Economia dei maggiori Paesi d\'Europa PDF

Title Economia dei maggiori Paesi d\'Europa
Author Claudia Albertario
Course Storia e geografia
Institution Liceo (Italia)
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settore primario, secondario e terziario e anche industrie...


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ECONOMIA PEASI EUROPEI SPAGNA E PORTOGALLO SETTORE PRIMARIO AGRICOLTURA - nella zona atlantica (a nord) si producono mele e ortaggi b. nelle regioni secche della Meseta: ulivo (la Spagna è il primo produttore al mondo di olio), vite (la Spagna è il terzo produttore al mondo di vino), frumento c. sulle coste mediterranee: agrumi d. nelle zone molto calde del sud: datteri a banane. LEGNAME: Importante la produzione di sughero. SETTORE SECONDARIO RISORSE DEL SOTTOSUOLO - sono molte ed hanno favorito lo sviluppo industriale. INDUSTRIE. I principali settori sono: - siderurgico, meccanico e lavorazione dei metalli - settore automobilistico: la Seat (oggi parte del gruppo Volkswagen) è il celebre marchio che produce la Ibiza, la Leon e la Toledo. - industrie tessili: la Inditex è una multinazionale spagnola proprietaria di marchi come Zara, Massimo Dutti, Bershka - industria petrolchimica: la Repsol è celebre per sponsorizzare l'imbattibile Honda di Marquez e Pedrosa nel campionato mondiale di Moto GP - industria calzaturiera: gli spagnoli sono famosi per aver creato le Espadrillas, scarpe leggere di cotone con la suola di corda. SETTORE TERZIARIO SERVIZI - importanti i trasporti: Barcellona è il più trafficato porto del Mediterraneo TURISMO - la Spagna è il secondo paese più visitato al mondo (58 milioni di turisti l'anno) TERZIARIO PORTOGALLO Dal 2009 è diventato il paradiso fiscale dei pensionati, perché consente a chi arriva nel Paese di percepire i propri assegni previdenziali esentasse.

FRANCIA SETTORE PRIMARIO 1. Agricoltura. - è diffusissima (è il primo produttore europeo con il 23% della produzione agricola) per la presenza di molte pianure e terreni fertili - è molto varia per via dei climi diversificati della Francia - vanno ricordati soprattutto: cereali, frutta e verdura, viti (la Francia è uno dei maggiori produttori mondiali di vino) 2. Allevamento. Molto diffuso per l'ampiezza dei pascoli. Da ricordare bovini, suini, oche (da cui si ricava il celebre Paté) 3. Pesca. Abbastanza diffusa ma non in grado di coprire il fabbisogno nazionale. SETTORE SECONDARIO 1. Risorse del sottosuolo. Sono molte. Da ricordare l'uranio. 2. Industrie. - molto diffuse per 3 motivi: a. ricchezza del sottosuolo b. posizione centrale che facilita gli scambi commerciali c. forte legame con le ex colonie, ricche di miniere - tra i settori più sviluppati a. siderurgico b. automobilistico (sono francesi i celebri marchi Peugeot, Renault, Citroen ed i produttori di pneumatici Michelin) c. aeronautica (il consorzio Airbus è uno dei maggiori produttori mondiali di aerei. Quando si vola in Europa si vola quasi sempre su un Airbus) d. alimentare: celebri i formaggi (camambert, brie, roquefort), i vini (champagne, bordeaux) ed i liquori francesi e. prodotti farmaceutici (è francese la grande multinazionale Sanofi Aventis, produttrice ad esempio del Maalox) f. cosmetica (basta pensare al celebre marchio L'Oreal) SETTORE TERZIARIO 1. sviluppatissime tutte le attività finanziarie e commerciali. 2. turismo. La Francia è il paese più visitato al mondo 3. Le vie di comunicazione (stradali, aeree, ferroviarie) sono sviluppatissime. Basti pensare che è francese il TGV, il treno ad alta velocità.

BENELUX BELGIO Il Belgio è uno dei paesi più ricchi e meglio organizzati d’Europa. È produttivo per diversi aspetti: aree minerarie e industriali, campi irrigati, pascoli. L’agricoltura ha rendimenti alti grazie ai mezzi tecnici impiegati. Cereali, ortaggi, fiori, barbabietola da zucchero, lino sono i prodotti principali; notevolmente sviluppato è l’allevamento bovino. Tuttavia, prevale su queste attività l’industria, in campo metallurgico, meccanico, chimico. Molto sviluppato il commercio, che sfrutta l’ottima rete di comunicazioni esistente.

PAESI BASSI Acquisita l’indipendenza dalla Spagna, i Paesi Bassi divennero in breve una grande potenza marittima e commerciale; la capitale, Amsterdam, era il più importante centro commerciale del mondo. L’agricoltura oggi ha perso di importanza rispetto alle altre attività. Nei Paesi Bassi i prodotti principali sono grano, orzo, avena, patate, barbabietola da zucchero, lino. Il settore più noto è però quello dei fiori e delle primizie. Caratteristica comune a tutte le colture è l’altissima produttività. Molto sviluppato è l’allevamento. I Paesi Bassi sono poveri di materie prime. I principali settori industriali sono la meccanica, l’elettronica, l’industria alimentare, quella chimica e il tessile; tra le aziende è da citare la Philips, all’avanguardia in molti settori dell’elettrotecnica e dell’elettronica. L’ossatura dell’economia olandese è costituita dal settore terziario: commercio, banche. LUSSEMBRUGO Il Lussemburgo è uno dei più piccoli Stati d’Europa. La siderurgia, nata per sfruttare le miniere di ferro del Paese, resta il primo settore industriale. Tuttavia, l’economia ha il suo punto di forza nei servizi, soprattutto finanziari, grazie all’ingente afflusso di capitali stranieri, favorito dalla particolare legislazione fiscale e bancaria. Uno spazio limitato ha l’agricoltura: cereali, patate, barbabietola da zucchero, frutta. L’allevamento è sviluppato. Le comunicazioni sono ottime. La capitale, Lussemburgo, è un centro commerciale, finanziario, industriale. Esch-sur-Alzette, nella zona mineraria, è il centro dell’industria siderurgica. La popolazione si concentra soprattutto in queste due città e nelle zone vicine.

GRAN BRETAGNA PRIMARIO Se prima della Rivoluzione industriale il paese aveva una forte tradizione agricola e commerciale, con il raffinarsi delle tecnologie lo stato ha scelto di abbandonare in modo sensibile queste tradizioni, preferendo dedicarsi ad industrie pesanti. Oggi solo il 2% della popolazione si occupa di agricoltura, anche se gli strumenti avanzati che vengono utilizzati garantiscono rese molto elevate. Nonostante ciò il paese è lontano dall’autonomia alimentare: riesce a produrre poco meno della metà del suo fabbisogno, per il resto è dipendente dalle importazioni. Le coltivazioni principali sono orzo, avena, frumento, patate, barbabietole da zucchero, ortaggi. Da queste coltivazioni derivano sensibili produzioni di birra e whisky. Molto più esteso è l’allevamento, a cui si dedica più del 45% della superficie del paese; in particolare di ovini (di cui il Regno Unito ha il primato produttivo) e bovini. Modesti sono gli allevamenti di suini. La pesca vede il Regno Unito tra i principali produttori europei; particolarmente sviluppata è quella di merluzzi e aringhe. Nonostante ciò, il paese è lontano dal soddisfare il fabbisogno interno. SECONDARIO Come abbiamo già detto, la Rivoluzione Industriale ha condizionato pesantemente questo stato. Storicamente, i primi settori in cui il Regno Unito riuscì a brillare furono quello estrattivo, quello metallurgico (soprattutto per quanto riguarda la produzione di acciaio) e quello legato alla produzione di fibre tessili. Ad oggi rimane molto sviluppata l’industria metallurgica, anche se comunque non pesa per più di un sesto nella creazione del PIL nazionale. Fino a qualche anno fa l’industria automobilistica era il cuore del settore secondario; tuttavia la sua importanza è diminuita considerevolmente a causa del crollo del MG Rover Group. La maggior parte del settore è stata poi ceduta a mani estere. Sviluppata è l’industria degli aeromobili e quella chimico/farmaceutica (il Regno Unito possiede infatti GlaxoSmithKline e AstraZeneca, la seconda e la sesta ditta farmaceutica più grandi d’Europa). TERZIARIO L'attività più importante è il commercio, seguita dal turismo. Nel settore finanziario è molto sviluppata la presenza delle assicurazioni (i Lloyd's), infine la Borsa valori di Londra è tra le più importanti al mondo. Fin dall' 800 l'economia britannica ha potuto contare su vie di comunicazione molto sviluppate. Il Regno Unito infatti fu il primo paese a dotarsi di linee ferroviarie. Oggi sono molto sviluppate le reti stradali

e quelle idroviarie. Il Paese è collegato alla Francia attraverso l'Eurotunnel, scavato sotto il Canale della Manica.

GERMANIA SETTORE PRIMARIO agricoltura - coltivazione limitata per via del clima rigido : cereali, patate, barbabietola da zucchero, luppolo. Dove il clima è più mite: viti e alberi da frutta. Allevamento - maiali (26 milioni) e bovini. Pesca - pesca d'altura: merluzzi e aringhe. Legname e risorse del sottosuolo - 30% del territorio è coperto di boschi - molto carbone (Ruhr): ha favorito lo sviluppo industriale. SETTORE SECONDARIO industria - molto sviluppata, industrie di grandi dimensioni - manodopera dai paesi stranieri - settori: siderurgico, meccanico (BMW, Mercedes, Volkswagen), chimico, farmaceutico (Bayer: aspirina), elettronico. SETTORE TERZIARIO commercio: favorito dalla posizione centrale della Germania; vie di comunicazione: strade, ferrovie, aeroporti (Francoforte è un aeroporto internazionale ma ce ne sono anche moltissimi minori), porti (soprattutto sul Mare del Nord e sul Mar Baltico); turismo: favorito dalle strutture presenti sul territorio; servizi finanziari: molto sviluppati.

SVIZZERA Settore secondario. Energia e industria. Quasi il 60% dell’energia elettrica prodotta è di origine idrica. La Svizzera possiede un avanzato comparto industriale malgrado la scarsità di materie prime, in particolare nell’industria meccanica: rinomati sono gli strumenti di precisione e i macchinari elettrici; fama internazionale ha l’orologeria, che ha i principali centri a Ginevra, Sciaffusa e specialmente nel Giura. L’elettrometallurgia ha nell’alluminio la sua principale applicazione (impianti a Chippis, Steg e Martigny nel Vallese, che lavorano allumina d’importazione). Settore terziario. Finanza e banche. La Banca Nazionale Svizzera, indipendente dal governo federale, svolge le funzioni di banca centrale. Il sistema bancario è uno dei più sviluppati al mondo. Le banche svizzere controllano una quota considerevole del mercato mondiale dei patrimoni affidati in gestione all’estero.

PEASI BALCANICI L’economia dei paesi balcanici è, fatta eccezione per la Slovenia, arretrata e povera. Le ragioni sono da ricercare nella presenza di sistemi produttivi poco redditizi, nell’insufficienza delle infrastrutture e nell’elevata disoccupazione. Sull’economia di questi paesi pesano inoltre l’incertezza politica, i disordini sociali e i problemi etnici. Nel settore primario, caratterizzato da un grande numero di addetti (in Albania la metà dei lavoratori), la meccanizzazione è scarsa e la specializzazione delle colture ridotta. Del resto, a causa della montuosità del territorio le aree coltivate sono modeste, tranne che in Romania, dove sono più diffuse le pianure. Le produzioni principali sono quelle di cereali (frumento e mais), foraggi, barbabietola da zucchero, girasole e tabacco e, in Bulgaria, della rosa da essenza, per uso cosmetico. Nelle zone di montagna l’attività prevalente è quella dell’allevamento ovino. L’industria ha un peso ridotto sulle economie nazionali. Ciò è dovuto agli impianti tradizionali, superati tecnologicamente, e alla scarsità di risorse minerarie. I principali settori industriali sono quelli della siderurgia e della chimica in Romania, della meccanica in Serbia e Slovenia. Un po’ ovunque sono diffusi gli stabilimenti tessili e dell’abbigliamento, spesso di proprietà di aziende dell’Europa occidentale, che hanno trasferito i propri impianti in quest’area per il basso costo della manodopera. Nel settore terziario, tuttora poco efficiente, è il turismo balneare la grande risorsa dei paesi affacciati sull’Adriatico e che dispongono di buone attrezzature, come Slovenia e Croazia. È invece molto diminuita l’importanza del litorale del Mar Nero, le cui località rappresentano un’attrattiva solo a livello nazionale.

PEASI SCANDINAVI ISLANDA La forte crisi economica globale del 2008 ha portato l'Islanda al crack finanziario: prima di questi eventi l'economia islandese era piccola ma ben sviluppata, con un reddito pro-capite tra i più alti del pianeta. L'agricoltura islandese è ostacolata dal clima. La pesca e l’industria di trasformazione ittica costituiscono la maggiore risorsa economica dell’Islanda. Il paese ha poche risorse minerarie. L'Islanda possiede anche un grande apparato industriale, attivo in vari settori ma soprattutto sul settore della lavorazione del pesce e della metallurgia (soprattutto per quanto riguarda la lavorazione dell’ alluminio). In seguito alla crisi finanziaria ed economica la disoccupazione è passata dal minimo storico dell'1% nel 2008 all'8,2% del Febbraio 2009.Grazie alle fonti idroelettriche e geotermiche, le società energetiche forniscono all'Islanda più del 70% dell'energia necessaria agli abitanti. Il 99,9% dell'energia elettrica viene generata da fonti rinnovabili; il Parlamento Islandese nel 1998 ha deciso di eliminare tutti i combustibili fossili (petrolio, carbone…) dall'isola e di ottenere solo mezzi di trasporto a idrogeno: entro il 2050, l'Islanda sfrutterà solo energia rinnovabile. DANIMARCA Il 52,9% del territorio danese è coltivato (2005). La principale coltura è costituita da cereali, soprattutto frumento, orzo, avena e segale. Rilevanti sono anche le colture di barbabietola da zucchero, di patate e ortaggi. L’agricoltura, una delle più avanzate del mondo per il livello tecnico raggiunto, è praticata perlopiù in appezzamenti di piccole dimensioni e in aziende a conduzione familiare. Tra le principali risorse della Danimarca vi sono il petrolio e il gas naturale. L’industria danese è attiva soprattutto nei settori agroalimentare (in cui spicca la produzione di birra, si pensi a marche famose nel mondo come Tuborg, Ceres e Carlsberg), della lavorazione del tabacco, siderurgico, metallurgico, chimico, farmaceutico, meccanico, elettrico e dei trasporti. I trasporti danesi avvengono in prevalenza via mare: servizi di traghetti consentono collegamenti tra lo Jutland e le numerose isole del paese, mettendo in comunicazione la Danimarca con Germania, Svezia, Gran Bretagna e Norvegia. I collegamenti sono inoltre assicurati dalla presenza di numerosi ponti: i principali uniscono lo Jutland all’isola di Fionia e le isole di Sjælland e Falster. Dal 1° luglio 2000 Copenaghen è collegata a Malmö, in Svezia, da un ponte-galleria sottomarina che attraversa l’Øresund. Curiosità: Uno dei prodotti industriali danesi più famoso ed esportato al mondo è il LEGO, la cui prima fabbrica fu aperta nella piccola cittadina di Billund .

NORVEGIA Rilevante la produzione della pesca, sia di mare che d’acqua dolce. Un’altra attività importante è la caccia alla balena. La Norvegia è il principale produttore di petrolio dell’Europa occidentale. L’esportazione di petrolio costituisce il 63,6% (2004) delle esportazioni totali. Il paese avviò le prime estrazioni petrolifere nel 1971. Altra importante risorsa mineraria è il gas naturale: nel 2003 il paese ne ha prodotti 73,4 miliardi di m³. Altri prodotti minerari del ricco sottosuolo norvegese sono il ferro, il carbone, lo zinco, il titanio e il rame. I principali giacimenti di ferro si trovano vicino al confine con la Russia. La Norvegia è tra i primi produttori di energia idroelettrica. Disponendo di energia elettrica in grandi quantità e a costi contenuti, il settore industriale è sviluppato

soprattutto nella siderurgia e nella metallurgia, i cui processi produttivi richiedono abbondanti risorse energetiche. Il settore cantieristico (costruzioni navali) un tempo fiorente, entrò in crisi verso la fine degli anni Settanta, quando l’industria conobbe un periodo di recessione (declino) che costrinse molti cantieri navali a diversificare la produzione verso il settore dei macchinari per l’estrazione di petrolio e di gas off-shore. Oggi i comparti di rilievo sono quelli meccanico, tessile, alimentare e della produzione e lavorazione della carta. La composizione e le destinazioni delle esportazioni norvegesi cambiarono radicalmente negli anni Settanta, quando iniziò lo sfruttamento delle riserve petrolifere e di gas naturale del Mare del Nord, prodotti di cui la Norvegia è attualmente il principale esportatore europeo (con l’esclusione della Russia). Altri prodotti esportati su vasta scala sono i componenti meccanici, l’alluminio, il ferro, l’acciaio, i prodotti chimici, i prodotti cartari e quelli alimentari, prevalentemente ittici. SVEZIA L'economia del paese è basata principalmente sulle risorse forestali, sui ricchi giacimenti di minerali ferrosi e sulle abbondanti risorse idriche. Il paese gode oggi di uno degli standard di vita più elevati del mondo. La percentuale di territorio coltivato è assai limitata, equivalendo, nel 2005, al 6,6% del totale. Tipico della Svezia è l’allevamento delle renne e degli animali da pelliccia L'industria svedese, che negli anni Ottanta del Novecento conobbe un considerevole sviluppo, si basa sulla buona disponibilità di materie prime e di mano d'opera specializzata. I settori maggiormente sviluppati sono quelli della produzione dell’acciaio. Altre industrie di rilievo sono quelle dell'alluminio, del piombo, del rame, dei veicoli commerciali (Volvo, Saab), delle macchine per l'industria, del materiale elettrico ed elettronico (Ericsson), del legno, della carta, del cemento, dei mobili (IKEA), del vetro, dei prodotti chimici, petroliferi e tessili, dell’abbigliamento, degli aerei e delle navi. FINLANDIA In rapporto ai suoi abitanti l’economia finlandese è una delle più ricche del mondo. La sua è un’economia basata sulla conoscenza, che conta una spesa in ricerca e sviluppo tra le più alte al mondo. La scuola finlandese è stata recentemente giudicata la migliore al mondo. Il forte settore industriale del paese si sviluppò velocemente subito dopo la seconda guerra mondiale, soprattutto in relazione al fabbisogno della vicina Unione Sovietica, fino agli anni Ottanta principale partner commerciale della Finlandia. L’industria, già alla fine degli anni Sessanta impiegava più manodopera di quella occupata in attività agricole e forestali, che ancora oggi costituiscono il settore trainante dell’intero sistema economico e rappresentano una cospicua parte delle esportazioni del paese. I terreni coltivabili sono limitati esclusivamente alle fertili regioni costiere (il 7,3% del territorio totale), ma l’agricoltura è molto redditizia. I principali prodotti sono l’orzo, la barbabietola da zucchero, l’avena e la patata. Di una certa rilevanza per l’economia è anche l’allevamento di bovini, suini, renne e animali da pelliccia. La principale fonte di ricchezza è rappresentata dall’ingente patrimonio forestale, composto soprattutto da pini, abeti, abeti rossi e betulle. La pesca in mare e, in minor misura, nei laghi, soddisfa essenzialmente il mercato interno.

PEASI BALTICI

L’economia delle tre repubbliche baltiche, che era tra le più ricche e avanzate dell’Unione Sovietica, dopo l’indipendenza ha attraversato un lungo periodo di difficoltà. Per un decennio, il reddito nazionale è diminuito e i tre paesi hanno dovuto affrontare gravi problemi: la mancanza di materie prime energetiche, la limitatezza dei mercati interni e la scarsa efficienza e competitività dell’industria. Una certa ripresa economica è iniziata solo pochi anni prima dell’ingresso nell’Unione Europea, avvenuto a metà del 2004. Ciò ha favorito gli investimenti esteri soprattutto da parte di aziende tedesche e svedesi. I paesi baltici, tuttavia, hanno i più bassi redditi per abitante fra gli stati dell’UE. Nel settore primario la principale attività è costituita, grazie alla ricchezza di pascoli, dall’allevamento, in particolare dei bovini, che fornisce grandi quantità di carne, latte e formaggi. Tra le colture sono diffuse quelle di cereali, patate, barbabietole da zucchero e lino. Dalle estese foreste si ricava molto legname. Discreta è anche la pesca. Nel settore secondario prevalgono le industrie tradizionali, come quelle alimentari, tessili e della lavorazione del legno. Solo nelle principali città hanno sede stabilimenti di elettronica e chimica, mentre lungo la costa si trovano i cantieri navali. Il settore terziario è caratterizzato da una forte specializzazione nel trasporto marittimo, soprattutto nei porti della Lettonia, in particolare quello di Riga, l’unico raggiungibile nei mesi invernali, e di Ventspils....


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