet e molto più scambio di informazioni riguardo ad essi sui social network.  si sta arrivando ad una situazione in cui il lavoratore deve acquisire da sé quelle caratteristiche per diventare appetibile e autogestirsi la propria carriera all’interno di una o probabilmente più aziende. Bauman definisce la società contemporanea la società dell’incertezza: caratterizzata da uncertainty (=incertezza), insecurity (=insicurezza esistenziale), unsafety (=precarietà). Con molta meno fiducia nelle istituzioni.

FLESSIBILITA’: capacità del lavoratore di adeguarsi ai cambiamenti, di mansioni, di orari, di luoghi di lavoro, di acquisire ulteriori competenze per ricollocarsi in caso di necessità. Da una parte la flessibilità ha permesso di non doversi adeguare alle rigidità contrattuali dall’altra ha incrementato la precarietà attraverso la discrezionalità dei rapporti lavorativi. I criteri di scelta del personale si sono modificati, scolarità e istruzione vengono dati per scontati, si presta quindi attenzione all’intelligenza emotiva: non è solo la nostra razionalità a guidare le nostre decisioni bensì l‘emotività: si ricerca in un lavoratore per esempio la fiducia in se stessi, il controllo delle emozioni, l’apertura alle novità etc. Questa intelligenza non si può acquisire con una normale formazione chiaramente. Le tecnologia nonostante consentano di avere risultati scientifici in ogni ambito, privano le nuove generazioni della capacità di interagire con gli altri, di apprendere e di concentrarsi grande impatto quindi sull’intelligenza emotiva.

CAP 2: TEORIE ORGANIZZATIVE

Levy-Leboyer e Sperandio suddividono le teorie organizzative del lavoro in due principali gruppi, che a loro volta contengono altre correnti:  

Teorie di orientamento normativo Teorie di orientamento diagnostico

TEORIE AD ORIENTAMENTO NORMATIVO: i fini dell’organizzazione sono ben specificati e servono come guida per designare compiti da svolgere, quante persone assumere, come distribuire le risorse per arrivare a determinati scoponi osservando determinate norme. Si dividono in: 1. TEORIE CLASSICHE O RAZIONALI: organizzazione scientifica del lavoro di Taylor, corrente della dipartimentalizzazione di Fayol, il tipo ideale di burocrazia di Weber e il comportamento amministrativo di Simon 2. TEORIE ORGANIZZATIVE COME SISTEMA NATURALE: teorie delle relazioni umane, teorie delle neo-relazioni umane

TEORIE CLASSICHE O RAZIONALI

Organizzazione scientifica del lavoro < Taylor Taylor riteneva possibile studiare scientificamente le operazioni svolte dai lavoratori al fine di massimizzare la produzione con il minimo sforzo. Introduzione del task management: eseguire un unico compito ben definito nel tempo minore possibile.  il lavoratore doveva semplicemente eseguire

senza prendere nessuna iniziativa creativa, e senza bisogno di nessun’altra conoscenza. Proponeva inoltre di stimolare la motivazione del lavoratore con una retribuzione incentiva a cottimo (più si produce più si viene retribuiti). Gerarchicamente si deve impostare l’organizzazione seguendo i sistemi di comando militari. Aspetti negativi: la standardizzazione e la specializzazione sull’operaio comportavano alienazione ed estraniazione, ripetendo sempre lo stesso unico movimento definito dalla formula one best way si negava agli operai qualsiasi esigenza di variabilità.

Dipartimentalizzazione...


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