Carnevale cinese PDF

Title Carnevale cinese
Course Antropologia culturale
Institution Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma
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Carnevale cinese o festa di primavera...


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Carnevale Cinese: La Festa di Primavera (o Carnevale/Capodanno Cinese) è la più importante festività del calendario cinese, tradizionalmente questo periodo di festa dura fino a 15 giorni, a partire dalla fine dell'anno lunare fino alla Festa delle Lanterne. Le celebrazioni corrispondono al momento dell'anno in cui le famiglie si riuniscono e in cui si praticano i sacrifici per le divinità e per gli antenati, si prega Buddha e si pulisce la casa dallo sporco dell'anno passato per fare posto alla felicità ed alla buona sorte (fu) che viene con il nuovo anno. Stando alla mitologia cinese, l'origine della Festa di Primavera viene fatta risalire a un'antica leggenda, secondo la quale nei tempi antichi vivesse in Cina un mostro chiamato "Nian". Sempre secondo la leggenda, il Nian sarebbe stato solito uscire dalla sua tana una volta ogni 12 mesi per mangiare esseri umani; l'unico modo per sfuggire a questo tributo di sangue era spaventare il Nian, sensibile ai rumori forti e terrorizzato dal colore rosso. Per questo motivo, sempre secondo la leggenda, ogni 12 mesi si è soliti festeggiare l'anno nuovo con canti, strepitii, fuochi d'artificio e con l'uso massiccio del colore rosso. Un'eco di questa leggenda potrebbe essere rimasto nella rituale "Danza del leone" danza del leone, una tradizione praticata durante le feste nella quale si sfila per le strade inseguendo una maschera da leone, che rappresenterebbe il Nian. La Danza del leone è una tradizione tipica dei giorni del Capodanno. Consiste in una parata, per le vie delle città e dei villaggi, nei quali un manichino rappresentante un "Leone" marcia e danza al ritmo chiassoso e battente di tamburi e cimbali. È simile alla "Danza del drago", una tradizione praticata in diverse occasioni durante vari periodi dell'anno, ma ha un significato diverso: laddove la Danza del drago celebra e invoca i benigni draghi cinesi, la Danza del leone è invece considerata un vero "Rito liberatorio", una pratica in grado di scacciare ed esorcizzare i cattivi spiriti e favorire l'arrivo della fortuna nel nuovo anno. La festa di primavera è conosciuta anche con il termine "guonian" (passare anno). Presso le piazze vengono annualmente sistemate grosse campane, il loro suono è simbolo del nuovo inizio e della speranza di un felice anno nuovo. Infatti le campane hanno il potere di scacciare la cattiva sorte, il primo suono dell'anno quindi acquista un significato simbolico molto forte. Negli ultimi anni una nuova usanza prevede la visita presso un tempio di montagna durante la vigilia per ascoltare il suono delle campane che riecheggia nelle valli. Le città si adornano di lampade e decorazioni "FU" (fortuna) rosse già alcune settimane prima della fine dell'anno. Il primo giorno del nuovo anno tutti indossano abiti nuovi e si salutano a vicenda dicendo "gongxi" (congratulazioni) ed augurandosi fortuna e felicità. Adesivi e ritagli di carta di colore rosso vengono appesi sulle porte e sulle finestre delle abitazioni private, soprattutto nella Cina del nord, mentre a Hong Kong e nelle provincia meridionali si preferisce abbellire la propria casa con vasi di fiori colorati. Una delle usanze più comuni è regalare delle buste rosse contenenti dei soldi, è il dono ideale per augurare un buon inizio d'anno; sono solitamente donate dai datori di lavoro ai propri impiegati o dai nonni ai propri nipoti. Le buste sono rosse perché questo colore porta fortuna. Di solito le generazioni più giovani fanno visita agli

anziani della propria famiglia mentre le ragazze trascorrono le festività assieme ai suoceri, e visitano la propria famiglia il giorno seguente. Dal terzo al settimo giorno si trascorre il tempo assieme ad amici o altri familiari. L'ottavo giorno segna la fine ufficiale delle festività dell'anno nuovo e in molti riprendono la routine lavorativa. Il quindicesimo giorno dell'anno nuovo è il "Yuanxiao" (festa delle lanterne) e segna la fine delle celebrazioni. I festeggiamenti del Carnevale fin dall'antichità sembrano simboleggiare anche dei processi psichici profondi legati alle fasi di cambiamento della nostra personalità. Infatti, il carnevale è sempre stato l’unico periodo durante il quale era possibile sovvertire legalmente l'ordine prestabilito e rovesciare le certezze di tutto un anno; e lo è stato sempre da tempi antichissimi. In una siffatta inversione di ruoli si annulla il sistema di controllo della coscienza e della ragione e l'Io, privo di vincoli e restrizioni, lascia libero sfogo, tramite la maschera, ai desideri, alle pulsioni agli istinti repressi e nascosti dalla quotidianità mascherata. È di qualche utilità ricordare come, secondo gli antropologi, i bambini delle società primitive non ancora sottoposti ai riti di passaggio della pubertà – ossia non ancora diventati uomini attraverso la pienezza sessuale – rappresentano gli antenati ancestrali. Sono, cioè, gli uomini dell'inizio per i quali non sussistono obblighi e limitazioni di sorta. È questo il motivo dell'inversione dei ruoli che si verifica (o meglio si verificava) nel carnevale: circostanza questa che poteva, naturalmente, dar luogo a violenza, degenerazione e regressione. D'altronde, ritornare, seppur per un limitato lasso di tempo, ad una situazione considerata "originaria" equivale a situarsi in una condizione in cui la distinzione netta tra bene e male, luce e tenebra (voluta dal conscio) è estremamente labile. È il (comprensibile) motivo della diffidenza, del sospetto e della precauzioni da sempre avanzate dalla Chiesa nel confronto del Carnevale. È scontato che tale ritorno a questa condizione originaria di libertà e spontaneità rappresenti uno sfogo ed una protesta nei confronti del controllo esercitato dalla comunità prima e della società dopo. Controllo che sarà sempre più, nel corso dell'evoluzione storica, una pesante anche se necessaria limitazione alla libera espressività. Perciò, il ritorno simbolico alla libertà originaria, tramite la mascheratura carnevalesca o altra analoga, tende a riaffermare, quanto meno idealmente, un'assoluta e incontrollabile libertà: in cui non ci sono maschere; in cui l'uomo si augura di poter essere, nuovamente, interscambiabile con il tutto: in piena, inconscia ed erotica sintonia con il cosmo....


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