Descrizione della poesia bombardamento PDF

Title Descrizione della poesia bombardamento
Author Giorgio Giorgini
Course Letteratura e cultura dell'Italia contemporanea
Institution Università degli Studi di Milano
Pages 1
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Summary

Eccovi una descrizione della poesia bombardamento...


Description

BOMBARDAMENTO Da Zang Tumb Tumb, pubblicato nel 1914, il poemetto in prosa parola libera si divide in dieci parti. Il componimento offre una rappresentazione, in parte verbale e in parte visiva (con l’uso di parole in neretto e maiuscole e con la particolare disposizione delle parole sulla pagina), del bombardamento subito nell’ottobre 1912 da Adrianopoli, una città turca, a opera dei bulgari. Il passo costituì il cavallo di battaglia di Marinetti declamatore. Il brano celebra il rito igienico della guerra, del quale vuole esprimere sulla pagina scritta tutta la forza dinamica. La violenza e la ferocia della guerra sono recepite da Marinetti come musica, come spettacolo bellissimo e purificatore. Lo stile sostiene il messaggio: le parole in libertà servono a commentare come didascalie, come fosse un testo teatrale, l’avvenimento guerresco. L’autore vuole rappresentare le sensazioni suggerite dal bombardamento nella maniera più oggettiva e fedele possibile. Non descrive, perciò, ma raccoglie con ossessiva attenzione le impressioni, le immagini, i suoni e i colori di una giornata di guerra. Le forme sulla pagina imitano lo sconquasso provocato dai bombardamenti. Sono ripetuti ed evidenziati i sostantivi chiave, che esprimono le virtù e i valori che si vogliono celebrare. Quasi tra ogni parola, gli spazi bianchi corrispondi ai silenzi. Sul piano linguistico, spiccano tre fenomeni: - la mancanza di punteggiatura; - l’uso ossessivo dell’onomatopea, in neretto, che riproduce il rumore assordante del boato e che diviene pienamente comprensibile solo se il brano viene letto ad alta voce e recitato. L’idea dei suoni si vede anche in alcuni avverbi che accennano il movimento spaziale. - infine l’uso dell’accumulo verbale: incontriamo serie di verbi all’infinito, che suggeriscono l’idea di continuità e durata /sventrare, balzare, scandere ecc.), sequenze di vocaboli che si richiamano per analogia (azzannarlo, sminuzzarlo, sparpagliarlo; oppure alture, palchi, loggione).

Malgrado tutto Marinetti non riesce però a ricorrere in maniera esclusiva alle parole in libertà. Nel testo incontriamo infatti frasi di sapore tradizionale (non sento più i miei piedi gelati), incentrate su quell’io che, in teoria, la sua poetica rifiuta. L’autore vorrebbe eliminare gli avverbi, e invece si lascia sfuggire un "comunica telefonicamente" e gli avverbi di luogo (su giù là là intorno in alto), che accentuano il senso del movimento spaziale. La stessa caduta della punteggiatura è compensata dall'uso degli spazi bianchi, che hanno, in fondo, la medesima funzione di scandire i temi della letteratura. Lo sforzo è quello di rendere il dinamismo della materia e la simultaneità delle sensazioni, trasferendole sul piano acustico e visivo, in cui i vari elementi tendono a mescolarsi e a compenetrarsi....


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