Dieta Mediterranea - riassunto PDF

Title Dieta Mediterranea - riassunto
Course Sociologia generale
Institution Università Telematica Pegaso
Pages 7
File Size 167.6 KB
File Type PDF
Total Downloads 90
Total Views 125

Summary

riassunto...


Description

“DIETA MEDITERRANEA: SOSTENIBILITÀ, SALUTE E IDENTITÀ TERRITORIALE” Un’alimentazione sostenibile prevede il consumo di cibo nutrizionalmente sano, con un adeguato sfruttamento di uso di suolo e di risorse idriche impiegate, con basse emissioni di carbonio e azoto. Sono sostenibili quelle diete che hanno un basso impatto ambientale, che contribuiscono alla sicurezza alimentare e ad uno stile di vita sano per le generazioni attuali e future. Una dieta sostenibile rispetta la biodiversità e gli ecosistemi, è adeguata dal punto di vista nutrizionale e usa in modo efficiente le risorse naturali e umane. I suoi tanti benefici sono legati alla composizione dei suoi alimenti caratteristici, prevalentemente di origine vegetale (frutta, verdura, legumi e cereali), e al loro consumo diversificato e bilanciato. Una dieta sostenibile non genera effetti negativi a lungo termine sulla salute, sull’ambiente, sulla società e sull’economia. Per tutti gli esseri viventi il cibo è necessario per vivere, ma la qualità, la quantità e la tipologia di questo cibo possono influire molto sullo stato di salute. La cattiva alimentazione contribuisce ogni anno ad ampliare il numero di malattie, quali: diabete, malattie cardiovascolari, obesità e tumori. La dieta, inoltre, è una delle principali fonti di esposizione a contaminanti di origine antropica (per es. pesticidi, metalli pesanti, diossine, PCB, ftalati), che entrano in contatto con i cibi durante tutte le fasi che vanno “dal campo al piatto”. Si tratta di un “cocktail” di sostanze a cui siamo esposti giornalmente di cui deve essere seriamente valutato l’effetto dell’esposizione cronica, anche a dosi molto basse, soprattutto nelle fasce più vulnerabili della popolazione (come feti, neonati e bambini). Molte di queste sostanze possono infatti alterare il nostro equilibrio ormonale e i loro effetti sono preoccupanti proprio perché sono spesso nascosti. Sensibilizzare e informare i cittadini sull’importanza di modulare l’alimentazione in modo da minimizzare l’esposizione a contaminanti e aumentare gli effetti protettivi di alcuni cibi è uno dei nostri principali obiettivi per educare alla salute. Il modello alimentare prevalente in Italia è quello mediterraneo, che oltre ad essere salutare per le persone lo è anche per l’ambiente. Si stima in media che per ottenere 100 calorie, la dieta mediterranea provoca un impatto ambientale di circa il 60 % inferiore rispetto ad una alimentazione di tipo nordeuropeo o nordamericano, basata in misura maggiore su carni e grassi animali, piuttosto che su vegetali e cereali. Il modello alimentare mediterraneo va oltre il concetto di cibo poiché il termine stesso dieta deriva dal greco antico diaita, stile di vita, proprio ad indicare la valenza sociale e culturale della dieta mediterranea. Considerando gli effetti positivi sulla sfera sociale, economica ed ambientale, si può considerare la dieta mediterranea un modello alimentare sostenibile.

La dieta mediterranea è ricca in biodiversità ed è nutrizionalmente sana. È riconosciuta come uno dei sistemi dietetici più sani, per la varietà del proprio patrimonio culturale, la sua biodiversità e il valore di benessere nutrizionale ad essa associato. Il sistema dietetico mediterraneo tradizionale è ricco di alimenti vegetali (cereali, frutta, verdura, legumi, nocciole, semi e olive) e di olio d’oliva come principale fonte di grassi aggiunti, prevede un’assunzione di pesce e molluschi, un consumo moderato o basso di uova, pollame e latticini (formaggio e yogurt), un consumo ridotto di carne rossa e grassi saturi e un’assunzione moderata di alcool, principalmente sottoforma di vino, durante i pasti. L'importanza del Mediterraneo per la diversità genetica è confermata dal fatto che circa 1/3 dei prodotti alimentari utilizzati dall'uomo proviene da questa regione climatica. Il bacino del Mediterraneo è stato uno degli otto centri di origine della domesticazione delle piante nel mondo individuati da Vavilov, genetista russo (18871943) il quale, viaggiando per raccogliere campioni di semi, poi conservati nella prima banca del germoplasma al mondo, nell’odierna San Pietroburgo, definì ed identificò i centri di origine primari e secondari delle colture. Egli elencò oltre 80 colture, le più importanti delle quali erano cereali, legumi, alberi da frutta e ortaggi. Il bacino Mediterraneo occupa solo l’1,6% delle terre mondiali ma ospita circa 30 000 specie vegetali di cui oltre 13 000 sono endemiche, possiede il 10% delle piante con fiori. Terreni agricoli e pascoli occupano il 40% della regione mediterranea e variano tra uliveti, vigneti e agrumeti fino a sistemi agricoli misti. La biodiversità è uno dei tre pilastri che sostengono la piramide della dieta mediterranea, assieme alla diversità socioculturale ed economica. La forte perdita di biodiversità che si osserva oggi sta minando anche la dieta mediterranea. Infatti la biodiversità assicura alimenti variegati, buoni per il palato e validi sotto il profilo nutrizionale, assicura sistemi produttivi resilienti (si pensi al cambiamento climatico) e resistenti a malattie ed insetti.

Ad identificare la dieta mediterranea è stato il medico Ancel Keys (1904- 2004) nell’ultimo dopo guerra a seguito dell’osservazione di come alcune malattie cardiovascolari, molto diffuse negli Stati Uniti, avessero un'incidenza minore nei paesi del bacino del Mediterraneo. Keys attribuì questo evento al diverso tipo di alimentazione che esplicava un’azione preventiva su tali patologie. La dieta mediterranea è infatti “povera” di grassi animali è basata principalmente sul consumo di cereali (pane, pasta), patate, legumi, ortaggi, frutta e olio d'oliva. A ciò sono riconducibili i livelli medi di colesterolemia e la bassa incidenza di malattie cardiovascolari, osservate da Keys, a cui si sono aggiunti successivi studi che evidenziavano l’effetto protettivo di questa dieta anche nei confronti di alcuni tipi di tumore, in particolare del colon. Nella dieta mediterranea i carboidrati sono soprattutto forniti dai cereali e dai legumi, sotto forma di carboidrati complessi; le proteine sono in buona parte di origine vegetale piuttosto che animale e lo stesso dicasi per i grassi, con un rapporto tra acidi grassi saturi e mono/polinsaturi più basso che nei paesi nordici. Il modello alimentare prevalente in Italia è riconducibile alla dieta mediterranea. Purtroppo, questa dieta è sempre meno seguita, soprattutto dai giovani e dalle fasce con un basso livello socio-economico. Numerose indagini hanno, infatti, mostrato un aumento di sovrappeso e obesità, soprattutto negli ultimi 30 anni. Secondo dati recenti, il 33% degli adulti italiani risulta in sovrappeso e il 10% obeso; il 22% dei bambini di 8-9 anni è in sovrappeso e l’11% è obeso, con percentuali più alte nelle regioni del centro e del sud. Un ruolo cruciale è dato dallo stile di vita, tra cui la dieta è al primo posto, seguita da comportamenti sedentari. La dieta mediterranea ha rappresentato la base delle abitudini alimentari fino alla metà del XX secolo in tutti i paesi dell’area, ma ora è a “rischio di estinzione” a causa di un’ampia diffusione dell’economia occidentale, della cultura urbana e tecnologica. Una possibile causa del fenomeno è forse la percezione esclusivamente “salutistica” a favore di costumi e comportamenti che vedono la diffusione delle bevande zuccherate, energy drink e junk food, entrati prepotentemente sul mercato in appena tre decenni attraverso massicce strategie di marketing o all’ incremento delle porzioni.

La dieta mediterranea è stata divulgata nel 1995 attraverso la famosa rappresentazione a struttura piramidale, che mette in evidenza graficamente quali cibi vadano consumati quotidianamente, settimanalmente o con minore frequenza. La peculiarità del modello non è solo la lista di cibi ma anche la loro sostenibilità: per lo più prodotti freschi locali e di stagione, preparati secondo ricette tradizionali inclusi le modalità e il contesto in cui in cui si consumano.

L’importanza delle carni, in particolare di quella bovina, è ridimensionata, e il fabbisogno di proteine nobili e ferro è soddisfatto principalmente con carni "alternative" (pollo, coniglio, maiale magro, tacchino, ecc.), pesce e uova. Il latte e i suoi derivati sono importanti soprattutto per l’apporto in calcio. Analizziamo i benifici derivanti dalla dieta mediterranea: Benefici ambientali:  Impiego risorse naturali: la dieta mediterranea prevede un elevato consumo di cereali, frutta, verdura e legumi, la cui produzione richiede un impiego di risorse naturali (suolo, acqua) e di emissioni di gas serra meno intensivo rispetto ad un modello alimentare basato perlopiù sul consumo di carni e grassi animali.

 Stagionalità: la dieta mediterranea prevede il consumo degli alimenti rispettando la stagionalità degli stessi. Questo si traduce in una riduzione delle coltivazioni in serra e dei relativi impatti ambientali, così come dell’approvvigionamento e dei costi di trasporto da paesi lontani (food miles).  Biodiversità: la dieta mediterranea rispetta il territorio e la biodiversità, attraverso semine diverse in ogni area e rotazione delle colture, al fine di garantire anche la sicurezza alimentare.  Frugalità: la dieta mediterranea prevede porzioni moderate e consumo di alimenti integrali e freschi, poco trasformati. Sia le quantità consumate che le minori trasformazioni subite dagli alimenti contribuiscono a ridurre gli impatti ambientali dei comportamenti alimentari. Benefici sociali:  Salute: la dieta mediterranea, insieme all’attività fisica, aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari, il diabete e alcuni tipi di tumore (colon retto, mammella, prostata, pancreas, endometrio). Inoltre, l’assunzione di cibi freschi e integrali permette una maggiore disponibilità e utilizzo di micronutrienti e antiossidanti.  Consapevolezza: la dieta mediterranea promuove una maggiore consapevolezza alimentare e legame col territorio, la conoscenza della stagionalità, biodiversità e naturalità degli alimenti.  Convivialità: la dieta mediterranea promuove l’interazione sociale, i pasti comuni sono la pietra angolare delle feste e delle nostre tradizioni sociali.  Identità: la dieta mediterranea è espressione dell’intero sistema storico e culturale del Mediterraneo. È una tradizione alimentare millenaria che si tramanda di generazione in generazione, promuovendo non solo la qualità degli alimenti e la loro caratterizzazione territoriale, ma anche il dialogo tra i popoli. Benefici economici:  Spesa sanitaria: una maggiore aderenza delle abitudini alimentari al modello mediterraneo migliorerebbe lo stato di salute generale della popolazione, che si tradurrebbe in una diminuzione della spesa sanitaria nazionale.  Spesa delle famiglie: l’aderenza al modello alimentare mediterraneo, privilegiando alimenti di stagione, prevalentemente cereali e vegetali, permetterebbe una diminuzione della spesa alimentare delle famiglie.  Valorizzazione aziende: la diffusione del modello alimentare mediterraneo si tradurrebbe in un aumento della domanda commerciale dei prodotti naturali (frutta,

verdura, cereali, legumi…) e dei loro derivati (olio, vino, pasta, pane…), creando reddito e occupazione per le aziende delle regioni mediterranee.  Valorizzazione territori: la diffusione del modello alimentare mediterraneo valorizzerebbe l’offerta agro-eno-gastronomica dei nostri territori, contribuendo alla destagionalizzazione dell’offerta turistica. La Dieta Mediterranea a fine novembre 2010 è stata proclamata dall’Unesco “patrimonio culturale immateriale dell’umanità” ed era già stata riconosciuta dall’Oms e dalla Fao quale “modello alimentare salutare, sostenibile e di qualità”. La scelta di alimenti e bevande condiziona la nostra dieta in termini di apporti ed equilibrio nutrizionale. L’etichetta riporta informazioni sul contenuto nutrizionale del prodotto e fornisce una serie di indicazioni per comprendere come i diversi alimenti concorrono ad una dieta corretta ed equilibrata. Il Regolamento (UE) 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori aggiorna e semplifica le norme precedenti sull’etichettatura degli alimenti. Lo scopo di tale innovazione è quello di tutelare ulteriormente la salute dei consumatori e assicurare un’informazione chiara e trasparente. Le indicazioni obbligatorie per i prodotti preconfezionati sono: -

l’elenco degli ingredienti (in peso o volume) la denominazione del prodotto confezionato la data di scadenza del prodotto le modalità di conservazione e di utilizzo nome, ragione sociale o il marchio e la sede del confezionatore o del venditore - la sede dello stabilimento di produzione - il codice lotto o altra indicazione atta a identificare il prodotto.

Marchi di qualità: IGP= indicazione geografica protetta, la certificazione è accordata ai prodotti riconosciuti come caratteristici di una specifica zona geografica. Ad esempio sono IGP i limoni di Sorrento e la coppia ferrarese. DOP= denominazione di origine protetta, la certificazione DOP è a un livello di qualità superiore dell’IGP, infatti prevede che tutte le fasi di produzione, trasformazione ed elaborazione abbiano luogo nella zona da cui il prodotto deriva e rispettino procedure tradizionali e controllate. DOC= denominazione d’origine controllata esiste solo per i vini ed è attribuito a produzioni specifiche per luoghi e procedure. STG= specialità tradizionale garantita, è un marchio della Comunità europea assegnato a alimenti caratterizzati da un’ottima qualità e nati da una particolare

tradizione storica. In Italia, ad esempio, sono prodotti STG la bresaola e la mozzarella. BIOLOGICO= Indica che almeno il 95% degli ingredienti è di origine biologica e che il produttore rispetta le procedure di qualità stabilite....


Similar Free PDFs