Civiltà Minoica e Micenea. Fonti, Iliade. PDF

Title Civiltà Minoica e Micenea. Fonti, Iliade.
Course Storia Greca
Institution Università della Calabria
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Nascita e fine di due civiltà che fanno parte della storia greca. Fonti, in particolar modo riferimento all'Iliade....


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Civiltà Minoica Si sviluppa a Creta. Quasi certamente non apparteneva al mondo greco, ma si accordò ad esso perché nel1400 a.C. essa fu sopraffatta dalla civiltà micenea proveniente dalla Grecia. La civiltà minoica trae il suo nome da un personaggio o da un titolo : Minosse infatti significava anche ‘signore’. Secondo Tucidide questa civiltà fiorì dal 2000 a.C. e Minosse è il personaggio più antico di cui si ha notizia. Tucidide sostiene che Minosse è il primo a possedere una flotta e ad avere il controllo della maggior parte del mare ( chiamato poi Egeo). Ottenne infatti il dominio sulle Cicladi, primo colonizzatore di esse, combattendo la pirateria di questi mari.

Società A dirigere la società minoica era un monarca il cui potere si sviluppava nel Palazzo, centro economicoburocratico e religioso di ogni sito cretese ( smentita la teoria residenziale del Palazzo da cui prese il nome). Il monarca dunque era il signore di Creta che governava le altre isole attraverso i suoi figli. Le fonti archeologiche e non che testimoniano questa civiltà sono : la GRANDE MADRE in statua, principale dea dei minossi proveniente dall’Oriente asiatico; TAUROMACHIA, affresco ritrovato in uno dei palazzi di Cnosso. Una specie di corrida, gioco-battaglia contro il toro, che prevedeva una serie di esibizioni atletiche sul dorso del toro. Ricordo che il toro oltre ad essere uno degli animali più venerati sull’isola, è presente in diverse culture del Mediterraneo : come effige di moneta a Sibari ad esempio; LINEARE A : DISCO DI FESTO 1700 a.C. . Scrittura dei Minoici, la lineare A non è stata ancora decifrata; MINOTAURO. Leggenda narrata da fonti successive vuole che la figlia del re Minosse, Pasifae, si fosse unita ad un toro e avesse generato un essere a metà tra toro (testa) e uomo (corpo). Il re aveva incaricato un architetto greco, molto famoso, Dedalo, di costruire un labirinto nel quale rinchiudere la bestia. Così fece. Tale essere sarebbe stato ucciso dall’ateniese Tesio grazie all’aiuto di Arianna, poi abbandonata sull’isola da Tesio per far rientro ad Atene.

Intorno al 1400 i palazzi, cuore delle città cretesi, furono distrutti. La fine dei palazzi coincide probabilmente con la fine della civiltà minoica. Quali fossero le cause non possiamo dirlo con certezza: secondo alcuni l’arrivo sull’isola dei Micenei che conquistarono l’isola, secondo altri una prima distruzione è correlata all’eruzione del vulcano di Santorini, isola prospicente Creta. Conseguenza di questa eruzione è uno tsunami che sconvolse prima di tutto Santorini che assunse una forma a ferro di cavallo ( difatti l’isola probabilmente era rotonda) e poi Creta. L’isola di Santorini faceva parte dell’impero di Minosse, come dimostrano gli scavi che testimoniano l’importanza della civiltà cretese.

Civiltà micenea I Micenei erano greci, non in senso stretto dato che i greci si originano da Dori, Ioni ed Eoli. In ogni caso furono i primi abitanti della penisola ellenica e le loro città più importanti furono: Micene ( da cui il loro nome), Argo, Pilo, Corinto. Nel 1400 a.C. la civiltà Micenea, che già si era estesa nella penisola ellenica, occupa Creta provocando la fine di questa civiltà. La prova più evidente dei Micenei a Creta è data dall’arrivo sull’isola di una nuova scrittura, la Lineare B, sviluppatasi a partire dalla Lineare A. Poi diffusasi anche nella Penisola Ellenica.

La società La società micenea era piramidale. All’apice troviamo il WANAX, il re, poi il LAWAGETAS, comandante militare, ARISTOCRAZIA di nobili e sacerdoti, infine il DAMOS, pescatori artigiani ecc. Tutto questo si sa grazie a tavolette di argilla che facevano parte di una serie di archivi cittadini scritti in lineare B, decifrata nel 1952 da Michel Ventris and John Chadwick. Queste tavolette documentavano derrate alimentari, quindi produzione di olio e di vino, ma non mancano indizi sulla religione e tradizione. La società micenea era fortemente militare. A differenza dei Minoici e delle loro città, le città dei Micenei furono dotate di grandi fortificazioni. Ne è un esempio Micene, dotata di mura ciclopiche attraversate dalla famosa PORTA DEI LEONI.

LE FONTI Le principali fonti sulla civiltà minoica e micenea sono costituite da fonti archeologiche. La Lineare B in primis trasmette importanti informazioni sulla società dei Micenei. Un’altra importante fonte è l’Iliade. In essa ritroviamo una struttura sociale analoga a quella di cui parlano le TAVOLETTE. L’Iliade narra un anno della guerra di Troia 1194-1184 a.C. , contrasto tra Agamennone e Achille. Questi privato della sua schiava Briseide dal re Agamennone si ritira dal combattimento lasciando spazio al giovane e valoroso Ettore, principe troiano figlio di Priamo. Ettore semina terrore tra le fila degli eserciti greci e uccide Patroclo, amico fidato, forse amante, di Achille. Questo evento induce Achille a tornare sul campo di battaglia e vendicare l’amico. Lo fa vestendo una nuova armatura che gli è stata data dalla madre Teti, costruita dal fabbro degli dei Efesto, della quale spiccava uno scudo meraviglioso. A proposito della civiltà Micenea… Omero mette in bocca a Ulisse parole che evocano la struttura piramidale greca, ad esempio quando parla di BASILEUS ‘ non è un bene l’autorità di molti, ci deve essere un solo re’, il cui potere gli deriva dal figlio di Crono, ovvero Zeus. Il concetto sopra espresso riguardo il potere rispecchia perfettamente il periodo minoico e miceneo. Non una monarchia condivisa, il re non è un primus inter pares ma è un monarca assoluto. Zeus gli dà il potere espresso da due elementi : lo scettro e le leggi che il re deve far rispettare. Le leggi sono orali ( THEMISTES ). Il modello da seguire è Zeus, re degli dei. Non a caso Agamennone , durante la spedizione di Troia, è il re assoluto ( ANAX) a cui si sottomettono gli altri re greci ( BASILEIS ) : Achille è re dei Mirmidoni, Ulisse è capo di un contingente proveniente da Itaca, Aiace… Questo è il motivo per cui Achille non può uccidere Agamennone anche se subisce un’offesa, perché avrebbe commesso un grave errore nei confronti di Zeus. Il potere di Agamennone è una estensione del potere regale di Zeus, che glielo conferisce. Dunque il re è assoluto, è vero però che ascolta il consiglio degli altri nelle assemblee, accettando i pareri che più condivide, tuttavia l’ultima parola spetta a lui.

Sempre nell’Iliade , nel 18esimo libro, il poeta descrive il nuovo scudo di Achille confezionato dal dio Efesto dopo che lo scudo di Achille era stato usato incautamente da Patroclo. Questi infatti fu ucciso da Ettore che , come consuetudine, si era impossessato delle armi del vinto. Achille indossa una nuova armatura per il motivo suddetto. Lo scudo conteneva la rappresentazione di alcune scene. ‘Lo scudo consisteva di 5 strati, e con arte abilissima Efesto vi mise molti ornamenti: vi fece la terra, il cielo e il mare, il sole, la luna piena e tutti gli astri che fanno corona al cielo: le pleiadi, le Iadi , il forte orione, l’orsa “carro” che ruota su se stessa e guarda a Orione ed è la sola a non bagnarsi dall’oceano’ … ‘ Vi fece poi due città di uomini bellissime: in una erano nozze e banchetti, conducevano spose dalle loro stanze alla luce di fiaccole splendenti in un corteo per la città, si levava alto l’imeneo e giovani danzatori volteggiavano fra di loro, suonavano flauti e cetre. Le donne in piedi, ognuna sulle loro porte, guardavano con stupore. In piazza era raccolto il popolo: qui sorgeva una lite fra due uomini per l’ammenda di un morto. Uno pretendeva di pagare tutto, dichiarandolo in pubblico, l’altro non voleva accettare nulla. Entrambi si appellavano al giudice perché decidesse la pena. Il popolo acclamava , sostenendo chi l’uno e chi l’altro. Gli araldi trattenevano il popolo, i vecchi sedevano in sacro cerchio su pietre lisce tenendo tra le mani gli scettri degli araldi sonori, con quelli in mano si alzavano e sentenziavano a turno. Nel mezzo stavano due talenti d’oro da dare a chi pronunciasse la sentenza più giusta ‘. Da questo racconto si ricava la descrizione di alcune tradizioni:  

MATRIMONIO. Nulla è cambiato. La ragazza usciva dalla casa paterna con un grande applauso nel tripudio della gente e arriva in piazza seguita da un grande corteo. AMBITO GIUDIZIARIO. La contesa fra due uomini in merito ad un omicidio: uno afferma che pagherà un’ammenda totale, l’altro invece afferma di non voler pagare nulla. Il delitto di sangue in questo caso viene pagato attraverso un’ammenda. A decidere è il popolo, precisamente gli anziani a cui si riconosce un’aurea di saggezza. L’importanza del GHERON , che qui viene descritto come giudice di reati di sangue, è evidente. Il diritto di parola gli veniva attribuito dalla presa dello scettro.

L’altra città circondata da due eserciti. Ci troviamo in un contesto di guerra. Inizialmente il poeta descrive un assedio: all’interno di una città rimangono vecchi donne e bambini, mentre gli uomini vanno a combattere guidati da due divinità. Da un lato c’è Ares, dio della guerra, dall’altro Palla di Atena, cui la tradizione attribuisce le qualità di guerriera. I due dei erano stati rappresentati da Efesto con dimensioni maggiori, vestiti di splendidi armi, riconoscibili per la loro statura. IMPORTANZA DELLA GUERRA. E poi c’è un agguato alle mandrie, alle greggi: quelle da cui gli uomini antichi ricavano la carne e i viveri. Dunque l’attacco a dei pastori che conducevano le loro mandrie da parte dei soldati che vogliono impossessarsene. Infine la descrizione di un combattimento: alcuni a difesa delle mandrie, altri invece contro i pastori per prendere le greggi. ALLEVAMENTO. La descrizione della società sullo scudo continua. ‘Vi mise un maggese morbido, un campo grasso e largo da arare tre volte dove molti aratori facevano girare in giù e in su i buoi aggiogati’. Presente è inoltre una vigna. Viene descritta una scena di vendemmia, ‘ i grappoli neri’, colorita da musiche e canti, da fanciulli e fanciulle. AGRICOLTURA. Infine una mandria di buoi e vacche . E poi Efesto inserisce un gregge, una pista da ballo con giovani ragazza che danzavano tenendosi per la mano e ragazzi con tuniche…

L’ILIADE ci mostra gli elementi di una società antica ( 1200-1100 a.C.) che avranno il loro perché anche in seguito, sebbene la loro fonte è un componimento poetico il cui difetto è spesso quello di avere una visione ‘pompata’ della realtà....


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