Ciclo DI VITA E Dinamiche Educative Nella Societa’ Postmoderna PDF

Title Ciclo DI VITA E Dinamiche Educative Nella Societa’ Postmoderna
Course SOCIOLOGIA
Institution Università della Calabria
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CICLO DI VITA E DINAMICHE EDUCATIVE NELLA SOCIETA’ POSTMODERNA CAPITOLO 1 CICLO DI VITA E POSTMODERNITA’ TRA FLUIDITA’ E CONFUSIONE Paradossi e rischi della postmodernità A partire dalla seconda metà del ventesimo secolo, abbiamo assistito a mutamenti culturali che hanno portato ad una nuova immagine di uomo e a nuovi stili di vita. Tra gli elementi principali della postmodernità abbiamo il cambiamento e la velocità. Le soluzioni devono essere provvisoria, le competenze diventano sempre obsolete. Il breve periodo sostituisce il lungo periodo; anche la produzione di beni di consumo è cambiata con prodotti usa e getta. Questa frammentazione del tempo causa disorientamento. Ci troviamo dentro un universo che non riusciamo a comprendere, senza punti di riferimento. Viviamo in una società sopraffatta dal overdose cognitiva, massmediale e informatica. Vi è lo sfaldamento di ogni grammatica comunicativa e viene intaccato anche il dialogo. L’uomo post-moderno, si trova sempre più isolato nonostante il progredire della comunicazione planetaria. Questo io globale è un io confuso. La nostra è definita la società del rischio, dell'incertezza, sotto la minaccia delle guerre e dei terrorismi. Non abbiamo il controllo della nostra vita e vi è un annientamento del potere decisionale dell'uomo. Per Bauman il potere è diventato extraterritoriale, non c'è più differenza tra vicino è lontano. Un altro motivo che genera incertezza e l’irrompere in Occidente di profonde differenze culturali e antropologiche che provengono dal sud e dall'Oriente. Vi è il rimescolamento dei popoli, delle culture che costringe a far convivere l'elemento autoctono con quello allogeno. Si registra un processo di radicalizzazione delle diversità o globalizzazione dei fondamentalismi che si traduce in nuove conflittualità tra gruppi etnici e religiosi diversi. Intere categorie di soggetti vengono marginalizzati e viene loro disconosciuto il diritto di avere diritti. ● Da una parte ti assiste alla chiusura dell'identità: la chiusura dell'uomo in identità rigide, autonome, con un senso di onnipotenza che rivelano il timore del proprio vuoto interiore e dell'alterità. E questo sfocia in forme di narcisismo e di fondamentalismo. Nel linguaggio comune nazionalista o fondamentalista, “noi” sta ad indicare persone come noi; mentre “loro” sta ad indicare persone diverse da noi. Il desiderio di comunità diventa patologico e porta all'esclusione dell'altro. Levi Strauss, in Tristi tropici, dice che l'umanità gestisce in due modi la diversità dell'altro: 1. Antropoemia: consiste nel vomitare fuori gli altri, nelle espellerli dai propri confini in modo violento; 2. Antropofagia: consiste nel divorare il corpo estraneo Per renderlo identico a se stesso. La prima strategia mira alla distruzione dell'altro, la seconda alla distruzione della sua diversità.

● Dall'altra parte, assistiamo ad un processo di apertura dell'identità. Siamo di fronte alla costruzione di nuove forme di identità proteiformi, plurime, nomadi, fluide. Identità fragili ma sicuramente più flessibili. Si passa dalla logica dell'esclusione (aut-aut) a quella dell'inclusione (et-et). so che ci unisce e anche ciò che ci separa: siamo simili attraverso la cultura e diversi attraverso le culture. Questa è una sfida per l'umanità e l'uomo postmoderno dovrà accettare queste sfide. Sulla fluidità e confusione del ciclo di vita nella postmodernità Un tempo la crescita era scandita da riti di passaggio e la permanenza in una particolare fase del ciclo di vita determinava identificazione con ruoli precisi. I nuovi paradigmi della postmoderni vanno letti entro le logiche della FLUIDITA’ e della CONFUSIONE. Bauman ha creato una metafora accostando il nostro tempo alla fluidità che in fisica è lo stato della materia in cui le molecole non sono reciprocamente fissate, ma libere. L'infanzia, la fanciullezza non vengono soppresse nell'età adulta ma permangono con modalità diverse. Freud ci insegna che le tracce delle precedenti fasi di vita le ritroviamo nelle fasi successive. I tempi di durata delle fasi di vita sono indicativi e in ogni fase le caratteristiche di quella precedente non scompaiono. è quello che in embriologia si definisce principio epigenetico: uno stato embriologico si costruisce sopra uno stato precedente. C'è continuità. Tutto questo fluire deve avvenire in maniera sana, ma può succedere che avvenga in maniera patologica e non contribuisca all'evoluzione della persona, piuttosto all’involuzione.ad esempio quando un adulto assume comportamenti di infantilismo. Il modello in voga è divenuto quello dell'adolescente, che rappresenta la fluidità per eccellenza. si parla di adolescenti di ritorno. i nuovi giovani della modernità, a differenza dei vecchi giovani hanno in più il portafoglio. Spesso sono quarantenni e non dipendono economicamente da nessuno; tornano a vestire come i loro figli e a frequentare gli stessi locali. Questo porta inevitabilmente alla confusione che genera disorientamento e mancanza di definizione dell'identità. Età e corporeità: categorie della definizione? Di solito Ha determinato la definizione in un confine preciso delle varie fasi del ciclo di vita? L’età In passato determinava il passaggio netto da una fase ad un'altra del ciclo di vita. Il rito di passaggio era era infatti indipendente dalle capacità psicologiche. Nelle società arcaiche c'erano gesti di iniziazione, atti sociali simbolici che erano un vero e proprio esame e addirittura si concludevano a volte con il cambiamento del nome che invitava l'assunzione di una nuova identità. Per Van Gennep, c’erani diversi riti di passaggio ( nascita, iniziazione, matrimonio, morte ecc.) all'interno dei quali vi erano tre fasi: separazione e frattura con il mondo profano; esclusione e segregazione in un luogo sacro e formazione di un nuovo modo di essere; Resurrezione simbolica e aggregazione alla comunità. oggi, il criterio dell'età non è più ammesso e anche i riti di passaggio Sono scomparsi, a beneficio di un continuum interrotto, fino a poco tempo fa, solo dal servizio militare per gli uomini. Anche se in alcuni paesi ancora c'è la consuetudine che raggiunge i 18 anni i giovani

vanno a vivere da soli. In altri casi, invece, si resta a casa anche oltre i 30 anni e questi comportamenti vengono alimentati dalla disoccupazione. Uno dei fattori utilizzato per la scansione delle varie fasi dell'età evolutiva è la scuola, attraverso i vari gradi di istruzione. Anche se contribuisce a definire solo una parte del ciclo di vita, cioè l'età evolutiva. Corporeità e temporalità Oltre all'età, anche il corpo con il suo tempo, può aiutare a determinare l'appartenenza ad una fase. Il corpo porta con sé i segni della nostra crescita, le trasformazioni. E’ lo specchio delle nostre esperienze. In esso abita la dimensione triadica del tempo (passato, presente, futuro). Per Lowen gli occhi, la pelle, la respirazione è la grazia del movimento sono le finestre dell'anima. Nella cultura postmoderna il corpo è fortemente valorizzato nella salute, nella bellezza, nel benessere. La società ci impone modelli estetici ben precisi, al di fuori dei quali siamo emarginati. E ogni tradimento del dovere dietetico fa scattare noi un senso di colpa. Il corpo, appare dunque staccato dalla psiche e dalla morale e ha assunto un'importanza eccessiva. Ma è il corpo reale quello che viene saltato? Non è piuttosto un corpo ideale, immaginario? E’ un corpo che pretende di rimanere fuori dal tempo, da ammirare e mettere in mostra. Sempre di più si ricorre alla chirurgia plastica, è come se dimostrare di avere una certa età fosse penalizzante, un qualcosa di cui vergognarsi. Giovanilismo e salutismo diventano imperativi. ( Nota: i canoni di mascolinità non rispondono più quelli di un tempo, gli uomini seguono sempre di più criteri storicamente appartenuti alle donne, come ad esempio la cura dell'abbigliamento, della pelle, delle rughe ecc.). Dunque, nella società liquida, anche criterio della corporeità in relazione

al tempo viene infranto. Anche se, la psicoterapia della Gestalt, mette in evidenza come sia necessario porre attenzione al corpo in quanto portatore di esperienza, quando si vogliono comprendere i problemi psicologici. Può succedere che è un individuo che ha un’età cronologica di 40 anni, dimostri un'età biologica di 30 perché ha sviluppato un adattamento creativo alla sua condizione psicologica, perciò l'età che un corpo dimostra non è staccata dall'esperienza psicofisica dell'individuo all'interno dell'ambiente. Ritualizzazione della vita quotidiana come esperienza di attraversamento e superamento del “confine” Se nella società postmoderna assistiamo alla crisi dei riti di passaggio( cioè della ritualizzazione di azioni di vita quotidiana), non vuol dire che siano stati soppressi, ma che si siano piuttosto trasformati. Queste ritualutazioni sono costituite da quegli atti che: scandiscono i momenti importanti ( compleanno, battesimo, comunione, anniversari, Natale ecc.); gestiscono le relazioni tra madre e figlio; consentono al bambino di rompere con l'ambiente familiare ed entrare a scuola; obbligano l'adolescente a riconoscere la superiorità del più anziano ( nonnismo); spingono i giovani ad uscire in determinati giorni della settimana, a frequentare determinati posti ecc.; costringono a mantenere il corpo in un certo stato; Abituano a stereotipi alimentari; costringono ad entrare nel mondo del lavoro attraverso cerimoniali ( curriculum); impongono di evadere dalla città nel weekend per recarsi in luoghi estetici e posti-in.

Queste sono le principali ritualizzazione della vita quotidiana postmoderna che assicurano la permanenza nel sociale, varcando il limen del sociale. questo confine è una linea che non demarca solo un confine spaziale, ma un confine temporale (un prima e un dopo). La si potrebbe definire una linea cronotopa, capace di segnare una divisione del Kronos e di topoi. Il confine è un luogo misterioso, dell'imprevisto; quel punto su cui identità finisce in contatto con ciò che sta fuori: e il luogo della conoscenza. Per Levi-Strauss, la paura di perdere l'identità, oltrepassato il confine, è il dramma di questo secolo. È una realtà non compresa nell' io e né nel tu, ma tra l’Io e il Tu. E’ una dimensione terza (Buber). il confine, da un lato ci radica nel reale, dall'altro ci apre a l'idea dell'altro, delle infinite possibilità. i nuovi Scenari della postmodernità portano alla novità, alla ricombinazione. nel momento in cui un sistema cognitivo di riferimento viene meno c'è l'esigenza che vengano messe in atto strategie di ricombinazione, di trans-gressione. la violazione delle regole può portare a nome conoscenze e a nuovi scenari. (Nota: “Trasgredire” deriva dal latino trans (oltre) e gradi(andare, passare)). Anche per Wittgenstein e Vygotskij, i comportamenti linguistici interpretati come violazione delle regole, devono essere tradotti come coerenti con un'altra logica. Il nomadismo postmoderno come paradigma del viaggiare attraverso le esperienze Un effetto collaterale della fluidità dei confini territoriali e il nomadismo che rende sempre più difficile il radicamento in fasi del ciclo di vita. Il termine “Evoluzione” indica quel processo incessante basato su fattori diversi che consiste nel passaggio lento e graduale degli organismi da forme inferiori a forme più complesse. L'erranza si presenta come un elemento capace di superare l'angosciante stanzialità, contrapponendo il cambiamento. Come sostiene Marc Augé, bisogna analizzare l'emergere dei “non spazi”, atopici e desituati. i luoghi non coincidono più con gli spazi della società informatica, ma ha più dimensioni in cui si può interagire con l'interlocutore dello stesso luogo virtuale (Cyberluogo). Nell'era digitale si sta perdendo il senso di luogo e di spazio reali e conquistato quello di luogo e spazio virtuali. Anche le fasi del ciclo di vita sono diventate non-luoghi, zone di sospensione. La sedentarietà lascia lo spazio al erranza, la cittadinanza al cosmopolitismo o addirittura all’apolidìa, la territorialità all’ extraterritorialità o addirittura alla deterritorializzazione. Prende corpo un nomadismo culturale, un viaggiare attraverso le esperienze, lungo le fasi della vita, un desiderio di altrove. Il nomadismo postmoderno non si configura come apolidìa ma, come dice Maffesoli, come un radicamento dinamico. Anche nell'organismo vivente le radici sono la parte più mobile (pianta, cactus). È proprio nelle radici che l'organismo acquisisce sicurezza, stabilità, nutrimento, sviluppa disinvoltura spaziale. Ecco l’ossimoro del “radicamento dinamico”, si traduce sete d’infinito, autorealizzazione. Si traduce in avventura esistenziale: il termine esistenza (ex-sistere) evoca proprio il movimento, l’uscire dal proprio io per incontrare l'altro. La relazione come fondamento dell'esistenza umana e paradigma educativo della postmodernità I due concetti di confine (spazio tra) e di nomadismo (avventura esistenziale), ci portano all'altro paradigma della postmodernità, obiettivo centrale di una Paideia del terzo millennio: relazione intesa come capacità di accogliere le diversità e di vivere insieme.

Secondo Buber il superamento della solitudine si trova nella relazione interpersonale e comunitaria. Nel saggio “Io-Tu” del 1923, l'uomo diventa io a contatto con il tu. L'elemento fondamentale della relazione è la reciprocità. però cita tre casi in cui essa deve essere limitata: la relazione pedagogica, quella psicoterapeutica e quella pastorale. Anche se il rapporto educativo è un rapporto dialogico, non è mai simmmetrico. La risposta del tuo non è semplicemente un’eco all'appello dell’ io, ma si configura come una nuova creazione, una nuova relazione e senza questa originalità non ci sarebbe un autentico dialogo. Secondo il principio husserliano di soggettività, il fatto che il mio pensiero andare al di là dei limiti del mio corpo e ascoltare, guardare, dà vita alla soggettività trascendentale. dalla possibilità del soggetto di mettersi in cammino, di mutare posizione, sorge intersoggettività: l’Io si scopre costituito dalla relazione, esiste in quanto gli altri io esistono. Per Husserl, così come per Buber, la relazione è al principio.Ma questo guardare verso qualcosa e la tendenza dell'organismo a muoversi verso l'autorealizzazione, innato bisogno. solo che non abbiamo mai la conoscenza dell'altro nella sua assolutezza, possiamo solo operare un'interpretazione attendibile. inoltre, L'approccio con l'altro, è sempre ancorato al contesto. l'atteggiamento umano si concretizza anche per i pregiudizi che ciascuno struttura, in quali, per un'adeguata comprensione dovranno essere sostituiti da concetti sempre più adeguati e sempre più legati a ciò che il testo ci dice. L’uomo può guardare il mondo solo da punti locali e parziali di osservazione. Ispirandosi a Lévinas, Italo Mancini, sostiene che la filosofia occidentale del primo millennio è stata pensiero della ricerca dell'essere; quella del secondo millennio è stata pensiero dell’ io, dell'identità, dello stesso del medesimo; quella del terzo millennio dovrà diventare filosofia dell'Altro, del prossimo. Lévinas Ha concentrato le sue riflessioni sull'altro, dando il primato al volto, che si presenta come una “ parola- grembo”, che custodisce una molteplicità di significati. la relazione con l'altro è il punto di partenza per la comprensione di se stessi. Il Volto dell'altro non è mai riducibile al Volto dell' io, tra alterità e ipseità resterà sempre quella distanza seppur minima. l'incontro con l'altro si configura in una etica di responsabilità: abbiamo una responsabilità illimitata nei confronti dell'altro, senza esigere reciprocità. Gregory Bateson passa dalla filosofia dell'alterità all'epistemologia della relazionalità: per lui bisogna considerare le due parti della relazione come due occhi, che separatamente forniscono solo una visione monoculare. la visione doppia è la relazione. Essa mette in discussione la propria verità. Consiste nel vedersi attraverso gli occhi dell'altro e comporta un'altra metanoia: essere disposti a cambiare il proprio punto di vista. Questo distanziamento dalla propria posizione, permette di rimanere flessibili e capaci di una prospettiva più ricca. Si tratta di trovare la giusta distanza (in matematica a distanza e il tratto minimo di linea retta che congiunge due punti). E’ ciò che i teorici della psicoterapia della Gestalt definiscono “ciclo di contatto”: solo il contatto sano con l'altro ( da cui scaturiscono confronto o conflitto) ci permette di attribuire ai nostri atti una diversa rilevanza e a scoprire che ci sono altri mondi possibili. la relazione sana comporta un doppio movimento: andare verso l'altro e ritornare verso noi stessi per adattare i nuovi “ acquisti”. Andare verso l'altro non consiste solo nel mettersi nelle sue scarpe (empatia), ma nella capacità di accettare l'altro in quanto diverso da

sé (exotropia). Restare ad una distanza eccessiva dal confine di contatto produrrà solo sofferenza ed isolamento. Anche fisiologicamente le relazioni si sviluppano sulla linea di confine: l'organismo termina al confine, dove vi sono I recettori sensoriali, attraverso cui il sistema riceve le informazioni e interagisce col mondo; e vi sono gli effettori con cui sistema nervoso modifica la posizione dell'organismo. La stessa cosa avviene a livello cellulare, attraverso la membrana cellulare. Orientamenti educativi L'obiettivo essenziale dell'educazione è diventato apprendere a relazionarsi positivamente con gli altri e con il mondo, costruire relazioni sane e sfuggire all'autodistruzione e alla minaccia di guerra e terrorismo. L'umanità deve formare individui capaci di consegnarsi all'altro e di dimorare in lui. Solo così ciascuno potrà dare forma alla sua vita. La formazione (Nota; dal latino “forma” = bellezza) e “actionis”; vuol dire dare bellezza alla vita degli altri) deve partire da un radicamento profondo nella persona, che attraversi il disincanto e l'angoscia e si radichi nel desiderio e nella speranza. Costruire la relazione, che è fonte di speranza, deve diventare un imperativo in tutti gli spazi della formazione. Per Moltmann (teologo tedesco), la speranza, è una possibilità esistenziale che dobbiamo apprendere. Per la crescita dell'umanità è fondamentale interrogarsi sui propri desideri e le proprie speranze no, senza i quali non si decide di intraprendere il viaggio verso la linea di confine. Educare (Nota: dal latino “ex-durre” = condurre fuori, portare) significa mettersi accanto, non imporre i propri desideri di genitori o di educatori, ma facilitare la scoperta di sé. In una parola “educazione è relazione”, e chi dice educazione, dice relazione. Noi viviamo il gioco della relazione; il gioco è una realtà fatta di vincoli e opportunità che però ci costringe ad accettare le regole al suo interno. Ma ogni limite non fa altro che circoscrivere l'orizzonte entro cui muoversi virgola entro cui Avere possibilità di scelta e di opportunità. Ecco la risposta ai quesiti iniziali: si diventa maturi e pronti ad attraversare il limen quando si apprende a trasformare il vincolo in libertà, o in una libertà possibile. E’ il vincolo che si fa libertà. CAPITOLO 2 FEMMINILE E MASCHILE: VICENDE E SIGNIFICATI DI UN’IRRIDUCIBILE DIVERSITA’ In pricipio era la diversità Si parte con una frase della Genesi: “ maschio e femmina li creò: a sua immagine li creò”. le caratteristiche costitutive è irriducibile del femminile e del maschile sono: diversità e legame, che hanno il compito della sopravvivenza. ogni corpo si presenta al mondo segnato dalla divisione sessuale, come femmina o come maschio. Si può vivere anche una frattura tra il sesso ( anatomico) è quello simbolico (genere). L’ identità prende le mosse del corpo sessuato. Il secondo aspetto della sessualità è l'attrazione ( una spinta istintiva a ricercare un altro corpo, diversamente sessuato.

L’Eros è una casa forza di attrazione che dona all'uomo e alla donna la generatività e la compagnia. spinge le diversità a congiungersi. Adamo esplode in un canto di gioia solo quando incontra Eva ( si potrà che solo l’Eros riveli la divinità). Quindi è un’ attrazione sessuale scritta dentro le diversità sessuali; il terzium ineliminabile tra maschio e femmina. identità sessuale e data dall'avere un corpo di femmina o di maschio con d...


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