Diritto dello sport riassunto lezione PDF

Title Diritto dello sport riassunto lezione
Course DIRITTO DELLO SPORT
Institution Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
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riassunto lezione di diritto dello sport. Contiene informazione sui vari trattati stipulati e firmati nel corso degli anni...


Description

Lo sport ha una portata internazionale e una valenza giuridica: anche lo sport ha acquistato un valore giuridico, per questo si parla di diritto dello sport. Non è solo un fenomeno ludico, ma ha valore di diritto, rilevanza giuridica. La prima fase dell'importanza acquisita dallo sport parte dal fenomeno delle olimpiadi: nella Roma antica, le olimpiadi erano un fenomeno molto importante che si ripeteva ogni quadriennio. Queste hanno durato fino al 393 d.C. A questo punto sono avvenuti fenomeni di corruzione e forme di violenza fisica particolarmente gravi che hanno portato, nel 393 d.C., all'abolizione del movimento olimpico e dei giochi olimpici. Nel 1894, il barone de Coubertin Pierre de Fredi decise di ripristinare le olimpiadi, chiamandole le olimpiadi moderne, per contrapporle alle prime olimpiadi, vista l'importanza degli ideali che si trasmettono attraverso le manifestazioni olimpiche. Gli ideali sono la lealtà, l'indipendenza (del comitato olimpico) e l'ideale del dilettantismo, racchiuso nel motto "l'importante non è vincere ma partecipare". L'attuale fenomenologia del movimento sportivo deriva dal ripristino delle olimpiadi. Il barone voleva ripristinare le olimpiadi a Parigi nel 1894 ma in quell'anno si riuscì soltanto ad emanare la Carta Olimpica, il documento in cui sono racchiusi i principi fondamentali dello svolgimento delle olimpiadi e del movimento olimpico; non è una legge. Le olimpiadi si svolsero ad Atene, nel 1896, in memoria delle olimpiadi precedenti. Questa è una data importantissima perché determina una evoluzione del mondo sportivo: l'organizzazione richiedeva un soggetto unico in ambito mondiale che ogni quattro anni ne curasse l'organizzazione. Nacque il CIO (comitato olimpico internazionale), che fu il primo soggetto che si occupò del movimento sportivo a livello internazionale, con il compito di organizzare tutte le attività necessarie per l'organizzazione dei giochi olimpici. Il CIO non poteva lavorare da solo, aveva bisogno di referenti nei vari stati che lo aiutassero a selezionare gli atleti. Dovevano esserci dei delegati del CIO che avessero il compito della selezione degli atleti partecipanti ai giochi olimpici (in Italia nacque il CONI) e consentire la loro partecipazione alle olimpiadi. Alla fine dell' 800 però lo sport è ancora un fenomeno elitario: in Italia solo poche persone si potevano permettere di svolgere un'attività sportiva, dovendo combattere con altri problemi legati alla sopravvivenza. Il CONI di allora era un ente temporaneo, veniva creato in occasione delle olimpiadi e, alla fine delle stesse, veniva sciolto. Lo sport assume maggiore rilevanza durante il fascismo, quando lo sport diventa uno strumento di propaganda politica. Il Comitato Olimpico si trasforma da ente temporaneo a ente permanente, così com'è ora. Il CONI diventa un soggetto permanente, la cui esistenza non è limitata allo svolgimento dei giochi olimpici, legata al partito fascista (i rappresentanti del CONI sono nominati dal partito nazionale fascista). Il CONI era un'appendice del partito nazionale fascista. Nel 1942 il CONI viene valorizzato dallo Stato italiano come ente autonomo con la legge 426: il CONI acquista dignità giuridica venendo riconosciuto dalla legge come ente esponenziale dello sport italiano, come ente al vertice del movimento sportivo italiano. Lo sport acquista un valore sempre più giuridico. Vengono riconosciuti dei soggetti che operano in ambito sportivo che presuppongono una regolamentazione, che siano riconosciuti da leggi, norme, hanno dei componenti (degli organi) con determinate funzioni e hanno un

potere normativo. Lo sport ha delle regole, anche il gioco ne ha (regole di gioco). Le regole previste in ambito giuridico sono coercibili: se non vengono attuate spontaneamente ci sono delle sanzioni, dei metodi vincolanti per fare attuare quelle norme. Le regole sono giuridiche quando è prevista una sanzione per la loro inosservanza. Un altro elemento che le contraddistingue è il fatto di essere vincolanti per la generalità delle persone. In ambito sportivo ci sono sempre stati dei dubbi in questo caso: le regole sportive hanno queste caratteristiche? Si può parlare di sport come ordinamento giuridico. L'ordinamento giuridico ha necessariamente 3 elementi: • Plurisoggettività

(pluralità di soggetti): nell'ordinamento giuridico ci devono essere una pluralità di soggetti fisici (in ambito sportivo sono gli atleti, gli allenatori, i preparatori) o giuridici (soggetti creati dal diritto, come le associazioni, le società, il CONI, le federazioni, creati per perseguire obiettivi comuni alle persone fisiche); • Normazione; • Organizzazione: l'insieme delle strutture in cui si muovono i soggetti, che servono a garantire lo svolgimento dell'attività sportiva e per garantire la risoluzione dei conflitti e delle controversie (gli organi di giustizia);

Le norme emanate dal CONI o dalle federazioni hanno valore giuridico? La legge 426, che ha riconosciuto l'indipendenza del CONI, all'articolo 5 ha attribuito potere normativo alle federazioni, le quali hanno potere di emanare le norme. Il momento fondamentale si è avuto con il passaggio dall'agonismo occasionale all'agonismo programmatico. Si aveva agonismo occasionale quando le competizioni erano fenomeni sporadici, episodici, vi erano singole discipline che si svolgevano occasionalmente. Si passò all'agonismo programmatico in cui le competizioni venivano programmate, le gare della stessa disciplina vennero collegate tra di loro, anche in diversi paesi, secondo un particolare programma. Fu necessario prevedere delle regole certe, vincolanti e coercibili per poter comparare i risultati. Il presupposto è l'emanazione di regole certe e precise per tutte le gare delle competizioni a livello internazionale. Le regole emanate dalle federazioni nel passaggio dall'agonismo occasionale all'agonismo programmatico rappresentano uno strumento di controllo che serve ad accertare e comparare i risultati, delle regole che uniformano lo svolgimento della disciplina. Questo ci consente di affermare che il fenomeno sportivo costituisce un ordinamento sportivo. A livello nazionale, l'ordinamento sportivo si dice che è un ordinamento settoriale. L'unico ordinamento giuridico, il vero ordinamento giuridico è lo Stato Italiano il quale è sovraordinato: all'interno dell'ordinamento statale si possono trovare altri ordinamenti minori che rappresentano singoli settori dell'ordinamento statale, proprio come quello sportivo. L'ordinamento sportivo esiste solamente se l'ordinamento statale lo riconosce: proprio perché presuppone il riconoscimento da parte dello Stato si dice che l'ordinamento sportivo non è autosufficiente. La legge 280 del 2003 riconosce al movimento sportivo la natura di ordinamento: essa stabilisce che l'ordinamento sportivo italiano dev'essere rispettoso dell'ordinamento statale e dell'ordinamento sportivo internazionale. In Italia, il movimento sportivo è rappresentato dal CONI, dalle Federazioni nazionali, dalle società, dalle associazioni e da tutte le persone fisiche.

In ambito internazionale, l'ordinamento sportivo è rappresentato dal CIO e dalle Federazioni sportive internazionali. E' necessario anche un ordinamento sportivo internazionale perché serve una normativa omogenea per quanto riguarda i vari sport. La Federazione sportiva internazionale emana le norme vincolanti per il suo sport di competenza a livello mondiale. L'ordinamento sportivo internazionale si spiega con l'esigenza di emanare norme omogenee per le singole discipline sportive a livello mondiale. E' necessario che ci sia un organismo di vertice del movimento olimpico (CIO) che da delle regole e dei principi validi per tutto il movimento olimpico, per tutti gli sport. L'ordinamento sportivo internazionale è diverso da quello nazionale perché è autosufficiente, è capace di darsi delle regole. Questo comporta che l'ordinamento sportivo nazionale deve operare in conformità all'ordinamento statale e all'ordinamento sportivo internazionale. La legge 280/2003 riconosce espressamente l'esistenza di un ordinamento sportivo in Italia. Per quanto riguarda il rapporto con l'ordinamento giuridico italiano, il legislatore lo definisce come un rapporto di autonomia limitata: l'ordinamento sportivo è autonomo, per cui lo sport può avere delle proprie regole, delle proprie norme, però non è un'autonomia assoluta. Le regole dettate in ambito sportivo non possono completamente derogare alle norme dello Stato italiano. L'ordinamento sportivo deve rispettare i principi fondamentali dello Stato italiano contenuti nella Costituzione. Il CONI e le Federazioni devono rispettare i principi della Carta Costituzionale ma anche i principi dettati dal CIO nella Carta Olimpica e le indicazioni delle Federazioni sportive internazionali di riferimento. Il CIO è il Comitato Olimpico Internazionale, fondato nel 1894 a Parigi dal barone De Coubertin. Attualmente ha sede a Losanna (Svizzera). Come le Federazioni sportive internazionali, il CIO è una organizzazione non governativa (ONG), non è composta dai governi dei vari Stati ma fondamentalmente da soggetti fisici. E' composto dai presidenti e dai rappresentanti degli atleti dei vari Stati. Non ha scopo di lucro: l'eventuale utile non viene ripartito tra i suoi componenti ma devono essere reinvestiti nell'attività sportiva. Il fatto che abbia sede a Losanna comporta che sia regolato dal diritto svizzero. I compiti fondamentali del CIO sono: • Organizzare

i giochi olimpici; la città sede dei giochi, sia estivi che invernali; • Interpretare, adattare, aggiornare la Carta Olimpica; • Individuare

Al di sotto del CIO ci sono le Federazioni sportive internazionali. Anche queste ultime sono organizzazioni non governative e hanno la funzione di rappresentare un singolo sport a livello mondiale. Sono enti esponenziali di ciascuno sport a livello internazionale. A differenza del CIO hanno le sedi in vari Stati del mondo, e sono sottoposte alle leggi dello Stato in cui si trovano. Hanno autonomia normativa: in particolare emanano uno statuto (l'atto che disciplina il proprio funzionamento) e vari regolamenti (atti normativi con cui la Federazione disciplina vari settori come il regolamento della giustizia, gioco, organico…). Le norme dettate dalla Federazione internazionale vincolano le Federazioni nazionali della stessa disciplina perché, nel momento in cui una Federazione nazionale si affilia alla Federazione internazionale, automaticamente accetta la normativa di quest'ultima. In caso contrario ci sarebbero problemi nella comparazione dei risultati. A seconda dello Stato in cui la Federazione internazionale ha sede, cambia la natura giuridica della Federazione: in alcuni Stati potrebbe essere un ente pubblico, in altri potrebbe essere un ente privato, dipende dalla legge di riferimento. L'ordinamento sportivo internazionale non ha bisogno di un riconoscimento da parte di un ordinamento di ordine superiore.

Parlando di norme si fa riferimento alle fonti del diritto: in ambito sportivo, ma anche nell'ordinamento italiano, si parla di attività normativa in riferimento alle fonti del diritto. Per fonte del diritto si intendono gli atti normativi da cui promanano le regole giuridiche, atti che introducono delle regole normative, che introducono il diritto. Occorre distinguere le fonti del diritto in ambito sportivo. Siccome l'ordinamento sportivo è una parte dell'ordinamento dello Stato italiano, per individuare le fonti del sistema sportivo bisogna considerare sia gli atti posti in essere dai soggetti del mondo sportivo, sia gli atti normativi dello Stato italiano (l'ordinamento sportivo non è autosufficiente). Occorre inoltre far riferimento anche agli atti normativi che promanano dal CIO e dall'Unione Europea. Il sistema sportivo italiano non è un ordinamento autosufficiente (è settoriale) e quindi deve rispettare non solo le regole poste dai soggetti dell'ordinamento sportivo ma anche quelle poste dallo Stato italiano. In ambito sportivo coesistono fonti dell'ordinamento italiano e fonti dell'ordinamento sportivo. Per quanto riguarda le fonti del diritto dell'ordinamento italiano si considerano la Costituzione, le leggi ordinarie, le leggi regionali e i regolamenti. Per quanto riguarda la Costituzione, essa vincola il sistema sportivo anche se contiene una sola norma riferita allo sport, introdotta con la riforma costituzionale nel 2001 perché l'articolato del 1948 non conteneva riferimenti espliciti allo sport ma contiene delle norme comunque utilizzabili in ambito sportivo, come l'articolo 32 (che riconosce come diritto inviolabile il diritto alla salute): poiché lo sport ha una funzione sanitaria, questo può essere riferito anche allo sport. Anche gli articolo 1 e 4, che fanno riferimento al lavoro: questo principio vale anche in ambito sportivo. Un'altra norma è l'articolo 18 che prevede il diritto di associarsi, di costituire associazioni, purché non perseguano scopi vietati dalla legge. Le associazioni sportive godono della tutela prevista dall'articolo 18 della Costituzione. La norma che espressamente tutela lo sport è l'articolo 117, inserito a seguito della riforma costituzionale del 2001, che attribuisce l'attività normativa concorrente in alcune materie, tra cui l'ordinamento sportivo e le professioni. Attività normativa concorrente significa che lo Stato detti i principi generali della materia in una legge quadro e le regioni ne danno attuazione, specificando la normativa statale. Scendendo nella gerarchia si ritrovano le leggi regionali. Le regioni, in tutte le altre materie, possono emanare dei principi o comunque delle norme indipendentemente dalla legge quadro dello Stato. Per quanto riguarda lo sport ad esempio, le regioni sono competenti a disciplinare le palestre escluse dall'ambito CONI, così come pure le piscine che non svolgono l'attività federale. Queste leggi disciplinano i requisiti strutturali (uscite d'emergenza, pavimenti antiscivolo…) e le figure professionali che possono operare all'interno delle strutture. Gli impianti sportivi di fitness vengono regolamentati dalle regioni in quanto non c'è competizione; possono essere previste regole diverse da regione a regione. Il mondo sportivo italiano si dà delle proprie regole , norme emanate dal CONI e dalle Federazioni. Al vertice troviamo il CONI, con potere normativo. Quest'ultimo emana uno statuto con cui regolamenta la propria vita interna (organi, poteri, la giustizia sportiva…), un atto normativo che vincola tutti i soggetti del mondo sportivo italiano. Normalmente lo statuto viene riformulato ogni 4 anni (ogni quadriennio olimpico). Nel 2014 è stato modificato a seguito della riforma della giustizia sportiva. Poiché il CONI non rappresenta un singolo sport ma tutto il movimento sportivo italiano, non emana atti normativi riferiti al singolo sport, ma principi generali che valgono per tutte le discipline sportive. Gli altri atti normativi del CONI sono principi generali, valevoli per tutte le Federazioni e per tutti gli sport, in particolare in materia di giustizia sportiva (in quanto ogni Federazione ha un proprio sistema di giustizia sportiva, organi, modalità di presentazione di ricorso, nella risoluzione delle controversie sportive). Per evitare che la giustizia sportiva sia caotica (se ogni Federazione regolamentasse la risoluzione delle controversie in modo totalmente diverso l'una dall'altra ci sarebbe il caos) il CONI detta dei principi generali, regole generali rivolte a

ciascuna Federazione sportiva. Altri principi generali riguardano le clausole che devono essere contenute negli statuti delle Federazioni. Un altro atto emanato dal CONI è il Codice di Comportamento Sportivo, una sorta di codice etico che indica le modalità di comportamento che devono avere tutti i tesserati, tutti i soggetti appartenenti al mondo sportivo (come il dovere di correttezza, di fair play e comportamenti più specifici, come il divieto di scommessa, di utilizzare sostanze dopanti). In caso di violazione di queste regole, i soggetti sono sottoposti a sanzioni disciplinari. Anche le Federazioni godono di autonomia normativa, ovvero del potere di emanare delle proprie regole, di autoregolarsi. In ambito Federale abbiamo uno statuto (anche le Federazioni hanno autonomia statutaria, il potere di darsi un proprio statuto) che disciplina il funzionamento della vita interna alla Federazione (organi, requisiti per poter ricoprire cariche federali…). Le Federazioni hanno una pluralità di regolamenti che disciplinano specifici aspetti dell'attività federale (regolamento organico, regolamento ai tesseramenti e alle affiliazioni, regolamento di giustizia sportiva, regolamento tecnico o di gioco). Specialmente il regolamento tecnico e il regolamento organico non possono discostarsi troppo dalla normativa della Federazione sportiva internazionale di riferimento. Le fonti del diritto sportivo sono costituite sia da fonti che promanano dallo Stato italiano (Costituzione, legge ordinaria, legge regionale) sia fonti emanate dall'ordinamento sportivo (statuto del CONI, Codice di Comportamento Sportivo, principi generali del CONI, attività normativa delle Federazioni quali statuto e regolamenti). In ambito europeo si hanno fonti del diritto, che vincolano il mondo sportivo, sotto forma di Trattati, regolamenti e direttive. Il Trattato è un accordo che, per essere vincolante, deve essere sottoscritto da tutti gli Stati. Sono gli Stati stessi che si accordano e stabiliscono il contenuto del Trattato. In ambito sportivo sono importanti il Trattato di Roma (istitutivo della CEE) e il Trattato di Lisbona (istitutivo dell'Unione Europea). Il primo detta dei principi fondamentali quali la libera circolazione, non soltanto delle persone ma soprattutto dei lavoratori, all'interno dei quali ritroviamo gli sportivi professionisti. Per quanto riguarda il Trattato di Lisbona è importante perché ha attribuito per la prima volta all'Unione Europea competenze in ambito sportivo (prima non era espressamente codificato). I regolamenti e le direttive vengono emanati dagli organi dell'Unione Europea. Infine si hanno gli atti normativi emanati dai soggetti dagli ordinamenti sportivi internazionali, dal CIO e dalle Federazioni sportive internazionali. Per quanto riguarda il CIO, come il CONI, emana dei principi generali riferibili al movimento olimpico. L'atto principale è la Carta Olimpica, un atto negoziale che contiene i principi fondamentali di tutto il movimento olimpico. A regolamentare l'attività sportiva concorrono le Federazioni sportive internazionali, che richiama l'attività delle Federazioni sportive nazionali. In particolare, si ha l'emanazione di uno statuto e dei vari regolamenti che devono essere recepiti dalle Federazioni sportive nazionali di riferimento. Gli atti normativi emanati dalle Federazioni sportive internazionali sono direttamente vincolanti per le Federazioni sportive nazionali di riferimento per garantire una normativa omogenea finalizzata alla comparazione dei risultati ma il principio della vincolatività è da ricercarsi nella cosiddetta autonomia negoziale dei contraenti. Quando una Federazione nazionale viene costituita per rappresentare una determinata categoria sportiva decide di affiliarsi alla Federazione sportiva nazionale di riferimento. Nel momento in cui la Federazione sportiva nazionale si affilia alla Federazione sportiva internazionale, accetta incondizionatamente tutte le norme emanate dalla Federazione internazionale di riferimento. I soggetti dell'ordinamento sportivo italiano

Parlando dell'ordinamento sportivo italiano occorre pensare ad un sistema di tipo piramidale: al vertice del movimento sportivo si colloca il CONI, scendendo abbiamo le Federazioni sportive nazionali, gli enti di promozione sportiva, le discipline sportive associate (DSA) e le leghe, scendendo ulteriormente si hanno le associazioni sportive dilettantistiche (ASD), le società sportive dilettantistiche (SSD) e le società sportive professionistiche. Infine si hanno i soggetti fisici, i tesserati (atleti, tecnici, ufficiali di gara…). Il CONI La data fondamentale è quella del 1896, con il ripristino le olimpiadi moderne; non interessa direttamente il CONI ma è il momento in cui lo sport inizia ad avere una propria organizzazione sul piano nazionale. Il ripristino delle olimp...


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