Dispensa Braga Microeconomia PDF

Title Dispensa Braga Microeconomia
Author Valerio Fadda
Course Microeconomia / Microeconomics
Institution Università Commerciale Luigi Bocconi
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Appunti della professoressa Braga, docente di Micro e Macroeconomia per il primo anno della Bocconi...


Description

Michela Braga Economia Modulo 1 – 2015/16 CLEAM 4 e 8

L’ECONOMIA E IL PROBLEMA ECONOMICO Diversamente dalle scienze naturali che indagano la natura, le scienze sociali sono tese a studiare il comportamento dell’uomo. Nell’ambito delle scienze sociali si colloca l’economia che, a sua volta, si divide in due branche: - l’economia aziendale che formula le teorie per il governo economico dell’azienda; - l’economia politica che studia il funzionamento del sistema economico. Alla base dell’economia politica c’è il così detto problema economico ovvero il trade – off esistente tra bisogni illimitati e risorse scarse. Tipicamente gli individui traggono beneficio dal consumo di beni materiali e immateriali esistenti in natura o producibili attraverso un insieme di risorse (naturali, umane, finanziarie) che, per loro natura, sono scarse. I beni e servizi consumabili sono quindi limitati mentre i bisogni sono, tendenzialmente, illimitati. Il problema economico deriva dal fatto che le risorse non consentono di soddisfare tutti i bisogni e, di conseguenza, gli individui e la società nel suo complesso devono scegliere tra un insieme limitato di possibilità. L’economia politica cerca quindi di rispondere alla seguente domanda: “come si risolve il problema della scarsità?” “come si sceglie?”. Il problema economico della scelta è fronteggiato sia da singoli soggetti sia dall’economia a livello aggregato. A seconda di chi sia il soggetto di riferimento che fronteggia la scelta si distingue tra: - Microeconomia: studia il comportamento, le scelte, il processo decisionale dei singoli soggetti economici (consumatori/imprese/istituzioni) e gli effetti prodotti sull’allocazione delle risorse; - Macroeconomia: studia il comportamento del sistema economico nel suo complesso. Data la scarsità delle risorse a fronte dei bisogni dei soggetti economici, la società, da un punto di vista microeconomico, deve effettuare tre scelte principali: 1) cosa produrre (che tipo di bene servizio produrre per soddisfare i bisogni); 2) come produrre (quale combinazione di input/risorse usare e come combinarli/con quale tecnologia); 3) chi ottiene cosa (come distribuire i beni e servizi prodotti tra gli individui). Ognuna delle precedenti scelte implica un trade-off ovvero un costo opportunità dato che, necessariamente, scegliendo qualcosa, si rinuncia a qualcosa d’altro così che scegliere è costoso. Se, ad esempio, si aumenta la quantità prodotta di un bene, necessariamente si deve ridurre la quantità prodotta di un altro bene, dato che si consumano risorse che avrebbero usi alternativi. L’economia politica si occupa quindi della scelta dell’allocazione delle risorse scarse. I sistemi economici si distinguono a seconda del meccanismo prevalente (istituzione) che regola il processo di allocazione delle risorse. Si avranno quindi: - sistemi decentralizzati: i mezzi di produzione appartengono ai privati che li controllano traendone beneficio. I privati decidono cosa/come produrre e come distribuire. - sistemi centralizzati: i mezzi di produzione appartengono al settore pubblico che li controlla e lo stato decide cosa/come produrre e come distribuire. La decentralizzazione è fondata sui mercati dato che, in un sistema economico decentralizzato, l’allocazione delle risorse è regolata dallo scambio volontario tra acquirenti (lato della domanda) e venditori (lato dell’offerta) sulla base di un sistema di prezzi. Il mercato è l’istituzione economica attraverso cui gli agenti economici acquistano e vendono beni e servizi effettuando scambi. In microeconomia un mercato è riferito a un gruppo di prodotti in un dato confine geografico. I prodotti scambiati in un dato mercato sono intercambiabili e indifferenti in base ai gusti e alle preferenze degli agenti economici che acquistano/vendono. Lo scambio avviene tra due parti: - il lato della domanda: sintetizza il comportamento degli acquirenti che possono essere consumatori, imprese o un mix dei due; ! !

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il lato dell’offerta: sintetizza il comportamento dei venditori che possono essere imprese, consumatori o un mix dei due.

Lo scambio avviene sulla base di un sistema di prezzi che possono essere più o meno negoziabili. Affinchè ci sia lo scambio deve esistere un diritto di proprietà trasferibile ovvero una rivendicazione esigibile su un bene o una risorsa. Se i venditori posseggono un bene che ha valore per gli acquirenti, i primi offrono il bene mentre i secondi sono disposti a offrire del denaro per pagarlo. Se la somma richiesta dai venditori è inferiore o uguale alla somma che gli acquirenti sono disposti a pagare lo scambi ha luogo ed è mutualmente vantaggioso. Da un punto si vista economico, infatti, gli agenti razionalmente scelgono sulla base di un’analisi costi e benefici. E’ possibile dividere le scelte in due macro categorie: - scelte tutto o niente : vengono effettuate confrontando i costi totali (TC) con i benefici totali (TB) sulla base di un’analisi globale così che è conveniente effettuare la scelta se e solo se i costi totali non sono superiori ai benefici così che il beneficio netto è positivo => si effettua l’azione se !" = !" − !" > 0 ⇔ !" > !" . Se il beneficio netto è negativo non è economicamente conveniente effettuare la scelta. Se il beneficio netto è nullo è economicamente indifferente se effettuare o meno la scelta; - scelte di livello: razionalmente si decide se una scelta è la migliore possibile tramite un’analisi marginale ovvero considerando come varierebbe il beneficio netto in seguito a una piccola variazione (una variazione marginale) della scelta. Razionalmente si sceglie quindi il livello q* che massimizza il beneficio netto. Detto altrimenti si continua a effettuare la scelta fino a che il beneficio netto è crescente. La ratio del processo decisionale razionale può essere rappresentata graficamente assumendo che sia i costi totali sia i q => ↑!q, ↑!TC e simmetricamente benefici totali siano delle funzioni crescenti rispetto al livello d’azione (TC + q => ↑!q, ↑!"). I costi totali includono sia il costo monetario sia il costo opportunità ovvero il costo della (TB + migliore alternativa a cui si rinuncia facendo una scelta. Alla sinistra del livello !, il beneficio totale eccede il costo totale ! il beneficio netto è positivo ed è quindi economicamente conveniente effettuare la scelta. Alla destra del livello !, il beneficio totale è minore del costo totale ! il beneficio netto è negativo e non è quindi economicamente conveniente effettuare la scelta. Un agente economico ha incentivo ad aumentare il livello di azione fino a quando è possibile incrementare ulteriormente il beneficio netto. In corrispondenza del livello ! ∗ il beneficio netto è massimo e non è economicamente conveniente aumentare ulteriormente il livello d’azione perché il beneficio netto si ridurrebbe. TC,$TB$ TC!

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Gli agenti economici scelgono quindi rispondendo a un sistema di incentivi. I costi rappresentano un disincentivo alla scelta, i benefici un incentivo alla scelta. Cambiamenti dei costi e/o dei benefici modificano il comportamento degli agenti economici e le scelte dato che se aumentano i costi, l’azioni è meno attrattiva, se aumentano i benefici, l’azioni è più attrattiva. Nel mercato i prezzi rappresentano un sistema di incentivi per gli agenti economici che agisce in modo opposto sul lato della domanda e sul lato dell’offerta. In seguito alle variazioni dei prezzi si modificano le scelte degli agenti economici. In particolare, - se il prezzo aumenta, aumenta il costo d’acquisto e vi è un disincentivo all’acquisto. Simmetricamente aumenta il beneficio derivante dalla vendita e vi è un incentivo alla vendita; - se il prezzo si riduce, si riduce il costo d’acquisto e vi è un incentivo all’acquisto. Simmetricamente si riduce il beneficio derivante dalla vendita e vi è un disincentivo alla vendita. Le variazioni dei prezzi modificano quindi la domanda e l’offerta. Il prezzo inoltre rispecchia sia il valore del bene/servizio per gli acquirenti sia il costo per i produttori e varia per equilibrare la domanda e l’offerta. Se infatti in un determinato mercato la domanda è maggiore dell’offerta significa che vi è “scarsità” del bene e quindi il prezzo tende ad aumentare. Se, al contrario, la domanda è minore dell’offerta, vi è “abbondanza” del bene e quindi il prezzo tende a ridursi. Gli agenti confrontano i costi e i benefici connessi allo scambio e se il beneficio netto derivante dallo scambio è positivo lo effettuano. In un sistema di mercato in cui ogni agente economico sceglie in base al proprio interesse personale, i prezzi rappresentano il meccanismo che coordina le decisioni individuali consentendo ad entrambe le parti del mercato di trarre vantaggio dallo scambio. Le economie di mercato presentano vantaggi ma possono presentare anche delle imperfezioni (potere di mercato, asimmetrie informative, esternalità). L’intervento pubblico può migliore l’allocazione delle risorse quando vi sono dei fallimenti di mercato. In presenza di un fallimento di mercato il prezzo non rispecchia esattamente costi e benefici per acquirenti e venditori e l’intervento pubblico può migliorare l’allocazione delle risorse riducendo l’inefficienza.

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Michela Braga Economia Modulo 1 – 2015/16 CLEAM 4 e 8

MODELLO DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA Il modello della domanda e dell’offerta è alla base dell’economia e consente di spiegare il funzionamento di qualsiasi mercato ovvero di quell’istituzione attraverso cui gli agenti economici (consumatori e imprese) effettuano gli scambi cioè acquistano e vendono beni e servizi. In un mercato lo scambio avviene tra due parti (i venditori e gli acquirenti) sulla base di un sistema di prezzi. Gli acquirenti rappresentano il lato della domanda, i venditori il lato dell’offerta. Il prezzo al quale avviene lo scambio è determinato dal confronto tra la domanda e l’offerta. Il modello della domanda e dell’offerta consente di spiegare come si determina il prezzo di acquisto e vendita di un bene e la quantità scambiata. Prezzo e quantità sono le variabili endogene (le variabili che il modello spiega) mentre tutti gli altri fattori che influenzano la domanda e l’offerta sono le variabili esogene (le variabili che sono prese per date). Consideriamo il funzionamento del mercato del generico bene i, indifferenziato. LATO DELLA DOMANDA: sintetizza il comportamento degli acquirenti. La curva di domanda del beni i identifica la quantità di bene i che i consumatori sono disposti ad acquistare per ogni possibile livello di prezzo, a parità di tutti gli altri fattori (preferenze, prezzo degli altri beni (pj), reddito dei consumatori (M)) che influenzano la domanda diversi dal prezzo del bene stesso. Se indichiamo con Qi la quantità domandata del bene i e con pi il prezzo, la funzione di domanda diretta può essere scritta come Qi=D(pi, M, pj). La funzione di domanda viene rappresentata nel piano (Q-p) esplicitando il prezzo in funzione della quantità ottenendo la funzione di domanda inversa pi =f(Qi M, pj). La curva di domanda si caratterizza per: 1) Inclinazione: in base alla legge della domanda al crescere del prezzo, si riduce la quantità di beni che i consumatori sono disposti ad acquistare => la curva di domanda ha inclinazione negativa nel piano. 2) Posizione: la curva di domanda è disegnata ceteris paribus, ovvero a parità di tutti gli altri fattori esogeni che influenzano la domanda diversi dal prezzo => se variano i fattori esogeni la curva trasla nel piano. In particolare: a. la curva trasla verso destra ogni qual volta un cambiamento esogeno fa sì che, a parità di prezzo, aumenti la quantità domandata; b. la curva trasla verso sinistra ogni qual volta un cambiamento esogeno fa sì che, a parità di prezzo, si riduca la quantità domandata. Le variazioni del prezzo degli altri beni possono far aumentare, ridurre o non variare la domanda dei beni a seconda del rapporto di complementarietà/sostituibilità esistente tra i beni. Avremo quindi: 1) beni sostituti = beni che soddisfano lo stesso bisogno => la variazione del prezzo di un bene provoca una variazione nella stessa direzione della quantità domandata dell’altro bene (l’aumento del prezzo di un bene induce i consumatori a acquistare più dell’altro bene (si sostituisce il bene più caro con quello meno caro) e viceversa). Se i e j sono sostituti: - se aumenta il prezzo del bene j, j è relativamente più caro, se ne domanda/consuma meno e lo si sostituisce con il beni i la cui domanda aumenta (pj ↑ => Qi ↑ => la curva di domanda del bene i trasla a destra); - se si riduce il prezzo del bene j, j è relativamente meno caro, se ne domanda/consuma di più e lo si sostituisce al bene i la cui domanda si riduce (pj ↓ => Qi ↓ => la curva di domanda del bene i trasla a sinistra). 2) beni complementari = beni che per soddisfare un bisogno devono essere consumati insieme => la variazione del prezzo di un bene provoca una variazione nella direzione opposta della quantità domandata dell’altro bene (l’aumento del prezzo di un bene induce i consumatori ad acquistare meno dell’altro bene e viceversa). Se i e j sono complementari: - se aumenta il prezzo del bene j, j è relativamente più caro, se ne domanda/consuma meno ma si riduce anche la domanda del beni i che deve essere consumato insieme a j per soddisfare il bisogno (pj ↑ => Qi ↓ => la curva di domanda del bene i trasla a sinistra); - se si riduce il prezzo del bene j, j è relativamente meno caro, se ne domanda/consuma di più ma aumenta anche la domanda del beni i che deve essere consumato insieme a j per soddisfare il bisogno (pj ↓ => Qi ↑ => la curva di domanda del bene i trasla a destra). 1" "

3) beni non correlati = beni che soddisfano bisogni diversi e non correlati => variazioni del prezzo di un bene non fanno variare la quantità domandata dell’altro bene (l’aumento del prezzo di un bene non modifica le scelte di acquisto dei consumatori relativamente all’altro bene e viceversa). Se i e j sono non correlati: - se aumenta il prezzo del bene j, j è relativamente più caro, se ne domanda/consuma meno ma non varia la domanda del beni i (pj ↑ => Qi = => la curva di domanda del bene i non si muove nel piano); - se si riduce il prezzo del bene j, j è relativamente meno caro, se ne domanda/consuma di più ma non varia la domanda del beni i (pj ↓ => Qi = => la curva di domanda del bene i non si muove nel piano). Le variazioni del reddito possono far aumentare o diminuire la domanda dei beni a seconda che il bene sia normale o inferiore. Avremo quindi: 1) beni normali = beni per i quali una variazione del reddito provoca una variazione nella stessa direzione della quantità domandata (l’aumento del reddito induce i consumatori ad acquistare più unità del bene e viceversa). Se i è un bene normale: - se aumenta il reddito il consumatore è più ricco e domanda/consuma più unità del bene i la cui domanda aumenta (M ↑ => Qi ↑ => la curva di domanda del bene i trasla a destra); - se si riduce il reddito il consumatore è più povero e domanda/consuma meno unità del bene i la cui domanda si riduce (M ↓ => Qi ↓ => la curva di domanda del bene i trasla a sinistra). 2) beni inferiori= beni per i quali una variazione del reddito provoca una variazione nella direzione opposta della quantità domandata (l’aumento del reddito induce i consumatori ad acquistare meno unità del bene e viceversa). Se i è un bene inferiore: - se aumenta il reddito il consumatore è più ricco ma domanda/consuma meno unità del bene i la cui domanda si riduce (M ↑ => Qi ↓ => la curva di domanda del bene i trasla a sinistra); - se si riduce il reddito il consumatore è più povero ma domanda/consuma più unità del bene i la cui domanda aumenta (M ↓ => Qi ↑ => la curva di domanda del bene i trasla a destra). AUMENTO DELLA DOMANDA p"

RIDUZIONE DELLA DOMANDA p"

Qi↑ se - M ↑ con i normale - M ↓ con i inferiore - pj↑ con i e j sostituti - pj↓ con i e j complementari

D i"

Qi↓ se - M ↓ con i normale - M↑ con i inferiore - pj ↑ con i e j complementari - pj ↓ con i e j sostituti

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LATO DELL’OFFERTA: sintetizza il comportamento dei venditori. La curva di offerta del beni i identifica la quantità di bene i che i produttori sono disposti a vendere per ogni possibile livello di prezzo, a parità di tutti gli altri fattori (tecnologia (T), prezzo dei fattori produttivi (pk), prezzo dei beni alternativi producibili con la stessa tecnologia (ph)) che influenzano l’offerta diversi dal prezzo del bene stesso. Se indichiamo con Qi la quantità offerta del bene i e con pi il prezzo, la funzione di offerta può essere scritta come Qi=S(pi, T, pk, ph) e può essere rappresentata nel piano (Q-p) esplicitando il prezzo in funzione della quantità ottenendo pi =f(Qi, T, pk, ph). La curva di offerta si caratterizza per: 1) Inclinazione: in base alla legge dell’offerta al crescere del prezzo, aumenta la quantità di beni che i venditori sono disposti ad offrire => la curva di offerta ha inclinazione positiva nel piano; 2) Posizione: la curva di offerta è disegnata ceteris paribus, ovvero a parità di tutti gli altri fattori esogeni che influenzano l’offerta diversi dal prezzo => se variano i fattori esogeni la curva trasla nel piano. In particolare:

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a. la curva trasla verso destra ogni qual volta un cambiamento esogeno fa sì che, a parità di prezzo, aumenti la quantità offerta; b. la curva trasla verso sinistra ogni qual volta u n cambiamento esogeno fa sì che, a parità di prezzo, si riduca la quantità offerta. ! Se migliora la tecnologia, aumenta la produttività e, a parità di prezzo, aumenta la quantità offerta (T ↑ => Qi ↑) e viceversa (T ↓ => Qi ↓) ! Se si riduce il prezzo dei fattori produttivi, si riducono i costi di produzione e quindi, a parità di prezzo, aumenta la quantità offerta (pk ↓ => Qi ↑) e viceversa (pk ↑ => Qi ↓) ! Se si riduce il prezzo dei beni alternativi, è relativamente meno conveniente produrli e più conveniente produrre il bene i, quindi, a parità di prezzo, aumenta la quantità offerta (ph ↓ => Qi ↑) e viceversa (ph ↑ => Qi ↓) AUMENTO DELL’OFFERTA p"

RIDUZIONE DELL’OFFERTA p"

Qi↑ se S i"

Qi↓ se

-T↑ - pk ↓ - ph ↓

-T↓ - pk ↑ - ph ↑ S i"

Q"

Q"

EQUILIBRIO: l’equilibrio di mercato dipende dal comportamento congiunto della domanda e dell’offerta ed è definito come una coppia di quantità e prezzo in corrispondenza della quale domanda e offerta si eguagliano. Graficamente è identificato dall’intersezione tra la curva di domanda e la curva di offerta, matematicamente è la !! = D(!! , M, !! ) in cui !! e !! sono le incognite e gli altri sono coppia E=(Q*,p*) che risolve il seguente sistema !! = S(!! , T, !! , !! ) parametri (numeri noti). In corrispondenza del prezzo d’equilibrio la quantità che i consumatori vogliono acquistare è esattamente uguale alla quantità che i venditori vogliono vendere, non ci sono eccessi di domanda e offerta: il prezzo coordina le decisioni degli agenti economici e il mercato è in equilibrio (da quel punto non ci si allontana). In equilibrio le decisioni degli agenti economici sono mutualmente compatibili. Se il prezzo è diverso da quello di equilibrio, le forze di mercato riconducono il sistema all’equilibrio. In particolare: - Se p1 !!! ), sul mercato c’è un eccesso di domanda pari a !" = !!! − !!! . Alcuni consumatori non riescono ad acquistare il bene e sono incentivati ad offrire un prezzo maggiore. Questo fa aumentare il prezzo di mercato, aumentare la quantità offerta e ridurre la quantità domandata così che l’eccesso di domanda tende a ridursi. Il meccanismo di aggiustamento tramite l’aumento del prezzo continua fino a quando si raggiunge l’eguaglianza tra domanda e offerta;" - Se p2>p* , la quantità offerta è maggiore di quella domandata (!!! > !!! ), sul mercato c’è un eccesso di offerta pari a !" = !!! − !!! . Alcuni venditori non riescono a vendere il bene e sono incentivati a ridurre il prezzo. Questo fa ridurre...


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