Docsity linguaggio evoluzione e scienze cognitive un introduzione PDF

Title Docsity linguaggio evoluzione e scienze cognitive un introduzione
Author nataly cordaro
Course Filosofia del Linguaggio
Institution Università degli Studi di Messina
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riassunto breve e semplice da comprendere...


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linguaggio, evoluzione e scienze cognitive: un' introduzione Filosofia della Mente Università degli Studi di Messina 7 pag.

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LINGUAGGIO EVOLUZIONE E SCIENZE COGNITIVE: UN’ INTRODUZIONE 1. Le scienze cognitive hanno come oggetto di studio natura e funzionamento della mente in qualunque sistema pensante che sia naturale o artificiale. Il programma di ricerca vuole spiegare i processi mentali nel modo più trasparente possibile così che anche una macchina possa riprodurre e simulare le procedure delle nostre attività: dedurre immaginare, ecc. Le scienze cognitive hanno un metodo interdisciplinare, si parla infatti di esagono delle scienze cognitive poiché l’interdisciplinarità unisce 6 materie: filosofia, linguistica, antropologia, neuroscienze, informatica e psicologia. Si parla di COMPUTAZIONALISMO CLASSICO secondo cui le abilità cognitive possono essere simulate da procedure algoritmiche, questa teoria non è più in uso. La neuroscienza acquisisce del computazionalismo l’ idea di un cervello monade, ovvero un cervello formato dall’ insieme di sistemi formati a loro volta da altri sottosistemi ecc. l’ evoluzionismo contemporaneo studia il cervello come organo in un corpo che si rapporta con il mondo esterno. Nel 1936 Turing mette a punto una macchina in grado di simulare qualsiasi funzione calcolabile, i suoi principi di funzionamento sono: ricorsività, finitezza del numero degli stati logici in cui può trovarsi e del nastro su cui scrive e legge i risultati delle elaborazioni. Per funzionare la macchina ha bisogno di problemi risolvibili. Il problema dell’ arresto di una macchina di Turing non è prevedibile a priori ( halting problem). Turing nel1950 compie un esperimento in cui un soggetto doveva riuscire a capire dalle risposte ricevute se comunicava con un uomo o con una macchina, non riuscendo a stabilire ciò in quanto il soggetto non vedeva con chi comunicava, si dimostra l’ impossibilità di risolvere il problema con metodi logici. Turing con questo test da il via alla prima fase delle scienze cognitive in cui tutto quello che viene fatto dall’ intelligenza umana può essere simulato attraverso un computer. Nasce l ‘ intelligenza artificiale moderna (IA). Oggi si occupa dell’ IA l’ informatica con lo scopo di far compiere alle macchine ciò che è stato svolto fin ad ora dall’ uomo (es. siri, bracci meccanici ,ecc.). Per assicurarsi che una macchina pensa bisogna identificarsi con essa e descrivere introspettivamente l sensazioni che si provano, cadendo nell’ antiscientifico perché è qualcosa di soggettivo. Turing capisce che il vero problema per l’ IA è la dimensione biologica della cognitività umana. Egli pubblica uno studio nl quale tenta di applicare i suoi modelli formali allo sviluppo degli embrioni, sia per lo sviluppo degli embrioni che per l’ evoluzione degli individui l’ evento è simulabile da macchine che apprendono secondo Turing. Per Chomsky descrivere comportamenti e modi di funzionamento del linguaggio non significa spiegarli. Le posizioni di chomsky in linguistica sottolineano l’ orientamento cerebro-centrico delle neuroscienze computazionali che vede il cervello come unico principio esclusivamente esecutivo. Nell’ ipotesi neuroscientifica non esiste più il dualismo mente e cervello queste due nture si fondono nella stessa cosa. Le neuroscienze vogliono naturalizzare le conoscenze delle scienze cognitive. Le scienze cognitive intendono con naturalizzazione due approcci diversi: fisicalismo che si fonda a sua volta su tre principi 1 le conoscenze scientifiche devono essere modellate come leggi naturali 2 le conoscenze scientifiche devono essere conformi alla natura umana 3 il linguaggio utilizzato per le scoperte scientifiche deve avere tutti i termini vincolati a definizioni deduttive; evoluzionismo si basa su genetica, ricostruisce gradualmente l’ evoluzione delle strutture e dello sviluppo delle forme viventi, confronta etologia e morfologia delle funzioni cognitive di animali umani e non. Nel 900 si afferma la svolta linguistica secondo cui l’ analisi del linguaggio è il metodo per risolvere tutti i problemi filosofici.

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Le scienze cognitive attraversano 3 fasi : 1 fase computazionale ( intelligenza artificiale), 2 egemonia delle neuroscienze (mente e cervello coincidono), 3il bisogno di includere la biologia nelle teorie della conoscenza e del linguaggio. Si parla di EMBODIED COGNITION un insieme di teorie che vengono sviluppate a causa della crisi del cerebrocentrismo e si basa su alcuni principi: 1. Non è concepibile una scienza cognitiva che non si occupa delle strutture e del corpo in cui i processi cognitivi si realizzano, 2. A strutture corporee diverse corrispondono sistemi cognitivi diversi, 3. I processi cognitivi non si riducono ad operazioni interne al cervello ma comprendono strutture corporee e interazioni con l’ ambiente. Si parla di “4E COGNITIONS” embedded, embodied, enacted, extended; posizioni estremizzanti dell’ embodied. Enacted (in azione): sono le capacità sensoriali e motorie a determinare i processi cognitivi. ( vedere non è qualcosa che accade nei nostri cervelli, è qualcosa che facciamo avendo praticità con ciò che ci circonda). Embodied (incorporata): cognizione come funzione di strutture biologiche. Una diversa strutturazione del corpo può dare vita ad intelligenze diverse. Embedded (immersa): mente immersa in un contesto ambientale in cui operano agenti fisici, ecologici, culturali che interagiscono e co- evolvono con la coscienza individuale. Extended (estesa): processi cognitivi determinati da interazione di mente e mondo coinvolgendo strutture sterne all’ organismo. La mente si estende oltre i confini della scatola cranica. Il paradigma delle 4 E ha indebolito il cerebrocentrismo ma anche in questa teoria si riscontrano problemi: 1. Ritorno al comportamentismo, 2. Si parla di emozionalismo cioè spiegare la corporeità come “cognizione debole” ( parti del corpo con funzioni calcolistiche contro parti del corpo con funzioni percettive).

2. Le neuroscienze sono il punto di partenza di ogni teoria sul funzionamento della mente. Nessuna ingegneria biologica può costruire un IA di sana pianta senza aver studiato prima i processi biologici dell’ evoluzione, alcuni studiosi pensano che i processi biologici e mentali siano di natura meccanica quindi simulabili. Gli studiosi decisero di dare un corpo alle loro riproduzioni biologiche rendendosi conto dell’ irrealizzabilità del progetto. Noto esempio l’ anatra meccanica di Vaucanson. Von Kempelen costruì una machina parlante in grado di pronunciare parole in diverse lingue, si verificò presto il problema di pronunciare parole polisillabiche in sequenza che la macchina non riuscì ad affrontare. Ci si scontra con il limite biologico in cui solo un uomo può avere fluenza linguistica in quanto attua un insieme di processi e procedure non riproducibili da macchine. Solo con Darwin si chiarisce l’idea che le macchine incontrano difficoltà nel riprodurre l’ uomo perché l’ uomo non è fabbricato da zero ma si va modificando lentamente a causa di una trasformazione adattativa data dalla selezione naturale. Grazie a Darwin che gli ingegneri diventano biologi nella spiegazione del mondo fisico e psichico della cognizione animale. Nel 1859 nasce l’ EVOLUZIONISMO con “ l’ origine della specie per selezione naturale” di Darwin a cui si contrappone Lamark. Lamark sosteneva che gli organismi sono il risultato di pressioni ambientali, si parla di “teoria di adattamento tramite l’ uso” es. collo della giraffa che è sopravvissuta perché allungando il suo collo riusciva ad arrivare al cibo fuori portata per altri, oggi sappiamo che la giraffa è sopravvissuta perché già ditata geneticamente del collo lungo. Lamark parla anche di trasmissione di caratteri acquisiti secondo questa tesi viene trasmesso alla prole anche ciò che subisce modifiche nel corso della vita, ipotesi non riscontrabile nella genetica moderna. Darwin ha il merito di aver capito che nuove specie e variazioni di quelle esistenti avvengono attraverso la selezione naturale.

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Il neodarwinismo ci spiega come la selezione naturale operi nel quadro delle restrizioni imposte da fisica e chimica in accordo con i fenomeni di exaptation. Exaptation: nuova funzione che si innesca nell’ organismo dando nuova funzione a qualcosa. (es. prima le ali servivano per la termoregolazione adesso sono usate per volare). Una scienza cognitiva non può descrivere il funzionamento della mente senza tenere conto delle strutture e delle funzioni comparse in seguito all’ evoluzione. I primati umani e non hanno in comune il 98% delle caratteristiche genomatiche ad esempio entrambe le società attuano il social learning. Nelle differenze troviamo però specie- specificità umane come le organizzazioni sociali fondate su agricoltura e allevamento e l’ uso del linguaggio. In questo quadro generale di similarità e differenze parte la terza fase delle scienze cognitive, che non deve essere condizionata dall’ antropocentrismo. Darwin scrive un solo testo sulla comunicazione “ l’ espressione dell’ emozione nell’ uomo e negli animali” in cui si occupa della mimica facciale e delle posture assunte da animali umani e non, evitando di citare il linguaggio specie- specifico dell’ uomo. Per Darwin la capacità linguistica è dotata di questa caratteristiche: è una facoltà innata, anche avendo una morfologia specie- specifica questa non è determinante, la sua specificità è frutto di una specialità di tipo mentale. Per quanto riguarda invece la ricostruzione dell’ origine del linguaggio: il linguaggio si rifà all’ imitazione e ai gesti, prende vita dal canto, si sviluppa con l’ uso degli organi vocali, si ha la capacità di esibire qualsiasi linguaggio. Darwin vuole dimostrare che il linguaggio non dipende ne dall’ apparato articolatorio ne dal cervello, ma da facoltà mentali specifiche che spingono gli organi verso un certo tipo di uso. Le scimmie più simili a noi quindi non parlano perchè la loro intelligenza non ha progredito abbastanza. questa tesi fu avvalorata da uno studio sulla laringe umana e degli scimpanzè che apparivano molto simili di conseguenza le scimmie non parlano per la loro scarsa “potenza mentale” Posizione sul linguaggio di Darwin: l’ origine del linguaggio dell’ uomo arriva dalle vocalizzazioni di precedenti specie animali, il linguaggio articolato è stato scelto dall’ uomo perché l’ uso delle mani è stato investito in altre attività, produzioni vocali non articolate e segni no verbali supportano il linguaggio vocale di sentimenti ed emozioni, l’ incremento dell’ articolazione vocale ha modificato la struttura del cervello umano che viene ereditato, l’ uso del linguaggio ha potenziato il grado di abilità cognitive. Leroi Gourhan fondatore della paleoantropologia afferma che il cervello è l’ inquilino del corpo in quanto grazie al cervello ci muoviamo, sentiamo. Egli afferma anche che lo sviluppo del cervello non è la causa di quello del resto del corpo ma ne è l’ istigatore. Il motore del cambiamento evolutivo va cercato nei mutamenti di ossa e muscoli, nel caso della specie umana questo processo avviene con la postura eretta grazie al quale l’ uomo libera gli arti superiori, aumenta le dimensioni della cassa cranica, rende possibile l’ abbassamento della laringe e un tratto vocale a due canne, cambia il campo visivo anteriore. Si parte dalla rivoluzione ossea per arrivare a quella cognitiva (dai piedi al cervello). L’ idea dell’ attuale EC identifica la corporeità con la parte più debole della cognizione umana ovvero un cervello emotivo, affettivo, percettivo. Il cervello inquilino è a sua volta un pezzo di corpo, ma esso ha proprietà di adattamento e sviluppo diverse e più veloci rispetto alle altre componenti dell’ organismo animale. Secondo la biologia evoluzionistica dello sviluppo ( EVO-DEVO) la selezione naturale non è l’ unica forza che agisce sugli esseri viventi, l’ evo-devo dice che la teoria della selezione naturale detta i vincoli esplivativi ma è soggetta a sua volta a vincoli derivanti dalle regole della forma e dello sviluppo. La forma rappresenta un vincolo per la selezione naturale che può agire solo su alcuni organismi, il vincolo invece non permette alla selezione naturale di ottimizzare completamente un determinato tratto morfologico. Il corpo può avviare modificazioni che possono variare per tempo ed eventi ma il

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cervello con la sua plasticità sarà in continuo riadattamento per accompagnare il corpo con i sistemi cognitivi.

3. La svolta linguistica di Frege è l’ idea secondo cui la spiegazione filosofica del pensiero è conseguibile attraverso una spiegazione logico-filosofica del linguaggio, in poche parole i problemi filosofici sono problemi linguistici. Ogni frase può essere analizzata da un impianto formale i grado di darci il valore di verità di ogni enunciato, parte da qui l’ idea che la svolta linguistica possa risolvere i problemi filosofici e quindi della conoscenza. Alla metà del diciannovesimo secolo si afferma un nuova accezione della svolta linguistica con Chomsky la grammatica generativa secondo cui si possono creare infinite frasi in una lingua grazie alla combinazione di elementi grammaticali. Chomsky si fa sostenitore di un cognitivismo basato sulla linguistica, chiamata biolinguistica. La biolinguistica critica l’ evoluzionismo tramite tre punti : 1. Il linguaggio costituisce una facoltà mentale solo umana, 2. Tale facoltà è proprietà formale della mente umana, 3. Il linguaggio deve essere immaginato come un “ organo mentale” quindi -> un locus del cervello, un dispositivo innato, un processo ontogenetico. Nascono le scienze cognitive del linguaggio che cercano di unire a una scienza cognitiva naturalistica una biolinguistica e una filosofia del linguaggio radicate alla scienza. Piaget pioniere del primo cognitivismo ha sostenuto che le abilità linguistiche non hanno nessuna specificità cognitiva, nessuna struttura morfologica innata, nessun meccanismo domino- specifico; sintassi e semantica sarebbero un risultato dell’ organizzazione dell’ intelligenza sensomotoria. Pinker afferma che se la mente cognitiva fosse alla base della cognitività allora i bambini prelinguistici , i sordi, gli afasici, gli scimpanzè sarebbero privi di intelligenza, a supporto di questa visione gioca l’ esistenza di un pensiero di tipo spazialevisivo che ha caratterizzato geni come Einstein.

4. Per comunicare emittente e ricevente condividono lo stesso sistema percettivo- motorio per comprendere i segnali informativi e lo stesso codice di comunicazione. Negli animali avvengono due differenti tipi di comunicazione: interspecifica: tra specie diverse intraspecifica: all’ interno della stessa specie. La comunicazione tra specie differenti entra in gioco in momenti fondamentali per la sopravvivenza come preservarsi dai predatori e proteggere le risorse ed è molto diffusa. La comunicazione interspecifica è un esempio di “ selezione per handicap” ovvero si mette in atto un comportamento apparentemente svantaggioso, (come lo stotting della gazzella davanti il leone) per dimostrare al predatore la propria prestanza fisica e farlo demordere dall ‘ attaccare. E’ una comunicazione vantaggiosa in quanto consente al predatore di economizzare gli sforzi per l’ attacco e alla preda quello di mostrare la propria prestanza fisica e quindi di evitare l’ inseguimento. Un'altra selezione per handicap avviene quando un animale invece di scappare emette forti versi per apparire più grosso per avvertire anche il resto del branco oltre a scoraggiare il predatore ( size exaggeration). Fitch biologo evoluzionista ha rintracciato nel perenne abbassamento della laringe umana un vantaggio di economizzazione degli sforzi per la simulazione vocale dell’ incremento della propria stazza, sforzi che gli animali non umani attuano con fatica. In estate soprattutto i maschi della cicala producono suoni durante tutto il corso della giornata, il suono viene prodotto tramite contrazione muscolare da un apparato specifico composto da timbali. Il maschio della cicala canta per attrarre femmine, per delimitare il suo territorio o per confondere e stordire i predatori. In ambito etologico la comunicazione è considerata un fenomeno adattivo in cui un emittente produce sotto l’ influenza di stimoli un segnale. La comunicazione è intesa come una funzione vantaggiosa per gli animali che comunicando si nutrono e si riproducono.

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Alcune specie di api e formiche presentano un organizzazione sociale con ruoli prestabiliti, queste specie sono classificate come animali eusociali ovvero gruppi di conspecifici dai ruoli assegnati che si occupano del nido e della sua difesa e eseguono il lavoro a loro assegnato. L’ ape domestica vive in un alveare con società matriarcale in cui la regina è l’ unica femmina fertile che si accoppia con i fuchi, deponendo le uova quelle non fecondate daranno alla luce altri fuchi; le operaie sono le più numerose e sono sterili quindi il loro compito è la cura e la difesa della colonia. Le api domestiche sono famose per la loro comunicazione tramite le danze, a ogni messaggio che si vuole trasmettere corrisponde una danza. La comunicazione umana può essere definita uno scambio interattivo fra due o più partecipanti dotato di intenzionalità reciproca. Secondo Watzlawick non si può non comunicare, ogni comunicazione presenta un livello comunicativo e uno di relazione, gli esseri umani possono comunicare sia attraverso la lingua che attraverso il corpo. Gli animali non umani, gli esseri umani e le macchine condividono la possibilità di trasmettere in maniera efficace dei segnali formali assegnati ad un contenuto. Studi etologici hanno dimostrato che i segnali che sembrerebbero di allarme o di accoppiamento in realtà sono segnalatori per i predatori. Gli animali umani e non sono spinti da basi biologiche ed ecologiche a produrre comunicazione esigenza non avvertita da un processore interno ad una macchina. La zoosemiotica è definita lo studio semiotico dei sistemi di comunicazione animale e vuole descrivere i linguaggi animali. Gli studiosi si interessarono agli studi in cui alcuni ricercatori tentarono di insegnare agli scimpanzè il linguaggio articolato o la lingua americana dei segni, questi tentativi risultarono fallimentari. L’ etologia classica studia il comportamento delle specie animali, i comportamenti degli animali anche le strutture fondative dellvenivano valutati sia in campo che in laboratorio per comprendere quali comportamenti di una specie fossero innati e quali appresi. Con l’ affermarsi delle scienze cognitive anche l’ etologia modifica le sue indagini passando dall’ analisi del comportamento animale allo studio della mente animale, nasce l’ etologia cognitiva. I sistemi comunicativi tra animali sono sempre stati considerati gestuali, basti pensare al grooming delle scimmie tramite cui si manifesta l’ appartenenza al gruppo. Nuovi studi però hanno rivalutato la vocalità nella comunicazione inter e intra specifica. Agli inizi degli anni novanta i ricercatori prelevavano scimpanzè e bonobo e li crescevano in ambiente umano, si ricordi il bonobo Kanzi che era capace di comprendere e produrre messaggi tramite una tavoletta su cui erano rappresentati dei simboli (palla,cibo, ecc). l’ etologia cognitiva considera l’ ambiente un vincolo etologico nella manifestazione delle capacità cognitive umane e animali.

5. Anche le strutture fondative della stabilità morfologica e cognitiva delle specie animali cambiano con il tempo, ciò avviene nel pool genetico delle popolazioni ciò l’ insieme di tutte le possibili combinazioni ereditarie di tratti secondari della comunità in cui si vive. Le strutture anatomiche cerebrali, i comportamenti cognitivi, sociali, culturali umani presentano molte somiglianze con quelle animali. Sia animali umani che non sono...


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