Diritto penale. Concorso dell’estraneo nel reato proprio PDF

Title Diritto penale. Concorso dell’estraneo nel reato proprio
Author Francesca sarao
Course Diritto Penale
Institution Università degli Studi di Messina
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Diritto penale Concorso dell’estraneo nel reato proprio. Reato proprio è quello che determina una qualifica soggettiva dell’agente. Nei reati propri si fa una distinzione tra:  

Reati di mano propria o esclusivi, che irrinunciabilmente deve compiere il soggetto qualificato Reati che possono essere distribuiti tra più soggetti

La disciplina generale del concorso dell’estraneo del reato proprio è contenuta nell’articolo 110 c.p.. La possibilità che un soggetto privo di qualifica risponda del reato proprio è assolutamente ammessa. Occorrono però delle condizioni:   

il soggetto estraneo deve dare un contributo causale al reato proprio tra coloro che partecipano, vi deve essere il soggetto qualificato, intraneo, l’estraneo, per poter rispondere di concorso nel reato proprio ex art. 110 deve essere a conoscenza della qualifica dell’intraneo. Questo presupposto consente la partecipazione dolosa di un estraneo ad un reato proprio.

Esempio: un soggetto istiga un pubblico ufficiale, conoscendone la qualifica, a rivelare un segreto d’ufficio e lo ottiene. Esempio: un soggetto ignora la qualifica di un conoscente, che lo convince di dagli un passaggio all’estero per disertare. L’estraneo di cosa risponde? Nel primo caso di concorso, nel secondo niente. Esiste poi un ipotesi speciale all’articolo 117 c.p. di concorso dell’estraneo nel reato proprio, all’articolo

Articolo 117 c.p. : Mutamento del titolo del reato per taluno dei concorrenti. Se, per le condizioni o le qualità personali del colpevole, o per i rapporti tra il colpevole e l’offeso, muta il titolo del reato per taluno di coloro che vi sono concorsi, anche gli altri rispondono dello stesso reato. Nondimeno, se questo è più grave, il giudice può, rispetto a coloro per i quali non sussistono le condizioni, le qualità o i rapporti predetti, diminuire la pena.

Questa ipotesi rappresenta una deroga all’articolo 110, sul presupposto che muti il titolo di reato, che deve essere proprio ma non esclusivo. Quali le ipotesi più frequenti di mutamento del titolo di reato? L’appropriazione indebita, se commessa da un pubblico ufficiale diventa peculato e estorsione, diventa concussione. La peculiarità per cui si deroga all’articolo 110, è che l’estraneo risponderà di concorso nel reato proprio se non è a conoscenza della qualifica dell’intraneo. È una forma di responsabilità oggettiva. La ragione giustificatrice di questa disciplina si ravvisa nel modello unitario.

Esempi riconducibili all’articolo 117:





Un soggetto aiuta il correo, di cui non conosce la qualifica, di rubare del denaro che questi possiede in ragione del proprio ufficio. L’estraneo ritiene di commettere appropriazione indebita, invece viene incriminato di concorso in peculato. Un comune cittadino non sa che sta cooperando con colui che ha una qualifica e non lo sa, a minacciare una persona affinché prometta denaro incrementando la forza incriminatrice della minaccia del pubblica ufficiale. Questo per l’estraneo è un estorsione, ma in virtù del pubblico ufficiale risponderà di concorso in concussione.

Un orientamento minoritario ritiene, invece, necessaria la conoscenza della qualifica dell’intraneo, come nell’ipotesi dell’articolo 110. Questa interpretazione non si può accogliere perché priverebbe l’articolo 117 di qualunque ruolo e in virtù di un interpretazione sistematica, nel codice di navigazione, all’articolo 1081 dice “fuori dal caso regolato dall’articolo117 del codice penale, è necessaria la conoscenza della qualifica “. Se in presenza di un mutamento di un titolo di reato e l’estraneo è a conoscenza della qualifica dell’intraneo, si incrimina con il 110. Da un punto di vista strutturale che differenza c’è tra l’articolo 117 e l’articolo 116? Nell’articolo 116 muta giuridicamente e ontologicamente la norma di riferimento, il fatto è giuridicamente un altro, nell’articolo 117 il fatto è solo qualificato in modo diverso, da un punto di vista naturalistico l’estraneo e l’intraneo vogliono la stessa cosa. Nell’articolo 116 emerge la mancanza di volontà, nel 117 manca la rappresentazione dell’elemento intellettivo rispetto alla qualifica dell’intraneo. Questa differenza porta a conferire al giudice, non un obbligo, ma la facoltà di ridurre la pena, se il reato mutando titolo è più grave del reato comune corrispondente, rispetto ai soggetti qualificati. Questa valutazione non si ferma solo alla forbice edittale del reato comune e del reato proprio corrispondente, ma si fa in concreto. Una parte della dottrina minoritaria, senza arrivare agli eccessi della critica precedente che voleva ricondurre questa ipotesi all’ipotesi della responsabilità dolosa, suggerisce di adeguare in via interpretativa questa fattispecie al principio di colpevolezza, cercano nell’estraneo i requisisti della colpa, ma il modo in cui è strutturato l’articolo 117, non consente questa interpretazione, perché configura un ipotesi di responsabilità oggettiva, che non si riferisce al fatto, ma al titolo di reato. Uno dei problemi più discussi è quello della distribuzione dei ruoli tra l’intraneo e l’estraneo in fase esecutiva. Per potersi applicare questa disposizione l’intraneo deve tenere la condotta tipica e l’estraneo solo dare un contributo a tipico o i ruoli si possono invertire, o variamente distribuire? Quando il reato è proprio esclusivo i ruoli non si possono invertire, come nell’incesto. Negli altri casi la dottrina non ha una ipotesi concorde: 





La maggior parte della dottrina e la giurisprudenza ritengono che sia configurabile il concorso dell’estraneo nel reato proprio, anche quando l’intraneo configura un comportamento atipico e l’estraneo con un azione tipica. Questa è un ipotesi di esecuzione frazionata. In questi casi l’intraneo che tenie una condotta atipica, porta alla realizzazione comune la sua qualifica, l’estraneo, che non ha la qualifica, dà come contributo la realizzazione della condotta tipica. Esempio: un pubblico ufficiale lascia aperta la cassaforte dell’ufficio, cosicché l’estraneo i appropri materialmente del denaro. La dottrina minoritaria sostiene che l’intraneo debba commettere l’azione tipica e l’estraneo debba dare solo un contributo, ciò sulla base di un principio generale del sistema penale che è quello di legalità, perché è solo il soggetto qualificato a poter tenere il reato. Altri ritengono che l’intraneo non debba tenere la condotta tipica, purché abbia sotto controllo lo svolgimento dell’azione tipica da parte dell’estraneo. Ma qui si allargano le maglie della punibilità.

I presupposti perché si applichi il 117 sono:    



L’estraneo deve avere il dolo del reato comune L’intraneo deve avere il dolo del reato proprio, solo per l’articolo 117 L’estraneo deve aver la consapevolezza della partecipazione alla realizzazione del reato Deve mutare il titolo del reato da comune a proprio L’estraneo non deve essere a conoscenza della qualifica soggettiva dell’intraneo

Figure particolari di concorso. Concorso di persone nel reato mediante omissione. Si può realizzare un concorso di persone di reato anche con una condotta omissiva, oltre che attiva. Bisogna distinguere tra omissione propria e omissione impropria: si parla di reato omissivo proprio, quando più persone hanno l’obbligo di intervenire in presenza di una data situazione, situazione tipica, e decidono di non farlo. Esempio: due soggetti non si attivano nel soccorrere una persona. Rispondono ex articolo 593 di concorso in omissione di soccorso. Le norme sul concorso di persone, qui non intervengono in funzione incriminatrice, ma con funzione di disciplina e si potranno applicare le nome del 110 e seguenti. Si interviene in funzione di disciplina perché ciascuno tiene una situazione tipica, che ha già integrato il reato. C’è un ipotesi di intervenire in funzione incriminatrice: quando si concorre tutti nel reato omissivo proprio, uno tiene un contributo atipico e l’altro tipico e nei confronti di quello atipico si applicheranno le norme con funzione incriminatrice. Concorso mediante omissivo in un reato omissivo improprio. Il reato omissivo improprio nasce dalla combinazione dell’articolo 40 capoverso e la fattispecie di parte speciale, che normalmente deve essere di evento a forma libera. Perché si possa concorrere mediante omissione in un illecito altrui, è necessario che il soggetto che omette sia titolare di una posizione di garanzia, che abbia l’obbligo di impedire che terzi commettano illeciti. Per poter rispondere mediante omissione di concorso nel reato omissivo improprio è necessario essere titolare di una posizione di garanzia. In questo caso cosa si verifica? Si sommano due clausole generali di incriminazione suppletiva, il 110 e il 40 capoverso si sommano alla norma di parte speciale che è stata integrata. La giurisprudenza applica semplicemente queste combinazioni, ma la dottrina guarda con sfavore perché ognuna dilata la punibilità di condotte non punibili ai sensi della fattispecie di parte speciale. Inoltre in ambito monosoggettivo, il 40 capoverso si può innestare solo con fattispecie di evento a forma libere, anche in quello plurisoggettivo c’è un allargamento di fattispecie combinabili con 110 e 40 capoverso, infatti la giurisprudenza sostituisce l’evento in senso naturalistico a forma libera, con il concetto di reato. Questa ipotesi di concorso mediante omissione non si verifica solo quando si commette un reato a forma libera, omicidio, ma si applica per esempio per il furto, che è un reato di mera condotta. Si ha un estensione dell’oggetto della responsabilità concorsuale mediante omissione. Cooperazione del delitto colposo. È prevista all’articolo 113, avente ad oggetto il delitto colposo. Articolo 113 c.p. : Cooperazione nel delitto colposo. Nel delitto colposo, quando l’evento è stato cagionato dalla cooperazione di più persone, ciascuna di queste soggiace alle pene stabilite per il delitto stesso.

Si pone sulla linea del 110. Questa norma è una novità del legislatore del ’30, prima infatti non si riteneva ammissibile, perché si pensava che il concorso si basasse sul previo accordo tra i compartecipi, che configura quindi dolo e non colpa. Nel ’30 si risolve ciò in termini positivi ed è sufficiente la consapevolezza unilaterale alla cooperazione e il dubbio è stato superato. Inoltre, la previsione espressa di una cooperazione del delitto colposo è necessario per punire il delitto colposo, ai sensi dell’articolo 42, che per la punibilità del delitto colposo richiede una previsione espressa. Anche qui l’evento soggettivo ricalca quello dell’articolo 110, occorre quindi la consapevolezza di cooperare con altri alla realizzazione di un illecito. Non è necessario che chi coopera consapevolmente riconosca la natura colposa dell’illecito, perché la cooperazione sarebbe limitata ai fatti di colpa cosciente. Esempio: soggetto vicino al conducente d’auto e lo sollecita ad aumentare la velocità. Chi guida tiene una condotta colposa, l’altro tiene una condotta colposa. La presenza di questo collate tra le condotte colpose di più soggetti fa si chi l’ipotesi venga ricondotta all’articolo 113, perché laddove l’elemento psicologico mancasse e due persone tenessero due condotte colpose, saremmo difronte al concorso di condotte colpose indipendente, all’articolo 41, concause, comma III, quando due soggetti tengono due condotte colpose medesime senza un legame psicologico. Quale la differenza negli effetti? Nel concorso di condotte colpose indipendente ognuno risponderà di quello che ha provocato. Se si riconduce all’articolo 113 si avrà un unico reato, che ha conseguenze sul piano applicativo. Per esempio per mancata querela nell’ipotesi del 113, è presentata per un soggetto, ma si può estendere anche agli altri. Nel caso di condotte indipendenti, questo non si può fare. Gli elementi strutturali della cooperazione colposa sono perlopiù sovrapponibili tranne uno:    

pluralità di persone elemento psicologico contributo causale alla realizzazione del fatto realizzazione di un fatto di reato, qui sta la differenza con il fatto doloso

Qui è necessaria la realizzazione e il tentativo non si può applicare perché non è previsto nella forma colposa. Quando si parla di colpa, perché si integri la condotta punibile è necessaria la violazione di una norma cautelare? Qualcuno risponde in senso affermativo, per evitare di allargare la punibilità. L’articolo 113 svolge una funzione sia di disciplina che incriminatrice, ma la dottrina sostiene che se il reato è causalmente orientato, lesione o omicidio, svolge solo azione di disciplina, perché la condotta colposa è già di per sé è già riconducibile alla fattispecie di parte speciale. Reati contravvenzionali. In dottrina ci si chiede se possa configurarsi il concorso nelle contravvenzioni. Parte della dottrina lo esclude perché l’articolo 113 parla solo di delitti. Ma ciò è uno sbarramento superabile? Per la contravvenzione non interessa la differenza tra dolo e colpa. L’articolo 110 parla di reato, non di delitto e quindi si può a esso ricondurre. Articolo 114 c.p. : circostanze attenuanti. Il giudice, qualora ritenga che l’opera prestata da taluna delle persone che sono concorse nel reato a norma degli articoli 110 e 113 abbia avuto minima importanza nella preparazione o nell’esecuzione del reato, può diminuire la pena. Tale disposizione non si applica nei casi indicati nell’articolo 112.

La pena può altresì essere diminuita per chi è stato determinato a commettere il reato o a cooperare nel reato, quando concorrono le condizioni stabilite nei numeri 3 e 4 del primo comma e nel terzo comma dell’articolo 112.

Benché il legislatore del ’30 abbi accolto il modello unitario, è un modello temperato, poiché nel momento in cui si valutano le risposte sanzionatorie si valutano una serie di circostanze o in senso aggravante o in senso attenuante. Tra le attenuanti prevede che il contributo del soggetto abbia avuto minima importanza nella preparazione, esecuzione del reato. Si applica in termini facoltativi. L’attenuante della minima importanza, si riverisce al caso in cui il contributo è marginale, non è fondamentale nella realizzazione del fatto comune e il suo apporto si sarebbe potuto sostituire ad una migliore distribuzione dei compiti. Questa attenuante viene, di solito, applicata quando il contributo è penalmente irrilevante. Esempio: presenza sul luogo del delitto. La giurisprudenza tende a giustificare il concorso morale, perché dalla presenza di qualcuno sulla scena ci sia rafforzamento, si applica l’attenuante della minima importanza. In questi casi spesso potrebbe escludersi la rilevanza penale della presenza dell’esecuzione di un illecito....


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