Cocotte, I Colloqui - Analisi dettagliata della poesia di Gozzano, inserita all\'interno della raccolta PDF

Title Cocotte, I Colloqui - Analisi dettagliata della poesia di Gozzano, inserita all\'interno della raccolta
Course Letteratura italiana contemporanea
Institution Università di Bologna
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Analisi dettagliata della poesia di Gozzano, inserita all'interno della raccolta I Colloqui, pubblicata nel 1911....


Description

Cocotte, I Colloqui “Cocotte” letteralmente è “prostituta”, ma non una prostituta di strada, bensì una donna che si prostituisce in modo particolare, elegante e raffinato, una prostituta di classe. Secondo le testimonianze che lascia Gozzano, questa prostituta è una donna che lui ha conosciuta nel 1889, quando lui aveva 5 anni. Questo particolare lo rivela ad Amalia Guglielminetti, donna di cui Gozzano è stato innamorato per buona parte della sua vita. Nella lettera del 1907 ad Amalia, Gozzano le dice che sta componendo una poesia in endecasillabi e che è il ricordo di una Cocotte che incontrò nel 1889. Era una sua vicina di casa che affittava una villa con la famiglia di Gozzano, in estate. I loro giardini erano separati da un cancello e qualche volta la donna lo aveva abbracciato da quel cancello. Elementi interessanti da sottolineare:  è un ricordo molto lontano, di quando aveva 5 anni;  la Cocotte, attraverso le sbarre del giardino, lo abbracciava e gli diceva in francese, con un sorriso: “mio piccolo adorato”. Gozzano afferma che in quel sorriso c'era il senso di nostalgia di una donna adulta che non aveva avuto figli. Gozzano mette in rapporto la figura della Cocotte con la maternità;  è dalla madre che sente la parola Cocotte (usa una parola più elegante per non fargli capire → la parola viene da lui memorizzata);  chiama la Cocotte “la mia amica francese” e poi “la cattiva signorina” → “signorina” è una parola che al tempo di Gozzano non era ancora molto diffusa. Nella poesia Gozzano ritorna col pensiero, a distanza di vent'anni, all'incontro tra i due, in quanto è tornato a visitare il giardino dove si sono trovati per la prima volta, e afferma di aver sentito il bisogno di rivedere questa donna, la Cocotte. Questa cosa la comunica, appunto,nella lettere ad Amalia, la donna che amava. La poesia comincia con la rievocazione della casa delle vacanze. Dice di aver visto il giardino dove ha ricevuto una caramella. E' come se la scena avvenisse sotto i nostri occhi: ci sono battute che si scambiano (lei e il bambino) e siamo proiettati in una sorta di presente a-storico (è diventato il presente della memoria). La mamma dice che la donna è una “cattiva signorina” e vieta al figlio di parlarle. Gozzano ci racconta a modo suo uno “shock”, un “trauma”, il trauma di un bambino di 5 anni che non viene semplicemente abbracciato, in quanto nella poesia l'abbraccio si trasforma in un bacio. E' un bacio che non è ingenuo, perché la donna infila le mani tra le le sbarre, afferra la testa del bambino, la avvicina e la bacia. Non sappiamo che bacio sia. E' il primo bacio che lui riceve da una donna, ma da una donna che Gozzano non sa chi sia. E' la madre che gli mostra il senso del male e del peccato insito nella donna. Quello di Gozzano è un ricordo originario, egli vedrà sempre il volto di quella donna tra le sbarre. Egli si è visto per la prima volta, accanto al suo volto, una bocca tanto diversa da quella di sua madre, la bocca di una donna che non ha più a che fare con la sfera della maternità, che va al di là del sentimento materno e raggiunge l'erotismo. Anche Gozzano può rappresentare quindi un fenomeno traumatico. Inoltre tale fenomeno traumatico ha per lui un valore fondativo, in quanto il ricordo della Cocotte rimarrà per sempre impresso nella sua memoria.

Il ruolo della prostituta è determinante in tutta la cultura del secondo '800 e inizio '900. Lo stesso titolo dell'opera di Baudelaire I fiori del male sono un esplicito riferimento alle prostitute. Secondo Benjamin, la figura della prostituta è a guardia dei passaggi sia in senso fisico sia in senso metaforico, ovvero le prostitute molto spesso avevano le proprie abitazione nei cosiddetti “ passaggi”, cioè corridoi nella città di Parigi dove si poteva ancora “sognare”, praticare l'arte della “fantasia”, cosa che nel resto della città ormai totalmente cambiata non si poteva più fare. Le prostitute stavano a guardia dei passaggi così come stavano a guardia della memoria. C'è una memoria che non è dominata dalla nostra volontà (“io ricordo...”), ma ci sono anche delle memorie più interiori, che hanno a che fare con qualcosa che noi non dominiamo. Benjamin sostiene che questo tipo di memoria sia una memoria più profonda e che possa arrivare a riprendere dei temi mitologici (mito → racconto che serve a spiegare un trauma, un malessere psicologico → attraverso il mito Freud rende raccontabile il trauma) del passato e renderli attuali. In tutto il '900 gli scrittori sono soliti riprendere le memorie del passato e riadattarle nella situazione del presente. Nel testo di Gozzano c'è una memoria che apparentemente è individuale, in quanto Gozzano ricorda un momento della sua infanzia. In realtà, mettendo a confronto il ricordo con altri testi, ci rendiamo conto che questa è una memoria che può essere ampliata e che può essere utile per un pubblico più vasto, quello dei suoi lettori.

Il nodo centrale della vicenda è il fatto che la donna ha baciato il bambino. Il bambino adesso è diventato un uomo adulto ed egli crede di rintracciare in quel gesto l'inizio della sua vita sentimentale. Gozzano dà un valore molto ampio a quella scena. Quel bacio viene descritto come incantato, non è il bacio di una prostituta ma il bacio di una fata. Le prostitute sono le mediatrici tra il mondo normale e un altro mondo. La prostituta è una figura che sta al confine tra il mondo lecito e il mondo illecito, ha la funzione di traghettare l'individuo da una realtà ad un'altra. Grazie alla prostituta, Gozzano entra in un luogo che non è il luogo della norma, della quotidianità. *Pavese → torinese come Gozzano e propenso ad un mondo “particolare” esattamente come Gozzano → anche in Pavese vi sono figure femminili che hanno un potere occulto, magico e irrazionale che esercitano sulla vita degli uomini. Infatti tutta la vita di Pavese sarà caratterizzata dall'inseguire donne sfuggenti e amori impossibili. Quest'idea delle figure femminili che esercitano il proprio potere sugli uomini deriva da una lunga tradizione del mondo occidentale → nella cultura tardo-rinascimentale vi sono figure di donne incantatrici → nella cultura medievale → nella mitologia greca (es. Maga Circe, Calipso) Queste figure rappresentano sempre il passaggio dal razionale a qualche cosa che si oppone al razionale. Adorno e Horkeimer, due filosofi della scuola di Francoforte, scrissero nella Dialettica dell'Illuminismo una tesi secondo cui il pensiero razionale, il pensiero scientifico, può produrre in realtà qualcosa di irrazionale (es. l'epoca moderna ha prodotto il nazismo). Essi sostengono che l'intelligenza di Ulisse non è capace di vincere le forze dell'irrazionale, egli trova solo degli stratagemmi (con le sirene, con Polifemo), ma di fatto non vince mai. Questa è l'astuzia di Ulisse, non è la capacità di affrontare l'irrazionale e di vincerlo. Ulisse non riesce a tenere sotto controllo queste forze. Dobbiamo quindi ammettere che ci sono dei punti nella cultura occidentale in cui l'irrazionale continua a esistere, e lo ritroviamo anche nell'arte e nella letteratura. Gozzano non ha ancora una struttura mentale “attrezzata culturalmente” come quella di Pavese, ma ha capito che al centro della poesia ci possono essere temi come questo. La Cocotte è al centro della vita psichica di un uomo adulto, che sceglie quel ricordo relativo alla sua infanzia (l'incontro con la Cocotte, appunto) per farne oggetto del proprio componimento poetico. Il passaggio sta nel momento in cui la mamma rivela al figlio che la Cocotte è una “cattiva signorina”. Il bambino però non crede a quest'affermazione, tant'è che egli si mette a sognare delle divinità favoleggianti. Si entra nella realtà mitica e troviamo qui un riferimento molto chiaro alla vicenda di Ulisse. La Cocotte diventa automaticamente una deità favoleggiata nella fantasia del bambino, diventa una Circe, una Calipso moderna. Le prostitute sono quindi figure che stanno al passaggio tra il mondo diurno, mondo della luce e del razionale, e il mondo notturno, mondo delle tenebre e della fantasia (il bambino pensa alle fate), dell'irrazionale. La conseguenza del divieto che la madre impone al bambino la troviamo nella TERZA STROFA → un giorno la Cocotte chiama il bambino, dicendole che non l'ha più visto e che pensa che non voglia farsi più baciare da lei. Il bambino le chiede ingenuamente se è vero che lei è una Cocotte. E lei “perdutamente rise”, in quanto capisce, ma nel frattempo soffre di quello che ha capito, ovvero lei sa di aver perso l'amicizia del bambino. Ella sa di essere una donna perduta e rifiutata dalla società. A conclusione della scena, la Cocotte lo bacia con le pupille piene di tristezza. Quando Gozzano scrive subentra un altro tipo di memoria, è la memoria dell'uomo adulto che ragiona su ciò che gli è successo e si rende conto che quella Cocotte del passato ha un valore anche nel presente, e ciò si intuisce dalla PARTE QUARTA → Gozzano, parlando alla Cocotte che non c'è più (procedimento tipico leopardiano), esprime il nucleo della sua poetica: Gozzano ha bisogno di queste donne che non ci sono più e che hanno a che fare con il passato e con la memoria per parlare delle donne che ci sono ADESSO. Qui Gozzano ha un'idea molto interessante. Quella donna che allora era giovane adesso è diventata vecchia, quindi Gozzano si chiede “il tempo che è passato adesso come ti ha trasformato? Come inganni il passaggio di questo tempo?” Tutti gli amanti che hanno frequentato la casa e il letto della Cocotte adesso non la vogliono più, perché il belletto e il cosmetico ormai non funzionano più su di lei (“alcova” → letto dove la prostituta riceve i suoi clienti). A questo punto viene fuori l'elaborazione del trauma infantile di Gozzano: si rende conto che il legame tra lui e la Cocotte non è mai finito, o per lo meno c'è qualcosa nella sua mente che tiene in vita quel legame, di conseguenza lui bambino può essere, ad oggi, ancora l'unico amante della Cocotte. Non si tratta solo della memoria come ricordo di quell'episodio, ma della memoria come rielaborazione di quell'episodio riportato nel presente. Gozzano parla di quel rapporto come se non fosse qualcosa di immorale, ma qualcosa di ingenuo e di totalmente positivo. Aggiunge inoltre qualcosa di ancora più scandaloso: Gozzano forse non ha amato nessun'altra donna oltre a lei (cosa che ci mette dei dubbi, in quanto in altre poesie passate ammette di aver amato altre donne). Se si pensa al fatto che tale poesia è stata inviata ad Amalia, donna che lui amava a quel tempo, si capisce il perché di questo scandalo. Alla prostituta Gozzano si riferisce con tre termini:

1 termine = Cocotte 2 termine = cattiva signorina 3 termine = creatura → possiamo trovare due valori a questo termine: 1) come tutti gli esseri umani questa donna è una creatura, ma è un valore un po' strano, quasi religioso; 2) potrebbe anche essere riferito all'operazione che Gozzano sta facendo, ovvero Gozzano la sta creando, lei che non ha nome e che semplicemente è una Cocotte, viene creata da Gozzano con questa poesia; valore ulteriore 3) Gozzano l'ha creata ma adesso la ri-crea così com'era, la sua memoria la ri-crea come creatura ORA. IN QUESTO MOMENTO la Cocotte è creatura di Gozzano o della poesia che si fonda sulla memoria di Gozzano. A Gozzano non importa se la Cocotte è invecchiata, la desidera, anche fisicamente, ancora oggi. Gozzano dice che lei è “vestita di tempo”, ovvero non è più vestita di quegli abiti che la caratterizzavano anni prima, adesso egli la vede vestita di un'altra cosa. Lei è allegoria del tempo lontano che può diventare vicino e, in questo modo, questa creatura è l'apparizione improvvisa della lontananza che può tornare nel presente. La Cocotte incarna ed è allegoria del tempo → concetto di aura. Dice di aver bisogno di lei per fare poesia e per soddisfare il suo desiderio: il presente non gli va bene, ha bisogno che lei sia l'allegoria di quel passato che può tornare a nutrire da lontano la sua poesia, consapevole che è qualcosa che può sorgere solo in determinate circostanze. Ha bisogno di una donna vecchia, che moralmente è stata bollata dalla mamma e dalla società e lui sente il bisogno di quella proibizione, in quanto proprio quella proibizione gli ha impedito di crescere dal punto di vista psicologico in maniera corretta. Adesso Gozzano cita due donne presenti in due componimenti precedenti: Carlotta e Graziella. Gozzano promette che egli ridarà alla Cocotte la bellezza, l' aura che non possiede più e che caratterizza invece queste due donne. Gozzano può far poesia solo in questo modo: è un uomo che per amare le proprie donne ha bisogno che queste donne vengano travestite, attraverso una manipolazione specifica che le rende donne del passato e donne del sogno. Gozzano ha bisogno del sogno, del passato, perché ha bisogno di tutto ciò che non esiste più. La sua poesia deve andare in un'altra direzione, deve andare oltre ciò che cade sotto i nostri occhi. In queste ultime tre strofe risorge il passato, ma risorge nella forma dell'IPOTESI, non della realtà: la donna e il bambino si amano ma non nel presente, bensì in una dimensione che noi non possiamo definire. Il tempo in cui si colloca questo amore è il tempo dell'ipotesi, dove le cose non si sono realizzate, ma potrebbero o si potrebbero realizzare (Gozzano usa il FUTURO che va collocato all'interno di questo tempo ipotetico). 1. RACCONTO EPISODIO ORIGINARIO 2. INTERRUZIONE DOVUTA AL DIVIETO MATERNO 3. RIELABORAZIONE DEL TRAUMA PER FARNE OGGETTO POETICO basando il discorso su una memoria in cui entra un'altra facoltà, ovvero quella dell'immaginazione. In quello spazio dell'immaginazione Gozzano può confessare, con un bisogno che non è quello di un uomo adulto, ma di un uomo non adulto che guarda al passato, che l'unico amore che potrebbe provare è quello che può risorgere dal passato. Ultima strofa: “signorina” diventa “SIGNORA” (termine nobile) → quella donna è diventata la SUA SIGNORA che nel mondo dell'immaginazione è diventata la sua “SPOSA”. Gozzano dice che loro due “risorgeranno” dal passato → Benjamin direbbe che questo è un fenomeno auratico...


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