Dal 23.09 al 2 - primi appunti di filosofia del diritto università di padova sede treviso anno PDF

Title Dal 23.09 al 2 - primi appunti di filosofia del diritto università di padova sede treviso anno
Author alessia cobuccio
Course Filosofia del Diritto
Institution Università degli Studi di Padova
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primi appunti di filosofia del diritto università di padova sede treviso anno 2019/2020...


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Un invito alla filosofia Parlando del PROTEPTICO, cioè l’invito di ARISTOTELE, allievo di PLATONE, dove bisogna chiedersi, secondo lui, PERCHE’ BISOGNA DEDICARSI ALLA FILOSOFIA?. È una domanda radicale ma anche come la seguente frase, SE NON SI VUOLE FILOSOFARE ALLORA BISOGNA FILOSOFARE. Un vero filosofo quando risponde fa domande, e quindi FILOSOFA. E’ RADICALE perché bisogna vedere se ti piace e se NEGHI dimostri l’essenza stessa della filosofia. E’ UN’ATTIVITA’ CHE IMPLICA UN AZIONE INTELLETTUALE CHE CRITICA E DEVE RIGUARDARE LA STESSA. Se sto zitto è come essere una pianta o un animale, senza logica.



IL CONTRAACADEMICOS DI SANT’AGOSTINO:

Propteptico agostiniano, del 4-5 secolo. È critico nei confronti dello SCETTICISMO, in quanto contrario al suo pensiero. Fu l’autore più importante del medioevo e vivì a cavallo delle due epoche. Medioevo inizia nel 476 con la caduta dell’impero romano. Ma nel 529-533 venne scritto il CORPUS JURIS CIVILIS, di GIUSTIGNANO, il quale viene definito l’origine del diritto. In questo invito troviamo il sapere rigoroso, un sapere quindi FORTE E FONDATI, che riguarda: -SAPERE NECESSARIO: indispensabile, è il mio destino a cui sono segnata, non si può rifiutare la FILOSOFIA -SAPERE UNIVERSALE: UNIVERSUM, TOTALITA’ e QUINDI SINTESI. Si ritrova ovunque ed è l’opposto della SPECIALIZZAZIONE, è un sapere TRASVERSALE e MULTIDISCIPLINARE. E avviene un DIBATTITO sulla VERITA’: TRIGEZIO VS LICENZIO dove dicevano che: la verità esiste ed è posseduta dall’uomo

la verità non esiste in quanto intelligibile

Il filosofo non è dispiaciuto in merito al dibattito anzi ne prende spunto per scrivere un libro.



LA VERITA’ PERCHE’ E’ UN SAPERE UNIVERSALE?

In verità dipende dalla nozione che hai di essa. Tra i sinonimi abbiamo NECESSARIO, in quanto se una cosa è VERA DEVE ESSERE PER FORZA NECESSARIA. Sono delle CONTRAPPOSIZIONE INSOLUTIBILE utilizzate tramite il metodo QUESTION TRIGEZIO DOGMATICO: la verità esiste e l’uomo la conosce. (dogma è la regola che va creduta così com’è.)

LICENZIO SCETTICISMO: che proviene dal pensiero accademico, la verità è intelligibile La verità non esiste e non ha senso porsi la

domanda. Egli propone sempre i dubbi. FONDAMENTALISMO: è FAZIOSO dove da RELATIVISTA: è scettico e non crede a nulla un’esperienza religiosa si trova un estremismo diventando in estremismo un NICHILISMO pratico. 3 FASE CONFUTAZIONE E' vero quello che dici ma per forza quello che Mi sapesti dire di conoscere la totalità della dici deve essere vero. Non puoi dire che non verità? Essa non è dimostrabile in quanto mi esiste in quanto è contraddittorio, e provo a devo riferire ad un’ipotesi, premessa chiamata negarlo lo sto già facendo. VERIFICA SPERIMENTALE. Si va quindi a RISCHIAMO UN PRINCIPIO INDIETRO. Se la premessa non è dimostrata cade tutto. PETIZIO DI INFINITUM DOMANDA ALL’INFINITO DI UN ULTERIORE PROMESSA. La coerenza di un sistema all’interno di un sistema stesso. SUPERAMENTO DELL’ANTITESI: qualcosa che rimane in comune La verità esiste La verità non è possesso della ragione BISOGNA INCROCIARE LE OPPOSTE PRETESE: -faziosi -dogmatici -neutrali L’IDEOLOGIA: criteri che diventano estremi. La nostra società è FONDAMENTALISTA, abbiamo l’idea DOGMATICA dell’esistenza, se siamo NICHILISTI in quanto non ci poniamo il problema della verità diventiamo uno stato di tipo assoluto e tirannico. 3 FASE: procedere alla confutazione della tesi opposta Sant’Agostino non dice di fare pace anzi vuole che si arrivi alla soluzione. LA FILOSOFIA E’ LA CONTINUA RICERCA DELLA VERITA’: devo cercarla se no mi contraddico e non devo fregarmene, è un movimento del soggetto divenuto necessario. LA FILOSOFIA COME RICERCA DELLA VERITA’: -sapere incontestabile e ricerca della verità 1) se la verità esiste e non è possesso della ragione è incontestabile la necessità della sua ricerca 2) la metafora della moneta perduta -sapere incontestabile è ricerca della verità 1) la ricerca della verità è continua ed inesausta (la meta è il cammino) 2) la ricerca della verità si svolge nell’esperienza 3) la ricerca della verità in ogni forma di sapere è: .particolare: a campo del sapere specifico .provvisoria: qualunque risultato è sempre parziale .problematica: ciò che conta è il risultato come PROBLEMA. Esso è revocabile nel tempo

Sapere incontestabile è collegato alla ricerca della verità e non posso non andare alla ricerca. 

RICERCA DELLA VERITA’:

usala moneta perduta, quando la perdi la vuoi cercare, e alcune volte magari non ha valore e addirittura facciamo danni superiori. La verità infatti la si può averla persa ma era nostra e l’abbiamo posseduta, perciò se ci tengo non devo smettere mai di cercarla. Il sapere è mobile e in continua crescita, il traguardo è il cammino STESSO. Dove si svolge? Nell'esperienza di ogni giorno. In base a quello che si pensa si svolge essa e di solito è negativo

tramite il pluralismo delle opinioni arriviamo al relativismo della persona, che non è altro che uno scetticismo. non ho bisogno quindi di parlare con persone che la pensano come me, ma con altre con cui si possa avere un dialogo e far sorgere domande. chi invita a fare filosofia vuole che ti informi in quanto i quesiti non sono mai finiti, se non filosofiamo possiamo andarcene via dal mondo. la ricerca della verità fu un argomento caro a Platone, "non è possibile ricercare ciò che so, perchè lo so già, ne ricercare ciò che non so, perchè in tal caso non so cosa cercare" "non bisogna dunque prestare fede a quel discorso eristico, esso infatti ci renderebbe neghittosi (pigri) e suona gradito agli orecchi degli uomini inetti, questo nostro invece, rende operosi e stimola alla ricerca" bisogna far farica, ed essa è inevitabile.



LA RICERCA DELLA VERITA' ARISTOTELE.

"le preposizioni "tutto è vero" e "tutto è falso" sono affermazioni unilaterali e a proposito di tutte le cose" "infatti chi dice che tutto è vero, viene ad affermare come vera anche la tesi opposta alla sua, dal che consegue che la sua non è vera (dato che l'avversario dice che la tesi di lui non è vera), e colui che dice che tutto è falso, viene a dire che è falsa anche la tesi che egli stesso afferma" le posizioni che noi chiamiamo dogmatismo e scetticismo sono quelle tutto è vero e tutto è falso, "tutto è falso, cioè hanno la stessa opinione". sono le tipiche affermazioni del presuntuoso, che presume di sapere che sia così. sono unilaterali: monacos cioè in un unico senso, monaco è colui che sta da sola. ovviamente quel senso è il mio. e riguarda tutte le cose, alla somma di essa. essi quindi si sbagliano e si contraddicono. se qualcuno dice che tutto è vero, se qualcuno la pensa al contrario mi contraddico. per il principio di non contraddizione, se devo affermare che è vera la tesi opposta alla mia allora ne consegue che la mia non è vera. e quindi sarebbe il contrario a quello che dice il filosofo. o ho ragione io o hai ragione tu, quindi è falso. ma anche chi dice che tutto è falso si sbaglia, in quanto quindi anche quello che dice lui è falso.

la ricerca deve essere necessaria, perchè se esiste qualcosa che esiste e non lo ricerco allora sono un inetto, pigro e stupido e non ci piace. studiare non è bello ma devi e inevitabile. devo dimostrare l'innegabilità pensando. Platone e Aristotele: confermano la necessità della ricerca della verità in ragione delle critiche delle posizioni reciprocamente opposte. parlando di Sant'Agostino, egli ha studiato platone, artistole e Socrate. prende una posizione tipica dei filosofi greci. socrate dice che la verità non si confuta mai, vero quindi è ciò che non si nega. questa necessità inevitabile faceva già parte dei greci. questa idea che tutto è falso si contraddice è ripresa dal paradosso di epimeride di creta, antico filosofo vissuto 5-6 avanti cristo con i filosofi del pensiero occidentale, aveva un paradosso che ancora oggi non ha soluzione. discorso durante una conferenza pubblica. "io epimeride, sono cretese e tutti i cretesi mentono". lui afferma di essere cretese, ponendo il paradosso, figura retorica ponendo tesi e antitesi contraddittorie, con opinioni che non stanno in piedi. ci manca quindi la definizione di verità e bisogna avere un'idea di essa. non possiamo quindi uscire da questo paradosso se non comprendiamo cos'è la verità.



LA RICERCA DEL SAPERE:

modi in cui si approccia il sapere, la domanda: -necessaria: "bisogna dedicarsi alla ricerca della verita? si, altrimenti ci contraddicciamo" -radicale: che va all'origine di tutto il sapere -spregiudicata: senza pregiudizi, libera socrate: boh, nuovo da principio polin exbrickes. se io pongo domande spregiudicate, atteggiamento sempre eritico spregiudicato, mi comporto come un bambino "dico sempre perchè?"

il tutto prima della domanda: -l'inizio e l'origine -la domanda sull'essere -il tutto come intero l'altro e il dialogo: -l'altro come soggetto terapeutico ma irripetibile -il dialogo come principio necessario ma inconclusivo

esaminiamo le accuse e ricominciamo da capo, è filosofica e ciò viene tratto dal libro. Domandare è l'attività iniziale e anche inevitabile. Prima c'è un principio e un'origine per farlo. Quest'idea di qualcosa più potente è legata alla verità. Il tutto è prima della domanda.

questa totalità che non è la so, ma delle parti ma è un tutto che mi spinge a domandare, la ignoro ma esisto. Come la moneta perduta. Prima c'è un inizio, in quanto il domandare è l'attività fondamentale del filosofo. L'unica alternativa alla totalità non esiste, ma non si può dire perché se no siamo dentro il tutto. E mi costringe a domandarmi. La parola principio non vuol dire inizio, dire di nuovo dal principio intende sia tornare di nuovo dall'inizio ma anche ritornare al fondamento di tutto. Ha quindi questa ambivalenza il tutto prima della domanda vuol dire che c'è qualcosa che mi costringe a domandare, e qual è la domanda più originaria? la risposta è la domanda sull'essere. I filosofi che vengono prima di socrate, combattono una gigantomachia, per pensare il concetto di essere. Chiedersi cos'è l'essere è una domanda mal posta ciò viene definito Tautologia, bisogna domandarsi il perché si stia usando quel verbo. L'uso del termine principio viene usata dai giuristi, soprattutto in ambito costituzionale. La parola essere assomiglia a quella della verità. La modifica del linguaggio indica il mistero del problema dell'essere, ma che lo definiamo con un termine che ci sfugge. Il domandare sul tutto è un tutto domandare. L'essere Ha un’omologia con la parola verità. Il tutto come intero, mi rappresenta una cosa che non posso negare, si presenta come una totalità e quindi come integrità. Questa idea del tutto mi provoca una domanda, cos'è una totalità? Se come la verità non la posso comprendere. Perché io stesso faccio parte del tutto? Questa consapevolezza può essere disarmante perché mi ritrovo davanti al tutto. Chi è filosofo ha l'aspirazione per L'intero. Quindi chi lo capisce è filosofo.



COME FACCIO A DOMANDARE?

Mi devo rivolgere ad un altro, chi è? È un altro come noi, è diverso ma è comunque un nostro simile. Si può parlare solo con umani dotati di logos, è colui che mi risponde. Si manifesta nella forma del dialogo. Bisogna studiare i greci per capire il dialogo e quindi la filosofia. Chi è l'altro, non è identico e quindi è inutile chiederglielo, ignora quello che ignoro io. L'altro è un soggetto dialogico reciproco, presente delle caratteristiche a me simili, come magari la mia lingua, mi risponde con il suo sapere o con il suo ignorare. È ciò mi conferma che io so. Implica quindi uno scambio, ed è il problema del filosofo. Più importante è l'agorá, come anche la piazza di una città dove si svolge la filosofia. Non ha mai scritto un saggio Platone dove non ci fosse un dialogo. Bisogna cercare ed è il dialogo che ci trasforma parlando con un soggetto reciproco.

Ho bisogno di un soggetto irripetibile che sia diverso da me, questo serve per migliorare il mio sapere. Non va riprodotto nello stesso modo. Non è un estraneo ma colui che dialoga con me. Se non vuole parlare rischia di cadere in contraddizione dello scettico, Il nichilista consente di prendere la forza su di noi. La malattia dell'essere schiavi in rapporto con uomini liberi. Dialogo in senso greco è logomachia battaglia delle parole. Il principio del dialogo è Necessario Inconclusivo.



LA FILOSOFIA COME AMICIZIA DEL SAPERE

Filos in verità è amicizia quindi vero significato è “amicizia per la filosofia” Philia invece vuol dire amicizia. Basato sullo scambio, lo voglio bonificare per dargli qualcosa in cambio. Eros: vuole dire amore in greco. Che tipo di amore è? Amore desiderativo, desiderio dell'amante di stare con il proprio amato. Agape: parola greca, si trova nei vangeli. Si traduce carità, è l'amore donativo. È quello gratuito, un esempio di esperienza quotidiana è quella con la mamma con la figlia. Sophia: in greco significa sapienza. Episteme che significa scienza nel senso moderno, insieme delle conoscenze di oggetti che io posso

rappresentare con la ragione. Phronesis: saggezza, attività della mente o anche attività pratica. Uomo saggio è l'uomo bravo. Insieme di competenze che vanno verso il bene. Sophia è un insieme di acquisizioni che io possiedo che comprendono scienza e sapienza, che ho svolto dopo ricerca della verità.

PRUDENTS: compone la parola GIURISPRUDENZA, e sono coloro che danno i pareri, una sapienza quindi inerente alla bravura del soggetto SOPHIA: è la sapienza del tutto, quella che quindi auspica il filosofo. è un sapere pratico, e per questo deve essere intrinseco di esercizio. La filosofia, a differenza delle altre scienze, ha l'applicazione in se stessa e per questo bisogna PENSARE e AGIRE. TEORIA: vuol dire visione, e quindi a sua volta vuol dire saper vedere in quanto è un ragionamento che mi sfugge sempre ma che devo osservare. il significato di teoria è un insieme di criteri per elaborare un sapere, però non ci si deve soffermare anzi, bisogna andare dietro alle cose comuni. il filosofo ha il compito quindi di legare insieme il sapere pratico e la stessa filosofia. prassi: pensiero in azione. la filosofia è un sapere esistente quindi come tale è anche un’etica. da ciò si ricava la teoria del comportamento che riguarda quindi il sapere filosofico. non bisogna prendere un libro ma bisogna effettuare esercizi mentali tali che poi andranno a concretizzarsi con l'esperienza. ciò deve essere effettuato tramite il dialogo che comporterà poi un azione. ciò viene teorizzato da San Agostino. La filosofia è un'azione di un oggetto ben definito.



CHI E' IL FILOSOFO?

non siamo tenuti a descrivere l'oggetto come nelle altre materie, ma il soggetto. come ho detto prima, filosofia vuol dire "amicia per il sapere", questa però richiede qualcosa in cambio, ma come lo verifico? se voglio qualcosa lo devo studiare ma con un dialogante tale che mi riesca a rispondere e anzi riesca a creare domande. questo però non me lo riesce a dare un libro, in quanto quello è definito un sapere immobile. è quindi un'attività dialogica, dove richiedo un contatto con l'altro. se qualcuno mi dice qualcosa di diverso mi incuriosisco e mi informo. la filosofia quindi è anche un'attività inesauribile, in quanto non finisce mai e deriva dalla ricerca della verità.



LA FILOSOFIA E' UN SAPERE:

teoricetico: riguarda un modo di pensare pratico: riguarda un modo di agire, diventa quindi anche etica. ciò mi porta ad arrivare che: - è amica del sapere solo se deriva da un'azione dialogica -ci vuole un soggetto mobile che mi risponda ho amicizia di qualcuno che detiene il sapere che io non posseggo. il vero filosofo è l'amico dei sapienti. se la trascuro cado nella contraddizione dello scettico. devo scegliere ovviamente con chi dialogare, ci sono le persone con cui non comprendo un sapere che mi seve o coloro con cui riesco a dialogare e pormi delle domande.



IL FILOSOFO COME AMICO DEI SAPIENTI:

1) RICERCATORE DI MOLTE COSE "bisogna che i filosofi siano ricercatori (historicas) di molte cose. (Eraclito, fr 35 DK) il filosofo non deve mai essere soddisfatto, è un persecutore di un sapere insaziabile. egli è nato ad efeso nel 6 ac. ricerca dervida da historia: vuol dire ricercare quindi un evento per interpretarlo. egli può essere anche l'arbitro di una controversia, e quindi è anche definito il giudice. 2) VIAGGIATORE PER IL GUSTO DI SAPERE E IL DESIDERIO DI VEDERE "hai visitato molti paesi per il gusto di sapere e il desiderio di vedere" (Epidoto, 1.30) vuole quindi descrivere gli usie i costumi di un territorio. 3) STUDIOSO DEL SAPERE MA SENZA DEBOLEZZA "siamo amanti del sapere senza mancare di fermezza" (discorso di Pericle in Tucidide, la guerra del peloponneso, 2.40.1) scrivono quindi i discorsi tramite i logografi. 4) AMICO DI COLORO CHE SONO MIGLIORI DI LUI "colui che è saggio desidera sempre stare accanto a colui che è migliore di lui" 5) AMICO DELLA VERITA' "Forse è meglio fare oggetto di indagine il bene universale e discutere a fondo quale significato abbia, anche se tale ricerca è sgradevole per il fatto che sno amici nostri gli uomini che hanno introdotto la dottrina delle idee. ma si può certamente ritenere più opportuno, anzi doveroso, almeno per la salvaguardia della verità, lasciar perdere i sentimenti personali, soprattutto quando

si è filosofi: infatti pur essendoci cari entrambi, è sacro dovere onorare di più la verità" (Aristotele, Etica Ninomachea) aristotele parla con platone e gli propone una conferenza sul tema del bene, ma lui essendo molto ironico, fa un discorso incomprensibile. dice qualcosa di misterioso in quanto non voleva dare grandi messaggi, la verità esiste ma l'uomo non la possiede. pensa che bisogna fare il bene ma questo deve essere reciproco. platone quindi ha detto cose false e aristotele gliel'ha detto per amore della verità. "AMICOS PLATOS SEA MAGIS AMICA VERITAS": amico dei sapienti che poi diventa amico della verità. in quanto la più amica di tutti è la verità stessa. l'essere si dice in diversi modi, ma sempre esiste un principio. PLATONE PARLA DEL MITO: si procede per argomentazioni. parla del mitos della nascita di eros, essa rappresentava la filosofia. ha un'idea e la dice e per questo si comprende il tratto del filosofo....


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