Dispensa Microeconomia MODULOB-Gilli PDF

Title Dispensa Microeconomia MODULOB-Gilli
Course Istituzioni di microeconomia
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Summary

Appunti di Microeconomia per il secondo parziale (modulo B), nati unendo le slide di teoria del prof. Gilli sistemate con il libro di teoria da lui consigliato "Microeconomia" di Bernheim e Douglas.
Voto esame: 30...


Description

CAP 8. Massimizzazione dei Profitti. La massimizzazione del profitto può essere vista in due stadi: 1. Scegli gli input per minimizzare i costi, sintetizzato nella funzione di costo; 2. Scegli il livello di output per massimizzare il profitto. La funzione di Profitto. Profitto ( π ) = Ricavo Tot. – Costo Tot.  π (q)= R(q)-C(q)  Ricavo Tot= R(q)= P(Q)Q  P varia al variare della Q (funzione di D inversa) (Funzione di RTot ha pendenza negativa = MR)  Costo Tot= C(Q)

Funzione di D inversa= descrive il P che deve essere applicato per vendere una data Q del prodotto.

Grafico della funzione di profitto.

MAX si colloca laddove vi è una maggiore distanza tra curva R e C.

π

Confrontando R(Q) e C(Q): A. Profitto Crescente= indica profitti più alti per output maggiori  R(q) > C(q)  R’ > C’  Rma>Cma (MR>MC) B. Profitti decrescenti  R(q) > C(q)  R’< C’  MR < MC C. Profitto MAX  R’(q)= C’(q)  MR=MC



π'

positivo, dunque



π'

negativo, dunque π



π

π

crescente descrescente

MAX

Ricavo Marginale= è il reddito addizionale che deriva dalla produzione di un’unità aggiuntiva di output;

MR=

∆ R R ( Q )− R (Q − ∆Q) = ∆Q ∆Q

Costo Marginale= è il costo aggiuntivo derivante dalla produzione di un’unità addizionale di output

MC=

∆ C (Q) C ( Q )−C (Q −∆ Q) = ∆Q ∆Q

Profitto MAX

1

(q)= R(q)-C(q) 

π 

C’=



R’=

∆C ∆Q ∆R ∆Q

π' =

∆π = R’- C’= ∆Q

Il profitto è MAX quando

∆R

∆C −∆Q

∆Q π ' =R’-C’=0, cioè quando MR=MC  R’(q)=C’(q)

Volume di Output che MAX il profitto: Per individuare la Q di vendite che massimizza π : 1) Passaggio 1= Regola della Quantità (Condizione di ottimo)  Calcolare il livello di Q tale che MR=MC  Se vi sono più livelli di Q che soddisfano tale condizione, scegliere il liv. di Q associato al π più alto; 2) Passaggio 2= Regola di Chiusura (Condizione di Break-even)  Verificare che i π associati alla Q calcolata nel Passaggio 1 sono maggiori a π associati a Q=0. In caso negativo, l’impresa decide di uscire dal mercato per evitare profitti che possono essere negativi, nonostante sia producendo al suo meglio. MC e P. Un aumento della Q venduta (ΔQ) modifica l’R dell’impresa in due modi: a. L’impresa vende ΔQ unità addizionali di output, ognuna delle quali ad un prezzo pari a P(Q)  Effetto di Espansione del Prodotto b. Per poter vendere le unità aggiuntive, l’impresa deve abbassare il prezzo praticato e il ricavo si riduce sulle RTot= P(q)Q, rettangolo generico identificato da P e Q. (Q- ΔQ) unità originarie; All’aumentare di Q: Effetto di P  perdita del rettangolo Verde  Effetto di Riduzione del Prezzo Effetto di espansione del prodotto  l’acquisto del rettangolo Bianco. L’effetto totale dipende da quale dei due effetti prevale.

ES. se Q , allora Rtot , ma P.  non si sa quale dei due effetti prevalga, c’è Trade-off tra i due. La concorrenza perfetta & le imprese Price-takers. (Offerta ottimale per un'impresa in concorrenza perfetta.) Un’impresa produce un unico bene con Costo Totale CT(x). Questo bene è una commodity. Esiste pertanto un prezzo di mercato per il bene:  Qualsiasi produttore o venditore cerchi di vendere a un prezzo superiore= rimane senza clienti;  Qualsiasi impresa venda a un prezzo pari o anche leggermente inferiore= ottiene tutti i clienti che desidera. Indichiamo con P il prezzo di mercato del bene. Ipotizziamo che l’impresa consideri il prezzo p come dato; nella terminologia economica un’impresa di questo tipo è price-taker ossia concorrenziale Le imprese Price-Takers Un’impresa si dice price-taker quando: a. può vendere una qualsiasi quantità al prezzo P, che è “dato” dal mercato; b. non vende nulla per prezzi maggiori di P; c. fronteggia una curva di domanda perfettamente orizzontale  non sono soggette all’effetto di riduzione del prezzo. d. ha un potere di mercato nullo.

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Curva di D dell’impresa:  È orizzontale  Elasticità= + inf All’aumentare di Q:  P non varia  Rma (MR) (+)   π sempre (+)

P non varia  imprese price takers & concorrenza perfetta Se prendiamo in considerazione un numero infinito di imprese, all’aumentare del n. delle imprese, le variazioni della produzione sono cosi infinitesimali che non portano al variare di P (variazione trascurabile perché infinitesimale).   La condizione di accettare il prezzo come dato è un’astrazione effettuata nei modelli e non una verità assoluta. Tale condizione è approssimativamente soddisfatta in alcune situazioni, per le quali speriamo e, sulla base dei dati empirici, ci aspettiamo che i modelli teorici forniscano informazioni e previsioni utili. Esistono settori che, anche in termini approssimativi, soddisfano le ipotesi della concorrenza perfetta?  I prodotti agricoli;  Le risorse naturali;  Lo spazio per uffici nel centro di una grande area metropolitana. Le decisioni di offerta delle imprese price takers: Le imprese price-takers scelgono la quantità Q di output che massimizza il profitto secondo due regole: A. Regola della quantit (Condizione di ottimo) Nel caso generale  MR=MC Per l’impresa price-taker, MR=P  P=MC Funzione di Offerta di un’impresa price-taker. La funzione di offerta “è” (all’incirca) la funzione del costo marginale Se l’impresa considera p come dato, quale quantit produce o offre al mercato come funzione di p? Questa Q, considerata come funzione o(p) del prezzo p, è la funzione di offerta dell’impresa. A. Parte Prima Iniziamo con un’impresa che:  Non sostiene costi fissi, ossia CF(0) = 0  È soggetta a un costo marginale crescente;  O(p) è definito da CMa[O(p)] = p ANALISI GEOMETRICA. Per qualsiasi prezzo p sull’asse verticale, la quantità che l’impresa fornisce è il livello x cui corrisponde questo costo marginale.  CMa(x) e O(p) non sono affatto la stessa funzione.  CMa= fornisce P come funzione della Q;  O(p)= fornisce il valore della Q del bene come funzione del prezzo  Una funzione è l’inverso dell’altra.

Perch" prima abbiamo scritto che la funzione di offerta “%” (all’incirca) la funzione del costo marginale? Il segmento lungo l’asse verticale costituisce parte della funzione di offerta, mentre non appartiene alla funzione del costo marginale:  per P < min MC, per prezzi inferiori al costo marginale minimo: o P è diverso da MC o π è sempre (-) o Aumentano sempre di più i Ctot rispetto al P, impresa esce dal mercato  Q*=0  l’uguaglianza p = CMa(x) non può essere risolta e l’impresa non offre alcuna Q

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B. (Parte Seconda.) Un’impresa che ha:  Un costo fisso positivo;  Un costo marginale crescente. Ipotizziamo che queste condizioni portino alla funzione di costo medio usuale a forma di U  Non cambia nulla per i P < min MC  l’impresa offre una quantità nulla, Q=0;  né per i P > min MC l’offerta dell’impresa scorre lungo la funzione del costo marginale. Ma, indicando con:  p**= min MC, costo marginale minimo;  p*= min AC, costo medio minimo, questo caso è più complesso per i prezzi compresi tra p* e p**. Questa complessità dipende dall’eventuale capacità dell’impresa di evitare il costo fisso producendo una quantità nulla a. Se il costo fisso non è evitabile= allora è irrilevante per le decisioni di offerta dell’impresa. (L’offerta dell’impresa è quindi esattamente come prima) b. Se, invece, l’impresa evita il costo fisso producendo una quantità nulla= allora, per i prezzi inferiori a p* l’impresa non produce. Le decisioni di offerta delle imprese price takers: B. Regola di chiusura. Confrontare il Π quando l’impresa produce Q* e quando produce zero. Scegliere il livello di produzione associato ai Π più alti Che cosa significa questa regola? In assenza di costi non recuperabili:  Π=0 se Q=0  Quindi  π >0  Π(Q*) = PQ - C(Q*) >0  Se  P > C(Q*)/Q* = AC(Q*) ,  P>AC(Q*)  Il prezzo è maggiore del costo medio in corrispondenza di Q*. INVECE π 0, in quanto P>AC, rett. Rosa;  RTot= PQ, rettangolone  CTot= Q AC, rettangolino bianco  π rett. Rosa= R-C= rett.lone-Bianco  

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Dall’analisi del grafico:  Acmin è il costo medio associato alla scala efficiente di produzione (cioè quando AC=MC)  La regola di chiusura si semplifica e diventa: o se P > Acmin  Π è MAX in corrispondenza di Q= Q*; o se P < Acmin  Π è massimo in corrispondenza di Q=0; o se P = Acmin  l’impresa è indifferente fra chiudere e produrre la quantità ottima (Π = 0 in ogni caso) La funzione di offerta di un’impresa price-taker. La funzione di offerta individuale di un’impresa mostra la quantità che l’impresa ritiene ottimale produrre per ogni possibile livello del prezzo:  Qs = S(P) Per derivare la funzione di offerta di un’impresa, occorre applicare:  la regola di quantità (condizione di ottimo)  la regola di chiusura o Per P>ACmin la quantità di vendite che massimizza il profitto per l’impresa è positiva e soddisfa la regola di quantità (condizione di ottimo) o Qs soddisfa P = MC  Qs= inversa MC per P>minAC o

o

Per P=ACmin  l’impresa è indifferente fra l’ipotesi di chiudere la produzione e quella di produrre secondo la sua scala di produzione efficiente, Per PMR=MC La misura in cui il prezzo eccede il costo marginale rappresenta una misura del potere di mercato di un’impresa Il Markup (o indice di Lerner)= di un’impresa è uguale alla differenza fra il prezzo e il costo marginale ed è indicato come percentuale sul prezzo

P−MC −1 = d P E  

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A livelli di output sotto MR = MC la riduzione dei ricavi è maggiore della riduzione del costo (MR > MC). A livelli di output sopra MR = MC la riduzione dei ricavi è minore della riduzione del costo (MR < MC).

Massimizzazione dei profitti in monopolio: 1. Regola della Quantità= produrre quella q tale che: MR=MC; 2. Regola di chiusura= verificare se il profitto derivante dalla quantità individuata con la regola della quantità è maggiore di quello in caso di produzione nulla

Welfare in monopolio Il surplus del consumatore si riduce rispetto alla concorrenza perfetta  PM>PCP  A PM non hanno luogo scambi che avrebbero luogo in caso di concorrenza perfetta  Il surplus del produttore aumenta Complessivamente come varia il surplus aggregato?

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Un confronto tra Monopolio e Concorrenza Perfetta Il fatto che rispetto alla concorrenza perfetta in monopolio la produzione è minore e il prezzo maggiore comporta che il monopolio redistribuisca dei guadagni dallo scambio dai compratori all'impresa. Si tratta di un aspetto puramente equitativo. Ma la strategia di redistribuzione di surplus dai consumatori al monopolista provoca una perdita netta di surplus totale, la perdita di benessere sociale indotta dalla presenza di un monopolio All’origine di questa perdita di benessere è il fatto che il ricavo marginale in monopolio è minore della domanda, mentre in concorrenza perfetta coincidono  Possiamo concludere che il monopolio è negativo perché inefficiente

Regolamentazione di un monopolio La perdita secca di monopolio rappresenta una giustificazione per l’intervento pubblico. Obiettivo dell’intervento pubblico: 1. Ridurre i prezzi più vicini al MC 2. Aumentare il surplus del consumatore 3. Aumentare l’efficienza

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L’intervento può assumere varie forme:  Legislazione Antitrust  Regolazione diretta dei prezzi= è una prassi ormai poco comune:  Prevalente in passato  Ancora in uso nel settore energetico e in quello delle comunicazioni Monopolio Naturale Un mercato si configura come monopolio naturale= se il bene o servizio viene prodotto nel modo più efficiente quando è prodotto da una singola impresa.  Il costo medio si riduce quando la quantità aumenta L’ingresso sul mercato di una seconda impresa comporterebbe un aggravio dei costi;  Il Governo può decidere che un’impresa operi come monopolista o Regolazione di prezzo per tutelare i consumatori Il monopolista ha: 1. Profitti Positivi= perché AC giace al di sopra di D per alcune quantità 2. Profitti Negativi= se un’altra impresa entra sul mercato, perché AC giace al di sopra della curva Dhalf per tutti i livelli possibili di Q. Due imprese non possono fare entrambe profitti positivi

Regolazione:  Regolamentazione di First-Best o P=MC o Il surplus aggregato è massimo o Spesso non praticabile:  Assenza di informazioni sui MC  Il monopolista operi in perdita a P=MC, se P < AC  Regolamentazione di Second-Best o Fissare il prezzo in modo che il surplus aggregato sia più grande possibile, consentendo all’impresa di raggiungere il pareggio di bilancio o P=AC Riepilogo - 1  Il monopolio è una situazione di POTERE DI MERCATO  Il monopolio si verifica: o monopolio legale o L’impresa è la prima a produrre un nuovo prodotto o Proprietà di un input essenziale o Economie di scala significative (monopolio naturale)  Per un monopolista la massimizzazione del profitto implica ricavo marginale = costo marginale o Il monopolio causa una perdita netta di surplus e induce allocazioni inefficienti a causa di una produzione troppo scarsa. o Inoltre rispetto alla concorrenza perfetta altera a favore del venditore la distribuzione dei guadagni dello scambio Riepilogo - 2  Regolamentazione di first-best: • P=MC

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  

Spesso non praticabile Regolamentazione di second-best Fissare il prezzo in modo che il surplus aggregato sia più grande possibile, consentendo all’impresa di raggiungere il pareggio di bilancio: P=AC.

PARTE II Politiche di Prezzo. Obiettivi della lezione:  Definire la discriminazione di prezzo e le condizioni necessarie perché abbia successo.  Identificare le varie modalità che un’impresa può usare per effettuare la discriminazione di prezzo  Descrivere l’esito della discriminazione perfetta di prezzo.  Identificare i prezzi che massimizzano il profitto di un monopolista che può discriminare sulla base di caratteristiche dei consumatori osservabili  Capire come la fissazione dei prezzi basata sui meccanismi di auto-selezione dei consumatori può aumentare i profitti di un’impresa Argomenti della lezione  Identificazione delle condizioni necessarie per una discriminazione di prezzo di successo  Identificazione delle diverse forme di discriminazione di prezzo  Analisi delle politiche generali di prezzo volte a massimizzare il profitto dell’impresa con particolare attenzione alle conseguenze sul surplus del consumatore e aggregato  Analisi dei meccanismi di auto-selezione e di strutturazione di diversi prodotti in un unico paniere (bundle) come modi per massimizzare il profitto Un unico prezzo di monopolio? Finora abbiamo analizzato il monopolio come se ci fosse un’unica impresa che vende un prodotto allo stesso prezzo a ogni consumatore  questa è la Uniform Pricing= la fissazione di un prezzo uniforme. La discriminazione di prezzo= si ha quando un’impresa stabilisce prezzi diversi per differenti unità dello stesso bene  Per potere discriminare ovviamente l’impresa deve avere potere di mercato La discriminazione di prezzo pu? aumentare i profitti di un monopolista?  Il profitto del monopolista può risultare maggiore quando il produttore è in grado di risolvere i due problemi seguenti o I consumatori che acquistano il prodotto sono caratterizzati da un certo surplus 1. Il monopolista può incrementare i suoi profitti se è in condizione di praticare un prezzo più alto o I consumatori non acquistano quelle unità del prodotto cui attribuiscono un valore inferiore al prezzo di monopolio (seppur maggiore del costo marginale) 2. Il monopolista può incrementare il profitto se riuscisse a far pagare a questi consumatori un prezzo inferiore in riferimento a tali unità di prodotto Il monopolista può migliorare la sua situazione attraverso la Discriminazione di prezzo= praticare prezzi diversi per unità differenti dello stesso bene Come fissare il prezzo per estrarre il surplus del consumatore. Per poter praticare la discriminazione di prezzo: 1) L’impresa deve disporre di potere di mercato (In caso contrario, un prezzo superiore al costo marginale implicherebbe vendite pari a zero). 2) L’impresa deve inoltre poter distinguere le unità per le quali la disponibilità a pagare dei consumatori è maggiore da quelle per cui tale disponibilità risulta inferiore  Un monopolista può discriminare perfettamente il prezzo se conosce in maniera perfetta la disponibilità a pagare dei consumatori per ogni unità che vende e può quindi applicare prezzi diversi alle differenti unità Solitamente un’impresa non conosce perfettamente la disponibilità a pagare dei consumatori Vi sono modi differenti per discriminare il prezzo in assenza di queste informazioni 1. La discriminazione di prezzo può essere basata sulle caratteristiche osservabili del consumatore= in tal caso l’impresa può distinguere i consumatori con alta disponibilità a pagare da quelli con bassa disponibilità 2. La discriminazione di prezzo può anche essere basata sull’ auto- selezione= l’impresa offre un menù di

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alternative disegnato in modo che i differenti consumatori compieranno scelte diverse 3. In un piano di prezzo dipendente dalla quantit (o sensibile al volume)= il prezzo che un consumatore paga per un’unità addizionale dipende da quante unità di prodotto sono state comprate. In caso di Discriminazione Perfetta di prezzo, l’impresa conosce perfettamente la disponibilità a pagare della controparte:  Il prezzo praticato ad ogni individuo corrisponde alla personale disponibilità a pagare dell’individuo stesso  La curva del ricavo marginale coincide con la curva di domanda di mercato  La quantità che massimizza i profitti è quella in corrispondenza della quale la curva di domanda interseca la curva del ricavo marginale  Il monopolista produce la stessa quantità che si produrrebbe in un mercato perfettamente concorrenziale o Ogni consumatore acquista la stessa quantità che acquisterebbe in concorrenza perfetta o Non esiste perdita secca o I guadagni totali dallo scambio sono appropriati dal monopolista Importanza di difendere le proprie caratteristiche private  INFORMAZIONE E’POTERE

La Tariffa in Due Parti La tariffa in due parti= rappresenta un piano tariffario che consente di discriminare perfettamente il prezzo, massimizzando il profitto di un monopolista. o I consumatori pagano una quota fissa+ prezzo separato per unità per ciascuna unità che decidono di acquistare  Tali tariffe sono comunemente utilizzate dai monopolisti e dalle imprese che hanno potere di mercato simile a quello di un monopolista  Il vantaggio sta nella semplicità: anziché individuare un prezzo diverso per ogni unità venduta, il monopolista deve solo individuare una quota fissa e un prezzo unitario  Per massimizzare il profitto, il prezzo unitario deve essere posto uguale al profitto marginale

Discriminazione di prezzo basata su Caratteristiche osservabili dei Consumatori  Spesso la capacità di un’impresa di discriminare il prezzo è imperfetta  L’impresa può però classificare i consumatori all’interno di gruppi differenti in base a caratteristiche osservabili  L’impresa non ha però altre informazioni relative alla disponibilità a pagare di ciascun consumatore

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Esempio: sala cinematografica in un piccolo paese con 4 gruppi di consumatori (adulti, anziani, studenti e bambini)  Per massimizzare il profitto, consideriamo separatamente la curva di domanda per ciascun gruppo  Imponiamo un prezzo che massimizzi il profitto ottenibile da ciascun gruppo  Fissiamo prezzi diversi se i vari gruppi hanno un’elasticità di domanda differente  Pratichiamo un prezzo più elevato per i gruppi con domanda meno elastica  Generalmente il gruppo che fronteggia il prezzo più alto è quello con la domanda più rigida in corrispondenza del livello di prezzo che porterebbe a massimizzare i profitti qualora la discriminazione di prezzo non fosse possibile  Partendo da quel livello di prezzo, il monopo...


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