Docsity le imprese nelle reti del valore vol 1 PDF

Title Docsity le imprese nelle reti del valore vol 1
Author Emanuela Colella
Course Economia e gestione delle imprese
Institution Università degli Studi di Napoli Federico II
Pages 77
File Size 1.7 MB
File Type PDF
Total Downloads 16
Total Views 148

Summary

Riassunto libro le imprese nelle reti del valore volume 1...


Description

RIASSUNTI

LE IMPRESE NELLE RETI DEL VALORE (vol. 1) di Paolo Stampacchia

1

I macroprocessi di formazione di valore e la formazione dei mercati 1. Una classificazione semplificata delle attività umane Le attività umane si dividono in due grandi categorie: • Attività di consumo: sono le attività di vita corrente finalizzate alla soddisfazione dei propri bisogni, che comporta l’uso e il consumo di diverse categorie di beni e servizi. • Attività di produzione: sono le attività di messa a punto a favore degli stessi individui dei beni e servizi da impiegare nelle attività di consumo. 2. L’articolazione progressiva delle attività produttive Nel corso della storia, le singole attività si sono articolate in attività sempre più specifiche, e la soddisfazione dei bisogni umani è stata assicurata da insiemi di attività più complessi; dall’altro lato, gli insiemi di attività necessari a soddisfare specifici bisogni si sono intrecciati tra loro, per cui i prodotti intermedi diventano componenti necessarie per la soddisfazione di bisogni diversi. Tale situazione è dovuta a tre fattori principali: • Propensione ad aumentare il numero di individui cui garantire determinati livelli di soddisfazione dei bisogni. • Possibilità di rispondere a bisogni non solo fisiologici, ma di sicurezza, relazione, stima e autorealizzazione. • Ricerca del raggiungimento di tali risultati col minore impiego possibile di lavoro, spazio, tempo e risorse. Per rispondere agli obiettivi, la collettività ha iniziato a organizzare le proprie attività in base a due principi: 1) Divisione del lavoro: comporta la distribuzione delle attività complessivamente necessarie alla soddisfazione di determinati bisogni in base al principio della specializzazione, dando come risultato maggiore produttività del lavoro individuale, risultato del manifestarsi dell’effetto esperienza; questo porta alla riduzione della quantità di risorse impiegate per la realizzazione di una unità di prodotto, e quindi all’aumentare delle quantità prodotte nel tempo. 2) Scambio: è strettamente collegato alla divisione del lavoro; consente ai soggetti di beneficiare dei vantaggi della specializzazione, contribuendo a soddisfare gli stessi bisogni con un impiego minore di risorse complessive e ad ampliare quantità e tipologie di bisogni soddisfatti a parità di risorse impiegate. L’applicazione di tali principi ha portato l’individuo ad allontanarsi dalle attività direttamente finalizzate alla soddisfazione dei propri bisogni, per dedicarsi solo ad alcune delle attività produttive realizzate all’interno di una collettività; dalla partecipazione attiva a tali specifiche attività produttive, i singoli individui ricevono le risorse monetarie da scambiare con i soggetti impiegati in altre attività. Ad oggi, gli individui soddisfano la gran parte dei propri bisogni attraverso lo scambio monetario, piuttosto che mediante la produzione diretta. Crescente importanza hanno assunto l’adozione di modalità produttive caratterizzate da economie di scala, che permettevano di ottenere riduzioni consistenti del costo unitario di produzione, mediante l’impiego di impianti in grado di: • Sostituire grandi dosi di lavoro umano. • Realizzare nella stessa unità di tempo, una gran quantità di prodotti. • Ridurre le quantità di risorse impiegate per realizzare ogni unità prodotta. Da ciò si denotava il vantaggio generale derivante dall’applicazione del principio della divisione del lavoro non ai singoli individui, ma alle istituzioni collettive, ossia alle organizzazioni cui partecipano più individui e caratterizzate da due elementi fondamentali: 1) Quantità e varietà di risorse presenti al loro interno e modalità di impiego: ossia: a) Impiego al loro interno di una molteplicità di addetti. b) Impiego di macchinari in grado di sostituire il lavoro di una molteplicità di addetti, con una qualità non raggiungibile col lavoro umano. 2) Numerosità dei potenziali fruitori dei beni e servizi prodotti. 2

Ulteriori riduzioni di risorse impiegate potevano ottenersi ponendo a valle di specifiche attività, un numero maggiore di attività specifiche, in modo da ridurre il costo unitario di utilizzo di risorse necessarie per realizzare le attività a monte, producendo benefici che si distribuiscono sia alle attività a monte che tra quelle a valle. Si ha il frazionamento delle attività produttive tra diverse istituzioni collettive e la formazione di reti d’impresa. Nei processi caratterizzati da forte divisione del lavoro e dalla presenza diffusa di istituzioni collettive, sono sorti problemi in merito al reperimento delle risorse necessarie ai processi produttivi, al collocamento dei prodotti e servizi presso i potenziali fruitori, e alla distribuzione del rischio tra i soggetti che partecipano al processo; la soluzione a tali problemi ha portato alla comparsa di nuove attività necessarie a collegare ed equilibrare le attività produttive in senso stretto. Il ruolo dell’esperienza La ripetizione della stessa attività da parte dello stesso individuo determina una maggiore rapidità di esecuzione che permette all’individuo “esperto” di realizzare nella stessa unità di tempo una maggiore quantità di prodotto. L’esperienza è misurata in base al numero di volte che una stessa attività è stata ripetuta nel tempo, mentre l’effetto dell’esperienza è misurato in termini di riduzione del tempo complessivo impiegato per la realizzazione della stessa attività, ossia di riduzione del costo di realizzazione di una specifica unità, considerando che a un minor tempo impiegato si associa un minore impiego di risorse. Il ruolo delle economie di scala Le economie di scala sono associate a qualunque risorsa impiegata nei processi produttivi il cui uso è commisurato al tempo di disponibilità piuttosto che all’intensità dell’uso. Se per un bene il produttore impiega: • Materie prime, il cui costo (b) è costante per ogni unità prodotta. • Una macchina, il cui costo (a) è indipendente dalle quantità prodotte. Il costo totale di produzione sarà: y = a + bx. Il costo unitario medio sarà: y/x = a/x + b. Le economie di scala rappresentano la riduzione del costo medio unitario al crescere delle quantità prodotte, fino ad avvicinarsi al limite della capacità produttiva massima della macchina. 3. I macroprocessi di proposizione di valore 3.1. Concetto, caratteristiche e definizione Le attività finalizzate a mettere a disposizione degli individui prodotti e servizi hanno assunto la forma di macroprocessi, in quanto comprendono un gran numero di attività elementari, sviluppate da un numero rilevante di attori. Si tratta di insiemi complessi, di cui è difficile definire i confini poiché ogni attività produttiva si collega con le altre e perché è necessario considerare non solo le attività produttive in senso stretto, ma anche altre attività senza le quali il prodotto non potrebbe essere offerto all’uso. Per delineare i contesti di attività produttive entro cui operano le imprese, e necessario definire il concetto di macroprocesso; si considerano quindi rientranti in un macroprocesso, tutte le attività necessarie perché gli individui pervengano alla soddisfazione dei propri bisogni. Tale definizione non elimina però zone di possibile sovrapposizione con altri insiemi di attività; un macroprocesso può essere definito come: l’insieme di attività produttive nel senso più ampio del termine, finalizzate a soddisfare un particolare tipo di bisogno umano, e necessarie a consentire agli individui l’uso di prodotti e servizi impiegati nella attività di consumo. I macroprocessi possono quindi essere definiti a partire da un particolare bisogno, e comprendono tutte le attività necessarie a soddisfarlo, indipendentemente dal fatto che alcune di esse siano condivise con altri macroprocessi. 3

I macroprocessi così definiti possono essere denominati macroprocessi di proposizione di valore, poiché tali attività di produzione si limitano a mettere a disposizione degli individui strumenti che possono contribuire alla generazione di valore, ma che non sono di per sé generatrici di valore; il valore che potrà essere generato dipenderà dall’uso del bene o servizio e dalle conoscenze e competenze specifiche dell’utente. Ne consegue che le attività di produzione vanno qualificate come attività di proposizione di valore, mentre le attività denominate di consumo vanno qualificate come attività generatrici di valore; è negli individui che si genera soddisfazione e quindi valore d’uso, e sono gli stessi individui a contribuire con proprie attività e risorse al processo che genera per essi valore. 3.2. Tipologie di attività e di processi Le attività produttive in senso lato, possono essere divise in quattro categorie: 1) Attività di produzione in senso stretto: comprendono tutte le attività di messa a punto di risorse da utilizzare in altre attività di produzione o consumo, attraverso la trasformazione o combinazione di altre risorse; sono attività di trasformazione manifatturiera, i cui output sono input in successive attività. 2) Attività di logistica: non trasformano o combinano le risorse date, ma sono attività di conservazione, imballaggio, trasferimento; hanno una funzione di collegamento tra attività produttive svolte in sequenza ma in luoghi diversi. 3) Attività di relazione: hanno per oggetto non risorse, ma soggetti e istituzioni; sono attività di individuazione dei soggetti con cui relazionarsi, di identificazione dei bisogni da soddisfare e di collegamento tra soggetti al fine di scambiarsi risorse. 4) Attività di decisione: consistono nell’individuazione dell’esigenza di una decisione, la definizione del problema, l’individuazione delle alternative, la definizione dei criteri di scelta, l’analisi e valutazione delle alternative e la scelta e verifica degli effetti concreti delle scelte assunte. Tali attività elementari sono solitamente svolte in sequenza tra loro e danno vita ad insiemi complessi, definiti processi tout court, caratterizzati dalla produzione di output specifici, utilizzabili tal quali in attività diverse. Particolare rilievo nei processi più complessi assume il processo di direzione, che comprende attività elementari sia di decisione che di relazione e che ha come finalità di fondo l’orientamento di attività produttive svolte da soggetti diversi; i processi di direzione si distinguono in: 1) Processi di direzione operativa: sono rivolti a soggetti che realizzano attività di produzione in senso stretto e di logistica, servono a garantire la realizzazione delle attività con l’impiego efficiente delle risorse impiegate; si caratterizzano per un maggior rilievo delle attività di relazione interpersonale. 2) Processi di direzione strategica: dettano gli indirizzi di fondo per realizzare le attività cui si riferiscono, sono volti a garantirne l’equilibrio con le altre attività dei macroprocessi di cui fanno parte e comportano interazioni interpersonali e interistituzionali di più ampio raggio. Lo studio delle singole attività e processi non deve però portare a trascurare le relazioni esistenti tra attività e processi elementari degli stessi macroprocessi; tale mancata considerazione può infatti portare a soluzioni non ottimali o a guasti; i due rischi maggiori sono: • Analisi finalizzate a risolvere problemi che sembrano esclusivamente produttivi, per cui non si terrà conto degli effetti delle soluzioni proposte sulle attività diverse da quelle produttive in senso stretto. • Analisi che considerano solo i risultati ottenuti al livello di istituzioni collettive, ignorando i singoli individui cui le attività sono rivolte. Quindi anche nei casi in cui l’analisi deve concentrarsi su specifiche attività, è fondamentale mantenere un riferimento al macroprocesso di cui le attività sotto analisi fanno parte e alle attività umane cui sono collegate.

4

3.3. Tipologie di attori Gli individui restano gli attori principali dei macroprocessi, sia nel ruolo di promotori che in quella di utilizzatori; ma per beneficiare dei vantaggi dati dalla divisione del lavoro, gli individui hanno creato istituzioni collettive, in cui operano una molteplicità di soggetti. Specifici processi sono quindi svolti da istituzioni collettive, che possono essere divise in tre categorie: 1) Enti pubblici: dette anche aziende pubbliche, sono creati dalle diverse comunità locali per soddisfare bisogni collettivi che altrimenti non potrebbero essere soddisfatti, o per offrire beni e servizi con modalità migliori rispetto alle altre istituzioni collettive. 2) Imprese: sono attivate da uno o più soggetti per proporre soluzioni ai bisogni di terzi soggetti diversi da quelli soddisfatti dagli Enti pubblici; sono fonte di efficienza e di vantaggi di cui tutti possono beneficiare, anche se in misure diverse; autorità indipendenti istituite dagli Enti pubblici vigilano sulla permanenza delle condizioni di concorrenza. 3) Aziende cooperative: sono create da gruppi di individui per la soddisfazione di propri bisogni basilari Esistono poi istituzioni che presentano caratteristiche di tutte queste istituzioni, ma che sono caratterizzate dal vincolo della non remunerazione del capitale sociale; sono definiti Enti no-profit, anche se esse possono produrre profitti ma devono essere necessariamente reinvestiti nelle attività istituzionali (sarebbe più corretta quindi la dicitura no-dividends); costituiscono quello che è stato definito come Terzo Settore. 3.4. Tipologie di macroprocessi 3.4.1. Le alternative “funzionali” Data la molteplicità dei bisogni umani e la diversità delle tecnologie con cui le attività possono essere organizzate, non è individuabile un criterio unico con cui classificare tutti i possibili macroprocessi; è possibile comunque proporre due classificazioni basate su diversi criteri, che riguardano: • Ruolo svolto dai macroprocessi nella soddisfazione dei bisogni umani. • Configurazione istituzionale dei macroprocessi. Il ruolo svolto dai macroprocessi ne definisce la tipologia funzionale e si collega a tre elementi: 1) Tipologia dei bisogni soddisfatti: possiamo avere macroprocessi che soddisfano bisogni di alimentazione, spostamento, relazione; nell’ambito di tali categorie generali si hanno diversi macroprocessi a seconda dei bisogni specifici di cui si occupano. 2) Tipologia di output messi a punto: sono molteplici le proposte per soddisfare i bisogni prescelti, che però sono riconducibili a due grandi categorie, ossia beni o servizi. 3) Prospettiva temporale: si dividono in macroprocessi di soddisfazione corrente dei bisogni, e macroprocessi di innovazione, il cui scopo è mettere a punto proposte che potranno divenire in futuro proposte correnti; essi sono volti a individuare soluzioni migliori di quelle correnti, hanno come prodotti specifici strumenti e macchinari di nuova concezione. Esistono poi i macroprocessi ci ricerca, il cui scopo è quello di mettere a punto nuove conoscenze; hanno processi operativi diversi sia da quelli correnti che di innovazione; le attività operative hanno contenuti specifici, sono svolte in spazi e strutture specificamente concepiti e determinano molteplici risultati intermedi che possono non avere alcuna applicazione pratica o che possono essere impiegati in processi neanche immaginati in partenza; per tali motivi essi non sono collocabili in alcuna delle precedenti categorie.

5

Tipologie di bisogni

Alimentazione Abbigliamento Spostamento Relazione

Tipologia di output messi a punto

Prospettiva temporale Corrente

Futura

Beni

Macroprocessi di soddisfazione corrente dei bisogni umani mediante beni

Macroprocessi di innovazione di proposte e processi di proposizione di beni

Servizi

Macroprocessi di soddisfazione corrente dei bisogni umani mediante servizi

Macroprocessi di innovazione di proposte e processi di proposizione di servizi

Nuove conoscenze

Macroprocessi di ricerca

3.4.2. Le alternative “istituzionali” Le regole di fondo che caratterizzano il funzionamento dei macroprocessi sono tre: • Modo di individuazione dei bisogni umani da soddisfare. • Modo di individuazione dei soggetti che potranno beneficiare dei prodotti e servizi messi a punto. • Modo di individuazione dei soggetti tra cui reperire le risorse necessarie a realizzare le attività. È possibile individuare tre alternative istituzionali di macroprocessi: 1) Macroprocessi di economia pubblica: hanno per oggetto servizi di natura collettiva, ma anche servizi che i fruitore individuati non avrebbero possibilità di acquistare o servizi cui si intende dare una caratterizzazione di interesse pubblico; le attività di direzione strategica sono svolte dagli Stati o altri Enti pubblici che sono espressione delle diverse comunità locali; le risorse necessarie ad alimentare i macroprocessi sono reperite presso gli stessi soggetti che fanno parte della comunità, con obiettivi di redistribuzione; ai fruitori dei servizi è richiesto un esborso nullo o di copertura solo parziale dei costi. 2) Macroprocessi di economia di mercato: sono avviati da persone terze rispetto ai soggetti di cui vengono soddisfatti i bisogni, sulla base di proprie percezioni dei bisogni presenti nella collettività, impiegando risorse proprie e di altri soggetti che contribuiscono all’attivazione e continuazione delle attività; le risorse impiegate sono remunerate dalle risorse impiegate dai soggetti che acquistano i prodotti e servizi finali per la soddisfazione dei propri bisogni; sono le imprese a svolgere le attività di governo, per cui a loro spetta la scelta dei bisogni specifici da soddisfare, le modalità di realizzazione delle attività e la scelta delle altre istituzioni cui chiedere conferimenti di risorse. 3) Macroprocessi di economia cooperativa: gli individui si impegnano direttamente nella realizzazione di beni e servizi di cui sentono il bisogno, si organizzano autonomamente per la ripartizione delle attività tra i soggetti partecipanti, impiegano risorse di cui dispongono in prima persona e beneficiano in via esclusiva dei prodotti e servizi realizzati; tuttavia spesso i promotori affidano a soggetti terzi la realizzazione di specifiche attività, o destinano a terzi parte dei prodotti realizzati. Ne deriva che le imprese possono partecipare a tutte le tipologie individuate, ma nei macroprocessi di economia pubblica e cooperativa possono svolgere solo attività operative e di logistica, ma mai possono assumere ruoli di governo.

6

Caratteristiche chiave dei macroprocessi

Tipologie istituzionali di macroprocessi Di economia di mercato

Di economia pubblica

Imprese

Enti pubblici

Cooperative

Soggetti cui compete la selezione dei bisogni da soddisfare

Responsabili della direzione generale (su mandato dei soci)

Responsabili protempore del governo degli Enti (su mandato dei soci)

Individui attori del processo

Soggetti cui compete la selezione dei conferitori di risorse

Responsabili della direzione generale (su mandato dei soci)

Responsabili protempore del governo degli Enti (su mandato dei soci)

Individui attori del processo

Soggetti cui compete la selezione dei beneficiari potenziali

Responsabili della direzione generale (su mandato dei soci)

Responsabili protempore del governo degli Enti (su mandato dei soci)

Individui attori del processo

Soggetti da cui vengono reperite le risorse necessarie

Attori del processo

Appartenenti alle categorie sociali selezionate (su base di tassazione)

Individui attori del processo

Soggetti beneficiari degli output

Acquirenti dei prodotti e servizi

Appartenenti alle categorie sociali selezionate

Individui attori del processo

Soggetti su cui ricade il rischio di mancata soddisfazione dei bisogni

Conferitori di risorse Attori del processo

Appartenenti alle categorie selezionate per il conferimento delle risorse

Individui attori del processo

Tipi di istituzioni collettive che svolgono le att...


Similar Free PDFs