crisi dell\'io e delle certezze PDF

Title crisi dell\'io e delle certezze
Author Francesco Mattia
Course Letteratura artistica
Institution Sapienza - Università di Roma
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mappa concettuale esame di stato liceo artistico...


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NODO CONCETTUALE: CRISI DELL'IO ARGOMENTI (italiano: Pirandello) (storia: Biennio rosso, il dopo guerra) storia dell'arte: Munch / Van Gogh / Gericault inglese: Dorian Gray filosofia: Freud / Schopenhauer / Nietsche / Kierkegaard matematica: Le tre specie di discontinuità Sigmund Freud è il padre della psicoanalisi e nasce in Moravia nel 1856. Ogni settore della vita del 900 sarà influenzato dal suo pensiero, quindi non solo la medicina, ma anche la letteratura, la filosofia, l'arte, la morale, poiché lui va a rivoluzionare l'immagine dell'io, rivelando in esso una zona buia e impenetrabile, ovvero l'inconscio. Lui sarà dottore, e quindi dopo la laurea in medicina andrà a lavorare in un reparto di malattie nervose. Nel clima positivistico e materialistico di fine 800 non si pensava che la malattia mentale potesse derivare da dei traumi a livello psichico, ma si pensava che fosse la conseguenza di disturbi fisici, ad esempio di lesioni cerebrali. Freud si va ad occupare di come curare l'isteria. Collaborò con Breuer a degli studi sull'isteria e attuano il cosiddetto metodo catartico; che consiste nel mttere sotto ipnosi il paziente e indurre in lui una scarica emotiva, provocata dal ricordo. Dopo alcuni anni però Freud abbandona questa ipnosi per due ragioni fondamentali: innanzitutto si rende conto che creava dipendenza nei pazienti, e perchè non tutti i pazienti erano suggestionabili. Allora Freud sostituisce al metodo dell'ipnosi il metodo della pressione: in pratica premeva il palmo della mano sulla fronte del paziente, facendo riaffiorare i ricordi, soprattutto quelli spiacevoli. Lui abbandonerà anche il metodo della pressione e rivolgerà la sua attenzione al metodo delle libere associazioni: lui cercava di far rilassare sua famosa poltrona il paziente, e poi, partendo da una parola che lui dava, permetteva una libera associazione con altre parole al paziente, in modo da risalire agli eventi traumatici che avevano appunto causato il disturbo. Con i suoi studi capi che l'individuo per permettersi di vivere una vita normale adotta dei meccanismi di difesa, che però possono sfociare nell'isteria. Infatti noi rimoviamo le cose spiacevoli che ci accadono durante il corso della nostra vita, che però non significa eliminare qualcosa di sbagliato, significa piuttosto avere una reazione di difesa, che può ricadere in una nevrosi o un in caso psichico. A questo proposito c'è la differenza tra nevrosi e psicosi: - nella nevrosi l'io rimane cosciente, quindi l'individuo riesce a vivere la sua vita pur con i suoi sintomi nevrotici. - la psicosi è una malattia molto più pesante perché va a compromettere l'io stesso. Nel 1899 scrive il libro "l'interpretazione dei sogni" e a questo punto inizia a mostrarci una psiche divisa in tre parti: - la parte conscia, che corrisponde a tutto ciò che conosciamo di noi, ovvero la nostra parte razionale; - il preconscio, che corrisponde ad uno sforzo di memoria che noi facciamo quando cerchiamo di ricordare qualcosa del nostro vissuto. - l'inconscio, dove sono presenti tutte le nostre memorie e tutti i nostri momenti censurati, quindi tutto quello che non ricordiamo, come ad esempio la nostra infanzia. Ci sono anche quei momenti dolorosi, tutti i nostri istinti e le nostre pulsioni. L'inconscio obbedisce al principio del piacere.

È a questo punto che rientra il Superio, che sarebbe una censura: esso rappresenta la parte morale della nostra psiche, ed è costituito da tutte le regole e da tutte le aspettative che ci hanno inculcato i nostri genitori. Tanto

è vero che il Superio si modella in base ai genitori che noi abbiamo avuto. Poi abbiamo la nostra parte razionale, il nostro Io, quello che noi conosciamo esattamente di noi stessi. Freud dice che il nostro io è servo di 3 padroni: - l'es, che ci spinge a soddisfare quelle pulsioni razionali; - il mondo esterno, che ci pone dei limiti. - il Superio, che non fa emergere le nostre pulsioni. Fa questa differenzazione appunto perché la nervosi avviene perché l'individuo, non riesce a mantenere un equilibrio tra questi tre padroni e inizia a cadere nell'angoscia: - c'è quella reale, che avviene nei confronti del mondo esterno; - c'è quella morale, che avviene nei confronti della censura stessa, cioè nei confronti del nostro superio; - c'è quella irrazionale, che avviene nei confronti dell'Es, cioè nei confronti di quelli che sono i nostri istinti e le pulsioni. Quando non riusciamo più a contenere questa angoscia emergono i sintomi nevrotici, che però non dobbiamo ritenere solo negativi, ma possono essere per noi una soluzione che ci può far stare bene. Soltanto quando diventano non tollerabili si ha bisogno di cure. Questi tre luoghi della psiche Freud li rappresenta come un iceberg: lui sta nell'acqua, e quindi la parte che divide la parte emersa da quella sommersa è il preconscio, ovvero il Superio. Questa parte delle volte affiorare altre no, perché non c'è una divisione netta.

Schopenhauer nasce a Danzica nel 1788 e dedicandosi agli studi classici dopo la morte del padre, grazie a un ricco mercante, che avrebbe voluto avviarlo alla propria professione, si laurea nel 1818 in filosofia presso l'università di Jena, nello stesso anno pubblica il suo capolavoro, "Il mondo come volontà e rappresentazione". Per Schopenhauer conosciamo la cosa in sé attraverso il corpo, il quale si dà all'uomo in due diverse maniere: come rappresentazione e come volontà. Attraverso il corpo l'uomo può dunque conoscere la cosa in sé che è, punto, volontà. La volontà, essendo altra cosa rispetto al mondo fenomenico ricostruito riprodotto dall'intelletto, non è sottoposta alle forme a priori dello spazio e del tempo: essa è dunque unica ed eterna, ed è estranea al principio di ragion sufficiente, quindi è irrazionale. Il destino degli individui non ha alcuna rilevanza per la volontà, che è interessata unicamente alla conservazione della specie, corrispondente all'idea in cui la volontà stessa sì oggettiva. Quindi l'amore si riduce all'Unione sessuale finalizzata la progressione quindi alla conservazione della specie, che l'unica cosa che interessa la volontà. Per ottenere questo scopo la volontà ha posto negli animali un istinto sessuale così forte, che maschi si combattono fino alla morte per la conquista della femmina. Da queste premesse Schopenhauer deriva una visione fortemente pessimistica dell'essere, della società e dell'esistenza. Il suo è un pessimismo cosmico, perché il principio, che agisce in tutti i viventi, è privo di razionalità e finalità. La volontà agisce sull'uomo attraverso il bisogno, quindi attraverso una mancanza, attraverso una sofferenza: ne determina una condizione di intrinseca infelicità che lascia presto il posto alla noia. L'assenza del desiderio è infatti la noia, che l'uomo percepisce come morte spirituale e perciò tenta di vincere con sempre nuove insaziabili desideri. Il volere, secondo Schopenhauer, è la causa prima dell'infelicità umana, perché ogni volere deriva dalla mancanza, quindi dal dolore, ma anche perché il volere chiude l'individuo in se stesso, rendendolo un inconsapevole strumento della volontà universale. Ma l'uomo può prendere coscienza dell'azione della volontà in lui e giungere infine alla Liberazione attraverso tre principali vie: 1) L'arte: Schopenhauer dice che quando vediamo un'opera d'arte, si rimane immersi nella contemplazione di quell'opera, abbandonando tutti i propri pensieri punto le diverse arti corrispondono ai vari gradi di

oggettivazione della volontà, una scala ascendente inversamente proporzionale al contenuto materiale, Cioè quanto più grande e il contenuto materiale dell'espressione artistica, Tanto più è basso il livello di oggettivazione della volontà: la musica occupa il posto più alto tra le arti. L'arte però non è un quietivo per la volontà, non la fa cioè cessare, non consente di superarla: è soltanto una consolazione provvisoria, una breve pausa che interrompe per un po' il desiderio e quindi il dolore. 2) La compassione: essa permette il superamento dell'identità individuale nell'identificazione del singolo con tutti gli individui: la compassione indica il superamento della propria individualità per sentirsi parte della sofferenza universale. 3) L'ascesi: la vita è dolore e causa del dolore è il desiderio. La strada per uscire dal desiderio passa attraverso una serie di precetti: - castità, fino alla completa rimozione del desiderio sessuale; - povertà, come distacco dalle cose e dalla brama di possederle; - digiuno, come rifiuto del piacere del cibo e mortificazione del corpo. Attraverso questo percorso Possiamo aggiungere alla negazione della volontà, alla nolontà, sostituendo ai desideri un vuoto interiore che è il nulla, da intendere come mancanza di dolori, come pace, come profonda serenità. Il pensiero di Nietzsche può essere diviso in tre periodi, lui stesso parla delle tre famose trasformazioni: la prima trasformazione è quella del cammello, in cui lui porta sulla sua gobba tutti i valori del passato, quindi i valori della tradizione, della religione e della morale. Questo periodo viene definito dagli studiosi come "periodo romantico", e abbiamo le sue prime opere, come "La nascita della tragedia" e "Le considerazioni inattuali". Per La nascita della tragedia si focalizzerà sul mondo greco ed andrà a vedere quali sono le cause che hanno determinato la decadenza del mondo occidentale. Nelle considerazioni inattuali, invece, espone il suo concetto di storia, e come vede quindi effettivamente la storia: non va ricercare la verità del fatto storico, ma invece se essa può essere o meno utile alla vita. Il secondo periodo, invece, è quello del leone, il leone che sbrana, distrugge. In questo periodo quindi lui distrugge tutte quelle che erano state le tradizioni che faticosamente si portava dietro. Questo periodo viene visto dagli studiosi come anche periodo illuministico. E poi c'è la cosiddetta 'gaia scienza': si chiama gaia proprio perché è liberatoria. È proprio nel libro della gaia scienza che troviamo il racconto dell'uomo folle, e quindi si giunge alla morte di Dio: racconto drammatico, in quanto la morte di dio apre uno spazio vuoto, ed ha una duplice valenza, perché da una parte ci libera dal peso della metafisica, quindi ci libera dal peso di tutti quei valori che ci portiamo dietro, dall'altra parte invece ci pone davanti a un baratro, perché noi non siamo protetti, rimaniamo praticamente da soli. Ed è a questo punto che ci serve una figura di uomo che riesce ad andare anche oltre l'uomo stesso: ci vuole un uomo nuovo che, dopo quel momento di smarrimento provocato dalla morte di Dio, riesca a trovare un nuovo modo di essere, di pensare e di agire. Zarathustra annuncia l'arrivo di questo uomo nuovo nella fase chiamata "fase del fanciullo", dove l'opera più importante infatti è "Così parlò Zarathustra". Il profeta persiano che vedeva nella lotta bene-male la ruota che spinge tutte le cose, diceva che c'era una divinità buona che andava contro una divinità cattiva, e il cosmo non è altro che il dispiegarsi di questa lotta tra queste due forze. Questa lotta si concluderà con la vittoria del bene; quindi lui, ancor prima di Cristo, è il primo che commette l'errore di fondare una morale metafisica, di conseguenza lui è il primo che si è accorto di aver commesso questo errore. Ma il superuomo lo annuncerà in un momento particolare, ovvero nel meriggio (mezzogiorno): questo è il momento nel quale non ci sono le ombre. Zarathustra quindi annuncia il Superuomo proprio in questo momento, e sarà raffigurato come un fanciullo ridente circondato di luce. Proprio fanciullo perché i fanciulli fanno tutto ciò che vogliono, vivono la vita con gioia e con libertà, sono degli egoisti e non sono condizionati dalla morale.

Soren Kierkegaard padre dell'esistenzialismo ci presenterà l'angoscia della scelta. Nasce a Copenaghen nel 1813, quando suo padre ebbe la sventura di veder morire la moglie e cinque dei sette figli, essendo poverissimo, e date queste circostanze decide di maledire Dio. Poco dopo però un commerciante se lo prende e , grazie a questo, diventa benestante, si sposa ed ebbe addirittura una relazione extraconiugale con la governante. Kierkegaard suggerisce che il pensatore soggettivo è impegnato nell'esistenza, e il pensiero deve di conseguenza confrontarsi con i diversi casi e con la pluralità delle situazioni, quindi il soggetto si ritrova davanti a delle alternative, delle quali solo una può scegliere, eliminando di conseguenza tutte le altre possibilità che avrebbe potuto scegliere. Tuttavia questa libertà produce angoscia, perché l'uomo deve scegliere, ma non può conoscere le conseguenze delle loro scelte. L'angoscia quindi deriva dal peccato, prima che quest'ultimo è entrato nel mondo, l'uomo viveva in uno stato di innocenza, egli quindi non era peccatore, perché non poteva scegliere, ma in quanto non poteva scegliere non era libero e quindi non era un individuo. Il primo uomo che ha vissuto il sentimento dell'angoscia è stato quindi Adamo, che prima della scelta di mangiare la mela non poteva essere definito uomo. Il primo momento della coscienza di sé produce quindi la disperazione, malattia mortale che riguarda il rapporto conflittuale dell'uomo con sé stesso ed è condizione esistenziale dell'uomo in quanto uomo. L'unica possibilità che ha il singolo per superare la disperazione è la fede, egli infatti da un lato può accettare la propria condizione di limitatezza, dall'altro però può rifiutarsi, entrando in contraddizione con sé stesso. L'unica alternativa è la fede, che è paradosso inconciliabile con la ragione, è scaldalo, ma proprio per questo risolve il dramma dell'esistenza, mettendo l'uomo in rapporto intimo con Dio.

Eduard Munch un'artista eccentrico perché giunge dal Nord,è nato a Oslo nel 1863 e con la sua pittura inedita, fortemente anticipatrice dei temi legati all'inquietudine, isolamento e solitudine che pervaderanno le opere prodotte nel'900. È eccentrico e propone un'arte fuori dai centri di produzione dell'arte come Parigi e Vienna. Avrà modo di collegare il suo apporto artistico ad una città tedesca, Berlino,dove si era formato un gruppo di secessionisti. Avrà modo di viaggiare: compirà diversi soggiorni a Parigi,entra a contatto con gli impressionisti,amerà molto le opere dei post-impressionisti soprattutto quelle che mettevano in luce temi esistenziali come Gauguin e Van Gogh e disdegnerà la tecnica dell'en plein air. La sua vita è stata costellata da diversi lutti (madre e sorella per tubercolosi). Non è mai riuscito a superare questi traumi, e infatti, divenne un artista depresso in preda a crisi esistenziali. Munch ha sempre cercato di descrivere le proprie emozioni in modo da saperle generalizzare attraverso un nuovo linguaggio pittorico. Riesce a trasmettere sulla tela senza filtri e abbellimenti le sue emozioni. È in grado di esprimere,generalizzare e adattare le sue emozioni a qualunque uomo. Nell' esposizione 1896 espose un dipinto alla mostra autunnale collettiva, e il titolo era "studio", il tema fu uno dei motivi preferiti del periodo, ossia al vegienza delle persone costrette al letto. Opera dedicata alla sorella Sofie, che muore di tubercolose a soli 15 anni. Il dipinto è quindi eseguito sulla base del ricordo, e in varie versioni da cu la prima del 1885, e queste varianti dimostrano l'atteggiamento ossessivo verso questa vicenda. Il pittore descrive l'opera come la matrice di ciò che accadrà in seguito. Con un tratto criticato e piuttosto sfocato egli ritrae la sorella pallida di profilo, con dei lunghi capelli rossi in evidenzia col bianco del cuscino. Accanto al suo letto china vicino al lei c'è la zia, che tiene la mano alla malata, in segno di rassegnata disperazione. Il pittore stesso sembra essere accanto, anche la tecnica "tormentata" sembra grattare la tela per togliere il colore, questo graffio della tela starebbe a rappresentare la metafora della battaglia contro la malattia. La prospettiva completamente sfasata, nei rapporti tra i piani accentua la tragicità della scena, l'arredo crea una cornice visiva che obbliga a guardare al centro la malattia. Al centro i due volti si stagliano contro il bianco del cuscino, e la ragazza con una rassegnata consapevolezza cerca di consolare la zia più sofferente della malata stessa. Munch non ha nessuna pietà per i modelli poichè usa una tecnica pittorica che emana dolore poichè specchio della propria personale esperienza. Inoltre in una lettera scrive

"credo nessun pittore abbia vissuto a fondo il tema del dolore, come io dipingo la bambina malata, con me mente dipingevo vi erano tutti i miei cari.." I critici definiscono l'aria offuscata e malata e i colori sono giocati col rosso dal sangue e il verde graffiato e sofferente. La differenza con le varie variazione cerca sembra si migliorare la pelle diafana della ragazza, vuole che la malattia sia resa dall'espressione della ragazza. Realizzato un anno dopo il quadro della sorella ed esposto nel 5 novembre del 1892 a Berlino, l'opera suscitò scandalo insieme le altre opere e venne chiusa dopo una settimana poichè ritenuta un insulto all'arte; rappresenta un stile totalmente cambiato. La scelta di dare forma a un grido di dolore, di un soggetto astratto evocativo porta il pittore a un uso cromatico e di tratti completamente anti naturalistica, ma specchio di una situazione interiore. Egli traduce alla lettera questa sua visione distorta, che solo l'artista ha la capacita di sentire. Attraverso l'ondeggiare inquietante, la prospettiva obliqua e le forme distorte; Munch da forma visiva alla perdita di equilibrio. Il taglio del dipinto, che omette la parte inferiore, fa in modo che venga coinvolto anche il mondo di chi osserva. Dipinto autobiografico, ma grazie allo stile pittorico il fatto diventa immediatamente comprensibile e universale. Sullo sfondo oltre ai due amici che non partecipano all'inconscio dell'artista (solitudine); anche il paesaggio non sembra partecipare al dolore del soggetto, in quanto non rassicurante. Paesaggio del fiordo norvegese di Oslo. I colori danno un senso di forte drammaticità e danno la percezione del dolore dell'artista. la perdita dell' armonia del rapporto tra l'uomo e la natura che ci da il caos. le linee curve del paesaggio rappresentano il vortice entro il quale si perde l'anima, tanto è vero che il corpo non è reale ma sembra assomigliare ad uno spirito. Tra le forme si evidenzia l'ovale della bocca da cui sembra dipartire tutto il movimento, ossia, le onde sonore dell'urlo si diffondono dall'uomo attraverso il paesaggio. Gli uomini sul retro sordi ed impassibili che rappresentano la falsità e la poca empatia dei rapporti umani. Un altro artista tormentato da questa crisi esistenziale è Vincent Van Gogh nasce nel 1853 a Groot Zundert ed ebbe, a causa della sua estrema sensibilità di artista, una vita molto tormentata. Molto importante per il rapporto con il fratello il trasferimento nella città francese, dove molto del suo tempo lo spende assieme al fratello e i due, da quel momento, iniziano una corrispondenza che durerà tutta la vita e che rappresenta ancora oggi il mezzo migliore per studiare le opinioni, i sentimenti lo stato d'animo e la pittura di Vincent. Durante il soggiorno parigino Vincent Van Gogh scopre la pittura impressionista e approfondisce l'interesse per l'arte e le stampe giapponesi. Conosce molti pittori tra cui Toulouse Lautrec e Paul Gauguin che apprezza particolarmente. La loro sarà una relazione assi turbolenta, con esiti anche drammatici, come testimonia il famoso episodio del taglio dell'orecchio. Egli studiava teologia, ma man mano che il fervore religioso di Vincent aumenta, il suo stato di salute fisico e mentale volge al peggio. Mentre continua i suoi studi e dipinge in compagnia di alcune nuove conoscenze, il suo stato di salute va nuovamente deteriorandosi, tanto da dover essere ricoverato in ospedale per gonorrea. Durante la prima parte dell'anno, lo stato di salute mentale di Vincent oscilla paurosamente. A volte è completamente calmo e lucido; altre volte, soffre di allucinazioni e fissazioni. Continua sporadicamente a lavorare nella sua "Casa Gialla", ma la frequenza crescente degli attacchi lo induce, con l'aiuto di Theo, a farsi ricoverare presso l'ospedale psichiatrico di Saint-Rémy-de-Provence. Per ironia della sorte, mentre lo stato mentale di sa...


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