Dadaismo PDF

Title Dadaismo
Author Giovanna De Rosa
Course Storia dell'arte contemporanea
Institution Università degli Studi di Napoli L'Orientale
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Dadaismo + Duchamp e Man Ray...


Description

IL DADAISMO

Il Dadaismo o Dada è una tendenza culturale nata a Zurigo, nella Svizzera neutrale della prima guerra mondiale, e sviluppatasi tra il 1916 e il1920. Il movimento, che ha interessato soprattutto le arti visive, la letteratura (poesia, manifesti artistici), il teatro e la grafica, incarnava la sua politica antibellica attraverso un rifiuto degli standard artistici, come dimostra il nome dada che non ha un vero e proprio significato, tramite opere culturali che erano contro l'arte stessa. Il dadaismo ha quindi messo in dubbio e stravolto le convenzioni dell'epoca; ha inoltre proposto il rifiuto della ragione e della logica, ed ha enfatizzato la stravaganza, la derisione e l'umorismo. Gli artisti dada erano volutamente irrispettosi, stravaganti, provavano disgusto nei confronti delle usanze del passato; ricercavano la libertà di creatività per la quale utilizzavano tutti i materiali e le forme disponibili. Le attività dada includevano manifestazioni pubbliche, dimostrazioni, pubblicazioni di periodici d'arte e letteratura. Le tematiche trattate spaziavano dall'arte alla politica. Dada nacque come protesta contro il barbarismo della Prima guerra mondiale, in seguito il movimento divenne più improntato su una sorta di nichilismo artistico, che escludeva e condannava la rigidità e il manierismo in vari campi dell'arte come la letteratura, la pittura, lascultura. Tutto ciò era applicato anche e soprattutto alle convenzioni della società in cui gli artisti vivevano. Il dadaismo ha influenzato stili artistici e movimenti nati successivamente, come il surrealismo e il gruppo neo-dada Fluxus. Dada è stato un movimento internazionale, Secondo i dadaisti stessi, il dadaismo non era arte, era anti-arte. Tentava, infatti, di combattere l'arte con l'arte. Per ogni cosa che l'arte sosteneva, Dada rappresentava l'opposto. Se l'arte prestava attenzione all'estetica, Dada ignorava l'estetica; se l'arte doveva lanciare un messaggio implicito attraverso le opere, Dada tentava di non avere alcun messaggio, infatti l'interpretazione di Dada dipende interamente dal singolo individuo; se l'arte voleva richiamare sentimenti positivi, Dada offendeva. Attraverso questo rifiuto della cultura e dell'estetica tradizionali i dadaisti speravano di distruggere loro stessi, ma, ironicamente, l'arte. La ragione e la logica avevano lasciato alla gente gli orrori della guerra, e l'unica via di salvezza era il rifiuto della logica per abbracciare l'anarchia e l'irrazionalità. Comunque, tutto ciò può essere inteso come lato logico dell'anarchia e il rifiuto dei valori e dell'ordine. La distruzione sistematica dei valori, non è quindi irrazionale, se si pensa che debba essere messa in atto. L'esperienza della guerra, la disgregazione delle istituzioni di tradizione ottocentesca e le grandi trasformazioni sociali e politiche producono nel ventennio tra le due guerre mondiali un forte distacco dal passato non solo in campo storico e sociale ma anche in quello culturale e artistico. La situazione storica in cui il movimento ha origine è la fine della Prima Guerra Mondiale, quando la situazione politica era pessima e i conflitti sociali esasperati; l'inclinazione sovversiva di Dada trova il terreno giusto con un gruppo di intellettuali europei che si rifugia in Svizzera per sfuggire alla guerra. Questo gruppo è formato da Hans Arp, Tristan Tzara, Marcel Janco, Richard Huelsenbeck e Hans Richter. Il loro esordio ufficiale è fissato al 5 febbraio 1916, giorno in cui viene inaugurato il Cabaret Voltaire fondato dal regista teatrale Hugo Ball. Alcuni di loro sono tedeschi, come il pittore e scultore Hans Arp, altri rumeni, come il poeta e scrittore Tristan Tzara o l'architetto Marcel Janco. Dada è infatti ormai pensata e diretta interamente da Tzara. Tzara si schiera anche contro il cubismo e il futurismo, che considera alla stregua di “accademie”. Marcel Duchamp (1887-1968), molto colpito dalla diffusione di prodotti industriali, già nel 1913 crea la prima opera dada con un oggetto “la ruota della bicicletta”. I due movimenti, Futurismo e Dadaismo, hanno diversi punti comuni, come l'intento dissacratorio e la ricerca di meccanismi nuovi del fare arte. Hanno anche qualche punto di notevole differenza: soprattutto il diverso atteggiamento nei confronti della guerra. I futuristi, nella loro posizione interventista, sono tutto sommato favorevoli alla guerra, mentre ne sono del tutto contrari i dadaisti. Altri punti in comune tra i due movimenti sono l'uso dei manifesti quale momento di dichiarazione di intenti. Il movimento, dopo il suo esordio a Zurigo, si diffonde ben presto nel 1916 in Europa, soprattutto in Germania e quindi a Parigi. Il dadaismo fu la più radicale delle avanguardie storiche: si schierò contro la guerra e la cultura occidentale, e si schierò contro le avanguardie artistiche che l'avevano preceduto. Un notevole contributo dato alla definizione di una nuova estetica sono i «ready-made». Il termine indica opere realizzate con oggetti reali, non prodotti con finalità estetiche e presentati come opere d'arte. In pratica i «ready-made» sono un'invenzione di Marcel Duchamp. Duchamp, nel 1917, propose uno dei suoi più noti «ready-made»: fontana. In pratica, con i «ready-made» si ruppe il concetto per cui l'arte era il prodotto di un'attività manuale coltivata e ben finalizzata. Opera d'arte poteva essere qualsiasi cosa: posizione che aveva la sua conseguenza che nulla è arte. Questa evidente tautologia era

superata dal capire: che innanzitutto l'arte non deve separarsi altezzosamente dalla vita reale, ma confondersi con questa, e che l'opera dell'artista non consiste nella sua abilità manuale, ma nelle idee che riesce a proporre. Infatti, il valore dei «readymade» era solo nell'idea. Abolendo qualsiasi significato o valore alla manualità dell'artista, l'artista, non è più colui che sa fare cose con le proprie mani, ma colui che sa proporre nuovi significati alle cose, anche per quelle già esistenti.

MARCEL DUCHAMP 

Fontana: Fontana è un'opera ready-made realizzata dall'artista Marcel Duchamp nel 1917. Non fu mai esposta al pubblico e andò successivamente perduta. Consiste in un comune orinatoio firmato "R. Mutt" e intitolato Fontana, e viene considerata da alcuni storici dell'arte e teorici specializzati una delle maggiori opere d'arte del ventesimo secolo. In quel periodo, Duchamp era membro del consiglio della Society of Independent Artists. Dopo un lungo dibattito con gli altri membri del gruppo, in cui si discusse sull'artisticità di Fontana (molti ignoravano che fosse di Duchamp), il lavoro non venne mostrato durante quella che doveva essere la sua prima esposizione. In segno di protesta, Duchamp si dimise dalla commissione. Molti credono che con quest'opera Duchamp inventò l'arte concettuale e "separò definitivamente il legame tradizionale che vi era fra l'opera e il suo valore”.



L.H.O.O.Q.: Si tratta di una riproduzione fotografica della Gioconda di Leonardo da Vinci alla quale sono stati aggiunti provocatoriamente dei baffi e un pizzetto. Il titolo è sostanzialmente un gioco di parole, infatti le lettere L.H.O.O.Q. pronunciate in francese danno origine alla frase Elle a chaud au cul, letteralmente "Lei ha caldo al culo", che significa "Lei è eccitata”. L'opera può essere considerata un manifesto contro il conformismo. Dissacrando uno dei miti artistici più consolidati, Duchamp non intende negare l'arte di Leonardo ma onorarla, a modo suo, mettendo in ridicolo gli estimatori superficiali e ignoranti che apprezzano la Gioconda solo perché tutti dicono che è bella, conformandosi acriticamente così al gusto della maggioranza delle persone.

MAN RAY 



Cadeau (Dono): Appena Man Ray arrivò a Parigi dagli Stati Uniti, il 14 luglio del 1921, venne subito organizzata dagli amici dadaisti un’esposizione alla Librairie Six dove egli potè mostrare le sue opere rivoluzionarie, dipinti e oggetti, eseguite in America. Fu in quell’occasione che l’artista costruì il primo oggetto dadaista francese: Cadeau, un ferro da stiro, trovato da un rigattiere, al quale egli applicò una striscia di quattordici chiodi, modificandone la naturale funzione allisciante e costringendolo a trasformarsi in un nuovo oggetto, con un nuovo ruolo dallo strano fascino. Durante l’esposizione, il Dono venne persino rubato e, perciò, replicato più volte dall’artista negli anni successivi. L’opera, dall’ispirazione umoristica e sadica al tempo stesso, rivelò anche il suo aspetto erotico attraverso la spiegazione provocatoria che ne diede lo stesso artista, quando confessò di averlo usato per ridurre in brandelli l’abito di una bella ragazza per poi osservarla danzare. Violon d’Ingres:...


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